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Questo argomento contiene 100 risposte, ha 1 partecipante, ed è stato aggiornato da Marina Pierini 13 anni, 2 mesi fa.
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Antonio BarbatoCorreggo uno scivolone relativo al mio post precedente. Il libri di Huxley si chiama Le Porte della Percezione e descrive gli effetti della mescalina sul cervello umano. Personalmente l’ho trovato veramente molto interessante. Ciao Bip-Bip sei sempre stimolante!
un atomo🙂 🙂 🙂 …riempi i puntini di quello che vuoi.. ..:-) …
Marina PieriniCara Atomo, non metto in dubbio che sia un premio Nobel, l’ho citato non a caso. Diciamo che il problema dell’estrapolare brani da internet è quello di dover “interpretare” appunto piccole tranche di lavoro, magari citazioni, piuttosto che un risultato completo nel suo giusto contesto. Nemmeno il mio commento risulta preciso circa quello che volevo dire sui cani e la loro memoria, e ti assicuro che le persone, centinaia, che coi cani ci lavorano, saranno anche sconosciute ai più, ma san bene anche loro di cosa parlano 😉 in ogni caso non è opportuno trasformare almaas in un addestratore di cani e sono sicura che ci saranno altre occasioni per raccontarci quello che di queste splendide creature sappiamo e abbiamo imparato. Chiaretta! Immagino Gianco che ti bacchetta mentre tu vieni travolta dalla magia delle tue sensazioni! Ho avuto occasione di assistere a questa scenetta più di una volta 🙂 (lo dico in senso affettuoso) e non ti nego che anche per me è sempre un grande sacrificio cercare di fare i conti con la realtà. Sai cosa? E’ che le cose quando non vengono filtrate dal cuore ci sembrano senza anima, senza calore, quasi disamorate, ma non è così. Imparare a vedere certe cose così come sono, non significa necessariamente doverle privare della loro magia, del loro naturale incanto e di tutto quanto esse possono contenere al nostro sguardo emozionale. Ma dobbiamo saperlo fare. Dobbiamo saper guardare. Perchè noi tipi del cuore rischiamo spesso di perdere il senso della realtà, la giusta dimensione delle cose, la loro giusta importanza, e questo danneggia sia noi che ciò a cui teniamo, qualche volta. Abbraccioni.
Utente OspiteCiao Marina, mi devi spiegare perchè quello che ho scritto fa intendere che confondo “coscienza o anima” con “coscienza del sè”. In realtà volevo dire che non si parla di anima (che era l’argomento iniziale del post) perchè non si sà che cosa sia nè se siamo autorizzati a dedurne l’esistenza, mentre si parla di “coscienza di sé” e identità come dice Antonio. Non era chiaro mi sà 🙁 … Quanto a Chen, volevo appunto dire che le parole gli hanno fatto da specchio, in quanto forma di comunicazione usata che rappresentare un “oggetto” in senso lato, che solo lui poteva riconoscere, ma mi sa che anche qui non mi sono spiegata bene, accipicchia, forse nella fretta di dire tutto. Il linguaggio è una forma di comunicazione dei contenuti e delle attività del pensiero, ma se non c’è una corrispondenza nella mente di 2 interlocutori non si comunica niente. Per quello ho detto che Chen così ignorante non era. Vi torna? Vi prego, datemi un aiutino perchè mi dispiace perdere il filo del discorso con voi. Mi faccio capire un po’ meglio adesso oppure sono io che non mi capisco :-S … Comunque mi entusiasma scoprire quanti interessi condivisi ci sono tra le persone di questo forum. Anche io leggo di neuroscienze e mi intrigano molto gli argomenti della coscienza e dell’identità!!! :-))
SarahScusate era io. Sarah
Antonio BarbatoCara Sarah, mi torna quello che dici e non preoccuparti per le iniziali incomprensioni. Su questo forum ci sono, per fortuna, persone che amano dibattere perché sono appassionate, ma non insensibili. Lascio alla mia Marinella la spiegazione della sua affermazione. Io ho imparato che, se la lascio parlare e la ascolto mentre svolge il filo del suo pensiero, alla fine mi arriva sempre qualcosa di bello e sorprendente e mai pure elucubrazioni, come lei modestamente ha sostenuto.
Utente OspiteSì! E’ un bel dibattere e mi diverto un sacco..da buona appassionata! Solo non ho ancora capito perchè Marina legge nelle mie parole un “soggettivizzare troppo il “senso” di quanto gli altri ci dicono”. Sono curiosa di natura per cui aspetto un risposta se Marina avrà la pazienza e la voglia di rispondere a questa noiosissima domanda. Un’altra cosa che non ho capito è la tua affermazione: “L’ego si oppone alla propria fine…si rifiuta di obbedire alle regole alle quali obbedisce tutto il resto del creato!” Perchè dici così? L’istinto di sopravvivenza è comune a tutti gli animali. Non ti sembra che l’ego rientri in questo schema? Che differenza ci trovi? Mi manca qualche passaggio…
Marina PieriniCara Sarah risponderò alla tua domanda, anche se non come tu vorresti. Preferisco invece raccontarti qualcosa che ho imparato proprio grazie a questo forum. Vedi Sarah, se tu non ci avessi detto di essere un tipo 4, me ne sarei comunque resa conto, perchè hai una modalità di porti e di portare avanti un discorso che rispecchia moltissimi comportamenti tipici proprio del 4. Dunque, se me lo permetti, vorrei sottoporre alla tua attenzione, qualche piccolo trucco per “sgamare” e successivamente controllare (beato chi ci riesce!) un errore che noi 4 molto molto spesso commettiamo. Forse non ti interessa. Ma io ci provo lo stesso, personalmente, anche se non sempre funziona per me, perchè la passione mi travolge, sento che i veri cambiamenti li ottengo con le piccole cose, i piccoli slittamenti verso alternative comportamentali che altrimenti mi sarebbero ignote o inusuali. L’alternativa mi svela a me stessa. In due parole. Tu mi chiedi in che senso non capisci o faintendi una data cosa. La tua insistenza nasce dal desiderio di non essere sottovalutata, ma sopratutto fraintesa. La comprensione è così importante per noi da rasentare talvolta l’ossessione. Ricordi qual’e’ la Fissazione per un tipo 4? L’insoddisfazione. La necessità di farsi capire e di capire, quando supera un dato limite, ci porta inesorabilmente a giocare i nostri giochi Passionali. Mi sono accorta, durante la seconda fase di questo dibattito, di aver nuovamente commesso questo errore. La frustrazione di non essere capita, superava l’importanza di tutto il resto. Pur condividendo alcuni pensieri espressi, mi sono sentita così isolata nel verificare la distanza degli altri, circa quanto dicevo, che non ne venivo più fuori. La cosa, l’unica, che si deve fare quando questo accade è mollare la presa Sarah. Non si muore per una incomprensione. Non si muore nemmeno per mille incomprensioni. Questo non vuol dire “ritirarsi” come farebbe usualmente un 5, o chiunque scelga ad esempio la “non partecipazione” come modalità aggressiva. Vuol dire per noi, contare fino a 100. Prendere una distanza che ridisegna i contorni reali e la reale importanza delle cose. Antonio mi sgrida 🙂 perchè dice che per me gli altri contano troppo, e quindi quello che gli altri mi dicono può ferirmi troppo. E’ vero. Non cambierò il fatto che la “relazione” con gli altri è per me importante ma so bene che devo allegerire il carico. Me lo dice il mio senso dell’onestà che mi fa riconoscere la differenza tra il volerci essere e l’inganno del mio movimento Passionale. E’ una questione di quantità. Tu mi chiedi insistentemente una cosa. Hai provato a rileggere il tuo intervento? C’e’ qualcuno che ti chiede di non soggettivizzare. C’e’ qualcuno che ti dice che stai fraintendendo qualcosa. Non è grave e non necessariamente è vero. Chi lo sa. Ma se davvero ti interessa, devi fare uno sforzo (uno costruttivo, non uno sforzo ostinato che è così tipico per noi 4) allontanarti da questa discussione, magari per qualche giorno, tornare poi sui tuoi passi e rileggere le cose che tu hai scritto e che ti ho scritto, questa volta senza correre sulle parole, senza dare per scontato che tutto arrivi agli altri così come noi vorremmo. Avevo fatto copia incolla delle frasi in cui secondo me tu mostri di slittare verso altri significati rispetto al mio intervento ma……non li incollerò. Non posso giocare questo gioco con te, e non lo faccio per il bene di entrambe. Mi sento fiduciosa e spero che tu possa capire il buono che c’e’ in questa mia scelta e null’altro che questo. L’ego molto più di qualunque altra cosa, non vuole morire….ma possiamo dargli qualche martellata sulla testa ogni tanto. 🙂 fa meno male di quanto l’ego stesso ti porti a pensare….a presto!
SarahGrazie! Non era così importante in effetti. Secondo me anche se mi dici dove pensi mi sia persa nel discorso, non è una cosa grave come la metti tu, comunque…se non ti va pazienza, a me non cambia niente, va bene, fa lo stesso. Risponderò a qualche altro contributo in base a quello che comprendo. Se poi tu o un’altra persona si sente esclusa perchè non rispondo ai tuoi/suoi post e “salto di palo in frasca” pazienza. Comunque penso che il tuo principio non si applichi bene in un forum. Che senso ha continuare a rispondersi se non si vuole nemmeno capire quello che uno dice. Come si fa a mantenere un minimo di filo logico. Non è mica un forum di monologhi! Boh! Non capisco tanto…
Antonio BarbatoCara Sarah, nel resto del mondo animale gli esemplari più vecchi, malati o malandati, finiscono per essere eliminati rapidamente, mentre, per nostra fortuna, ciò non accade nell’uomo. In termini più generali bisogna sempre tener presente che la natura non in tiene in considerazione il singolo soggetto, perché quello che importa è il gene, non l’individuo. L’ego dell’uomo, però, ha una consapevolezza che manca agli animali: sa che dovrà morire e, per sfuggire a questa fondamentale verità, si inventa tutta una serie di idee magiche o di inganni con i quali finge di non vedere. Un esempio fra i tanti per illustrare meglio il punto: Dorian Gray. Il suo ego non voleva assolutamente saperne di invecchiare, corrompersi e morire. Si rifiutava, per così dire, di seguire l’ordine naturale delle cose. Non pensare che Wilde abbia creato qualcosa di assurdo, perché la realtà, come sempre, supera l’immaginazione, e così abbiamo il caso di una celeberrima serial serial, una nobildonna ungherese, che, per ottenere lo stesso risultato di Gray, fece uccidere oltre cinquecento fanciulle giovani per fare un bagno di bellezza ringiovanente (secondo il suo folle ego), nel loro sangue. La verità è che non ci si può opporre alle regole che regolano il nostro spazio-tempo, anche se ci farebbe tanto piacere poterlo fare.
un atomoCara Sarah sei proprio un 4 come molti di noi, si sente, balza nelle righe, ti viene incontro. Io mi sono fatta l’idea che non ci sono tipi più incompatibili dei 4 quando stanno insieme, eppure… se si pigliano, non si lasciano…chi mai potrebbe darci tanta soddisfazione se non individui altrettanto ostinati, ipersensibili, umorali e puntigliosi? Non parlo di te in particolare ma di tutti noi che guarda caso siamo quelli che scrivono con più accanimento e passione, quelli che litigano, che ricompongono, che si sentono feriti o incompresi e poi..poi ragionano, ricompongono, ricominciano, sempre in gioco. Forse dovremmo un pò stancarci….o per lo meno come dice Marina contare fino a 1000, io però a volte scatto pure a 1001 🙂 Io penso, parlo per me, ma credo sia un pò di tuitti noi, che ci innammoriamo appassionatamente di una tesi, ce ne convinciamo sempre più mentre ne discutiamo, ma tutto sommato potremmo sostenere con eguale convinzione anche la tesi opposta per il solo gusto di marciare a 1000 sul treno che abbiamo preso, a volte è divertente, altre volte un pò meno…e soprattutto lascia basiti gli altri, tutti gli altri che magari ci trovano un pò eccessivi. o no? Ah e un’altra cosa siamo molto competitivi, ma non lo ammettiamo facilmente nemmeno con noi stessi, per il semplice fatto che ci sentiamo terribilmente superiori e snob di fronte a un meccanismo così banale come il competere,noooooo, noi solo per amore della verità. Mha!!!!
Marina PieriniOvviamente sottolineo quanto dice Atomo. Cara Sarah…credo tu stia prendendo il mio spunto nel peggiore dei modi e questo mi spiace, ma il mio era un’invito a riflettere e metabolizzare prima di lanciarsi di nuovo a ruota libera in una discussione. Mi dici questo è un forum. Vero. Non è un luogo di monologhi. Vero. Allora quando non ci si comprende, neanche dopo le dovute spegazioni, non si rischia di parlare da soli pur non volendo? In un forum possono esserci ragionamenti di qualità oltre che di quantità. A te, come a noi, non manca nessuna delle due capacità….solo… tu non rileggi quanto ti viene scritto, e precipiti sui ragionamenti e sulle conclusioni. Ne sono sicura 🙂 perchè lo abbiamo fatto tutti prima di te!! Io sono solo una rea confessa!! 🙂 In un forum non si possono trovare buoni spunti per osservarsi meglio? Per riflettere oltre che per parlare? Non credo tu voglia dire questo, quindi non prenderla male e non prenderla come se si trattasse di un fatto personale perchè non lo è. Anzi è personale ma riguarda più me, ed il mio continuo scivolare nei miei meccanismi, che non te. Hai già avuto tutte le risposte. Credimi te lo scrivo con un sorriso amichevole, non certo per dispiacerti. Se il problema è capire tutte le risposte, hai già tutto quanto ti serve. Vedi…un’altro gioco dei 4 è…spacchiamo il capello in 444! Perchè la comprensione per noi diventa cercare l’invisibile agli occhi, ma commettiamo l’errore di credere che l’invisibile agli occhi si trovi per forza sotto cento strati nel sottosuolo. Questo ci rende inutilmente sfibranti. Sarah…quello che non si vede, potremmo non vederlo perchè lo abbiamo sotto il naso, e invece noi stiamo lì a scavare un buco che esca all’altro capo del mondo. Riflettere non vuol dire abbandonare l’altro ad un monologo…ma impedire che vi siano due monologhi e darsi il tempo di tornare sui propri passi, raccogliere quanto perduto, e riprendere il viaggio. Come vedi…non sei sola.
SarahAntonio, scusa ma devo avere qualche problema di comprensione. Che il gene sia più importante dell’individuo è assodato. Che l’uomo non voglia morire, ok, ci siamo e pure sul punto che immaginando e prevedendo la sua morte, si inventi idee magiche e inganni. Perchè questo andrebbe contro le leggi abituali in natura non mi è chiaro invece. Anche una preda scappa dalla sua morte quando vede il predatore. L’uomo lo fa con l’immaginazione perchè “vede” la sua morte con l’immaginazione appunto, cosa che gli animali non possono fare. Non è istinto di sopravvivenza anche quello? Non è scappare dalla morte, appunto? Dove hai letto quest’idea? Spiegami che non capisco.
Antonio BarbatoCara Sarah, probabilmente non mi sono spiegato bene io. Nell’uomo l’istinto di conservazione non funziona come negli altri animali, perchè è condizionato dal modo col quale l’ego manipola gli altri due istinti. Pensa, ad esempio, ai kamikaze giapponesi della seconda guerra mondiale, o agli attuali fanatici che si fanno esplodere per una causa religiosa e vedrai immediatamente la differenza. Questo, però, è solo uno dei modi con i quali l’ego si differenzia rispetto agli animali. Un altro modo è quello, decisamente lodevole, col quale si mantengon in vita coloro che non possono farlo da soli, a differenza del mondo animale. L’ego, però, vorrebbe sopravvivere in eterno. Questo è il problema, semplicemente perché ciò è contrario all’evoluzione ed al nostro destino. Mi sono spiegato meglio ora??
SarahCredo di sì. Grazie.
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