HomePage › Forum › Forum ASS.I.S.E. › Almaas e le idee sacre.
Questo argomento contiene 100 risposte, ha 1 partecipante, ed è stato aggiornato da Marina Pierini 13 anni, 2 mesi fa.
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Roberto MaieronIo non leggo mai per ragioni che non sto a spiegare. Leggo solo enneagramma e costellazioni familiari. Delle costellazioni familiari non voglio dire nulla. Sull’enneagramma ultimamente stavo provando un po’ di fastidio perche’ nel 95 % dei casi vengono riferite delle cose dal punto di vista dell’ego. Non voglio dire cosa penso veramente di questi libri perche’ qualcuno potrebbe sentirsi offeso e questa e’ l’ultima delle mie intenzioni.
Mi e’ capitato fra le mani il libro di Almaas sulle idee sacre e per la prima volta ho “sentito” l’ennegramma. E l’ho visto. Com’e’. Fantastico. Finalmente un libro che parla dell’enneagramma dal punto di vista dell’essenza. Il libro mi è piaciuto molto per ragioni legate alle mie esperienze passate. Le idee sacre sono le realizzazioni dell’esperienza diretta dell’assoluto. Almaas parla per esperienza non per convincimento. Quello che dice e’ oggettivo e non è un suo punto di vista.
Sono profondamente grato a lui che ha voluto condividere la sua esperienza e alla persona che mi ha donato il libro.
Volevo solo dire questo.
marina PieriniE ci lasci così??? Raccontaci qualcuna delle cose che ti hanno colpito….una di qulle che ha risuonato dentro di te! Dai…dai…Robertone dai!
Roberto MaieronSono stato per molti anni un ricercatore della Verita’ , Marina, e ho avuto esperienze veramente straordinarie. 17 anni fa , pero’ , ho avuto un’esperienza che per molti anni non ho accettato e che non avrei mai voluto vivere: sono morto. Sono morto a me stesso. Ho scoperto che la Verità è l’unica cosa che esiste e che la mia volontà , il mio modo di essere, tutto -maproprio tutto quello che accade è voluto dalla Verità , l’unica cosa reale che esista. Non sto a spiegarti che cosa esattamente mi è successo. Ma ero lucidamente consapevole che la mia vita era finita e che io ero morto. Dio faceva di me quello che voleva e lo avrebbe fatto ancora. Per tanti anni avevo cercato una Verità meravigliosa, fatta di pienezza e di amore totalizzante. Scoprivo invece che era impossibile possedere la Verità : dove c’e’ la Verità la persona (l’ego) scompare; dove c’e’ l’ego la Verita’ scompare. Io per anniavevo inseguito qualcosa che in realtà non volevo e che rifiutavo ocn tutte le mie forze. Tu non puoi immaginare quanto sono stato male. Sono stato male , molto male, in un modo indescrivibile, prima di vivere questa esperienza di consapevolezza. Quando sono uscito dall’esperienza ho provato un dolore immenso. Io ero morto. Immagina il lutto che puoi provare quando ti muore una persona molto molto cara. Immagina poi che questa persona morta sei tu.
Morta. La Verita’ e’ l’unica cosa che esiste. La cosa che mi faceva incazzare come una bestia, al punto che per anni ho bestemmiato come una mitraglia, è che Dio /Assoluto/ Verità non ha la più pallida idea di quello che succede . Ed e’ l’unico che esiste, che riempie tutto. Io, che credevo di avere una mia volontà , delle caratteristiche, che credevo di esistere, in realtà non esistevo. Io non ci sono. C’e’ solo Dio. L’unica cosa che c’e’. Non esiste altro. Lui non sa di esserci e c’è. Io, che credo di esserci, non esisto.
La consapevolezza che nessuno vuole la verità , nessuno, assolutamente nessuno, in me è molto forte. Quando vedo qualcuno che ricerca la verità so che in realtà non la ricerca. O per lo meno non è lui a ricercarla, ma è un principio che è dentro di lui che non ha niente a che fare con lui. Le persone non vogliono sapere la verità . La Verità e la morte. Tu non sai l’invidia immensa che ho provato per dei miei amici che vivevano e vivono nella pienezza di una vita assolutamente inconsapevole di Dio, della Ricerca, della verità . E quanto sono fortunati!
Sono nella Verità e non debbono fare nessuno sforzo.
Per farla breve, il vero Mistero per me è diventata la Vita. Dio, la Verità , l’Assoluto so come sono. Per esperienza diretta diciamo (anche se in realtà non è proprio cosi’, ma è impossibile spiegarlo a parole, questo va al di là della ragione e di qualsiasi ocmprensione razionale).
Come è potuto accadere che io mi sia ritrovato con questa illusione di essere veramente qualcuno e di vivere una mia vita? Questo è il vero mistero. Il libro di Almaas mi ha fatto capire tante cose e ha sistemato dentro di me tante esperienze che non avevo mai compreso e integrato.
Tu non puoi immaginare quanto mi sia stato di aiuto. In realtà è Dio stesso
che mi sta aiutando. Mi ha lasciato in pace per tanti anni, ridandomi un po’ dell’illusione che avevo di essere qualcuno. In realtà nessuno parla, nessuno dice niente a nessuno. Non sta accadendo nulla. Proprio nulla.
Marina PieriniCarissimo Roberto sono molto colpita da quanto scrivi. Non voglio parlare di me ancora una volta, voglio solo accennare di aver avuto alcuni anni fa un’esperienza di paura, di Dio, di morte e di rinascita. Immagino quindi quanto tutto quello che dici tu lo abbia davvero esperito. Lo sento. Ci sono cose tuttavia che non comprendo. Anche perchè non so per quale motivo, il tuo scritto risulta disturbato da caratteri non corrispondenti alla lettera che ti serve, si deve fare un certo sforzo per leggere e interpretare quanto scrivi. Spero tu riesca a capire di che problema tecnico si tratta perchè sono ansiosa di avere questo scambio con te, se ti va. Quello che io non condivido è che Dio non sa di esistere. L’esperienza che io ho fatto mi dice che Egli invece ha la consapevolezza del tutto, che a noi manca e che sa chi siamo. Sento moltissimo invece quando tu dici che noi non siamo. Che noi crediamo di esserci e di essere, ma che in realtà nel momento i cui si anulla, si infrange la pochezza del nostro ego contro quella luce immensa e piena, noi spariamo e c’e’ solo Dio. Ho capito, cosa significa essere “servi di Dio”. Era un concetto molto urticante questo, quando lo incontravo nelle sacre scritture, ma poi ho capito che io non esisto, che c’e’ Lui e che grazie a Lui io sono. Che senza me, c’e’ la verità che Lui è. Io sono colui che è. Questo è il suo nome. Quello che di Lui noi possiamo sapere o comprendere. Essere al suo servizio dunque per me, diviene un atto di immenso amore e gratitutine. Non c’e’ umiliazione ma umiltà. Ecco allora che io chiedo a chi ha vissuto un’esperienza forte, perchè tu dici che Lui non sa di essere? Cosa ti trasfonde questa convinzione?
Roberto MaieronNon e’ un mio punto di vista. Non e’ una mia convinzione. E’ cosi’. QUESTACOSAQUA (la chiamo cosi’ perche’ la parola Dio/Verita’/ assoluto ha un sacco di interferenze e credenze che non hanno niente a che fare con Questacosaqua.) e’ pura consapevolezza. E’ una non-consapevolezza. Non e’ inconsapevolezza. Non e’ che sia inconsapevole. E’ non-consapevole. Non ha la piu’ pallida idea di nulla. Lui E’ (e basta) ma non sa di essere. O meglio: e’ il suo un non-sapere, un non-essere.
E’ una cosa impossibile da spiegare. Io non ho la piu’ pallida idea di come sia riuscito a vivere questa cosa, dato che e’ impossibile riuscire a spiegarla. Ma e’ cosi’. Per spiegarmi meglio cadrei in una serie di apparenti contraddizioni ed incoerenze. Per esempio dovrei dire che io – che ho capito questa cosa – in realta’ non l’ho veramente capita. L’ho capita ma non l’ho capita. Nel senso che non c’e’ nessuno che capisce qualcosa. Ti faccio questo esempio che forse ti puo’ dare una direzione (in realta’ tutto allontana dalla Verita’, ma proprio tutto) : immagina un bambino che nasca senza avere nessun senso: non ha udito, non ha tatto, non ha vista, non ha olfatto, non ha gusto. Ovviamente non puo’ avere una mente, in quanto non ha nessun contenuto di coscienza e non ha nessuna relazione con la realta’. Non ha idee. Non soffre ne’ prova alcunche’. “Conosce”, se cosi’ si puo’ dire, solo se stesso. Ma non e’ in grado di dirlo, non è neppure in grado di concepirlo visto che non ha una mente e non nessuna idea ne’ alcuna percezione di nulla. Quando nasce non si accorge di nascere. Quando muore non si accorge di morire.
Rimane la chiara lucidissima consapevolezza di se’ (e’ l’unica cosa che ha non posso dire “percepisce” perche’ non ha strumenti di percezione) ma è una consapevolezza inconsapevole. Questo e’ Questacosaqua/Dio /Assoluto/Amore/ecc….E c’e’ solo lui. Non esiste altro. Lui sta sognando e noi siamo dei contenuti nella coscienza di Dio. Esiste una sola persona nell’universo (altro che ego indivduali! La prima volta che me ne sono accorto ho riso come un pazzo) . L’idea che hai tu di Dio e’ molto piacevole e romantica, anch’io l’avevo nel mio primo periodo di ricerca, dopo aver “attraversato” l’ateismo. Ti auguro di cuore di non scoprire mai come stanno veramente le cose. Io la considero una disgrazia. Tutti sono gia’ illuminati, e non c’e’ nulla da fare, come cercare qualcosa che non esiste.
Marina PieriniPer la verità l’esperienza che ho avuto io non ha nulla di cognitivo. Comprendo benissimo il tuo disagio, il senso di limite che le parole offrono quando noi dobbiamo spiegare qualcosa di inspiegabile perchè è una frustrazione a volte insopportabile. Tuttavia io ho “esperito”. Non ho un’idea romantica perchè questo significa avere concettualizzato qualcosa. La mia esperienza è stata di luce, potente, trasfusa da altrove a me, che ha sussurrato in un modo che non saprei dirti ma non certo con una voce così come noi la concepiamo, il mio nome. Certo mi sento molto ridicola. Potete anche chiamare la neuro, ci sono abituata non c’e’ problema. Io non cercavo, non meditavo, non mi suggestionavo con letture elevate e complicate non facevo nient’altro che andarmene a dormire dopo una giornata faticosa. Dopo questa estasi improvvisa, dirompente, viva e “consapevole” io ho avuto molta paura. Per molti mesi a venire. Sono giunta a soluzioni molto diverse dalle tue. Solo quando alla fine ho capito che io non esisto da sola, che “io” non è il centro ma che Dio lo è, che da lui parte la mia esistenza e che tutto è e che c’e’ davvero una volontà dall’altra parte, in un momento in cui il mio ego si è totalmente zittito in una esperienza di totale “scioglimento propriocettivo” (le parole…ne inventiamo altre??) io ho capito. Mi sono piegata ad una esistenza dove non c’e’ io, ma c’e’ Dio e grazie a Lui io, ho capito. Insomma le conclusioni mi sembrano diferenti, l’unica cosa che ci accomuna è l’enorme difficoltà a spiegare. Anche se quello che tu cerchi di dire in parte lo comprendo. la sensazione di essere nell’onda unica che fluisce. Il problema è che se io sono, non è un caso o un’illusione. Io non sono l’onda totale, solo una parte, ma se “sono consapevole di me” un motivo c’e’. Domande, la mia esperienza mi ha insegnato che noi siamo disposti a tutto pur di non credere ad una volontà Divina, perchè il nostro cervello, coi suoi limiti organici ecc. non può concepire una cosa del genere. Possiamo fabulizzarlo (?? é comprensibile?) possiamo parlarne nei salotti e dire quello che vogliamo, ma se l’argomenti diventa per un attimo unica verità noi la scartiamo, “saperlo come so che amo qualcuno” no. Pensaci, ci sono persone disposte ad accettare le teorie più strampalate, che non escludono che c’e’ qualcosa, purchè quel qualcosa non sia veramente “vivo e cosciente”, purchè io non debba sentirmi veramente responsabile di me rispetto a lui. Lo sforzo più devastante che ho subito è stato inserire nei miei circuiti un concetto inacettabile, come verità. Quando l’ho fatto i nodi si sono sciolti e tutto è divenuto chiaro. Altra cosa che non saprei spiegare. Ma è sempre marina che lo dice e non c’e’ modo di pesare le mie certezze co le tue, tantomeno puoi fare tu. Insomma stringendo, non credi che dare a Dio una non consapevolezza, possa essere un colpo di coda di un’ego che non vuole morire e non vuole piegarsi a nessuno? Nemmeno…io direi sopratutto…al divino? De-consapevolizzare Dio, nel senso che dici tu, renderlo cio che è, senza saperlo, un Dio senza cervello, non fa meno paura al nostro ego? Lasciamo stare la paura strumentalizzata dai religiosi, il timor di Dio, io parlo proprio dell’umana paura rispetto a qualcosa che se prendi per vera per un attimo ti rende il senso di una responsabilità che noi non vogliamo, quella della scelta. Scusa Roberto, è tutto molto difficile, e ti confesso che sono discorsi d prendere con le pinze perchè toccano corde profonde e intime che vanno rispettate per tutti. Mi avvicino a questa discussione quindi con slancio ma anche con una certa intima prudenza. Tu dici: ti auguro di non scoprire come stanno veramente le cose. Il tuo sembra pessimismo assoluto su una verità cosmica, ma noi siamo uomini, se anche abbiamo una straordinaria e momentanea esperienza del “tutto” dell’ultra umano, che ad alcuni si manifesta, non credi che siamo troppo limitati per poter decretare verità assolute? Io da 4, ho bisogno di un’amore totalizzante per superare la mia insoddisfazione, tu come 5, hai bisogno della verità. Ma i nostri meccanismi distruttivi sono così forti che l’arroganza, l’orgoglio…. il pessimismo (quest’ultimo tu mi sembri trasmettere decisamente) possono condizionare il nostro pensiero logico o emozionale senza disinnescare mai i giochi dell’ego, pur dandoci questa illusoria sensazione. Insomma se proprio esiste qualcosa e noi l’abbiamo intercettata, quanto il tuo essere 5 ti porta alle tue conclusioni, e quanto il io essere 4 alle mie? Quanto il nostro essere relativi a causa dell’ego ci permette di intercettare il vero “per intero”?Non credi che la lingua di Dio parli a ciascuno la lingua che può comprendere e che tutto non sia così semplice? La verità di Dio è UNA…la nostra è relativa! Forse il problema non è cercare qualcosa che non esiste, ma accettare di non poter interamente comprendere, qualcosa che è troppo più grande di noi. o no?
ChiaraVi ho letto avidamente perchè questa discussione l’ho sentita molto. Sto leggendo anch’io Almaas e sono d’accordo con Roberto: è un libro illuminante. Penso di capire cosa vuoi dire Roberto, perchè è un’esperienza accaduta anche a me. Da ragazza casualmente contattavo questo stato di coscienza che era nulla, vuoto, buio. Ne ero terrorizzata perchè la realtà mi appariva nuda, tagliavo i ponti con ogni concettualizzazione, non me la sapevo più spiegare, era come un attimo di follia percepivo come tu dici nitidamente il black out di me e al posto mio c’era un enorme vuoto, buio, che mi inghiottiva e io sentivo che era la “Verità”. Sono passati molti anni nei quali ho cercato di accantonare questa percezione e durante i quali cercavo avidamente di vivere swenza voler più nè sapere, nè sentire, nè capire.
Molto, molto dopo ho incontrato un Maestro sulla mia strada, un lama tibetano e grazie ai suoi preziosi insegnamenti (tra l’altro insegnamenti di cui parla anche Almaas nel suo libro) ho capito che certe esperienze possono avere una luce diversa se vissute da un’altra prospettiva.
In questi contesti in verità io sono un pò nemica delle parole, perchè creano fraintendimenti e apparenti posizioni contrastanti quando spesso sono solo spicchi e facce di una medesima cosa, ma posso dirti solo che quella sensazione l’ho esperita ancora, ho familiarizzato con ciò che prima mi spaventava perchè ignota e ho sentito che quel non-io di cui tu parli, è al di là di io e non io, ed è la verità ma una verità che mi comprende se non mi identifico con tutto ciò che il mondo mi ha costruito addosso. Tutto ciò che penso di essere, compresa la mia mente intellettuale è una possibilità di manifestazione, compresa in qualcosa di più grande e incomprensibile. E se fosse tutto quello che fino ad oggi ho creduto di essere, soltanto un’illusione? Certo con la mente razionale non arriverò mai a capire e con le parole non esprimerò che cose parziali, ma dentro di me è la percezione esperita che è cambiata. Se ci entro in questo buio, o come dici tu non-io, ora mi abbandono, non resisto, non me lo spiego e come dice Marina sento e accetto che non lo capirò mai, ma non so per quale arcano motivo…”m’è dolce naufragare in questo mare”…
ChiaraVoglio aggiungere solo una cosa che avevo dimenticato. In questo stato dove non ci sono più concetti che spesso nel mio caso erano preconcetti, nè idee o formulazioni, c’è la vita, la libertà autentica. Perchè fluisco in un’armonia che è come una musica dove tutto è perfetto così e dove tutto ha il sapore che ti sorprende della prima volta e dove la reazione non è mai meditata ma viene da un intuito, come se la vita agisse attraverso di te e non tu attraverso la tua vita.
Marina PieriniIo vorrei aggiungere qualcosa a quanto è stato detto. Forse voglio spiegare meglio in che direzione mi sto muovendo portando avanti questo discorso. Molto spesso Antonio cita una storia (credo sufi) che racconta di diverse persone che infilando la mano in un foro, fanno l’esperienza di un’elefante. Ognuno di loro quando infila la mano, tocca una parte di questo animale ed afferma con assoluta certezza che l’elefante è lungo come un serpente, oppure che è enorme e non ha fine, oppure che ha le ali e così via…a seconda se la loro mano ha toccato la proboscide, il dorso oppure le orecchie ecc. In conclusione ciascuno di loro giura in tuta onestà di sapere com’e’ l’elefante, tutti dicono il vero eppure tutti sono ignoranti rispetto all’intera dimensione di ciò di cui parlano. Io dico questo, se alcune persone per motivi inspiegabili hanno l’incredibile opportunità di toccate l’elefante, non è semplicemente ovvio che il nostro movimento passionale ci porti a darne una definizione limitata dalla passione stessa? Io sono un 4, io credo nella speranza e conto di poter contattare un amore che è più grande di ogni cosa, che non vuole dimostrazioni ma che è, ed è consapevole di me e di lui, eppure devo contrastare l’insoddisfazione che mi rende difficile liberarmi veramente dalla necessità della comprensione ecc. ecc. Roberto è un 5, la sua passione lo porta a credere nell’incomunicabilità , nell’inutilità delle cose, in una sfiducia cronica che cerca di dimenticare sè stessa con la ricerca della conoscenza o di un qualunque oggetto Totem che possa salvarlo dalla sfiducia che non muore mai e così via. Io penso che ci sia l’elefante. Io penso che la deduzione più ovvia circa quanto testimoniato da noi tutti è che l’elefante ci sia davvero. Che noi non possiamo far altro che testimoniare di averne toccato un pezzo e che quello che noi abbiamo provato, capito, dedotto e così via è condizionato da un movimento passionale, dal nostro ego, dalla nostra piccolezza, che non può offrirci altro che una percezione e comprensione parziale di tale esperienza. Mi chiedevo cosa ne pensate.
ChiaraMarina…sono perfettamente d’accordo! La cosa straordinaria è che mentre scrivevo il precedente messaggio, ho avuto anch’io la stessa impressione che parlavamo di una stessa cosa filtrata da un “ego” differente. Rileggendo le mie parole mi è venuto da ridere quando ho letto parole come “libertà”, guarda un pò una delle polarità del 2:)….
Un bacio
Roberto MaieronNon e’ cosi’. E la mia non e’ una opinione. E quando dico questo cerco anche di negare quello che dico, perche’ qui non c’e’ nessuno che dice qualche cosa.
La coscienza non esiste e non esistono neppure i punti di vista. Io ho avuto diversi contatti con Questacosaqua e nelle prime esperienze ascoltavo il mio Maestro che parlava dell’elefante e di non generalizzare le esperienze. La cosa che piu’ mi sorprendeva era proprio come dopo la realizzazione di un’esperienza io vivevo un’esperienza diretta opposta. Almaas presenta le idee sacre come oggettive. Io ho riconosciuto lemie esperienze nelle idee sacre del 1 (tutto e’ gia’ perfetto non occorre fare nulla), del 2 esiste solo la volontà di Diio non esiste una volonta’ individuale) ecc. ecc.
Ho vissuto l’idea sacra del 9 (e’ una realizzazione ripeto, e per spiegare che cos’e’ dovrei spiegare che cos’e’ una esperienza diretta. Non offenderti
Marina ma quella che hai vissuto tu ha tutta l’aria di un’esperienza indiretta. Ossia hai avuto un’esperienza di contatto con l’assoluto di cui non ti sei resa conto. altre persone mi hanno detto che sono stati investiti dalla luce che hanno avuto delle sensazioni straordinarie, hanno sentito una voce o qualcosa del genere. Anch’io ho vissuto esperienze di questo tipo, ma sono molto ingannevoli, non sono la verità . Il mioMaestro alle persone che vivevano stati “estati” del genere chiedeva qualcosa del genere: “E tu dove eri in quel momento? Eravate tu e la luce? Tu e la voce ? Tu e questa presenza che ti riempiva d’amore?”
Io, per invito espresso del mio Maestro diffidavo anche di
Roberto MaieronMi e’ partito il messaggio quando stavo ancora scrivendo. Eppure non avevo dato l’invio. Va bene lo stesso. 🙂
Comunque cerco di dire meglio: quello che dite entrambe sul fatto che sono gli ego a riferire, questo e’ sacrosanto. Se poi io mi metto a difendere un concetto la cosa e’ ancora piu’ ovvia. Quello che io dico non ha niente a che vedere con la Verita’. E’ lontanissimo dalla Verita’. Cerco di togliere di mezzo pure me, anche se in questo modo so che risulto incomprensibile. Anche quello che dice Almaas da uun certo punto di vista non e’ vero. C’e’ una una frase, una sola, in tutto il suo libro, dove dice che quetse idee sacre in realta’ non esistono.
Se io prendo un libro in mano ho di fronte a me due cose contrastanti: da una parte il libro in mano, dall’altra l’ esperienza che il libro non esiste.
Negare l’esistenza libro significa negare la verita’ . Negare l’espoerienza dove c’e’ laconsapevolezzadell’inesistenza del libro significa negare ugualmente la Verita’. Eppure relativo ed assoluto sono la stessa cosa.
L’uomo e Dio sono la stessa cosa. Se io negassi le vostre esperienze e il vostro punto di vista negherei la Verita’. Ma quello di cui io parlo non e’ un mio punto di vista e non e’ possibile concettualizzarlo in nessun modo.
Io non sono in grado di farlo. E’ impossibile farlo. Perche’ e’ incoerente, illogico, incompèrensibile. Per me e’ chiaro perche’ ne ho fatto l’esperienza. Se cosi’ si puo’ dire. perche’ le esperienze dirette della Verita’ non esistono. Anche quelle sono illusorie. Quello che dico io non e’ vero.
E se qualcuno mi credesse sbaglierebbe perche’ quello che dico non e’ la Verita’. Questacosaqua e’ veramente impossibile da spiegare. Quando l’ho vissuta e sono andato dal mio Maestro, la prima cosa che gli ho detto e’ stata: “La mia vita e’ finita. Esiste solo Verita’ e lei fara’ di me quello che vuole” POi gli ho detto qualcosa . Gli ho detto come avevo scoperto che le esperienze dirette non esistono e non riuscivo a capire come avevo fatto a vivere qualcosa che non esiste. Avevo vissuto esperienze di contatto meravigliose e ora scoprivo che non era vero niente. Che io ero sempre stato illuminato e che non c’era niente da cercare. Ho cercato di dirgli qualcosa sull’inconsapevolezza di Dio. Poche parole in realta’. Lui ha annuito grave. Stavo molto male. Non sono mai stato cosi’ male nella mia vita. Ero morto e ne ero pienamente cosciente. Poi ha detto qualcosa che mi ha fatto comprendere che lui aveva capito. DAto che quello che avevo vissuto era lontanissimo dalle sue parole e dai suoi insegnamenti non credevo che potesse comprendere. Invece mi comprese perfettamente.
Come si fa a spiegare ad un cieco che cosa significa vedere? Non esiste un modo. Cosi’ non esiste un modo per spiegare la mia esperienza ne’ per dire come stanno le cose.Sto un po’ divagando. Completo quanto stavo dicendo nel messaggio precedente. Il mio Maestro invitava a diffidare di tutto. Non di negarlo, ma solo di verificarlo personalmente con la propria esperienza. Questa cosa e’ vera? Puo’ essere o puo’ non essere. Lo verifichero’.
Parlando ancora delle Idee Sacre di Almaas , voglio spiegare che cosa mi ha colpito profondamente. Come dicevo, ho verificato l’esistenza delle Idee sacre con l’esperienza diretta di parecchi enneatipi. Per esempio ho avuto l’esperienza diretta con la realizzazione che tutto/Se’/Assoluto ecc. e’ Amore, che Dio e’ Amore, la Realta’ e’ Amore. Avevo deciso , in forza di questa esperienza, dopo un lungo tormento, che avrei dedicato la mia vita agli
altri. Il mio Maestro allora mi disse che ero arrivato ad un punto cruciale del mio percorso. Intuivo che si stava riferendo ad un limite difficile da valicare. Poi ho avuto un’esperienza diretta sull’Amore e ho compreso l’assurdità della mia precedente decisione. In forza della mia nuova esperienza il miglior modo di amare era quello di non fare assolutamente nulla. O meglio no non fare , ma non-fare. Ossia ne’ fare nè non fare. Ma non-fare.
Leggendo il libro di Almaas ho capito perche’ tanti anni fa ho mollato tutto (in realta’ non e’ vero, ne’ che ho capito, ne’ che ho mollato) : mi mancavano due esperienze ideesacre fondamentali: La Fede del Sei e la Progettualità del Sette. Ossia, benche’ ne avessi sentito parlare da persone che avevano avuto questo tipo di esperienza , dentro di me e’ sempre mancata la convinzione che nella sua non-consapevolezza vi’ e’ un’intelligenza (benche’ non-cosciente!) che fa in modo che le cose vadano sempre per il meglio e che Dio ha dei progetti per tutti, in un progetto molto grande (benche’ questi progetti in realta’ non ci sono).
Mi mancava/mi manca la Fiducia in Dio/Questacosaqua. E questo ha a che fare con la mia vita. Mio padre , presente fisicamente, in realtà e’ stato sempre assente. La mia ricerca della Verita’ e di Dio e’ la ricerca di MIo Padre. L’ho cercato per anni e poi ho scoperto che la Verita’ non esiste . che Dio non esiste. Mi sono sentito ingannato , abbandonato. La sua inconsapevolezza per me era come un abbandono. Mi ha restimolato questo tipo di reazione infantile. Leggendo ALMAAS mi e’ stato molto chiaro.Voglio dire un’ultima cosa, poi non diro’ altro. Ho esitato prima di dire qualcosa riguardo alla mia esperienza e riguardo alle cose oggettive che ho scoperto che, ripeto, non hanno niente a che vedere con un punto di vista. Nel mondo della spiritualita’ c’e’ la tendenza a non comunicare nulla che non possa essere compreso dall’altro. E’ uno dei primi insegnamenti.
Sembra che ci siano grandi segreti che vengono comunicati solo a pochi maturi. E questo in effetti e’ vero. MA , nonostante lo riconosca, e’ un limite che non riesco ad accettare. le cose stanno in un modo straordinariamente semplice, cosi’ semplice che proprio per questo sono difficili da comprendere. LA verita’ e’ sotto gli occhi di tutti, noi stessi siamo la verita’, non c’e’ separazione ne’ alcun segreto in realta’.
A vlte mi e’ successo di aver inconrtrato negli ultimissimi anni dei personaggi che negli atteggiamneti e nei comportamenti sono dei veri e propri guru che non mi vedono come sono e proiettano su di me solo le idee che hanno di me. Cosi’ mi fanno intendere – senza dirlo ovviamente – di essere spiritualemtne molto elevati e che io sono all’inizio di un cammino . Credono ancora che io sia preda della mia mente e delle mie emozioni e che mi identifico in esse (ci ho lavorato sopra per non so quanti anni e so benissimo che io non sono la mia mente e non sono le mie emozioni). Non vedono chi sono veramente.
NOn dicono magari a me come ad altri molte cose perche’ non siamo in grado di comprenderle (troppo immaturi) . Mi e’ successo al corso che avevo fatto presso le costellazioni familiari e anche nel Sat che ho frequentato. Mi danno la sensazione di gente che e’ ancora all’asilo nido e cerca di spiegare delle cose a chi credono un bambino, quando questo bambino e’ docente universitario. Perche’ devo negarlo? E’ la verita’.
Detesto comunque chi si comporta cosi’. Per me le cose vanno comunque dette se viene fuori l’occasione per dirle. Per questo non credo a quelle storie sul non registrare nei corsi, non informare, dare per gradi ecc…
Le vedo solo delle forme di manipolazione e di sopraffazione dell’altro.
Tutti gli esseri umani sono gia’ illuminati. L’ego non esiste, Tutti sono gia’ nell’essenza. Parliamo all’essenza e non ai fantasmi che non esistono.
Siamo tutti dello stesso livello spirituale, dato che siamo tutti una sola cosa,
tutti nella stessa luce di consapevolezza/inconsapevole. Io ho avuto esperienze straordinarie e’ vero. Ma questo lo dice l’ego, Nella realta’ non ci sono esperienze, non c’e’ coscienza, non ci sono punti di vista. C’e’ solo questa non-presenza che èamore in azione, da sempre e per sempre presente, pura consapevolezza e per questo del tutto incosciente di se’.
Utente OspiteCaro Roberto su molti punti mi trovi in sintonia, ho sperimentato ciò che tu dici pura consapevolezza, anzi è questo ciò che mi sforzo di ritrovare più che posso, ma proprio perchè non è mai scisso dalla vita, non ho quella sensazione di malessere o di dolore che hai tu. Il dolore, il malessere vuol dire già a mio avviso che tu in quello stato non ci sei più, in quello stato tu sei al di là del bene e del male. Ripeto non è facile parlare, io credo che il fatto di non parlarne come se fosse un segreto, non è segno di manipolazione o sopraffazione o strategia di potere, ma semplicemente l’impossibilità di dire ciò che non appartiene alla nostra esperienza duale. Il linguaggio, la parola, il ragionamento sono duali, lo stato di cui si parla è non duale, quindi l’unica modalità per giungervi è sperimentarlo. Ciò di cui si parla è già il filtro dell’ego, quindi una cosa completamente diversa. Nella mia esperienza ciò che ho sperimentato è che lo stato di pura consapevolezza e la continua manifestazione sono inscindibili, e se tu “sei” in questa inscindibilità sperimenti che tutto è giusto, vero, armonioso così. Ti “senti” profondamente nella vita senza spiegartela, senza chiederti, ma lasciando che sia. La pura consapevolezza non so se è cosciente o no, queste sono domande e quando sperimenti la pura consapevolezza tu sei in quello stato e basta così, chiedertelo equivarebbe uscire da quello stato che non è duale quindi è come Epicuro quando dice “non bisogna aver paura della morte perchè quando noi ci siamo lei non c’è e quando lei c’è noi non ci siamo più”. Ci posso solo “pensare” dopo, quando in quello stato non ci sono più, ma non ha molto senso perchè se anche cercassi di “capire” quell’esperienza, potrei soltanto dirmi che cosciente o non cosciente è un punto di vista “pensato”, un ragionamento della mente, ma la mia mente ordinaria e duale (quella che ragiona, valuta, calcola) non è fatta per “comprendere” l’essenza non duale. Ma anche volendo parlare nei termini del nostro linguaggio (rischiando però di avvilupparci e di intortarci) se la pura consapevolezza non è cosciente di sè, ma l’ego è cosciente, non essendo disgiunti stiamo parlando di due facce della stessa medaglia. E’ la vita che dà coscienza alla pura consapevolezza, quindi non vanno viste come due cose separate, la manifestazione è ininterrotta, non esiste pura consapevolezza senza movimento cioè vita, cioè coscienza. Sono insieme le due facce di ciò che “è”. L’immanifesto non smette di manifestarsi. Ho cercato di esprimere il mio punto di vista con tutti i limiti delle parole e dei ragionamenti.
Qui possiamo parlare solo di punti di vista…
Sul fatto che l’ego non esiste sono perplessa… Mi sembra una scissione “o c’è questo o c’è quello..”, per mia natura cerco di non escludere, “c’è questo e c’è quello”. Siamo nell’essenza, ma siamo anche ego, ma va bene così…
ChiaraScusa il precedente mesg era mio! Chiara
un atomoHo sentito moltissimo quanto detto da Chiara. Ultimamente ho letto La via dello zen di Watts, da allora è iniziato un nuovo cammino per me, o meglio sono più consapevole che il viaggio è sempre stato quello ma ora lo so. E’ difficile potersi esprimere su certe cose esatamente per ciò che molto bene dice CHiara, ogni concetto espresso è appunto un concetto e contiene una dualità che scollega dall’unicità dell’universo. Sto leggendo Almaas e devo dire una cosa per ora, per ora solamente, passo un’emozione, consapevole che è solo un’emozione: ho finalmente trovato in questo libro il linguaggio che cercavo. Fin dall’inizio, tutto ciò che nell’enneagramma dsolo elle passioni sentivo come limitato e limitante trova il suo scioglimento naturale. Tutta l’insoddisfazione per spiegazioni che ponevano al loro centro solo l’aspetto psicologico ed egoico, e che dolorosamente non mi bastava, tutta la sensazione di incompletezza e talora di inganno (che poi inganno non era ma solo insufficienza) trova la risposta nell’approccio di Almaas. Questo è il mio linguaggio, ciò che cercavo. Questo si riconnette a quella sete d’assoluto che è in me. L’enneagramma delle passioni e delle fissazioni è stato l’inizio del cammino, ma molti e molti modi sono idonei per indicare le sbarre della nostra prigione, questo l’ho saputo con certezza quando ho incontrato la ferita originaria, non c’era nulla, ma proprio nulla che già non sapessi, e questo sapere non serviva a niente. Mi bloccava in un luogo dove ero già stata per anni e anni . Entrare in contatto con l’nneagramma delle passioni è stato fondamentale, importantissimo ma non è sufficiente, è un sistema che aiuta a riconoscere i propri meccanismi ma vedere le sbarre non significa aprire la gabbia. E’ ancora un sistema di ‘giudizi’, di concetti, di verità parziali, ancora qualcosa che nutre la Vanità. Ma poi…non c’è una gabbia da aprire, non c’è nulla da afferrare e da ghermire, non c’è nulla che deve accadere, tutto già accade.
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