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Questo argomento contiene 38 risposte, ha 1 partecipante, ed è stato aggiornato da un atomo 13 anni, 2 mesi fa.
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Bruno Ordonselliper questo sono convinto che sono meglio i sogni che la realtà
un atomoSono rimasta intensamente colpita da quanto scritto da Marina, alcuni passi sembrano la copia di fogli del mio diario anche se io sento di essere per un aspetto in una posizione diversa oppure un passo indietro e cioè non sono arrivata alla conclusione che la risposta sia l’amore e tanto meno che sia una risposta immutabile. Forse non sono ancora pronta per farmi attraversare pienamente da ciò, il vaso non è ancora abbastanza vuoto per riempirsi di tanto, credo di essere ancora ( e forse lo sarò per sempre) attaccata alle mie paure. Comunque io penso che non sia un problema di sogni e di realtà, la vita è già piena di sogno così, a volte non possiamo cambiare le cose, io non credo affatto che basta volerlo! Ci sono situazioni che non dipendono da noi, che devono tener conto delle volontà o delle esperienze altrui , quello che possiamo fare però è guardare a quella stessa realtà con occhi diversi. le cose cambiano radicalmente. Sono in un periodo durissimo nel quale la mia rabbia ed impotenza è alimentata continuamente, eppure ogni volta che riesco a lasciare la presa mi si presenta la strada da percorrere in tutta la sua bellezza. Il che non vuol dire affatto reprimere le proprie emozioni nè cedere al destino e lasciar fare significa solo guardare l’altra faccia e capire che in un qualsiasi dramma c’è un’opportunità, una sfida, una tensione al movimento, qualcosa che ti fa capire che è finita l’ora di resistere, che per quanto tu stringa i denti e ti voglia abbarbicare alla tua rabbia, alla tua delusione, alla tua desolazione ciò non servirà a nulla se non a impedirti di vivere pienamente le tue possibilità ora. Quando capisci che una visione unica di ciò che ti accade conduce a pensieri ossessivi che ti autodistruggono, che implodono,o che ti cristallizzano in una sorta di personaggio tuo malgrado, puoi fare una sola cosa lasciare che i semi maturino, rispettare i tempi della fioritura e dell’essiccamento, tenere sempre lucidamente presente che niente è per sempre, neppure le cose che ti sembrano negative a meno che tu non voglia colorarle sempre con un’unica tinta. Ed essere grati di esserci, domandarsi che diritto abbiamo noi di sovrapporre il nostro giudizio alla realtà delle cose, l’odore delle foglie morte può nausearci ma quando iniziamo ad essere consapevoli che in quel processo c’è la meraviglia della vita, quando capiamo che ciò che ci fa stare male non è altro che la preparazione del terreno a una nuova fioritura , quando siamo consapevoli che la fase di decadimento, di solitudine e tristezza non è altro che humus per la trasformazione alchemica delle cose allora sì che ogni fiore nuovo ha il valore di un miracolo, allora apprezziamo il seme, le radici, il bulbo, la terra e l’acqua benedetta che lo ha nutrito. In quale modo potremo mai resistere a tutto questo se non resistendo alla vita che comunque che lo vogliamo o no, che l’accettiamo o meno, continua a scorrere, può farlo essendo noi pienamente partecipi al processo oppure distanti, scontenti e nell’altrove dei sogni irrealizzati. E comunque nessun autunno e nessun inverno è assoluto c’è sempre l’oro delle foglie, il sentiero nascosto dalla neve, lo scintillio del sole all’improvviso. Non serve sognare il ritorno della primavera quando tutto è disponibile qui ed ora per ciò che è, per come è, nella sua intatta bellezza di significato. Chi sa forse questa pienezza è amore . Non possiamo fare sempre qualcosa per cambiare le cose ma possiamo rispondere a quelle cose in tanti modi diversi, e poterlo fare in qualsiasi momento, questa è la meravigliosa libertà del”essere umano ma anche la sua responsabilità nei confronti della vita propria ed altrui.
Marina PieriniMi hai molto commossa atomo. Mi hai riportata a momenti lontani e come al solito sei lo specchio di quello di cui sono dimentica. Io penso di sapere almeno da lontano quanto sia difficile la tua strada. Ti leggo diversa. Tu parli della tua rabbia, io leggo altro, oltre le righe. Spero veramente che le tue intuizioni ti portino a quella serenità, a quella pace col tutto che è la vita e non la morte. Quello che scrivi nell’ultima tua frase è proprio il succo del discorso, il senso di un percorso che non può salvare dalle cose della vita, ma che può rendere tutto diverso, e dipende da noi, almeno questo…dipende solo da noi.
Utente Ospite:AmelièCara Marina, dici bene, la magia è ciò di cui ho veramente bisogno! Ciò che ho perso. Io che credevo che il mondo fosse un bel posto, che mi bastava un sorriso, un raggio di sole per essere felice…ora sono spenta. Credimi sto cercando in tutti i modi di riaquistare energia, ma non ci riesco. Al sole non mi scaldo più, un fiore, un tramonto non lo ammiro più. Questo non mi piace, non voglio sentirmi così..mi oppongo..eppure alle volte penso che forse farei meglio a lasciarmi andare un pò..ma non voglio precipitare. Sono arrabbiatissima e questo mi piace ancora meno…..quindi ho iniziato fit box! Comunque è vero, penso ci sia un colpevole, ma non è il principe, non l’ho mai pensato! La mia teoria dà la colpa alla nostra educazione. La società ci ha cresciute con la certezza che la felicità fosse collegata all’amore di un uomo perfetto, ideale. Abbiamo giocato con Barbie sposa quindi il nostro “imprinting” culturale dice che sposarsi è un traguardo, di conseguenza avere dei figli dovrebbe essere importante..o almeno credo. Il principe non ha colpa poverino. Contestualmente anche a lui sono state raccontate le stesse favole ma poi quando, magari, era pronto ad incarnare il principe azzurro si è trovato davanti donne che è difficile salvare, impossibile proteggere. Io sono nata nel 1973 e credo che la mia generazione (forse qualcuna dopo) sia l’ultima che ha dovuto lavorare duro per dimostrare di valere…ecco perchè siamo preparate, determinate ed alcune di noi supercorazzate. Io stessa ho sempre “avuto” forza e coraggio, ho spesso affermato che non voglio “dipendere” da nessuno, ma in realtà attendo da sempre qualcuno di cui fidarmi, qualcuno a cui dimostrare la mia debolezza, lasciarmi andare per quella che nel profondo so di essere, far trasparire la mia femminilità. Oggi ho riflettuto sulle mie parole,” a me resta ben poco”…ebbene questo non è proprio vero. Sebbene io abbia perso tanto, ho la mia libertà (quante possono dire questo!)…devo imparare a goderne,…ho tanti amici che mi vogliono davvero un gran bene…e nel profondo sono certa che non può essere peggio di com’è stato e di come è adesso. LA SPERANZA C’E’!
Utente Ospite:Ameliè…però, come forse trasparirà, c’è un problema: tutte queste belle cose, questa mia consapevolezza non servono a niente, giacchè devo convincermi di stare bene, convincermi di accettare la mia solitudine, convincermi di stare buona…..devo controllare continuamente il mio stato. Il dolore che porto con me è ancora troppo grande, la rabbia crescente..e non voglio ferire nessuno.. ciao
Marina PieriniIo credo che forse dopo tutte queste parole l’unica cosa che non ti è arrivata è che non puoi controllare nulla. Scusa se te lo dico ma tu non ti lasci andare veramente. Come puoi ricominciare se usi le tue energie per tenere in piedi le rovine di mura ormai crollate? E’ una mia sensazione pura e quindi mi scuso se sto delirando…ovviamnte dimmelo se sono fuori…
Utente Ospite:AmelièNon stai fuori. Affatto. Ma non posso crollare. Non ho le basi per farlo..da sola non so se riuscirò a rialzarmi…non sono certa che è davvero questo quello di cui ho bisogno e poi davvero sento che da sola non ce la posso fare. Però sono stanca di lottare con me..ma non posso “contare su nessuno” e questo è un nodo fondamentale… Mi manca il sostegno incodizionato, manca il supporto sicuro di cui ho bisogno. Ogni volta che provo ad aprirmi con qualcuno devo scegliere il momento opportuno, devo preoccuparmi di non disturbare, di non turbare..questa è la cosa più brutta. Perchè avrai capito che i miei sfoghi possono essere solo telefonici o telematici. Sai cosa faccio quando sto male da esplodere, mi forzo a piangere…metto un pezzo dei take that!
Marina PieriniE ma però….però…hai detto prima che hai molti amici che ti vogliono bene…scusa io faccio proprio l’avvocato del diavolo…ma credo che non fidarti di te che crolli (o dei tuoi amici che si sentono disturbati da te che non ti puoi fidare??) che non ti rialzi, sia forse un alibi che ti serve a giustificare il senso del pudore e forse molto altro che ti impedisce anzi…ti proibisce di farlo. Non disturbare….questo dice esattamente e precisamente tutto di te, ora. Come una foto. Qual’e’ il problema se disturbi un amico e crolli? Che ti succede secondo te? Posso chiedertelo?
un atomoAscolta amelie quando dici non ce la posso fare cosa intendi? Non ce la puoi fare a sopravvivere, ad essere felice, a non impazzire, a dare significato alla tua vita? Perchè devi convincerti di stare bene, convincerti di dover accettare e stare buona? Perchè devi controllare il tuo stato? Ho molta paura che possa interpretare male questa fila di domande ma credimi non hanno un intento di sfida, vorrei veramente capire cosa ti muove e se tu sai cosa è quello che ti muove, Leggendo le tue parole ho avuto delle strane sensazioni, e quasi come un senso di irrealtà, perchè c’è come un inversione a 360 gradi delle mie reazioni che mi lasciano turbata. Una volta ho detto a mio marito che l’unica cosa che non doveva mai succedere era che morisse prima di me perchè io avrei subito aperto la finestra e l’avrei seguito, l’ho detto con tutta me stessa, con tutta l’intensità emotiva e forse con quel poco di premonizione intuitiva dei 4 peraltro del tutto ingiustificata dal suo perfetto stato di salute. Questo terrore di non potercela fare è sparito nell’istante stesso in cui l’ho perso. C’è stata la rabbia, la disperazione, la malinconia, il disorientamento, un’enorme fatica per incollare il quotidiano e per ricostruire dentro e soprattutto per reinventarsi interiormente, cosa che è tuutora in corso. Ma non mi sono mai chiesta se potevo o non potevo farcela, ho saputo subito che dovevo comunque esserci, soffrendo, digrignando, aprendomi, chiudendomi. Spesso ho pensato di finirla, ma fin quando non lo faccio e sono qui, ci SONO. Questa cosa mi ha insegnato che non c’è nulla di più fallace del desiderio di controllo, ti paralizza fino al midollo, passi mesi ed anni a non agire per paura che il tuo mondo vada in pezzi, ma se il tuo mondo in pezzi deve andare ci va lo stesso. E ti rendi conto di tutti i gesti semplici che hai rimandato pensando di avere l’eterntà davanti. Allora tocca a te incollare i pezzi, dando una forma del tutto nuova al vaso per non sprecare quel recipiente che comunque ha contenuto amore. Allora capisci che devi fare entrare il cambiamento, anche se doloroso, anche se faticoso. Capisci che hai dovere di non cumulare rimpianti cosa che finisci col fare se rimandi ancora di vivere, se ti dibatti nell’impossibilità che ti accada ciò che vuoi per forza fare accadere. Capisci che nella tua solitudine, sei con te, connessa con te, testimone. Non ti puoi obbligare ad accettare la tua solitudine, devi scoprire l’immense risorse di pace che porta con sè finchè essa vuole accompagnarti, capire che sei un viandante ed un re e non un mendicante in cerca della solitudine di un altro che faccia dimenticare la propria. E’ vero non possiamo turbare sempre gli altri con le nostre disperate angosce, ma non lo facciamo se offriamo di noi la nostra completezza, se non permettiamo che uno stato della vita ci disegni nella nostra totalità. Se non consentiamo che ci affibbino un ruolo, se i nostri sentimenti più profondi sappiamo gestirli in un luogo segreto che rispetteremo e chiederemo agli altri di rispettare. Perchè è giusto che sia così. Preservato questo nucleo intimo e intoccabile, che appartiene solo a noi, e di cui non dobbiamo dar conto ad alcuno, poi tutto il resto non è che accettazione, non rassegnazione, accettare vuol dire tenersi aperti a tutto ciò che accade., facendo il meglio che possiamo senza alcuna pretesa di perfezione. La vita ti sta chiedendo un cambiamento, ha annullato le tue certezze e ti apre ad altri incontri, altri sentieri, altre esperienze. Se vuoi controllare, se hai paura e resisti non farai che graffiare il cemento, spezzerai le tue unghie ma l’unica cosa che potrai ottenere è costruirti un’infelicità quotidiana che alimentata ogni giorno finirà per paralizzarti. Non so se cliccare invio, dopo aver scritto mi sento un pò male…
un atomoScusami…forse ti ho invaso ma credo che non parlassi a te ma a me stessa…
Franco IncandelaCiao Ameliè
secondo me ciò che ci rende speciali è l’autostima e la sicurezza di sè compresa l’autoconoscenza che ci permette di avere un equilibrio stabile. Da qui si possono prendere tutte le abitudini che il mondo ci offre.
I sogni fanno buona compagnia ma anche la realtà ne offre.
P.S.
Il mio anello mi andava sempre stretto e quando l’ho tolto è nata la libertà.Con simpatia
Franco Incandela
Utente Ospite:AmelièConfesso, mi spiace di aver trasformato questa discussione in un trattato sul mio stato. Purtroppo sono mutevole come il tempo di marzo e così travolgo tutti, con il bello ed il cattivo tempo. Caro atomo, mi spiace immensamente di aver evocato dentro di te delle sensazioni così dolorose. Ti ringrazio di aver aperto il tuo cuore, farò lo stesso. Ho conosciuto i sentimenti e le sensazioni che descrivi perchè lo scorso aprile è terminata la relazione col mio “compagno” dopo quasi 15 anni insieme e lo scorso dicembre è improvvisamente, inaspettatamente, maledettamente morta mia madre. Non aggiungo altro. Per Marina: sono quasi dieci mesi che mi lamento, che sorrido poco o niente e sono stufa, arcistufa. Gli amici mi vogliono davvero bene…da quando la mia vita ha subito il primo brusco cambio di direzione me ne sono resa davvero conto. Al secondo mi sono accorta che alcuni di loro mi hanno presa troppo a cuore, mi chiamano più volte al giorno, mi sognano la notte! Diciamo che ho un “problema”, non voglio che gli altri soffrano per me e poi mi sento noiosa in primis per me, poi per gli altri a dire sempre le stesse cose..sempre le stesse…Allora mi censuro. Ma il dolore che provo è nuovo, forte e benchè io sia una straordinaria ape operaia non riesco a stare sempre impegnata in modo da evitare di pensare, ricordare, stare male. Allora mi accompagna un malessere che non volglio sentire, fino a quando ho bisogno di svuotare il contenitore…Non voglio crollare perchè ho paura del dolore che può uscire, ho paura di sentire la ferita che si riapre. Io voglio vivere (a lungo) per questo faccio tante cose, purtroppo la maggior parte di queste da sola. Perchè i miei amici sono sparsi sul territorio nazionale come sassolini lanciati a caso. Quelli vicini hanno la loro vita e più di tanto non mi và di disturbare. Si disturbare! Non è sfiducia…non è pudore, ma vorrei chiamarli tutti per dire che finalmente sto bene.
Caro Franco, mi sembra davvero che tu abbia raggiunto un equilibrio, che bello, che leggerezza le tue parole!!! 🙂
Marina PieriniMa tu non stai bene. E’ un fatto reale. Lo accetti? Invece di distrarti tanto invece di eludere la rabbia e la paura del dolore perchè non ti fermi? Agire per paura, fuggire da quanto ti accade quanto ti auta? Io certo non dico di rosolarti a fuoco lento nel dolore, ma c’e’ qualcosa che evidentmente reprimi, non elabori veramente, pienamente, straripamente qualcosa del lutto (straripamente me lo sono inventato ma rende l’idea! 🙂 ). Insomma perchè fai esattamente quello che sei abituata a fare?SICURA di vederti con attenzione? Sei irritata delle attenzioni se ne ricevi troppe, sei addolorata quando ti senti sola, ti senti abbandonata lo capisco ma sei la contraddizione di tutto (il mio tono è riflessivo, lo scrivo perchè l’argomento è delicato e non voglio essere fraintesa). Non è un caso, non sei illeggibile, io vorrei solo offrirti concretamente uno spunto. Senza compatirti e senza nemmeno accettare troppo questa irritazione un po’ orgogliosa che molto molto sottilmente sembri emettere quando ricevi “troppe” attenzioni. Ti giro lo specchio….ti provoco…non so…vediamo….tu scrivi qui perchè le attenzoni le vuoi, te ne acorgi? non c’e’ nulla di male, e non puoi irritarti se ne ricevi in maniera generosa….ma lo fai…non vuoi che gli altri soffrano per te? E’ questo? SEI SICURA?
Utente OspiteSi, sono sicura. Non voglio che gli altri soffrano con me, per me e per causa mia…non voglio annoiarli/mi. Non voglio che gli altri abbiano compassione di me, questo mi irrita enormemente. Inoltre, non scrivo per avere attenzione, ma per un confrontare le mie idee, le mie esperienze e sicuramente per riempire parte del vuoto che ho nella mia vita serale. Ma ti dirò, non so se proseguirò in questo cammino. (non per ora) Ormai ho detto cose che non avevo intenzione di dire. Questo cambia le cose, anzi cambia tutto. Ringrazio tutti, in particolar modo quelli che aprendomi il loro cuore hanno toccato le mie corde più profonde, facendole vibrare. Ed anche se il risultato è stato un pianto io sono contenta di questo. Carissima Marina, caro Antonio vi abbraccio forte forte e vi ringrazio per l’ascolto…chissà, magari ci incontreremo…prima o poi. Dal “….”mondo di Ameliè(per ora) è tutto 🙂
Marina PieriniCara Amelie, credo che osservando con l’enneagramma molte delle tue sensazioni sono abbastanza spiegabili. Io mi auguro che tu possa recuperare la voglia di parlarne, di aprirti e accettare che noi siamo tutti quissu’ per avere scambi si, ma per ricevere in fondo attenzioni. Anche limitate e circoscritte alla situazione, ovviamente, ma credo che scrivere in pubblico rappresenti molte cose per ciascuno di noi, e fra le tante anche questa. Te ne vergogni? Io l’impressione di si, e credo che tu provi irritazione per il disagio che senti. Forse aprirti a sentimenti non di compassione, ma di comprensione e solidarietà altrui ti fa sentire un po’…come dire…non pulitissima? Sai la vergogna è un sentimento che ci fa sentire sporchi. Non una sporcizia reale, perchè si è fatto qualcosa di sbagliato, ma uno sporco..un disagio… legato al senso del pudore. Per quanto mi riguarda va e vieni quante volte desideri, ma ti avverto, qui non troverai persone fasulle o superficiali, se il confronto lo vuoi, come vedi…lo trovi e senza nemmeno troppi pietismi. Ognuno col suo carico di verità che tu sarai libera di scegliere o scartare, ma senza troppe maschere. Un forum in fondo, fra le tane, offre anche questa. L’opportunità di dire finalmente cose, senza doversi troppo nascondere. Noi ti aspettiamo 🙂
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