HomePage › Forum › Forum ASS.I.S.E. › Almaas e le idee sacre.
Questo argomento contiene 100 risposte, ha 1 partecipante, ed è stato aggiornato da Marina Pierini 13 anni, 2 mesi fa.
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Marina PieriniCarissimi Tecla, Roberto e Chiara, sono io che sono profondamente e sinceramente grata a voi per avermi donato momenti di grande emozione, condivisione e umiltà. Ero stata dolcemente invitata da chi mi vuol bene, ad essere prudente ed a non aspettarmi troppo da questo nostro scambio, perché mai fino ad oggi era riuscito a ciascuno di noi di poter parlare di questo, con tutta questa densità, intensità e capacità di aver cura della sensibilità altrui. Nonostante le buone intenzioni, questi sono argomenti che tendono a creare rabbia, stress, insofferenza o intolleranza, a tirare fuori il peggio anche se lo scopo non è quello di sopraffare. Io sono commossa, mi sento emozionata e faccio molta fatica a dirvi cosa tutto questo mi ha rivelato. Ho bisogno di fermarmi un attimo.
Perché io ho sempre sentito che quando si parla di argomenti del genere, così come giustamente e molto chiaramente ha spiegato Roberto, alla fine è della stessa cosa che si parla. Ciascuno a proprio modo, con i propri strumenti, a seconda dei condizionamenti culturali che ha e così via.
Scusate sono melensa. Ma sono veramente emozionata. Ho cose da dirvi, ma possono aspettare. Se mi fermo a dirvi grazie? Come dicevo, a volte lo sforzo e l’impeto servono solo a peggiorare le cose, a creare malintesi, ma questa mi sembra l’occasione in cui tutti ci siamo dati, nudi, come dice Tecla (e io comprendo) con i palmi aperti e fiduciosi di poterci scambiare qualcosa. Questa volta la tenacia, la necessità di chiarimento, sono stati solo lo strumento di una buona intenzione e io mi sento felice di sapere che questo è possibile.
Vi scriverò domani, domani, adesso devo prendere questa emozione e mi ci devo fermare, perché la gratitudine non ha mai abbastanza spazio nella nostra vita, e io non lo trovo giusto, questo è il momento per la gratitudine. Domani lo sarà per altro.
un atomoMarina, per caso stai leggendo il libro? se sì che te ne viene? Mi piacerebbe anche confrontarmi con Antonio su una cosa specifica. Quando Almaas parla della sacra idea del 2 fa una descrizione molto precisa dell’inganno specifico e della risposta dell’enneatipo che sembra proprio quella di un 4 di conservazione, parlando dell’orgoglio derivante dal senso di inadeguatezza e della risposta specifica dell’azione ostinata, della testarda contrapposizione a ciò che è accompagnata all’idea di sapere come covrebbero andare le cose. . Insomma sarebbe interessante confrontarsi. Al di là dei numeri mi è sembrata una descrizione dei meccanismi della ‘tenacia’ molto chiara.
Antonio BarbatoCara Vespera, la concezione dei nove psicocatalizzatori di Ichazo e della loro perdita è, in assoluto, la parte che meno mi convince della Ego-reduction da lui propugnata. Ichazo ha sempre affermato che esse sono da considerare idee platoniche in salsa neo-platonica e, quindi, principi universali, ma non si è mai nemmeno sognato di confutare l’affermazione della mistica indiana e di parte di quella cristiana, secondo cui la mancanza di qualsiasi attributo è l’unica affermazione che si può fare riguardo all’Assoluto. Inoltre, la mia esperienza mi porta a dire che l’ego si sviluppa strato dopo strato, come una piramide a gradoni, partendo dalla percezione ed arrivando ad una forma di consapevolezza, aggiungendo, quindi, e non perdendo qualcosa, se non si vuole postulare, come facevano Origene e gli Gnostici, che l’anima preesiste al corpo e viene imprigionata in esso. Tutte queste teorie para-trascendenti mi sembra che accontentino il gusto delle persone in cerca di facile spiritualità, rispecchiano, in un modo o nell’altro, la concezione della caduta dal pleroma (il paradiso perduto dell’incoscienza) e non vogliono riconoscere che nessuno sa quello che è inconoscibile. Io sono nella storia, so che sono il risultato di miliardi di permutazioni e di vite passate, e che l’unica cosa immutabile è il mutamento stesso a cui nessuna realtà ipotizzabile (idee platoniche comprese), può sfuggire.
un atomoscusa ma dal momento che l’idea centrale di Almaas si basa sulla non – dualità dell’assoluto perchè dici che dà attributi all’Assoluto? Se l’assoluto è unità ovviamente pensarlo con attributi crea una dicotomia immediata , ma questo è detto con estrema chiarezza. A meno di non considerare le idee sacre come attributi, ma non ho interpretato così la cosa. L’unica cosa immutabile è il mutamento ciò è affermato con chiarezza nel capitolo sulla sacra libertà. Io ho sentito una forte influenza del taoismo in tutto l’impianto del libro. non lo so… per ora mi sono fatta un’idea diversa del lavoro di Almaas. So che molti insegnanti di enneagramma propongono il Diamond approach, sarebbe interessante potersi confrontare. Mi pare che Maura per esempio lo faccia, magari vorrà contribuire alla discussione. Poi può sempre essere che sto cercando un pò di facile spiritualità:-) può essere, tuttavia poichè siamo limitati l’unica cosa che si può fare è vedere come agisce questa cosa su di noi. Vedi, io sono piuttosto perplessa invece rispetto ad alcune interpretazioni che se ne derivano, il metodo non è alla ricerca della creazione di nuovi stati di coscienza, anzi ti spiega che non c’è nulla da cercare. Insomma mi lasciano fredda le percezioni mistiche e gli stati extra sensoriali. Questo sì è ridurre il sistema a una ricettina facile e di moda. Comunque ci vorrebbero dei post lunghi 10.000 km per approfondire. Non mi sembra il caso…
Utente OspiteCiao Roberto, mi sono trovato per caso a leggere ciò che scrivi:(affermo subito per me l’ennegramma può essere spunto per discutere ma può essere fuorviante come tutti i sistemi di strutturazione) Dio c’è ma non lo sa io che credo di essere non ci sono.
La mia domanda: come si fa a pensare di esistere se una vita è così breve? L’esistere in un arco così irrisorio di tempo (80 anni se ci va bene), può significare qualcosa? Ha peso più grande della vita di un microbo?
Destrutturarsi non è morire, tutto ciò che diciamo o delineiamo è pura follia quando c’è attaccamento. Il fiume non mentalizza, ma continua a scorrere verso il mare, si può essere con semplicità senza almanaccare.
Saluti. Simon
Antonio BarbatoCara Bip-Bip, hai ragione nel sostenere che ci vorrebbe troppo tempo per spiegare certi punti controversi, tuttavia, dovresti ricordare dai tuoi studi giovanili che il mutamento di Eraclito esclude ogni forma di esistenza di forme eterne ed universali. La non-dualità è uno stato dell’essere e non può appartenere all’Assoluto di cui, ripeto, si può solo dire che non è questo nè quello (neti-neti nella filosofia indù), o la tenebra luminosissima di cui, con questo squisito ossimoro, parlava lo Pseudo-Dionigi. Il punto centrale, comunque, resta quello che queste idee non sono di Ahmeed Alì, bensì di Oscar Ichazo, e che implicano sempre una specie di caduta, un distacco da uno stato originario, e presuppongono, come è proprio della filosofia neo platonica, una pre esistenza dell’anima rispetto al corpo in cui si incarna. Se ti piace questa linea di pensiero, seguila, io preferisco restare nella storia e lavorare con la reintegrazione di quelle energie fisiche-emozionale e cognitive che non abbiamo avuto in forma adeguata nel corso del nostro sviluppo.
Utente OspiteSono perfettamente d’accordo con te Simon. Almanaccare non ha senso.
Marina Pierinima allora come mai non siamo come gli animali, e abbiamo una coscienza di noi?
Antonio BarbatoE se il fiume si impantana, come succede spesso se deve attraversare una zona desertica o viene incanalato? Smette di essere un fiume? Perde la sue qualità di irrigazione o resta in essenza quello che era? Questo non è almanaccare, ma porsi la fondamentale domanda: perché ho la consapevolezza di esistere??
Utente OspiteHa consapevolezza di esistere perchè *è* un animale e da quando in biologia esiste il movimento gli organismi hanno avuto bisogno di sensori che li avvertissero delle risposte dell’ambiente. Ora, siccome nell’essere umano si è concretizzato un progressivo distacco e un approccio sempre più indiretto alla realtà, che ha i suoi enormi vantaggi, la consapevolezza ha cominciato ad includere anche la realtà interna che è lo scenario di ciò che è possibile, del mondo virtuale. Questa è una possibile spiegazione, terra terra in termini evoluzionistici (o almeno un tentativo di darla)
Marina PieriniL’essere umano ha qualcosa che gli animali non hanno, se non, in maniera primitiva le scimmie…..IO è diverso da TU. Sono stati fatti moltissimi esperimenti di animali posti di fronte ad uno specchio, e solo gli scimpanzè hanno mostrato di comprendere che l’immagine riflessa nello specchio non era l’immagine di un altro animale, ma la loro. Hanno capito in maniera primordiale la differenza tra io e l’altro, e come riconoscere sè stessi osservando i propri movimenti allo specchio. Noi umani sappiamo, comprendiamo, che abbiamo una identità unica, irripetibile, distinta e differente dalle altre…e questo…secondo me, significa qualcosa.
un atomoche vuol dire che gli animali non hanno senso d’identità ? che non distinguono tra io e tu? Quindi un cane poichè non si riconosce allo specchio non sa di essere QUEL cane, si confondo con altri cani? non si percepisce con caratteristiche proprie? Ma siamo sicuri, che l’unica differenza in realtà non consiste nel fatto che l’uomo mette sul proprio senso d’identità un mucchio di parole, di concetti, di astrazioni simboliche? Per me la differenza tra uomo e anomaale è nel linguaggio con tutto ciò di simbolico e concettuale e sovrasrutturale esso comporta. secondo me gli animali hanno un senso molto preciso della loro identità ma la vivono in modo naturtale e spontaneo, senza pensieri aggiunti…beati loro!
Utente Ospite/Lo sveglioanche il polpo di fronte allo specchio…….
Utente Ospite/Lo sveglioo forse il delfino
Marina PieriniSono un pò sorpresa del tuo intervento Atomo… 🙂 per due motivi, uno perchè quello che io dico altro non è che una citazione maccheronica di studi portati avanti da tanti tanti anni, da gruppi di Scienziati, Neurologi e Medici di vario genere, tra i quali molti premi Nobel, che sono risaputi ed alla portata di tutti…non sto inventando nulla. Basta seguire una qualunque trasmissione in cui si parla di questi esperimenti per rendersi conto che non si tratta di bubbole e conclusioni superficiali. Secondo, perchè so che tu hai un cane, e che tanto quanto me, puoi sperimentare continuamente quali sono le reazioni istintive e quali quelle coscienti ma molto molto primitive, del tuo animale. Non trovo che tu abbia interpretato precisamente il senso di quanto volevo dire. Ma forse sbaglio, dimmi tu. Ti faccio notare, comunque, che se tu riprendi con una telecamera il tuo cane, e lo metti di fronte al televisore davanti alla sua registrazione, non ci sarà alcun riconoscimento da parte sua riguardo al fatto che sta guardando la sua stessa immagine riprodotta. Lo stesso se gli fai guardare una sua foto. Chi si riconosce in una foto, in una immagine registrata, in uno specchio ha una specifica consapevolezza del sè diverso da te. Io mi riconoscerei anche in una foto in cui compaiono mille facce e lo stesso tu. No? è un fatto inconfutabile. Tra l’altro leggevo che solo la consapevolezza superiore di se, può determinare la rottuna di schemi fissi e generare per una frazione di centesimo di secondo, l’opportunità della libera scelta rispetto a ciò che noi faremmo per istinto. Gli animali non hanno questa caratteristica. La consapevolezza di sè degli animali ha un livello estremamente primitivo, questo dipende anche, tra l’altro, dalla conformazione del cervello e dalla sua evoluzione rispetto alla necessità, ottenuta nei millenni di trasformazione di ciascuna specie. Secondo i Signori Edelman e Tononi, come ti accennavo prima, la coscienza di se è quello stato mentale capace di rompere le catene causali che governano l’universo fisico (macroscopico), di coniugare l’oggettività alla soggettività, di dare consapevolezza all’io e di generare la libertà. Dicono tra l’altro che vi sono tre livelli specifici per riconoscere lo stato di coscienza detto “superiore” degli umani, rispetto a quello primitivo degli animali. Qualche settimana fa Shila, il mio cane, ha fatto un peto rumoroso, e la sua reazione è stata di estrema perplessità perchè non riusciva a capire da dove fosse venuto quello strano rumore alle sue spalle. Abbiamo riso molto (dopo essere fuggiti fuori al balcone date le ovvie conseguenze della sua esplosione!!) ma non abbiamo potuto fare a meno di notare che lei abbaiava perplessa alla stanza alle sue spalle convinta che quel rumore fosse stato provocato da qualcun altro. Non capiva che era stata lei a provocarlo. Non associava sensazione, rumore e olezzo a se stessa come fonte dell’evento. Te ne posso fare mille di esempi del genere, ma mi sembra così ovvio, che quando schiacciamo una zanzara non lo facciamo pensando che ha consapevolezza di se, tanto quanto un polpo allo specchio! Forse le domande che ci facciamo sono mucchi di astrazioni e parole, ma noi lo possiamo fare, loro no, e anche questo è un fatto dal quale è difficile prescindere. Non mi sembra di aver detto qualcosa di strano, o di sconosciuto, per questo scusa ma….sono perplessa…
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