CLEOPATRA
ambizione ed amore si fondono in un’unica donna
di Chiara Rocchino
Il film diretto da Joseph L. Mankiewicz del 1963, è una perfetta descrizione degli avvenimenti storici dalla battaglia di Farsalo (tra Pompeo e Giulio Cesare) alla caduta di Marcantonio e Cleopatra, ma non tralascia gli eventi “privati” e i sentimenti dei personaggi coinvolti, permettendo un’ampia riflessione sui vari enneatipi e le risposte istintuali, coerenti alla personalità, agli avvenimenti storici.
Sicuramente è un film impegnativo, di lunga durata e con tantissimi spunti di riflessione: ottima la scelta del regista di suddividere l’intera pellicola in due parti, una concernente l’ascesa al potere di Cleopatra e la relativa storia d’amore con Giulio Cesare, l’altra focalizzata sulla relazione tra la stessa regina d’Egitto e Marcantonio.
Tale suddivisione permette non solo di focalizzare meglio l’attenzione su ogni personaggio e, data la costante presenza di Cleopatra, evidenziare analogie e differenze nella gestione di entrambi i rapporti sentimentali.
Eccellente anche la scelta degli attori: Liz Taylor, seducente e aggressiva, non può che interpretare Cleopatra; Rex Harrison, l’austero e vincente Giulio Cesare; Richard Burton, il forte e iracondo Marcantonio. I personaggi vengono interpretati alla perfezione, soprattutto perchè lineari alle fonti storiche.
L’ultimo particolare degno di nota riguarda la linea sottile che percorre amore e ambizione nelle azioni della regina egiziana, ma soprattutto delle due controparti maschili: sembra quasi che, senza l’ausilio dell’amore, i personaggi fossero meno indotti ad intraprendere guerre e ad accumulare successi, contrariamente a quanto si affermi attualmente (e l’autrice ne è la prima sostenitrice) che affetti e lavoro vadano assolutamente tenuti lontani.
La trama
Prima parte
Il film si apre sulla disfatta di Pompeo nella Battaglia di Farsalo: Cesare segue Pompeo in Egitto ed entra in Alessandria. Non appena Cesare si è insediato nel palazzo, un servo fedele di Cleopatra entra nel palazzo travestito da venditore ambulante, portando un tappeto arrotolato come regalo di Cleopatra.
Cesare, dopo avere congedato i suoi ufficiali, srotola il tappeto e ne fa uscire Cleopatra. Ne segue un colloquio breve, ostile ma arguto e tagliente, che sottolinea le due personalità forti e fa intuire una futura relazione tra i due, dopodiché Cleopatra raggiunge le sue stanze.
Dopo una serie di udienze e litigi tra Cesare e Cleopatra, il condottiero, baciandola, la riduce al silenzio. La giovane intuisce le intenzioni di Cesare (renderla sottomessa attraverso la seduzione), ma gli dice, ironicamente “Credimi, io non ti piacerò così…”.
Il giorno seguente Cleopatra viene incoronata unica e sola regina d’Egitto. Poco dopo l’incoronazione, che ha lasciato estasiato Cesare per la ricchezza con la quale si è svolta, i due discutono del loro futuro e Cleopatra promette di dargli dei figli.
Dinanzi alla tomba di Alessandro il Grande, del quale ambedue sognano di portare avanti il progetto di fare del mondo un’unica grande nazione, Cleopatra annuncia a Cesare di essere incinta. Darà alla luce Cesarione, che il condottiero felice riconoscerà immediatamente e pubblicamente come suo figlio ed erede.
Dopo essere stato nominato dittatore a vita, Cesare invita formalmente Cleopatra a Roma, dove la regina – presentandosi con una grandiosa processione d’ingresso ed indossando un abito intessuto con oro puro – conquista l’ammirazione e l’adulazione del popolo romano.
Frattanto il Senato si lamenta nell’udire voci secondo le quali Cesare vuole diventare Re; qualcosa che suona come un anatema. Il giorno delle idi di marzo, Cesare verrà ucciso e Ottaviano verrà riconosciuto quale erede di Cesare in luogo di Cesarione.
La regina d’Egitto, pur se furibonda, comprende che nell’immediato non ha alcuna possibilità di far valere i diritti di suo figlio e che, anzi, restando a Roma sono entrambi in pericolo di vita. Nonostante le rassicurazioni di Antonio, quindi, riparte nottetempo per l’Egitto.
Seconda parte
Inizia una forte rivalità tra Marcantonio ed Ottaviano. Il primo realizza di aver bisogno di denaro e supporto logistico e di poterlo trovare soltanto in Egitto. La regina Cleopatra, dopo aver rifiutato numerosi inviti da parte di Marcantonio, accetta alla fine di incontrarlo a Tarso.
La regina ha preparato una grandiosa festa sulla sua nave, (in cui indossa una collana fatta con monete d’oro recanti l’immagine di Cesare) culminante in una danza in onore del dio Bacco. Marcantonio è sempre più ubriaco, quando una schiava identica a lei emerge durante la danza. Antonio è disorientato, abbraccia e bacia la schiava come fosse la regina, mentre Cleopatra fa ritorno nelle sue stanze. Quando Marcantonio realizza ciò che sta facendo, raggiunge le stanze di Cleopatra, urlandole di ascoltarlo.
La regina lo tratta con sufficienza finché lui non le strappa la collana, ricordo di Cesare, per obbligarla a vedere la realtà di un Marcantonio che non è solo l’ombra del suo precedente amante. I due trascorrono la notte insieme.
Ottaviano coglie l’opportunità di sfruttare la relazione tra i due per la sua campagna denigratoria verso Marcantonio. Quando quest’ultimo è costretto dalle circostanze a far ritorno a Roma, Ottaviano gli tende una trappola, offrendogli un matrimonio di stato con sua sorella Ottavia che il condottiero non può rifiutare.
Cleopatra, sentendosi tradita, distrugge abiti ed oggetti che Marcantonio ha lasciato nel suo palazzo e lacera a colpi di spada le coltri del letto. Quando Marcantonio fa ritorno ad Alessandria, Cleopatra lo obbliga ad umiliarsi inginocchiandosi dinanzi a lei e gli enuncia le condizioni per l’alleanza con l’Egitto: un terzo dei domini di Roma dovrà essere ceduto a lei.
Vinto dall’amore per Cleopatra, dopo ore ed ore di lite, Antonio acconsente alla cessione dei territori richiesti scatenando a Roma le ire di Ottaviano, che vota con il Senato per la guerra contro l’Egitto. Nella Battaglia di Azio, Marcantonio e Cleopatra verranno sconfitti.
La coppia si ritroverà ad Alessandria dove il condottiero cadrà in depressione per la perdita del suo onore e del suo amore, dato che ha abbandonato la battaglia per inseguire Cleopatra e si è visto da lei abbandonato in mare. Cleopatra riesce a scuoterlo dal suo stato, dicendogli di averlo creduto morto e di essersi solo per questo allontanata.
I due tentano di riprendere le sorti della guerra, ma ormai è troppo tardi, perché l’esercito ha perso fiducia in Marcantonio e Cleopatra si rifugia nei recessi della sua tomba. Apollodoro però, credendo che Marcantonio non sia degno della sua regina, gli riferisce falsamente che ella è morta.
Antonio, disperato, pensa di avere ormai perso tutto e si uccide gettandosi sulla sua spada. Resosi conto dell’errore commesso, Apollodoro gli rivela la verità e lo porta, ormai morente, da Cleopatra perché almeno muoia tra le sue braccia.
Al suo arrivo Ottaviano chiarisce le sue intenzioni a Cleopatra: quando lui ritornerà in trionfo a Roma, lei sarà il suo ultimo premio. La regina finge di acconsentire e, intanto, nelle sue stanze da ordini alle ancelle perché la preparino convenientemente per il suo ultimo viaggio e scrive una lettera ad Ottaviano. nella quale lo prega di volerla far seppellire accanto ad Antonio.
Il futuro imperatore trova Cleopatra già morta, distesa in pompa regale sul suo sarcofago, con indosso l’abito d’oro che aveva portato durante il suo ingresso a Roma.
Cleopatra
Le regine di epoche antichissime, causa la loro bellezza e potenza, sono state quasi sempre ritenute delle divinità: nel caso di Cleopatra, tuttavia, ritengo fortemente che le sue doti, naturali ed acquisite, nonché il suo altissimo senso di sé e il contesto storico, hanno permesso a questo personaggio un’autentica autoproclamazione.
Sensuale e aggressiva, potente e sensibile, madre e amante: Cleopatra, la regina d’Egitto, affascina e si impone nello stesso momento, unendo amore e ambizione, mescolando l’uno all’altra all’unico scopo di essere considerata regina ed arrivare unica sul trono.
“Strano modo di unire passione e strategia: dove comincia una e dove finisce l’altra?” le dirà Cesare, a tal proposito. “Né l’una e né l’altra finisce con me” affermerà la regina, dimostrando non solo un elevatissima autostima, ma anche la costante volontà di perseguire i propri obiettivi e il sogno di conquista che ricorre in tutta la pellicola.
Nel personaggio di Cleopatra è radicato un profondissimo orgoglio, visibile in ogni singola espressione verbale e del corpo: questa donna non può che essere un tipo 2, sottotipo Dea, ovvero sessual – sociale. La spiccata strategia e la voglia di ottenere potere potrebbero ingannare facendo credere all’osservatore di trovarsi di fronte ad un 2 sociale (ambizione) ma c’è troppa seduzione, fisicità, aggressività: caratteristiche tipiche di un 2 sessuale.
Ecco alcune citazioni del film (tratte dal primo colloquio con Giulio Cesare) che potranno meglio sottolineare le caratteristiche della personalità di Cleopatra:
“Non sono tua prigioniera, diciamo che tu sei mio ospite. Tutto quello che è nel mio palazzo è nella mia proprietà, quando e come voglio.”
“A me nessuno dice dove devo o non devo andare”
“Io indigno i senatori perché mi hanno trattato con sufficienza”
Ma Cleopatra mostra un ancor più marcato orgoglio nel momento in cui viene congedata da Cesare e dice alle guardie:
“I corridoi sono molto bui, amici, ma non dovete aver paura, ci sono io”,
affermando nello stesso momento di essere unica padrona del palazzo, nonostante la presenza di un quasi imperatore romano, nonché di essere “luce” per le altre persone, tanto da poterle guidare in bui corridoi. Inoltre, in momenti e per ragioni diverse, chiede a Cesare e Marcantonio di inginocchiarsi davanti a lei. Entrambi vorrebbero rifiutare, avendo anch’essi una forte componente caratteriale orgogliosa, ma sedotti ed irretiti dalla regina, non possono non obbedirle.
E’ sicuramente tipico del tipo di Due “donare la vita” e “nutrire” le altre persone, sentendosi quasi predestinata, unitamente a Cesare, nel dover compiere una missione. Cleopatra gli promette un figlio affermando che:
“Una donna che non riesce a fare figli è come un fiume senza acqua: Iside mi ha detto che partorirò molti figli”.
Da questa prima analisi è chiaro che l’immagine di sé è “Io sono desiderabile”, perché il personaggio è ammaliante, piacevole, determinato, contestuale in ogni ambiente sociale; ma che è valido anche il “Io sono di aiuto”, perché non solo la regina sente di dover “donare la vita”, ma sostiene anche i suoi amanti, come nel caso di Giulio Cesare, affetto da epilessia, o Marcantonio, nella difficile ascesa al potere durante il triumvirato.
Anche lo stile comunicativo di questo personaggio non può essere che di un tipo Due: seducente e adulatorio al cospetto di Giulio Cesare, deciso e quasi isterico nel confronto con Marcantonio, dimostrando quindi una capacità di manipolazione della propria immagine e comunicatività rispetto all’interlocutore e al proprio obiettivo da raggiungere.
Volendo definire con un solo termine le azioni, e soprattutto la comunicazione verbale e non verbale di Cleopatra, potremmo dire che la regina è “teatrale” quando:
- si presenta al cospetto di Giulio Cesare fuoriuscendo da un tappeto;
- entra a Roma preceduta da un lunghissimo corteo di servitori e danzatori, seduta insieme al figlio Cesarione su un’altissima sfinge, chiaro simbolo dell’imponenza dell’Egitto e della sua regina;
- arriva a Tarso con una magnifica imbarcazione per parlare con Marcantonio costringendolo ad essere ricevuto al suo cospetto;
- prepara un ballo in onore del dio Bacco in cui una schiava la impersonifica accanto al dio stesso, come se fosse la usa compagna;
- muore mediante il morso di un’ aspide, ma precedentemente manda un messaggio a Ottaviano Augusto per farsi “notare” sul letto di morte.
In conclusione riporto una frase della regina in risposta al figlio Cesarione che, dovendo allontanarsi da lei, le confessa di aver paura. Anche qui si nota un fortissimo orgoglio e un senso di “specialità”:
“Tutti i re e le regine hanno paura e fanno di tutto per non dimostrarlo: una cosa che la gente comune non sa fare.”
Cesare
Ambizioso e tenace, Giulio Cesare è un Due del sottotipo sociale. Nonostante si ritrovi nella sua personalità una discreta freddezza e una capacità di propaganda che potrebbero far pensare ad un tipo Tre, come si può capire riflettendo sulla famosa frase “Veni, vidi, vici”, alcune modalità in diversi ambiti fanno comprendere come il grande generale tenesse ad essere più di ogni altra cosa “desiderato”, sebbene fosse anche un indiscusso collezionista di successi.
La sua personalità è sicuramente centrata sull’orgoglio, come si evince da questa affermazione durante una discussione con Cleopatra:
Cesare: “Cosa vuoi?”
Cleopatra: “Esserti di aiuto!”
Cesare: “Non ho bisogno di aiuto, né mai lo avrò.”
Di seguito discuteremo alcune situazioni che nella pellicola mostrano il lato “seduttivo /ambizioso” di questo personaggio.
Possiamo vedere la prima quando, appena sbarcato ad Alessandria, Cesare preferisce un ingresso “tranquillo”, senza spargimento di sangue, unendosi alla gente del paese che faceva compere al mercato. Il sovrano Tolomeo e i suoi consiglieri, aspettandosi l’esatto opposto, rimangono basiti; il grande generale, quasi come se fosse entrato nella mente dei suoi nemici, ha compiuto una mossa strategica, quasi compiacente e sicuramente manipolativa.
Il rapporto con la regina d’Egitto non ha inizio nel migliore dei modi, date le continue liti a causa delle due personalità molto orgogliose, ma Cesare comprende che l’unico modo per “sottomettere” Cleopatra è usare l’amore. In un primo momento sembra che il loro legame sia sancito più da interessi politici che non da reale interesse (e alcune fonti storiche lo accertano), ma successivamente prevale l’affetto, soprattutto dopo la nascita di Cesarione.
E’ proprio il figlio dell’imperatore, Cesarione, a tirar fuori le caratteristiche più dolci e tipiche del tipo Due dal fin troppo controllato Cesare: appena il bambino nasce, il padre lo riconosce pubblicamente dinanzi a personalità di spicco dello stato romano, senza curarsi di quanto questo gesto “anticonvenzionale” potesse andare e contro i propri interessi di potere.
Cesarione ha solo 4 anni quando il padre gli racconta le sue gesta e gli insegna le prime nozioni che potrebbero aiutarlo in futuro nell’ascesa al potere.
Un’ultima caratteristica tipica da tipo Due è il continuo affetto che Cesare mostra verso coloro che ritiene persone di fiducia. Così alle idi di marzo, anche se in fin di vita, Cesare andrà incontro a Bruto, che riteneva quasi quanto un figlio, nonostante questi sia stato il primo a mettere in atto la famigerata congiura.
Nonostante Cleopatra e Cesare facciano parte dello stesso tipo, la differenza data dalla forte presenza dell’istinto sessuale nella regina egiziana è evidenziata in modo marcato, anche dal differente approccio dei due al grande sogno di conquista e potere:
Cesare: “Sognare è pericoloso”
Cleopatra: “Necessario, a mio parere”
Marcantonio
Unico personaggio principale appartenente alla triade dell’azione, Marcantonio è un tipo Otto con una forte ala Sette. Il condottiero è iracondo, vendicativo, molto diverso da Cesare nelle modalità comunicative e nell’immagine di sé, nonché nella dimostrazione dell’amore che prova verso la regina egiziana.
Anche Cleopatra si accorgerà della differenza caratteriale tra i due condottieri e capirà che, mentre con Cesare doveva controllare i suoi istinti per ottenere ciò che voleva, con Marcantonio, il cui punto debole risiede nel senso di inferiorità nei confronti di Cesare, potrà attuare moltissime strategie per ottenere quanto più possibile.
Per fronteggiare Ottaviano, Marcantonio ha bisogno di denaro dall’Egitto, ma non vuole cedere e sentirsi debole nei confronti di Cleopatra: pertanto le intima di raggiungerlo a Tarso.
La regina che è molto orgogliosa, rifiuta: è da lì che parte una serie di furibonde liti, che si trasformeranno poi in profondo amore.
Una caratteristica che mi ha fatto pensare all’appartenenza di Marcantonio al tipo Otto, oltre alla preponderante fisicità, è la fortissima soggezione alla istintualità: il condottiero, infatti, beve tantissimo, urla quando discute ed arriva anche a picchiare Cleopatra durante una lite.
Si differenzia dal Sette, nonostante abbia una forte componente di questo tipo, perché non è molto strategico e mentale: così durante la battaglia di Azio distrugge tantissime navi di Ottaviano, ma si ritrova circondato dalle rimanenti, venendo così sconfitto.
E’ proprio questa mancanza di strategia a differenziarlo da Cesare, determinando anche un differente rapporto con Cleopatra e facendolo sembrare quasi sottomesso e non forte e potente come vorrebbe dimostrare.
Riporto, a conclusione, le frasi che chiudono il film e mi sembrano massimamente indicative della parabola umana della nostra eroina:
Agrippa: “Ti sembra sia stata una degna fine?”
Ancella: “Più che degna… degna dell’ultima regina d’una grande stirpe!”