HomePage › Forum › Forum ASS.I.S.E. › Carenza e insoddisfazione
Questo argomento contiene 5 risposte, ha 1 partecipante, ed è stato aggiornato da un atomo 13 anni, 2 mesi fa.
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un atomoLa mia vita ha funzionato benissimo, ogni cosa mi è stata data al momento giusto amore e abbandono, incomprensione ed opportunità, complicità e solitudine. La vita di tutti è sempre equa. Come 4 non dovrei sentire di aver perso qualcosa o di non avere ottenuto? C’è invece qualcosa in me che è grata anche al doloro e alla penuria, che è meravigliata di tutte le occasioni. Eppure l’insoddisfazione mi mangia viva, come un fuoco che arde all’interno. Perchè? Perchè non sono le cose e non sono gli altri che non vanno…sono io che non so trarre le conseguenze giuste, che attraverso le cose con grande dispendio di emozione e di passione anche intellettiva, non solo emozionale, e non ne ricavo quello che dovrei, non cresco abbastanza, non capisco veramente, o meglio capisco e non so trasformare. Secondo me uno dei punti cruciali del 4 è il realizzare, il costruire, il rendere visibile, fattuale, cosciente ed attivo, ciò che percepisce nel profondo. C’è una forte spinta a far emergere qualcosa che viene vissuto come essenziale e una forte spinta a ricacciarlo giù, come se si desiderasse una conferma della propria mancanza di senso. Mi scuso se come sempre faccio emergere cose personali e parlo sempre in prima persona, ma spero che anche questo sia uno spunto di discussione e di confronto. Sarebbe molto utile capire come anche altri tipi, i mentali e gli istintuali, percepiscano nel concreto della loro vita la carenza e l’insoddisfazione, portando magari le proprie esperienze concrete.
CarlaCara Atomo,
anche io sono convinta del valore di parlare della propria esperienza, perchè è l’unica che conosciamo veramente…Certo, il Quattro è l’enneatipo “fissato” nel senso di mancanza, nell’insoddisfazione permanente ma, direi, che questo è anche un “dono”, se si vuole, che lo fa partire alla ricerca disperata, affannosa, tormentata (com’è nella sua natura, del resto) di qualcosa di nuovo, di creativo, che, magari, può rivelarsi interessante ed utile anche per altri…pensa agli scrittori di questo enneatipo. Ad esempio Italo Calvino, citatissimo in molte occasioni, ha scritto delle cose di un acume e di una sensibilità straordinarie, che ci portano a vedere la realtà in modo diverso. Anche Pasolini, mi sembra, rientra nel Quattro, con la sua sensibilità estrema, la sua profonda compassione per gli umili, i “diseredati”…Certo non tutti i Quattro sono degli intelletttuali o artisti di questo livello, però anche noi possiamo arrivare a maturare la nostra componente creativa, ognuno a suo modo. Se guardi attentamente la tua vita, sono sicura che ti accorgerai di progetti belli a cui hai dato vita, a cominciare dal figlio, ma poi chissà quante altre cose. Certo, il percorso del Quattro è sempre tormentato, anche il mio è così. Non c’è mai niente di lineare, semplice, “scontato”, c’è questo senso di fatica, tanto più se ti confronti con le vite degli altri… cosa assolutamente da non fare, perchè ognuno deve fare il suo percorso ed ognuno, come insegna l’enneagramma, hai suoi guai. Per esempio, questo senso di carenza degli altri enneatipi. Se ci pensiamo un attimo possiamo risponderci da soli, anche solo guardando alle persone che ci circondano. Guarda, ad esempio gli Uno , che sono tremendamente insoddisfatti, carenti cronici, a causa del loro perfezionismo, i Due che si sentono sempre carenti di attenzioni e affetto da parte degli altri, i Tre, che sono insoddisfatti quando si fermano un attimo e non perseguono i loro obiettivi di efficienza, i Cinque, che sono insoddisfatti a causa del loro scarso contatto con la dimensione “fisica” della realtà, i Sei, perseguitati dalla loro ansia cronica, i Sette, che sono infelici quando non pensano o attuano progetti piacevoli, gli Otto, che lo sono quando non si immergono nella dimensione più “fisica” della realtà, i Nove, che si sentono soli quando non sono in continuo contatto con gli altri…
Antonio BarbatoSempre l’errore (frutto della Ferita), di voler capire e dare un senso a tutto che genera l’Insoddisfazione. Rifletti sui Meccanismi di Difesa ed avrai la risposta che hai posto…….P.S. Pasolini era effettivamente un Quattro come Pavese e Baudelaire….
Utente OspiteCaro Antonio, tu sei d’accordo con la collocazione di Italo Calvino nel quattro, proposta da Carla? Io non saprei…Van
Utente OspiteDel resto credo che Atomo all’inizio abbia posto una domanda ma si sia data anche subito una risposta (l’Insoddisfazione non viene dalle cose che le capitano, ma da dentro). Mi sembra che questo modo di voler capire e dare un senso non sia uno sterile logorarsi in una domanda senza risposte, ma un modo di arrivare alla consapevolezza, e quindi alla possibilità di una visione distaccata. No? Van
un atomosì, hai capito perfettamente il senso di quanto cercavo di esprimere.
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