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Questo argomento contiene 67 risposte, ha 2 partecipanti, ed è stato aggiornato da  Antonio Barbato 12 anni, 5 mesi fa.

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  • #5935 Risposta

    Eleonora

    Volevo andare a nanna ma come si fa se prima non leggo il post di Roberto? Lo leggo e…ma che casino!!!! quella sorta di incantamento io la conosco!! devo dire che mi capita soprattutto quando la conversazione con l’altro non mi coinvolge emotivamente nè mi stimola intellettualmente, ma qualche volta mi succede anche quando sono da sola; a volte, mi capita persino di accorgermene proprio nel mentre accade, eppure continuo a fissare ancora per un po’ quel punto invisibile e a rimanere come sospesa…grazie, Roberto. e questa volta, buonanotte davvero. ele

    #5936 Risposta

    un atomo

    Cara Ele, io non volevo certo dire che i 5 non abbiano emozioni !!! Credo solo che siano di natura diversa. In quanto all’incantamento anche io lo conosco molto bene e a volte mi viene fatto anche notare, non so se è una mia parte 5, chiedo lumi, posso solo dire che nel mio caso sono cosciente che in quei momenti il mio isolamento e totale stacco dalla realtà è dovuto ad una forte autocentratura su qualche problematica che mi assilla in modo sottostante e angoscioso, in quei momenti l’unica cosa che è presente è l’urgenza di entrare in contatto con quello che al momento mi sembra l’unico, assoluto problema della mia esistenza, tutto il resto sfuma. Non so se questo è da 4 o da 5. Antonio che dici???? Ele, sono veramente troppo contenta di rileggerti, anche io ho sentito sempre moltissima affinità e da buon 4 una puntina di ammirazione (invidia?) per il fatto che mi è sempre sembrato riuscissi ad esprimere ciò che provavo con maggiore equilibrio e maturità. 🙂 🙂 Insomma mi dicevo ecco avrei potuto dire la stessa cosa tenendo un pò più a bada la passionalità! Ufff, se veramente sei 4 di conservazione, auguri Eleonora, l’accettazione di sè sarà un affare tosto per tutta la vita 🙂 . Ascolta, tu la senti una vocina che ti accompagna sempre e che ti dice ce la farò, ce la farò anche se sto così male? Al 4 di conservazione non basta soffrire si deve ulteriormente complicare la vita , pensando che la propia esistenza, il propriio essere sia una sfida da combattere e da vincere o forse una manchevolezza da curare. Io credo, anzi so, che, quando si abbandona questa lotta si respira, si vive, e non si PENSA, sempre, incessantemente. Ma persino questa consapevolezza di dover gettare la spugna e di doversi lasciare andare al flusso delle cose, perchè non c’è nulla di cui farsi perdonare viene vissuta da me come un ce la farò….è proprio un cane che si morde la coda 🙂 🙂 🙂

    #5937 Risposta

    Marina Pierini

    Una volta tanto mi godo una conversazione osservandovi più mentalmente che emozionalmente e senza il desiderio di partecipare. Ma forse non è proprio così….diciamo che mi sento sopraffatta dalle cose da dire e condividere, al punto tale che contenere tutto, una volta tanto, mi sembra l’atteggiamento più saggio. Penso che Eleonora possa ritrovare una serie incredibile di spunti in una marea di conversazioni che si sono svolte quissù. Sono incapace di comunicare qualcosa di nuovo, che possa anche lontanamente suonare come illuminante, ma sono anche convinta che quando una persona si “trova” attraverso l’esperienza dell’enneagramma, il corpo reagisce liberandosi in un respiro che scioglie nodi incosci. Una sorta di carezzevole sollievo che contrasta le resistenze mentali e le voci di tutti quanti i demoni ci sussurrano alle orecchie, per distrarci da qualcosa di veramente importante. Io mi fido di questo. Non mi sento di aggiungere altro alle tue parole Ele. Tecla…Antonio ha acquistato in questi giorni da Fnac un libro che tra l’altro è anche in offerta e costa pochissimo che si intitola “Un genitore quasi perfetto” di Bruno Bettelheim. Chiedo scusa se uso questo spazio, ma volevo suggerirti di comprarlo se puoi. Credo che la mano che l’ha scritto sia quella di un 4 (tra i ringraziamenti dell’autore c’e’ un grazie ad un giornalista suo amico che lo ha aiutato nella stesura del libro e quindi non saprei se il 4 era lui o l’amico, ma tendo a credere che lo fosse Bettelheim) ma sento che è una risposta a molte domande. Anzi, credo che tutti dovrebbero leggerlo, genitori e non. Per rispondere all’intervento stimolante di Roberto, io la sensazione dell’incantamento, se ne posso condividere il nome, la vivo solo quando la persona che mi parla non mi coinvolge emozionalmente, mi stanca, mi annoia, oppure sento che qualunque cosa direi è così in antitesi col suo pensare che arriverei ad un’inevitabile gelo. Preferisco allora ritirarmi e conservare le mie energie, pensando arrogantemente, talvolta, che non vale la pena spenderle per qualcuno che non capirebbe un’acca di quello che dico. Ho osservato molto molto molto frequentemente questo meccanismo in azione (per come tu ne parli e non per come io lo vivo) sopratutto nei tipi di testa. Non solo nei 5 dunque (mi hai evocato un conoscente 5 che fa proprio come te!) ma anche i tipi 6 e 7 anche se in circostanze diverse. Non so quanto questo possa essere utile, e nemmeno a chi, comunque non ci avevo mai badato in senso generale e lo trovo vero, anche se non mi sembra un’esperienza determinante sulla quale basare il proprio autoriconoscimento. bacioni a tutti.

    #5938 Risposta

    un atomo

    Per Marina. ti ringrazio molto, perchè c’è un pensiero e un modo di rispondere che mi ha fatto molto piacere. Comprerò il libro e a proposito di Bettelheim, lo sai che sarebbe un argomento interessantissimo di cui discutere? Ha avuto una vita comlplicata terminata con un suicidio di cui si è molto parlato, insinuando anche che possa aver commesso abusi e sevizie su minori, lui reduce della persecuzione verso gli ebrei. Ricordo che appresi la notizia del suo suicidiuo come una cosa che mi angosciò molto. Marina, il forum non è adatto ma non posso inviare posta elettronica al momento ma solo riceverla, ma vi volevo dire che se vi va mi farebbe molto piacere se qualche volta riuscissimo a vederci, credo che ormai abbiamo fatto tanta strada e io mi sento di chiederlo, senza impegno e senza dispiacenze se non sarà possibile:-)

    #5939 Risposta

    Marina Pierini

    Anche Antonio mi ha parlato del suicidio, ma sono perplessa, siete sicuri? Si sarebbe suicidato all’età di 87 anni! In ogni caso continuerò a leggere il suo libro perchè lo trovo promettente e sopratutto scritto con grande sensibilità. Bisognerebbe capire chi lo accusava di certe cose e perchè, su due piedi mi sembra strano che una persona così possa aver commesso abusi sui bambini, ma certo… non si può mai dire. Per quanto riguarda il vederci nn c’e’ problema, Antonio è spesso fuori per lavoro in qs periodo, ma posso anticiparti domenica prossima come data propizia per un incontro se ti va. Cmq sentiamoci così possiamo decidere con più calma 🙂

    #5940 Risposta

    Eleonora

    Sì, Tecla, quella vocina che, in realtà, è una vociona è la mia stessa anima. e ti dirò che quella ostinazione è stata la cosa migliore che potessi avere. e’ grazie a lei che ho riscattato la vergogna del passato, che mi sono emancipata da mentalità ristrette, che ho raggiunto alcuni obiettivi importanti per la mia vita e che hanno mantenuto sempre viva in me la speranza. E’ grazie a quella ostinazione che non ha attecchito su di me la filosofia di mia madre che suonava + o – così: “E’ inutile fare questo o quello per migliorare; se foste stati fortunati, vostro padre non sarebbe morto”. come mi faceva incazzare questa frase! mia madre ci chiedeva continuamente di rassegnarci al nostro destino. perchè voler a tutti i costi studiare? se era destino che tu studiassi, tuo padre che ci teneva tanto a farti studiare, non sarebbe morto. e così via su tutto. Ma erano proprio queste frasi che facendomi incazzare terribilmente mi davano la carica per dimostrare a lei e al mondo che si sbagliava, che io sarei riuscita a fare tutto quello in cui credevo. E così è stato. Certo, a volte, mi sono trovata a vivere anche periodi bui dove non c’era alcuna speranza ma questi periodi duravano sempre poco. immancabilmente, bastava poco e si riaccendeva forte in me la convinzione che ce l’avrei fatta. Avevo 8 anni quando decisi che sarei riuscita a sconfiggere la morte e su questo discorso non ho mollato neanche per un secondo. quando, anni dopo, scoprii la filosofia orientale, il Buddha, compresi che ero sulla buona strada; se ce l’aveva fatta un uomo a sconfiggere la morte, voleva dire che era possibile davvero e che ci sarei riuscita anch’io. Certo, anche Gesù c’era riuscito ma sulla sua storia mi mancavano molti pezzi del puzzle. oggi so che non morirò e che mai + soffrirò il dolore insopportabile e ingiusto della perdita delle persone che amo, so che questa felicità potrò davvero afferrarla per sempre quando sarò in grado di dire con molta serenità e accettazione: “Benvenuta, sorella morte”. sto ancora lavorando per questo e sarà così fino all’ultimo attimo della mia vita terrena…un forte abbraccio

    #5941 Risposta

    Marina Pierini

    …e come si dice dalle mie parti….tenive chisstu ‘ppoc n’cuorpe??? Ele credo che offrendoci questo squarcio veramente incredibile e doloroso della tua vita, molte cose siano chiare. Certo che i genitori possono assumere atteggiamenti veramente assurdi nei confronti dei figli…Una domanda. Che rapporto hai con la rabbia?

    #5942 Risposta

    Eleonora

    Marina, il discorso della rabbia è troppo grosso ed ora vado di frettissima. ma lo farò appena possibile. un bacio

    #5943 Risposta

    Eleonora

    Allora…la rabbia….discorso difficilissimo… ho già cancellato tre volte ciò che avevo scritto. Siccome non posso scrivere un trattato, diciamo che in passato tendevo a reprimerla per poi esplodere in mille pezzi all’ennesima ingiustizia che mi veniva fatta. Tendevo a dirigere la rabbia verso me stessa, ero autolesionista. Sono stata anche molto arrabbiata con la vita e sapevo che prima o poi glie l’avrei fatta pagare suicidandomi. il suicidio per me rappresentava non solo una vendetta ma anche un estremo atto di libertà. smisi di crogiolarmi con l’idea del suicidio a trent’anni. Oggi sono + diretta e, quindi, accumulo meno rabbia (solo con mia madre ne accumulo ancora troppa) oltre al lavoro sulle emozioni negative che cerco, come posso, di portare avanti. Ma di rabbia in corpo ne ho ancora tanta e lo posso constatare ogni volta che ascolto o leggo di violenze sui bambini e sugli animali. Cmq, la sensazione che ho, a questo punto della mia vita, è che non sono riuscita mai veramente a cacciare fuori tutta la rabbia per un’idea sicuramente distorta e nevrotica che mi accompagna dall’adolescenza: la sottile e pervasiva paura di una punizione cosmica. E’ come se non potessi arrabbiarmi contro Dio. come si fa a protestare e a ribellarsi alla volontà di Dio? Lui ti stronca in men che non si dica, ti mette in ginocchio, ma la paura + grande è che si vendica appioppandomi un’altra perdita. So bene che non è razionale, che Dio non è l’uomo nero, e che si tratta di un’angoscia che parte da chissà dove nel mio inconscio (posso ipotizzare…) ma chi osa rischiare? Tuttavia, so che mi sentirei davvero libera solamente affrontando questa lotta e sentirei la mia vita degna di essere vissuta. Beh! insomma, a quest’ora è concesso essere pesanti. buonanotte.

    #5944 Risposta

    un atomo

    Rileggendo questi post mi sono resa conto che Eleonora aveva posto una domanda che è rimasta un pò inevasa e cioè quali sono le le precise differenze tra un 4 di conservazione e un 5 sessuale. mi sarebbe utile conoscerle meglio. Io sono sicura di essere un 4 conservazione ma non dimentico che nei primi approcciì con l’enneagramma istintivamente e fortemente mi sentivo più vicina al tipo 5 come percezione interiore intutitiva. In tutti i test trovati sui vari siti di ennea (compreso quello dell’assise) esce un profilo con numero di risposte praticamente pari come tipo 5 e come tipo 4, Straordinarie le domande del profilo 3 nemmeno una in sintonia! Mi rendo conto però che moltissima della mia attenzione è stata puntata sul 4 e che forse non conosco abbastanza del 5. Devo anche dire che sono molto cambiata nel corso degli anni, in passato ero estremamente introversa, per me era impossibile e sinceramente assai poco interessante relazionarmi con gli altri, vivevo in un mondo tutto mio, con interessi e passioni del tutto diversi da quelli dei coetanei. Ora non sono più così mi sento molto più spontanea e interessata all’altro anche se sento che in me c’è più una curiosità di tipo intellettuale che emozionale. A meno che non parliamo di affetti speciali, molto profondi e selezionatissimi, meno delle dita di una mano. In questi rapporti la componente emozionale è prevalente. Però sotto un’apparente maggiore esuberanza verbale c’è sempre in me molto di segreto e di così riservato da essere inaccessibile, solo che adesso ho compreso la necessità di mascherare tutto questo con una maggiore capacità di adeguamento alle richieste sociali. Tranne quando me lo dimentico e mi ritiro in spazi siderali poco comprensibili agli altri. Insomma mi state confondendo con queste crisi d’identità:-)

    #5945 Risposta

    Eleonora

    Già, cara Tecla! mi sa che è fatto apposta, così saremo costrette ad andare a Firenze! 🙂 cmq, devo dire che le cose mi si stanno chiarendo sempre di più. Quando ho conosciuto l’enneagramma, stavo attraversando un periodo di grande chiusura mentre facevo i conti con il principio di realtà ed ho fatto l’errore – molto probabilmente – di estendere la percezione di quel periodo a tutta la mia vita. In realtà, nè prima nè dopo è stato più così. Prima e dopo quel periodo, ho vissuto molte passioni di vario tipo, dalla militanza politica alla lotta contro l’ingiustizia, al volontariato prima in Amnesty International e adesso al servizio degli animali, ma anche vere e proprie passioni nell’amicizia. E quando vivo certe cose, non mi risparmio per niente, agisco fino allo sfinimento. Amavo stare con gli altri anche se rimanevo sempre un po’ delusa perchè io cercavo delle affinità elettive che non riscontravo facilmente. Possibile che nessuno pensava mai alla morte? ero convinta che ero la sola a soffrire davvero tra tutti quelli che conoscevo. loro non avevano sofferto davvero e, quindi, erano anche + superficiali. ecco perchè, a volte, potevano ferirmi senza badare minimamente alla stilettata che mi arrivava dentro e che – per dignità e per vergogna – mascheravo brillantemente. Ma io ero superiore! Loro erano solo + fortunati. Quando conoscevo persone che si trovavano sulla mia stessa lunghezza d’onda, ecco che diventavano inevitabilmente amicizie per la vita. Man mano che la disillusione e la chiusura prendevano sempre + spazio dentro di me, aumentava anche la sensazione di sentirsi elitari mentre aumentava anche il disprezzo per la piccola mediocre umanità. Iniziando il mio percorso di crescita, sono cambiate molte cose e mi è costato molto anche ridiscutere il mio “essere speciale”; ma che cavolo, dovevo rinunciare anche all’ultima consolazione! e che palle! 🙂 Oggi sono di nuovo aperta all’umanità, ne detesto sempre alcuni e continuo a pensare che sono mediocri, ma…problemi loro…A meno che il 5 e il 4 di conservazione non sentano davvero allo stesso modo, credo che, a questo punto, la risposta per me sia abbastanza chiara. sto ancora rileggendo e confrontando il 4 e il 5 e sicuramente il 5 incombe su di me ma in me non vi è indifferenza, c’è molta empatia verso chi soffre davvero (sono allergica però ai capricci, cioè a quelle pseudo-sofferenze che servono solamente a menarsela). è vero che tutti soffriamo ma è anche vero che non soffriamo disperatamente 24 ore su 24 365 giorni all’anno, e sono ancora del parere che ci sono dolori e dolori. per fare un esempio, la condizione di un extracomunitario che lavora 12 ore al giorno a 25 euro, in condizioni disumane, non può assolutamente essere paragonata al “dispiacere” per una di noi di non potersi comprare la borsa di luois vitton. Oppure…cosa che mi sta molto a cuore…il dolore e il terrore di un animale innocente è davvero un DOLORE e una vergogna per noi umani che ne facciamo colli di pellicce. e non me ne frega assolutamente niente che il “povero operaio” se non fa le pellicce perde il lavoro. scusa lo sfogo ma se inizio su questo, non mi fermo più. un bacione e una buonanotte. eleonora

    #5946 Risposta

    un atomo

    Mi hai stimolata a ricordare con obiettività come ero. Sinceramente la mia percezione principale non era quella che gli altri non conoscevano la sofferenza, io mi sentivo solo diversa, anomala nelle esperienze di vita,nella famiglia, nei pensieri, negli interessi.non mi sono mai chiesta allora se soffrissero o meno e non percepivo il dolore come il nucleo della mia esistenza. Sono rimasta in amicizia con una compagna del liceo, che oggi mi conferma che la mia non era una percezione soggettiva ma era sentita come realtà anche dai miei compagni. Io capisco che questo potrebbe essere il famoso senso di specialità del 4 ma ancora oggi se confronto la vita della mia infanzia e adolescenza con quella dei miei coetanei la diversità è oggettiva. a parte le vicende particolari della mia famiglia che nulla avevano a che vedere con la tranquilla normalità delle loro, anche il modello educativo era completamente differente, e mentre loro negoziavano l’orario di ritorno, noi litigavamo sull’esistenza di Dio e sul mistero buffo di Dario Fo. Ero oggettivamente aliena. Ma oggi credo meno alienata di quel che pensassi 🙂 Il loro mondo era scandito da regole sociali cui la mia famiglia non annetteva alcun valore mentre i valori interiori erano esaltati e discussi in modo esasperato. Non avevano i piedi per terra nè mio padre (tutto preso dall’arte e dalla musica classica) nè mia madre disorientata in un mondo immaginativo e il suo anelito spirituale..e intanto..eravamo sommersi da problemi, concreti e reali, difficili e dolorosi. Insomma io non ho mai sentito la sofferenza come tratto distintivo della mia esperienza, anche se ce n’era a vagonate, quanto la diversità, diversità che mi precludeva ogni forma di comunicazione con il mondo ‘altro’. Con gli anni ho imparato a sottacere molto, soprattutto rispetto alle conoscenze nel vivo ricordo che queste venivano viste con molta diffidenza. Dove io trovavo il piacere di avvicinarmi a interessi culturali insoliti per una ragazzina gli altri vedevano qualcosa di strano perchè non condivisibile. Oggi sono dell’idea che dovevano portarmi di più al parco invece che nei musei, considerato tutte le occasioni di tristezza e pesantezza che avevamo. Forse per questo non riesco a capire i tre, per me i campi dove si eccelle, vanno celati e non esposti come trionfi, sono i nostri segreti percorsi e meno gente li vede meglio è. Ora ho imparato a perfezione questa tecnica e ne sono contenta perchè riesco ad empatizzare molto meglio con gli altri, intuendo quasi sempre qual’è la forma del loro linguaggio e cercando di adeguarmi per sopravvivenza psichica. sono molto fiera di essermi accettata intimamente ma anche di aver trovato la capacità di avvicinarmi agli altri e di essere sempre presente e viva in un contesto pur non rinunciando ad alcune specialità di comportamento che a volte disorientano, ma anche avvicinano chi è più interessato e interessante. Dicono che il 4 gode della sua presunta specialità io invece l’ho sentita come un prezzo ingiusto e non voluto. Oggi ionvece no, me la tengo stretta e cerco di farla agire come una risorsa interiore, una sorgente viva. Credo che questo sia stata la mia apertura più intima su questo forum e sento come il timore dello sguardo. fortunatamente questo è un mondo abbastanza virtuale.

    #5947 Risposta

    Marina Pierini

    Cara Ele, io in te vedo un 4 che conoscendo bene il dolore sa bene come esso possa essere usato come strumento di seduzione. Così sembri sentire a pelle una certa avversione per coloro i quali secondo te soffrono per motivi poco importanti (perchè solo un 4 capisce il vero dolore, secondo il suo sentire) o che usano il dolore per attirare l’attenzione. L’elitarietà. E’ come dire che un ladro non ruba nella casa del ladro. Trovo nel tuo batterti per le ingiustizie su altri (animali e non) quella tipica passione e dispersione energetica dei 4 che ancora non sanno battersi per sè stessi. E’ come se la vergogna, il desiderio della ricompensa, la rabbia per la frustrazione lottassero dentro inibendo nei 4 la capacità di guardare veramente sè stessi e lottare per quello che conta in maniera “essenziale”. I 4 sono molto mentali, ma a differenza dei 5, i 4 si chiedono cosa è giusto fare, cosa provano, cosa può veramente portare loro quell’amore che placa quella fame profonda, quel vuoto interiore che sembra incolmabile. Cercherò di spiegarmi meglio rispondendo ad una tua affermazione: Dio non ti folgora se ti arrabbi con lui. Non hai bisogno di combattere solo per le cause che non coinvolgono quella bambina che è ancora dentro di te e grida, perchè Lui ci ama di più e se un 4 può contare su un amore incondizionato allora quello è il momento in cui ciò che tu sei veramente può venire fuori. Non ci saranno punizioni ma accoglienza. Anche per la tua rabbia. Ma non come moto ultimo, piuttosto come tappa necessaria al raggiungimento di qualcos’altro…del tuo vero contatto, della liberazione dall’incapacità a potersi esprimere, senza bisogno del coraggio, ma solo perchè convinta che brutto o bello quello che hai dentro, sarai amata lo stesso perchè l’amore di quel Dio di cui parli “E'” ed è già donato.

    #5948 Risposta

    Marina Pierini

    Atomo, conoscendoti un pò meglio rispetto a quanto possa conoscere gli altri quissù…io non concordo molto sul tuo sentire oggi quella specialità come qualcosa di utile piuttosto che nel passato. Forse la vergogna “poggia” sull’ altra gamba, e quello che prima era percepibile in un certo modo oggi sembra invece diverso. Ma preferisco non approfondire questa mia riflessione perchè mi accorgo che c’e’ un limite, quello mio e di questo forum, per cui dovrei citare l’intera letteratura sui 4 per farti notare quanto il cambiamento della prospettiva non cambia il paesaggio oggettivo, ma solo la percezione che noi abbiamo di esso. Spero di poterne parlare magari in altra occasione…

    #5949 Risposta

    un atomo

    Mi hai incuriosito non poco…. soprattutto perchè non ho capito molto quello che vuoi dire. Comunque non sento la mia diversità (non specialità, speciale è qualcuno “migliore” mentre diversi siamo tutti, ognuno a modo suo) ) più utile ma semplicemente l’ho accettata molto di più e mentre prima mi sembrava carenza perchè mi rendeva aliena al contesto oggi so che è un quid da usare con parsimonia ma che ha un valore. In quanto all’essere 4 non lo metto in dubbio ma sono molto convinta di avere una parte 5 assai preponderante, generalmente è anche quella che meno ho piacere di condividere.

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