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Che cosa è una passione, che cosa è una fissazione?

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Questo argomento contiene 10 risposte, ha 1 partecipante, ed è stato aggiornato da  Claudio Garibaldi 13 anni, 1 mese fa.

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  • #577 Risposta

    Antonio Barbato

    Se ne parla sempre tanto fra gli aficionados dell’enneagramma e fra coloro che si ritengono in grado di potere insegnare ad altri il sistema, ma che cosa sono, in senso ontologico, una passione ed una fissazione? Se non si sa rispondere a questa semplice domanda, sarebbe almeno interessante sapere perché vengono utilizzate proprio quelle parole per definire il “tema dominante” del centro emozionale e di quello del pensiero. C’è qualcuno che si vuole cimentare a provare di rispondere??

    #4071 Risposta

    Alice/Stefania

    Bella questa eh!!??? Risponderanno tutti prima di me, ma…lasciami il tempo che mi informo meglio…non vorrei dire una cavolata. Sbaglio o l’ho già sentita al telefono questa domanda? :):):)

    #4072 Risposta

    Marina Pierini

    Possiamo rispondere a parole nostre o dobbiamo usare una sorta di definizione da imparare a memoria? La Passione, secondo me, e’ in un certo senso l’abito che il nostro ego (il nostro sistema difensivo) sceglie di indossare per sopravvivere nell’ambiente assieme agli altri e per cercare di distrarsi dal pensiero della morte, dell’abbandono e dell’impermanenza delle cose. La ferita originaria e’ alla radice della nascita di tale Passione, che caratterizza un certo tipo di approccio alla vita e determinate “reazioni meccaniche” rispetto agli stimoli e agli eventi dell’ esistenza. L’enneagramma suggerisce che vi siano 9 Passioni principali, 9 modi differenti, 9 “occhiali” diversi attraverso i quali decifrare il mondo. Da questi enneatipi poi “ramificano” tre istinti per ogni Passione, che modificano apparentemente il senso stesso della passione dominante, ma che ad essa riconducono sistematicamente, confermandola. La Passione e’ il modo in cui noi sentiamo di esistere. E’ l’emozione dominante dentro ciascuno di noi. E’ cio’ che ci conduce invariabilmente ad un certo tipo di risposte piuttosto che ad altre. E’ la domanda che noi ci poniamo e alla quale rispondiamo. Se il fuoco dominante e’ quello dell’identita’, la mia Passione si muovera’ tra gli enneatipi emozionali, se il mio fuoco dominante e’ la sicurezza allora faro’ parte dei cognitivi o discriminanti, infine se il fuoco dominante della mia attenzione e’ quello della giustizia saro’ tra i viscerali. Ciascuno con le proprie risposte e peculiarita’ ovviamente. La mia passione, quella dell’invidia, ad esempio, mi dice che io sono una persona che ha focalizzato della propria esistenza, sopratutto cio’ di cui ero carente, quello che mi mancava quindi. Su cosa mi concentro come 4? Come faccio a sostenere continuamente quel senso di carenza? Con l’insoddisfazione. Ecco dunque che nel caso dell’Invidia, la Passione che e’ in qualche modo il motore che mi spinge nel mondo, per poter perdurare nel tempo deve essere nutrita dalla Fissazione, che attraverso la perenne insoddisfazione mi spingera’ a chiedermi sempre e sempre perche’ io no? perche’ io non riesco? perche’ a me e’ negato cio’ a cui ho diritto? Facendomi ripiegare su me stessa e impedendomi di vedere altre risposte. L’indoddisfazione e’ la Fissazione, che mi spinge a vedere il mondo sempre e solo da quel punto di vista…il collante che mi tiene inesorabilmente legata al palo della passione, al mio spicchio di cielo. L’iniquita’, l’essere soggetto di minor diritto e’ il motivo ricorrente del tipo 4, che attraverso la fissazione non riesce a vedere che una porzione di realta’. La fissazione e’ una finestra che si apre su di un angolo di cielo, che ci impedisce di vedere le cose cosi’ come sono realmente, spingendoci a credere che il mondo e’ sempre e solo come lo percepiamo noi, che non vi sono altre risposte e che non vi sono altri modi di affrontare e risolvere la vita. Ogni enneatipo e’ inesorabilmente legato al paletto della propria Passione. Ogni Passione si apre su una piccola porzione di cielo. Ogni Passione per durare nel tempo si nutre della propria Fissazione. Ad ogni enneatipo e’ precluso l’accesso a cieli differenti, perche’ solo cosi’ l’ego puo’ riconoscere il percorso che ha scelto per potersi difendere e quindi sopravvivere. Forse sono stata troppo prolissa e poco focalizzata…scusa Anto’…ma dirlo a voce non e’ la stessa cosa che doverlo scrivere!! 🙂 spero di non aver detto eresie! Anche se a rileggere io stessa non ci ho capito nulla! eheheheheehe baci.

    #4073 Risposta

    Elisabetta

    La passione nasce da uno stato di sofferenza, di carenza affettiva o frustrazioni subite nei primi anni di vita; senza la nostra volontà o consapevolezza un insieme di forze pulsionali ed emozionali cominciano a muoversi in una certa direzione al fine di garantire un buon adattamento all’ambiente circostante e di allontanare dalla nostra coscienza da uno stato di sofferenza, di paura e di ansia. Io credo che la passione che domina il nostro essere per riempire questa carenza o insufficienza deve comunque essere inversamente proporzionale al danno o alla ferita subita e nel 4 io sento ancora più dell’insoddisfazione il desiderio e la speranza di gratificare quel diritto o quell’ingiustizia patita, è come un negare continuamente ciò che di buono c’è nel presente per continuare a desiderare di recuperare il “paradiso perduto” nel futuro, perpetuando così un stato nel quale il desiderio mai appagato continua a riempire uno stato di carenza. Quello che cerco di capire in sintesi è come funziona e come si muove la passione per colmare e sanare le ferita originaria.

    #4074 Risposta

    Marina Pierini

    Sono d’accordo in linea di principio con quanto scrivi Eli, secondo me pero’, quella sensazione, quel patimento che tu provi e di cui parli a proposito del paradiso perduto, quello stato in cui ti trovi e che perpetua il desiderio mai appagato e’ proprio l’insoddisfazione e null’altro. Vedi la Fissazione spesso non viene percepita specificatamente come tale. Metti ad esempio i 6…quello stato di ansia perpetua in cui vivono altro non e’ che perpetua paura (passione) alimentata dal dubbio (fissazione). Solo quelli piu’ capaci di identificare e discriminare esattamente quell’ansia che altrimenti rimane in sordina, sanno veramente capire che e’ paura, non ansia generica e che essa e’ alimentata dal dubbio che ha la funzione del pensiero fisso (fissazione) e che costringe al perenne stato di altalenio emotivo. Allo stesso modo, l’insoddisfazione nel 4 non e’ subito riconoscibile a livello razionale. E’ un colore di sottofondo al quale ci si abitua perche’ fa parte di noi e quasi si fatica a riconoscerlo con consapevolezza. Solo se ci fai caso, se ci lavori costantemente su, ti accorgi che quell’ansia, quella carenza, quel vuoto, anche la speranza o quella sensazione di ingiustizia subita, altri non e’ che insoddisfazione che si traveste apparentemente di emozioni legate a pensieri ed eventi differenti. Insomma ci si puo’ sentire vuoti per mancanza di acqua, di cibo o di amore…ma quello che conta e’ che si e’ vuoti. Anche l’insoddisfazione dunque, talvolta sembra qualcos’altro. Desiderare di recuperare il paradiso perduto significa soffrire, patire (quindi passione) un vuoto che sembra incolmabile, ma il pensiero fisso sul quel vuoto crea l’insoddisfazione di una realta’ che non calza mai rispetto al desiderio, a cio’ che noi riterremmo giusto per noi. Fissazione quindi, pensiero fisso. Voglio dire che quell’ansia che tu dici di sentire piu’ dell’insoddisfazione, che alimenta la tua speranza di colmare prima o poi quel vuoto e che pero’ non colmi mai, altro non e’ che l’insoddisfazione stessa. Che ne pensi?

    #4075 Risposta

    Elisabetta

    Forse mi sono espressa male Marina, parlando del tipo 4 ho usato il verbo “sentire” che non era però legato ad una mia percezione interiore bensì a ciò che, grazie alle vostre testimonianze, ho potuto apprendere sulle modalità di espressione della passione in questione. Un punto cardine da voi condiviso, era proprio dato dal ricordo più o meno cosciente di aver vissuto un’esperienza di perdita vissuta come una caduta da uno stato di grazia. Per me non è stato così perchè la sensazione che mi ha sempre accompagnato è stata di non protezione e poco amore o considerazione, la mia passione si dirige più verso l’ansia o la preoccupazione di garantirsi un posto sereno in cui vivere in pace lontano dai grovigli del mondo…..però non ci riesco porca miseria !!!!!! Tornando alla passione concordi con me sul fatto che essa nasce in contrapposizione alla sofferenza subita ? E’ come se da piccoli, non avendo sufficienti capacità per affrontare un’offesa o una ferita cominciassimo a mettere in moto sistemi istintivi ed emozionali per negarla e combatterla, remando con forza contro di essa. Dai tuoi interventi ho potuto chiarire la differenza tra passione e fissazione: prima nasce la passione, insieme di forze pulsionali e successivamente tale passione si struttura e si adagia a livello psichico attraverso la fissazione che si esprime come una razionalizzazione della passione stessa, direzionando tutti i nostri pensieri ed il nostro essere verso comportamenti e pratiche mentali destianate al suo mantenimento.

    #4076 Risposta

    Marina Pierini

    Non ti eri spiegata male Elisabetta, avevo letto io male il tuo intervento 🙂 nel senso che…avevo dimenticato che sei un 5 e non un 4…per cui avevo interpretato le tue parole come il punto di vista “interiore” di un 4 che non riesce ad identificare e smascherare l’insoddisfazione come tale. Sono quindi d’accordo con quello che dici, diciamo che volendo fare un ritratto, un disegno mentale di come io vedo il formarsi della passione, posso farti un esempio che ti prego di prendere come tale…insomma con le molle ehehehehehe L’esempio e’ questo: io penso che a nessun uomo sia consentito di vivere senza che si formi dentro di lui una “forza guida” che chiamiamo Ego. L’ego e’ necessario sia all’uomo “primitivo” che e’ in noi che all’uomo evoluto ma questo e’ un discorso lungo che magari rifacciamo in un altro momento. Non possiamo fare senza, questo sembra un fatto accettato. Tutti hanno un ego individuale che in maniera piu’ o meno energica ci condiziona e gestisce le nostre reazioni fino a renderci totalmente inconsapevoli di quel che facciamo e perche’… chiaramente piu’ si e’ disgregati, piu’ si sta male, peggio e’. Lo sforzo della consapevolezza e’ quindi il primo modo secondo me per “disarmare” un sistema difensivo che comincia paradossalmente ad agire “contro” di noi, o malgrado noi. Non so se hai mai visto quei film di fantascienza in cui il computer, il cervellone centrale che deve proteggere e difendere una struttura coimincia a sclerare e ad esasperare le sue caratteristiche fino a diventare il nemico numero uno, proprio di coloro che lo avevano costruito. Ma non voglio divagare. L’ego quindi “deve” prendere forma, in qualche modo, deve assumere una sembianza. Prova a visualizzare quindi questa energia come se fosse “visibile”. Noi sappiamo che l’ego ha bisogno di un dolore, di un trauma, di un qualsivoglia evento negativo che ci spinga ad indirizzare a focalizzare tutte quelle energie su un “punto” affinche’ l’ego possa finalmente assumere “quella forma” per difenderci dall’esperienza dolorosa che ne ha permesso l’esistenza. A volte non si tratta di veri e propri traumi dovuti a shock, dovuti a cose orrende accadute. Il trauma puo’ anche essere un aspetto “debole” della vita in un nucleo familiare, attraverso il quale l’ego che si deve scegliere una forma, si focalizza, punta la preda e …opla’….diventa qualcosa…diventa una passione…una passione che “guarda” che si “fissa” sulla sensazione, sull’emozione negativa che abbiamo provato quando l’ego si e’ costruito. Insomma e’ un esempio un po’ pittoresco, ma se guardiamo all’ego come ad una sorta di ectoplasma che deve entrare in una forma (uno dei 9 enneatipi ad esempio) forse riesce piu’ facile capire perche’ la fissazione sia conseguente ma indispensabile affinche’ la passione stessa regga. L’ego deve esistere, deve assumere una forma, e appena un evento traumatico o una protratta debolezza familiare viene focalizzata il bambino privo ancora di difese si forma, avvolgendosi sulla passione e sulla fissazione come una pianticella. Se si consapevolizza la fissazione, si compie a mio avviso un primo importante passo verso l’indebolimento della passione. Come la senti questa immagine su di te?

    #4077 Risposta

    Utente Ospite

    la passione nasce dal desiderio.
    la passione è vita, vitalità, energia, forza, potenza
    chi non ha conosciuto o non conosce la passione gli manca qualcosa.
    saluti da panteranera

    #4078 Risposta

    Marina Pierini

    Antonio ci hai fregati pero’! Ti sono occorsi due giorni interi per spiegare cosa sia una passione e cosa sia una fissazione!! gggrrrrr la prossima volta diccelo che scriviamo una tesi quando ci fai queste domande!!!

    #4079 Risposta

    Antonio Barbato

    E va bene, ho un po’ esagerato nelle spiegazioni, ma credo che forse il quadro è un po’ più chiaro a coloro che hanno partecipato. Voglio fare un dono a tutti quelli che leggono questo forum, ricordando la sequenza delle posizioni esistenziali descritte in vari libri medioevali, soprattutto dai seguaci delle opere di Ramon Llull (Raimondo Lullo): “La rabbia è un fuoco che brucia e ti fa sentire bene finché essa dura, ma quando avrai esaurito la tua anima nella collera non ti resterà altro che fredda cenere e tutto ti sembrerà malinconia e rimpianto. Ma quando resterai solo con quella cenere essa ti sembrerà più preziosa di un diamante, e la apprezzerai così tanto da xonsiderarla un tuo prezioso dono. Guai, però, se gli altri si rifiuteranno di seguirti, perché………………..

    #4080 Risposta

    Claudio Garibaldi

    Ciao Antonio,

    chi sono gli attuali seguaci di Raimon Llull? Giovanni Maria Quinti, un regista teatrale fondatore della confraternita La Teca, bravissimo studuoso che opera in Spagna ed Italia, nei suoi corsi sull’Enneagramma dice che è stato costui ad parlare per primo di Enneagramma? Puoi dire qualcosa? Colgo l’occasione per augurare un sereno, proficuo e soprattutto creativo 2007 a tutti. Claudio

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