di Carla Basagni
E’ sempre molto difficile comprendere il punto di vista dell’altro e immedesimarsi in profondità nel suo modo di sentire. Le immagini dei capolavori dell’arte forniscono spesso una chiave inedita per comprendere più a fondo la prospettiva degli Enneatipi e il loro sguardo sul mondo.
Credo che, fatta qualche necessaria premessa, la Caduta di Icaro, dipinto da Pieter Bruegel il Vecchio intorno al 1555, ci offra la rara possibilità di guardare il mondo attraverso gli occhi di un geniale tipo Cinque.
All’epoca della composizione del dipinto, Anversa, la città in cui lavorava l’artista, era la capitale degli scambi commerciali delle Fiandre. Il tenore di vita, per alcuni, era altissimo: c’erano mercanti e banchieri che riuscivano ad accumulare ingenti ricchezze ed alimentavano un fiorente mercato di capolavori dell’arte che i grandi artisti del Rinascimento fiammingo, come Bruegel il Vecchio, creavano apposta per loro (1).
I cittadini di Anversa amavano vivere agiatamente e divertirsi ed apprezzavano il gusto per la satira ed il grottesco. In città si rappresentavano commedie e spettacoli allegorici su temi religiosi ed edificanti, intervallate da gustosi intermezzi farseschi, che sottolineavano il lato comico-grottesco del tema trattato, per attirare l’attenzione degli spettatori.
Per questo pubblico, Bruegel aveva composto incisioni come quelle sui vizi o peccati capitali, piene di motivi grotteschi e piccoli mostri fantastici, ispirati all’arte di Hyeronimus Bosch. Secondo Walter S. Gibson, l’umorismo ed il grottesco erano particolarmente congeniali a Pieter Bruegel ed era proprio a causa di questa spiccata vena umoristica che le sue creazioni artistiche erano così largamente apprezzate ed acquistate dai suoi contemporanei.
Se ne può vedere un esempio nella cosiddetta Allegoria della Superbia – ma sarebbe meglio dire della Vanità – incisione compiuta nel 1558: in basso a sinistra rispetto alla figura femminile centrale che si rimira nello specchio, l’artista pone infatti un piccolo mostro che si specchia con compiacimento ed un altro che si guarda allo specchio addirittura il posteriore (1) (vedi FIG. 1).
Tornando alla Caduta di Icaro (1), ciò che colpisce immediatamente nel dipinto è la posizione del tutto irrilevante del soggetto nel quadro. Del personaggio di Icaro che, secondo il mito, cadde in mare dopo aver visto le sue ali di cera sciogliersi per aver volato troppo vicino al sole, si vedono appena due piccole gambe che fuoriescono comicamente dall’acqua. Tutto il resto del dipinto non fa che sottolineare, in modo davvero convincente, la completa indifferenza degli altri personaggi e perfino dell’ambiente naturale nei confronti di questa Caduta (vedi FIG. 2).
In primo piano si vede un aratore, di spalle, chino sul suo lavoro e, più in basso, un pastore che pascola il suo gregge dando vistosamente le spalle ad Icaro, mentre un pescatore e addirittura un veliero in navigazione, posti ai lati della scena della Caduta del giovane, sembrano stranamente non accorgersi di niente. Il paesaggio,veramente meraviglioso per la bellezza e trasparenza dei colori e l’impressione di armonia che ne emana, non fa che accentuare l’impressione di assoluta indifferenza del mondo rispetto alla sorte di Icaro.
All’epoca della composizione del dipinto, Icaro era visto abitualmente come l’allegoria della presunzione degli uomini che tendono ad oltrepassare i limiti imposti loro da Dio, con fantastiche ed inutili imprese destinate a fallire. L’aratore, il pastore ed il pescatore sono stati interpretati come riferimenti religiosi alle umili ma utili attività che conducono l’uomo alla Salvezza, così come il veliero – altra metafora della Salvezza – che conduce i marinai verso un porto sicuro (1).
Il tema del dipinto sembra essere, quindi, altamente edificante. Ma come tutto questo viene rappresentato dall’artista?
Sulla base degli ultimi studi, si può dire che Bruegel scelga ancora una volta la chiave del grottesco per mettere in ridicolo la presunzione e l’arroganza degli uomini. Icaro non è rappresentato vicino al sole, con le ali di cera che si sciolgono, mentre sta precipitando in mare, secondo l’iconografia tradizionale: agli occhi dell’artista, tutta l’enorme presunzione di Icaro trova espressione in una piccola e grottesca mezza figura quasi invisibile, a prima vista, nel dipinto, che sgambetta ridicolmente prima di scomparire per sempre fra le onde, nell’indifferenza generale.
Non vi è alcuna partecipazione emotiva dell’artista alla sorte di Icaro. Bruegel osserva l’intera scena con l’intima indifferenza degli altri personaggi presenti nel dipinto e, da questa freddezza, nasce la sua capacità di cogliere e rappresentare abilmente il lato comico della situazione.
Credo che questo modo di vedere presenti molte analogie con quello del tipo Cinque. Il Cinque è abituato ad osservare il mondo in modo freddo, distaccato, difendendosi pervicacemente dalle emozioni ed isolandosi in uno spazio interiore, dove si sente protetto, al riparo da quella che percepisce come l’invadenza degli altri nella sua vita (1). Da questo osservatorio interiore, la vita spesso sembra svolgersi davanti ai suoi occhi come un film o, per meglio dire, come un quadro, in cui quanto accade viene esaminato con lucidità e freddezza, senza alcun coinvolgimento personale.
Proprio questo tipo di sguardo permette di far emergere il lato grottesco, comico delle situazioni e costituisce uno dei più apprezzabili talenti del tipo Cinque (1).
Guardando ora, nuovamente, l’immagine creata da Bruegel, avremo quasi la sensazione di compartecipare col punto di vista dell’artista e di sperimentare il distacco emotivo con cui egli dipinse il quadro. Sentiremo, quindi, l’attivazione del centro razionale della nostra personalità (1) e non potremo fare a meno di sorridere di questa comica Caduta(1).
(1) W. S. GIBSON, Pieter Bruegel and the art of laughter, Berkeley [etc.], University of California, c2006.
(2) Cfr. Ivi, cit., pp.35-37; l’immagine dell’incisione è visibile sul sito di Web Art Gallery, all’ indirizzo http://www.wga.hu/index1.html.
(3) Il dipinto è conservato al Museé des Beaux Arts di Bruxelles e visibile sul sito di Web Art Gallery, all’ indirizzo http://www.wga.hu/index1.html
(4) Cfr. R.BALDWIN, Peasant imagery and Bruegel’s “Fall of Icarus”, pubbl. in “Konsthistorisk Tidskrift”, LV, 3, 1986, pp.101-114 e consultabile in Rete all’indirizzo .
W.H.AUDEN, Musée des Beaux Arts, 1938, pubblicato in http://poetrypages.lemon8.nl/life/musee/museebeauxarts.htm.