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Cent’anni di….enneatipi. Grande successo si replica

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Questo argomento contiene 47 risposte, ha 1 partecipante, ed è stato aggiornato da  Antonio Barbato 13 anni, 2 mesi fa.

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  • #719 Risposta

    Antonio Barbato

    Visto il successo del thread sui personaggi dell’Odissea, ispirato dal libro di Goldberg che insegna i tipi dell’enneagramma senza nemmeno nominarli, invito tutti e, in particolare, gli accaniti Quattro che sono la maggior parte dei partecipanti al forum ad un nuovo tema simile. Fernando Uribe, un insegnante colombiano del quale abbiamo usato qualche testo per la nostra rivista, insegna i tipi usando i personaggi del celeberrimo Cent’Anni di Solitudine, opera prima e meravigliosa del suo connazionale Gabriel Garcia Marquez del quale sono fervente ammiratore. Secondo Fernando tutti e nove gli enneatipi sono rappresentati ed, effettivamente, molti indizi sembrano concordare sul punto. Che ne dite amiche ed amici che rendete questo forum un luogo di piacere nel quale dilettarsi??

    #6722 Risposta

    Daniele

    Aureliano Buendìa è proprio come me. Credo che sia un Cinque filosofo che si trova a fare il guerriero.

    #6723 Risposta

    Marina Pierini

    ma…ma…e non è giusto però! 🙁 io non l’ho lettooooooooooooooooooooo!

    #6724 Risposta

    Antonio Barbato

    Cara Mari fai sempre in tempo a rimediare….Comunque secondo Fernando Uribe il personaggio del colonnello Aureliano Buendìa non è assolutamente facile da definire. Certo, sembra appartenere all’area del pensiero, ma è molto difficile decifrare proprio il tipo del personaggio che, in qualche modo, è centrale in tutto il romanzo.

    #6725 Risposta

    Antonio Barbato

    Se non si fosse capito io adoro Cent’anni di solitudine che ho letto, per la prima volta, a 14 anni ed ho riletto più e più volte nel corso degli anni, sempre con indicibile piacere. L’unico dolore, perché è un dolore vedere che uno scrittore che tu ami non ne stima un altro che a te strapiace, è sempre stato quello della stroncatura da parte di Pasolini, che da buon Quattro doveva trovare qualcosa da ridire. La lettura, secondo l’ottica dell’EdT, mi sembra aggiunga un’altra chiave di comprensione dei contenuti del romanzo. Secondo Fernando i personaggi che rappresentano i tipi in modo chiaro sono: Josè Arcadio (Padre)- Ursula- Josè Arcadio (Figlio)- Amaranta- Rebeca- Melquiades- Pietro Crespi- Aureliano Secondo- Apollinare Moscotte. Sembra, invece, molto difficile identificare correttamente il tipo del personaggio principale del libro, il Colonnello Aureliano, a causa delle sfaccettature del suo carattere.

    #6726 Risposta

    Teresa

    E vabbè….riprenderò in mano Cent’anni di solitudine. E’ il mio libro preferito. Anch’io l’ho letto la prima volta da ragazza. Ricordo che quando stavo per finirlo ne leggevo una-due pagine al giorno perchè non volevo finisse!!!

    #6727 Risposta

    un atomo

    Sono passati più di 15 anni dall’ultima volta che ho riletto il libro e non è molto semplice ricordare tutto. ci provo, ma ci dovrò pensare molto di più. Direi che Josè Arcadio padre potrebbe far pensare ad un 9 per il fatto che affascinato ed ossessionato dalle invenzioni degli zingari cade come in una dimenticanza di se stesso , dei figli, delle sue responsabilità, insomma una forma di oblio e quel perdersi tipico dei 9 dietro qualcosa che li distragga. Josè Arcadio figlio potrebbe essere un 8 almeno dopo la sua trasformazione con il suo corpo tatuato, il suo machismo, la sua aggressività e l’odore di polvere da sparo che emana anche dopo morto. Amaranta un 4 per l’invidia. Ricordo che quando ho letto il libro parlandone con altre persone mi ha colpito il fatto che nella ridda di personaggi i miei amici individuavano il principale in modo diverso. Per alcuni il vero cardine della storia è Melquiades, per altri è la forza di Ursula, per me tutto il libro è Aureliano Buendia. IN termini di enneagramma significa qualcosa privilegiare nel proprio immaginario un personaggio o un altro? Penso di sì. Su Melquiades sono molto incerta tra un 5 e un 7.Aiuto. Non ho il tempo di rileggere il libro, ma se mi applico troppo nella discussione sarò costrettaaaaaaaaaaaNon avete idea del tempo che ho dedicato ai personaggi dell’odissea, riesumando anche i testi del liceo. Lo so che nessuno mi obbliga , mi OBBLIGO da SOLA, questa è la cosa ASSURDA. Cercherò di prenderla come una buona occasione per resistere a una sfida.

    #6728 Risposta

    Antonio Barbato

    Cara Atomo e, secondo te, cosa vuol dire essere un Quattro di Ritrazione/Conservazione?? Perché, poi, resistere, ad una sfida che ci fa sentire impegnati in qualcosa di gradevole? Come diceva il buon Wilde, si può resistere a tutto tranne che alle tentazioni:):):):):)

    #6729 Risposta

    Antonio Barbato

    Aureliano è il vero enigma del romanzo perché, fondamentalmente, è un riflessivo/pensatore che, però, non si sottrae alla azione, anzi, la va quasi cercando. Somiglia, in qualche modo, come ha scritto l’amico Daniele, a Marco Aurelio l’imperatore filosofo, ma ha anche dei vuoti d’animo che si alternano a slanci improvvisi. La posizione verso le donne, dopo che gli muore la moglie bambina per la quale ha una passione tanto violenta quanto subitanea, è di quasi indifferenza, anche se diventerà padre di 27 figli che non riuscirà nemmeno a conoscere, e in questo somiglia a quella posizione esistenziale da Quattro esposta nella canzone The Road di Jackson Brown. Meno difficoltà pone certamente il fratello, Josè Arcadio figlio, che è sicuramente un tipo Otto, descritto in maniera veramente spettacolosa. Le parole che Marquez usa per descrivere il primo incontro sessuale fra Josè Arcadio e la moglie sono assolutamente magiche e, fosse solo per quelle, il libro merita di essere letto e riletto. Atomo, non mollare, ti voglio bella tosta sull’argomento!! Carletta, tu non stati partecipando; forse non conosci il libro? Allora è un’ottima occasione per divorarlo!!

    #6730 Risposta

    Carla Basagni

    …ma certo che l’ho letto anch’io…a suo tempo! Era praticamente impossibile essere adolescenti negli anni Settanta e non leggere Cent’anni di solitudine. Solo che, a differenza di altri libri, questo non l’ho mai più riletto e non me lo ricordavo quasi per niente, a parte l’impressione generale di testo “entusiasmante” ed originale che ha fatto anche a voi. Comunque, ho cominciato a rileggerlo, sono ancora all’inizio e molti personaggi non riesco ancora a vederli bene. Altri invece, cominciano a venire fuori meglio. Melquiades mi sembra proprio un tipo Sette per la curiosità nei confronti delle nuove scoperte e soprattutto per l’entusiasmo con cui le promuove. Anche Josè Arcadio padre mi pare abbia diversi tratti del Sette, per quell’entusiasmo un po’ infantile con cui si “butta” negli esperimenti proposti da Melquiades, ed anche per l’aggressività dimostrata quando viene messa in dubbio la sua virilità, che lo porta addirittura ad uccidere chi lo ha provocato. Ursula, fin dall’inizio, mi è sembrata chiaramente un Uno per l’ordine e la pulizia impeccabile con cui tiene la sua casa, l’impegno indefesso nel contribuire all’economia familiare,tramite la confezione giornaliera di dolcetti caramellati da vendere al villaggio e, non ultimo, per il particolare della cintura di castità con cui cerca di resistere all’unione con il marito, nei primi tempi del matrimonio, per paura che possano nascere figli malformati : è come se temesse che, lasciandosi andare alle sue naturali pulsioni sessuali e “perdendo il controllo” per qualche momento, debbano per forza derivarne delle tristi conseguenze, un sentire molto “da Uno”, mi pare.
    Per quanto riguarda Aureliano, ha appena cominciato a delinearsi. Il suo tuffarsi nel laboratorio alchemico, indifferente a qualsiasi altra cosa, mi sembra molto da Cinque, però l’intuito nei confronti delle persone, la capacità di capire cosa si nasconde aldilà delle apparenze, mi sembra rivelare anche un buon sviluppo della parte emotiva della personalità, un’emotività da Quattro, un po’ “sotterranea”, che traspare solo rare volte…

    #6731 Risposta

    Antonio Barbato

    Eccomi di ritorno a casa e sul tema. Ursula è sicuramente un tipo Uno per tutti i motivi che ha ben descritto Carla ed anche per la sua famosa espressione/preoccupazione: “fino a che sarò viva io non mancheranno mai i soldi in questa casa di pazzi”. Frase con la quale chiarisce al resto del vicinato che lei è il vero pilastro della famiglia. Nel caso di contrasto fra giustizia ed autorità Ursula, come è tipico, non esita a scegliere la prima. Emblematica è la sua reazione all’assassinio fatto commettere da Arcadio (il nipote), che da ordine di fucilare un trombettiere solo perché aveva suonato ironicamente al suo passaggio. Nonostante Arcadio sia la massima autorità militare a Macondo in quel momento, infatti, Ursula non esita nemmeno un momento nel prenderlo a frustrate e nello svergognarlo per l’arbitrio che ha commesso. Ursula è un po’, come dice lei stessa, il buon senso e la ragion pratica (forse solo un poco troppo morale) della famiglia e, non a caso, muore ultra centenaria quasi alla fine del romanzo. Atomo ti sei data già per vinta?? Non è da te ed anche dalla Terry e dalla Sirena mi aspetto qualche piccolo sforzo…..

    #6732 Risposta

    Teresa

    Eh Antò…mi sa che prima che io lo rilegga (avevo vent’anni l’ultima volta che l’ho letto…fatti un pò i conti!!) voi avrete già fatto tutte le considerazioni ed inviduato gli enneatipi!!!!Interessantissimo il lavoro che farete su enneatipi e cinema. Mi diverto un sacco ad individuare gli enneatipi quando vedo un film. Antonio non posso venire, domenica parto per la Sicilia, vedremo se potrò a qualche altro incontro. Ma per caso qualcuno ha visto Tutti pazzi per amore?!! Sarà terra terra ma mi ha fatto scompisciare dalle risate! I tipi mi sembrano così chiari tutti. Se qualcuno l’ha visto me lo dice per favore?? Baci!!!!!

    #6733 Risposta

    un atomo

    Tutti pazzi per amore: fantastico. La prima serie era ancora più divertente. Infatti la sto rivedendo tutta sul sito della Rai. Agli enneatipi non ci ho pensato, lo sai…però effettivamente qualcuno è facilmente individuabile. Quello che non mi è piaciuto della seconda serie è la mancanza del rapporto reale tra Monica e Michele, per me i veri protagonisti: li amo, simpatici,pieni di humor, tosti, con tanta personalità eppure teneri.

    #6734 Risposta

    Teresa

    Oh meno male, qualcuno che l’ha visto!!!! Anche a me è piaciuta più la prima serie…che sto rivedendo 🙂 Bè a me salta agli occhi subito che Monica è un 4 sessuale e Michele un 7 e Paolo credo un 6 con la sua ansia, paranoia, dubbi…Maya chiaramente un 2 sessuale come un 2 anche Rosa. E Laura? Un 3? Ho pensato anche ad un 9 per la sua esigenza che tutto sia armonioso, che tutti siano in pace e che si vogliano bene, ecc. Comunque una serie fantastica!!!! Ah…Buongiorno a tutti!!!!

    #6735 Risposta

    Carla Basagni

    Riporto l’attenzione sul romanzo di Marquez, se permettete. Lo sto rileggendo ora e devo dire che mi sento davvero oppressa dall’atmosfera generale dell’opera. Per me è interessante vedere che, nella lettura della mia adolescenza, mi avevano colpito i lati “fantastici” del romanzo (i presagi, le presenze ultraterrene) e ora mi sento invece oppressa dal maschilismo, dalla ricerca di potere, la manifestazione di forza, gli abusi dei militari, la prepotenza che si trovano in tutto il romanzo( e che infatti sono caratteristici del Sudamerica). Ad esempio, ho letto dello “sviluppo” (chiamiamolo così) del colonnello Aureliano Buendia, del quale non mi ricordavo quasi niente ed ho visto un personaggio sostanzialmente freddo, chiuso nella sua solitudine, come viene detto più volte dallo scrittore, che non “si trova” per caso nella guerra, ma sceglie consapevolmente di fare la guerra e di esserne uno dei comandanti, secondo me, per sete di potere, per puntiglio di non voler rivedere le sue posizioni, per puro spirito di sopraffazione sull’altro, incapace del minimo slancio …altro che filosofo!! Per non parlare della vicenda della sua sposa-bambina, obbligata da lui e tutto il contesto familiare a sposarsi dopo le prime mestruazioni e poi brutalizzata fino a farla morire di parto. E qui possiamo pure chiamare in causa la società arcaica e patriarcale sudamericana, quanto volete, ma certo anche l’egoismo e la durezza d’animo di Aureliano che, in questa vicenda, ha guardato solo il suo punto di vista.
    Lo vedrei come un Cinque che va verso l’Otto, senza averne però gli slanci di generosità . Vedi, ad esempio, la vicenda del fratello José Arcadio (un Otto, come avete detto, infatti)) che, con un gesto generoso, si espone per salvare Aureliano dalla fucilazione e finisce ammazzato da un sicario proprio per aver compiuto questo gesto. A risentirci presto, per altre considerazioni…

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