HomePage › Forum › Forum ASS.I.S.E. › 4 e 5
Questo argomento contiene 21 risposte, ha 1 partecipante, ed è stato aggiornato da Alice/Stefania 13 anni, 1 mese fa.
-
AutoreArticoli
-
TeclaIl 5 ha bisogno dei suoi spazi, il 4 non riesce a non invaderli se pensa che quello è l’unico modo per capire. Il 5 si difende strenuamente e alza un muro di gomma invalicabile di fronte alle richieste emotive, il 4 vorrebbe per forza fargli capire che questa difesa è un inganno e che la vita senza il contatto con le emozioni è una morte anticipata (lui la vede così). Il cinque attiva un autocontrollo fino al congelamento dei lineamenti, fino a rendere lo sguardo inespressivo e impermeabile, il 4 non si capacita che la tempesta di emozioni che prova non riesca a scuotere assolutamente nulla ,questo lo fa arrabbiare, lo spinge a rivendicare al massimo perchè si sente incompreso, respinto addirittura non visto. Allora il 4 alza il tiro (pur sapendo che è inutile e dannoso) e il 5 fortifica il muro sempre di più. Il 4 si domanda drammaticamente se la persona con cui ha a che fare è totalmente insensibile, tutti i fatti direbbero di sì, ma da buon 4 non può neanche riuscire ad immaginare che l’altro non provi i suoi stessi sentimenti o che per lo meno non li comprenda…Il 4 è convinto che il 5 soffra e si ostina a voler parlare, a voler capire, il 5 lo butta fuori con una ferocia insospettabile. Il 4 non capisce perchè il 5 si arrende, perchè rinuncia, perchè si chiude, perchè si isola, perchè il 5 sembra privo di speranze. Il 4 se vuole bene a un 5 si dispera perchè vede un vuoto, un’ amarezza, una solitudine e un dolore non condivisi. Il 4 non sa rassegnarsi, soprattutto se è tenace, e continua imperterrito a fare gli stessi errori, pur sapendo perfettamente che sono errori, convinto che la forza della verità emozionale che porta fuori debba per forza scuotere l’altro eppure sa che questa è solo un’illusione. Più il 5 continua a distrarsi dalla situazione e a sfuggirla più il 4 insiste. Il 4 rompe le scatole in maniera assillante, attaccando da tutti i fronti e da tutti i lati, cercando un varco, una breccia in cui finalmente l’altro si possa sciogliere, si faccia abbracciare, si faccia accogliere. Il 5 si nega ciò che sente, indossa una maschera e si priva del tuo amore. il 4 non capisce come si possa essere distante dagli affetti, come si possa mentire agli amici solo per non farsi coinvolgere, come è possibile non assumersi alcuna responsabilità per evitare il giudizio e il fallimento. il 5 non capisce e non tollera che l’altro alzi il tiro emotivo, che lo voglia trascinare sul suo terreno, il 5 vuole soffrire in silenzio, alla fine sembra che ti disprezzi e che ti odi. Il 4 vorrebbe assumere lo stesso atteggiamento,ma non può, in alcun modo, dovrebbe staccarselo dal cuore, ma questo se si tratta di un figlio è impossibile. Santa pace, come si può vedere e capire lucidamente gli errori che si fanno e non riuscire a cambiare dentro? Perchè porto con me questa presunzione e questo orgoglio di non voler mettere mai in campo delle strategie, tanto meno se vincenti, ma di voler essere sempre me stessa? AIUTO…AIUTO…
Ho solo paura di perderlo? E perchè non mi voglio staccare, è perchè cerco il bambino che c’era fino a ieri e ora sembra non esserci più? E perchè la rabbia e l’aggressività che ha mostrato l’anno scorso ora sembra seppellita e mentre io non mi sono fatta mai spaventare dalla sua violenza invece mi faccio annientare dalla sua distanza’ E’ perchè mi sento punita? Mi punisce perchè non capisco ma non mi fa vedere nulla perchè io possa capire, oppure mi punisce per altro? Perchè ho sofferto, perchè non sono stata capace di accoglierlo, perchè sono qui e sono sopravvissuta alla morte del padre? Perchè il mio modo di sopravvivere ingloba troppo lui nella mia vita?Perchè non voleva me ma lui? Non riesco mai a pensare che le cose sono transitorie e che il tempo le modifica, certo molto probabilmente è così, ma quando le vivo, nel momento in cui le vivo, per me sono assolute, onnicomprensive del tutto ed eterne. Sento un nodo di dolore che mi soffoca, la consapevolezza di accumulare sbagli e di prepararmi a una sconfitta disastrosa andando incontro all’unica cosa che non volevo perdere il suo affetto. Lui è convinto che non lo stimo, che non lo credo forse che non lo amo…Perchè sono esigente con lui come con me stessa..ma più abbasso il tiro delle mie aspettattive e delle mie speranze più lui abbassa le prestazioni (orrido termine) per dire che studia sempre meno, partecipa sempre meno, copmunica sempre meno. E’ depresso? Sono depressa io? Io voglio farcela, voglio, devo, DEVO. Lui ce la deve fare con me, per forza, lo soi che non è la mia vita, ma io sento che non sono solo io che lo sto perdendo ( questo è naturale e deve succedere) ma ho paura che sta perdendo se stesso. e’ tutta una storia sbagliata, una storia nella quale io dovrei imparare a distaccarmi, a guardare altrovce, a vivere la mia vita con più pienezza dandogli il tempo di crescere, di maturare e di affrontare il dolore da solo perchè ormai è tardi per accogliere sentimenti che lui non v uole condividere. Non mi ha mai detto una parola su ciò che ha provato e che prova…Devo prendere un altro treno, ma lo troverò un giorno in qualche stazione? Lo ritroverò sereno, equilibrato, forte e consapevole? Vedo da sola tutte le cose storte che esprimo, tutti gli errori di fondo della mia disperazione, ma non so uscirmene e avevo bisogno di sfogarmi.
Alice/StefaniaCara Tecla, ti scrive un quattro che da sempre prova le stesse cose e vive le emozioni come le vivi tu, anche se non per un figlio, ma posso immaginare quanto sia doloroso. Sono sicura che un giorno ritroverai tuo figlio sereno, equilibrato e cosapevole; ma cerca di fare uno sforzo e stagli vicina da lontano, senza invadere questo suo bisogno di raccogliersi in se stesso. Ha bisogno di stare solo, deve elaborare la perdita e il vuoto che ha lasciato suo padre (se non ricordo male l’avete perso di recente) e comunque ognuno ha i suoi tempi. L’hai detto tu è un 5, più ti avvicini, più gli dài amore e più si sente spaventato e insicuro. Aiutalo a non deprimersi, ma lasciagli i suoi spazi, fagli vedere che sai comprendere il suo bisogno di stare solo pur essendo sempre presente…vedrai che sarà lui ad avvicinarsi a te. Un forte abbraccio con tanto affetto. Alice.
Marina PieriniTecla tu sai cosa penso, se tu non hai fede in lui, come pensi che lui possa averne in te? Tu vuoi che lui ce la faccia….DEVE…ma deve farcela a fare cosa? Deve farcela ad essere giusto come tu hai deciso per lui? Ma lui dov’e’? Tu non sai chiedere aiuto, ma pretendi di imporgli il tuo anche se lui non sa chiederlo, tanto quanto te. Ti punisce? Perche’ mai? Sei davvero il centro del suo mondo, tanto da pensare che ti possa voler punire cosi’ tanto? Vuoi essere punita? Vuoi salvarlo? Da cosa? Davvero pensi di poter salvare qualcuno? Sei capace di salvare te stessa? Lo rimproveri continuamente per cio’ che non fa, per le aspettative che hai e che lui delude, lo accusi di punirti, vuoi sapere cosa prova, che vuole, che pensa, che sogni ha. Io mi ricordo che a 15 anni stavo sul letto con la musica nelle orecchie, le porte chiuse e i miei sogni di adolescente. Muri di silenzio che sembravano terribili e insormontabili, non erano altro che il momento di raccogliere le mie energie e spiccare il volo “fuori”. Quanto deve rimanerti accanto? Quanto deve sostenerti? Quanto deve sentirsi inadeguato? Sono cruda. Ma tu sai cosa penso. La persona che forse deve liberarsi del passato, che deve trovare la fiducia nella vita, che deve farcela…sei innanzitutto tu. Tuo figlio ti avra’ sempre. Tuo figlio ti ama gia’. Perche’ mai pensi che non lo sappia? Perche’ litigate?! Mah…e quali figli e quali genitori non litigano?? Ma tu…lo sai che avrai sempre lui? Tu ti fidi del suo amore? Quando comincerai a vivere un po’ la tua vita e lo lascerai libero dalla responsabilita’ di riempirla di tutto lo spazio? Tecla te lo dico con l’amore e il dolore di una donna che sa cosa significa essere madre, e cosa significa vederli soffrire, tu sai che so che pena sia. Lascialo stare e cerca di toglierti dal centro del suo mondo. Trova invece dentro di te, il tuo centro, e cerca di ritrovare la gioia di vivere. Se tu lo farai, lui lo comprendera’ e rispondera’ di conseguenza. Ai figli si devono dare “radici e ali”. Sii radice forte, ma lascia che lui metta le ali per andare via da te. Smettila di pensare che si perdera’, abbi fede in lui. DEVI…avere fiducia in lui. Sei TU che devi. Poi magari mandami anche al diavolo, ma tu non sei solo tenace, sei anche testarda, e questo rischia di diventare un difetto….e io non riesco a non dirti quanta paura mi fa leggere la tua determinazione a non lasciarlo andare, ad occupare tutto il suo spazio, e a fargli occupare tutto il tuo. Perdonami. Te lo scrivo come una sorella…e ti abbraccio.
EleonoraCarissima Tecla, anche se non ho figli credo, comunque, di poter sentire il tuo dolore e comprendere la difficoltà che stai vivendo. Anzi, per certi aspetti mi hai fatto ricordare e riflettere sulla difficoltà che, forse, ha vissuto mia madre con me, dopo la morte di mio padre. Che dire? La situazione è certamente complicata anche dall’età particolare di tuo figlio che già di per sè è un’età che rende maggiormente conflittuale il rapporto genitori-figli. Essendo io un 5, mi sento di dirti solo una cosa. Ma prima devo per forza partire da una cosa scritta da Alice. Alice, nel suo post dice: “più gli dai amore e più si sente spaventato ed insicuro”. Ecco, su questo voglio chiarire che non è affatto così. Al di là dell’enneatipo e anche in base all’enneatipo, posso solo dire, invece, che sicuramente non è l’amore che può spaventarlo, anzi, al contrario, fagli sentire sempre fortemente che lo ami. Semmai, il problema può essere il “come”. E, qui, concordo con Sirenella. Amalo rispettando il suo bisogno di soffrire da solo e, contemporaneamente, fagli sentire che ci sei e che non ti aspetti niente da lui. Non caricarlo emotivamente, non dargli la responsabilità anche della tua felicità. In questo momento, lui ha bisogno di trovare la sua risposta a questa “ingiustizia” per poter elaborare il dolore. Aiutalo in questo, ma a distanza, senza imporre niente. Il 5 sente l’invadenza come mancanza di rispetto e come mancanza di considerazione per quello che è come persona. Il fatto che lui non invada, prima di qualsiasi altra cosa è la dimostrazione, l’esempio per gli altri di come vorrebbe essere trattato. Non appesantirlo con troppi “devo…”, aiutalo a vedere anche le cose belle della vita. So benissimo che non è per niente facile e che essere genitore è la cosa più difficile del mondo, ma, forse ci può aiutare il fatto di chiederci spesso: “Come avrei voluto essere amata io dai miei genitori?”. E sempre la risposta credo sia la stessa per tutti: “Avrei voluto essere amata per quella che sono, con il permesso da parte loro di poter esserlo, avrei voluto che loro fossero una guida per me, per aiutarmi a percorrere la mia strada ma non avrei voluto che avessero deciso quale strada scegliere per me.”. Ti abbraccio forte. Eleonora
Marina MeleGrazie Eleonora. E’ stato molto utile anche per me leggerti. Melinda
ElisabettaI ragazzi hanno spesso in comune questo tratto di riservatezza. La crescita impone un bisogno di spazi e di esperienze intime che non si vogliono condividere con nessuno, desiderano superare gli ostacoli da soli, sentono un bisogno di autonomia che li accomuna quasi tutti. Affrontare un dolore importante ci conduce spesso ad una chiusura, è una difesa, perchè è difficile affrontarlo a parole o guardarlo in faccia ma la tua vicinanza e la presenza amorosa può diventare un perno sul quale sicuramente tuo figlio farà affidamento. Sei una persona molto umana e profonda Tecla e credo tu abbia tutta la forza e la sensibilità neccessaria per superare queste difficoltà ed incomprensioni che ora ti fanno star male. Credo che una carezza, un piccolo bacio o un abbraccio dati, all’inizio, con cautela possano aiutare tuo figlio a ritrovare il piacere della tenerezza e ad accoglierti aprendo di nuovo il suo cuore.Anche se non lo dimostra credo che anche lui ti ami davvero tanto.
Alice/StefaniaConcordo con te Eleonora sul fatto che è il come si ama, ovviamente, credevo si capisse che intendevo dire di non essere invadente. Non intendevo assolutamente dire che il 5 non vuole essere amato! Mi scuso per non aver scritto correttamente. Un abbraccio. Alice.
TeclaGrazie a tutti. Per avermi detto ognuno qualcosa di utile e di giusto.
Cara Marina io ho parlato per prima di errori da parte mia, e non mi dispiace la durezza perchè so che sei sincera e che è una forma di passione che riconosco molto bene,anzi per me è testimone di interesse e di affetto però in un fondo di verià nelle cose che dici c’è anche molto che non mi rispecchia.Forse dovrei farne oggetto di una conversazione privata tuttavia sono sicura che l’equilibrio di Eleonora, di Elisabetta e di Alice mi possa aiutare.Ti rispondo punto per punto.’ Deve farcela ad essere giusto come tu hai deciso per lui? Ma lui dov’e’?’ io non ho deciso il modo in cui lui deve essere giusto, anzi per dirla tutta io non credo che ci sia un modo, ognuno ha la sua strada il cui scopo finale non è essere giusti. ‘ Tu non sai chiedere aiuto, ma pretendi di imporgli il tuo anche se lui non sa chiederlo, tanto quanto te.’ Cosa vuol dire che non so chiedere aiuto? Questa cosa ha finito veramente con l’incuriosirmi, a chi dovrei chiedere aiuto, a chi posso chiederlo e non lo faccio? Bho? E comunque Marina, non sono il centro del suo mondo perchè nessuno è il centro dell’altro, tanto meno un genitore da cui è doveroso sapere e poter prendere le distanze. Ma per punirmi, mi punisce, non è una mia percezione da 4 è una realtà, dovresti essere qui per vedere. E se lo fa punisci Ti punisce? Perche’ mai? Sei davvero il centro del suo mondo, tanto da pensare che ti possa voler punire cosi’ tanto? Vuoi essere punita? Vuoi salvarlo? Da cosa? Davvero pensi di poter salvare qualcuno? Sei capace di salvare te stessa? Lo rimproveri continuamente per cio’ che non fa, per le aspettative che hai e che lui delude, lo accusi di punirti, vuoi sapere cosa prova, che vuole, che pensa, che sogni ha. Io mi ricordo che a 15 anni stavo sul letto con la musica nelle orecchie, le porte chiuse e i miei sogni di adolescente. Muri di silenzio che sembravano terribili e insormontabili, non erano altro che il momento di raccogliere le mie energie e spiccare il volo “fuori”. Quanto deve rimanerti accanto? Quanto deve sostenerti? Quanto deve sentirsi inadeguato? Sono cruda. Ma tu sai cosa penso. La persona che forse deve liberarsi del passato, che deve trovare la fiducia nella vita, che deve farcela…sei innanzitutto tu. Tuo figlio ti avra’ sempre. Tuo figlio ti ama gia’. Perche’ mai pensi che non lo sappia? Perche’ litigate?! Mah…e quali figli e quali genitori non litigano?? Ma tu…lo sai che avrai sempre lui? Tu ti fidi del suo amore? Quando comincerai a vivere un po’ la tua vita e lo lascerai libero dalla responsabilita’ di riempirla di tutto lo spazio? Tecla te lo dico con l’amore e il dolore di una donna che sa cosa significa essere madre, e cosa significa vederli soffrire, tu sai che so che pena sia. Lascialo stare e cerca di toglierti dal centro del suo mondo. Trova invece dentro di te, il tuo centro, e cerca di ritrovare la gioia di vivere. Se tu lo farai, lui lo comprendera’ e rispondera’ di conseguenza. Ai figli si devono dare “radici e ali”. Sii radice forte, ma lascia che lui metta le ali per andare via da te. Smettila di pensare che si perdera’, abbi fede in lui. DEVI…avere fiducia in lui. Sei TU che devi. Poi magari mandami anche al diavolo, ma tu non sei solo tenace, sei anche testarda, e questo rischia di diventare un difetto….e io non riesco a non dirti quanta paura mi fa leggere la tua determinazione a non lasciarlo andare, ad occupare tutto il suo spazio, e a fargli occupare tutto il tuo. Perdonami. Te lo scrivo come una sorella…e ti abbraccio.
EleonoraNo, Alice, non hai bisogno di scusarti. Probabilmente, anch’io non ho fatto attenzione a quello che poteva essere implicito nella tua frase. Ti abbraccio forte. eleonora
TeclaScusate ho sbagliato a cliccare. Continuando il ragionamento :non voglio salvare nessuno, non credo che nessuno si debba salvare, mi sembra un’espressione persino un pò ridicola perchè melodrammatica. Io vorrei solo essere in un clima più vivibile e meno ostile.Credo di aver provato di tutto, e di non essermi intestardita in un unico ragionamento. Non gli ho accollata nessuna responsabilità in più rispetto a quelle logiche e normali per un ragazzino della sua età, anzi sicuramente qualcuna in meno,non gli ho chiesto in alcun modo di sostenermi ma questo non vuol dire niente perchè può darsi che lui si sia sentito investito di questa responsabilità mio malgrado e dunque che il suo malessere ha comunque un’ottima ragione di essere e che io devo essere in grado di comprendere. Forse non riesco a lasciarlo andare e questo è vero è un mio problema e non è facile Marina, perchè al di là della razionalità, della lucidità c’è molto di irrisolto ,di tanto difficile.In quanto a liberarmi del passato , questo è un fatto mio, assolutamente intimo, radicatamente personale, inesprimibile ed ermetico. Capisco quello che vuoi dire questo ha molto a che vedere con la relazione con mio figlio, è ovvio, ma come lui non deve essere invasa da me io non devo essere invasa da lui nè dalle aspetttative di nessun altro. Io sono qui, sono sempre stata presente in tutte le mie parti,nel fare, nel lottare, nel cambiare,nell’accogliere e nel rifiutare, con senso di passione e di realtà . Più di questo non posso fare, non posso strapparmi da dentro tutto il significato e il senso di una vita intera.
Sirenella🙂 carissima Tecla…diciamo che io ho il vantaggio di conoscerti meglio e di aver parlato di te e di me privatamente tante volte. Tu sai bene che le nostre conversazioni talvolta sono come sparatorie e solo due 4 come me e te forse possono sopravvivere come se nulla fosse, attingendo piuttosto a quanto di buono c’era nelle intenzioni. Questa e’ una delle cose di te che ammiro molto. Sei tosta. Dopodiche’, io ti invito a rileggere punto per punto tutto quanto hai scritto, e di cercare di esplorare le drammatizzazioni di quanto in un momento di sfogo t’e’ scappato, i momenti in cui era proprio la tua passione a parlare, i momenti in cui escludevi dai tuoi ragionamenti la volonta’ di tuo figlio. Parleremo in privato, come sempre, perche’ io credo che il mio modo di esprimermi a volte possa essere “troppo” per chi al contrario di te, non sopporta. Pero’ rimango della stessa idea di sempre, tu con Luca ci parli troppo, ci discuti troppo, e finisci con l’aspettarti tutto il senso della sua comprensione dopo le vostre discussioni chiarificatrici. Il punto e’ che lui poi continua a fare quello che vuole 🙂 e state a fare sto tira e molla interminabile….credo che tu abbia bisogno di chiedere aiuto…si 🙂 …non importa per far cosa…anche ad allacciarti le scarpe se non hai motivi migliori, ma credo che sia proprio il senso profondo dell’ammissione di bisogno, mollare la tua tenacia, abbandonare quella tua capatosta, e lasciar un po’ scorrere quello che ti occorre. I giovani hanno una risorsa potente dentro Tecla, hanno la voglia prorompente di vivere ed andare avanti, questo non significa che lui non pensi al padre che non c’e’ piu’, anche se non te ne parla, ma per lui e’ una dimensione del sentire diversa…tu hai perso il compagno della tua vita, questo e’ dolorosamente anomalo e improvviso, i figli sanno nel DNA che perderanno i genitori, e un ragazzino sopratutto fino a quando non vivra’ la sua maturazione vive fasi differenti un lutto che per lui ha un valore appunto, diverso. Forse quando sara’ uomo avra’ la forza di tornare dal padre, a parlare con lui, a chiederti chi era. Ma adesso deve volare veloce, con la forza dei suoi ormoni e della sua paura. Tu hai concluso il tuo post dicendo che prenderete due treni diversi…cara Tecla…lo dici tu, e drammatizzi tu…ma chi ha detto che devono essere due treni uguali? Quando mai? Chi ha detto che i vostri viaggi, siccome diversi, vi porteranno lontano l’uno dall’altro? Piangono forse le radici di un albero, nel guardare le foglie lontane che svettano nel cielo? Non credo, perche’ sanno di essere parte inscindibile di un tutt’uno. Tu non devi strapparti il senso di una vita intera…ma devi comprendere che non hai ancora vissuto l’intero della tua vita…sta a te decidere con cosa vuoi riempire il tuo futuro, i tuoi giorni a venire. Le scelte di Luca toccano a lui soltanto. Sii una guida meno ansiosa, meno “presente”, ma sempre amorosa come sei e come sai fare. Tuo figlio non si perdera’, abbi fiducia in lui una buona volta.
TeclaMarina ti voglio bene. Se un pò mi hai capito sai che non direi una frase del genere per smanceria. Il tuo modo non è mai troppo anzi è il livello giusto di contatto che mi serve e che sento di comprendere come autentico. Il mio sfogo era appunto uno sfogo cioè un momento in cui la logica, la coerenza si allentano ed emerge la disperazione, un momento in cui ho allontanato la mia eterna e pervicace voglia di capire veramente per farmi ingoiare da un’assenza di speranza. Un poco me ne hai restituita. riconducendomi a una visione più lucida.
TeresaCiao Tecla, ti hanno risposto un po’ tutte e vedo che ti ha fatto bene. Non aggiungo altro se non di stare attenta al meccanismo nevrotico che ci accomuna in quanto 4. Noi drammatizziamo e vediamo complicazioni e tragedie dove non ci sono realmente. Ovviamente non posso capire il tuo stato di animo ma sento che sei terrorizzata, dalla vita. Non ho figli. già per questo non posso capire, ma credo che davvero dovresti sforzarti di comprendere che tuo figlio non è una cosa tua. E’ una persona, che tu hai messo al mondo ma che ora è grandicello,mi pare di capire, e che ha bisogno di fare le sue esperienze, anche l’esperienza del dolore, inespresso. Devi solo amarlo, anche i 5 sentono, non sono dei pezzi di ghiaccio, siamo noi che li sentiamo così e vorremmo scongelarli nel micro onde. Amore tanto, ma discreto, nè troppo lontano, nè troppo vicino, basta che ci sia. Glielo dai e lui sicuramente lo sente, tranquilla, Tecla, tranquilla. Un abbraccio stretto stretto.
TeclaTer non penso che Luca sia una cosa mia, non l’ho mai pensato e non ho agito in questo senso con lui mai nemmeno da piccolo, anzi…ho accellerato troppo il livello della sua autonomia e del senso di responsabilità personale, forse ora sto pagando questo. Io non penso affatto che lui sia un pezzo di ghiaccio anzi io credo che lui sia ipersensibile, timido, insicuro ma vedo anche che si mette una maschera di durezza e di insensibilità che lo separa dagli altri e dalla vita. In un altro post Eleonora parla di sè come 5 sessuale io ci ho visto in pieno mio figlio,il quale sotto l’apparente distacco è capace di grande passione e tenerezza. La verità è che io mi sento priva di questa sua dolcezza perchè sono bombardata da atteggiamenti di cinismo, di freddezza, da frasi cattive colme di rifiuto. So benissimo che è una fase e che lui non pensa tutto ciò che dice, ma io ora sono fragile e non riesco sempre a dominare il mio vuoto affettivo. Comunque tra tanti sentimenti che mi dominano ti assicuro che non c’è il terrore della vita, c’è solo la fatica di dover venire a patti con una situazione che mi ha sconvolto l’esistenza, nello sforzo di trasformare tutte le carenze in risorse, per fare in modo che partendo da ciò che c’è io possa arricchire la mia vita e non distruggerla, ma non è così semplice, e a volte ci si sente disperati. Poi passa…credo…A volte mi sembra che la mia vita abbia compiuto un giro completo e che per qualche ragione io sia tornata al punto di partenza della mia primissima adolescenza, un posto in cui ero priva di amore, ma naturalmente io non sono più la stessa di prima, ho sperimentato altro, una vita intensamente e profondamente condivisa con un altro, vorrei che questo mi desse forza in ogni momento. Forza me ne dà, ma non in ogni momento perchè a tratti torno a sentirmi la bambina ferita di allora, devo fare di nuovo i conti con l’abbandono, il distacco e la solitudine profonda. Quando gli atteggiamenti, più che comprensibili di mio figlio, si vanno a sposare con questo mio malessere, tutto mi sembra irrecuperabile. Io so molto bene di non poter chiedere a lui queste risposte ciò non toglie che non abbiamo solo una testa ma anche un cuore e che quando nella pratica, nella mia quotidianità vedo i miei sforzi delusi, e il mio amore apparentemente gettato alle ortiche io possa sentirmi avvilita.
EleonoraDa tutto quello che dici, Tecla, si sente che sei una mamma eccezionale, consapevole e profondamente umana. Passato il periodo della ribellione, tuo figlio capirà e ringrazierà il cielo per averti avuta nella sua vita. E’ vero che i nostri figli vanno capiti ma è altrettanto vero che abbiamo bisogno di comprensione anche noi. Se tuo figlio sta soffrendo, è legittima e sacrosanta anche la tua sofferenza. Siamo tutti esseri umani e tutti siamo stati bambini e giovani con le nostre idee, i nostri sogni, le nostre aspettative e i nostri dolori. In ciascuno di noi c’è quel Bambino che ha fame d’amore e che soffre. C’è dignità e bellezza in ogni dolore, indipendentemente dalla nostra età e dal nostro ruolo. Ti abbraccio forte forte. eleonora
-
AutoreArticoli