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Questo argomento contiene 67 risposte, ha 2 partecipanti, ed è stato aggiornato da Antonio Barbato 12 anni, 5 mesi fa.
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EleonoraColpita e affondata! Marina, grazie per quello che hai scritto ma adesso, dopo aver letto il tuo post, ho bisogno di ritirarmi per masticare e digerire il cibo che mi hai offerto. Cmq, davvero è strano. tante volte, durante gli anni di psicoterapia, durante i tanti seminari e incontri spirituali, durante gli anni passati a capire l’enneagramma, queste cose scritte da te, sono venute fuori e per un po’ mi hanno dato pace ma poi, dopo un po’, si torna a vivere come se non avessi mai ricevuto consolazione. ancora grazie. eleonora
Marina PieriniTecla intendevo dire quello che hai capito, e sopratutto volevo esprimere la mia sensazione nel percepire in te un attaccamento a quello che tu consideri appunto un valore. Non la semplice caratteristica di un meccanismo. Rileggendo rapidamente quello che ho scritto per un attimo anche io ho dubitato di essermi compresa ehehehehehe però….se rileggi piano, con molta attenzione, secondo me qualcosa viene fuori. E’ impossibile chiarire quissù credimi, molti mi criticano per i trattati di enneagramma che partorisco troppo spesso e quindi accetto le critiche e devo impormi un certo limite. Ma tu hai abbastanza materiale dal quale attingere per capire. Ti sto chiedendo di sforzarti, ma credimi non è mia intenzione attivare il perpetuo moto quattresco! E’ una necessità oggettiva, mettiamola così 🙂
Marina PieriniCara Ele, io lo so che abbiamo una spiritualità affine, pur considerando nel mezzo tutte le differenze. Ricorda che l’amore, per quanto possa essere nel nostro profondo una certezza, è un’emozione altalenante. Se osserviamo i nostri amori, e il nostro modo di amare potremmo notare alti e bassi anche quando le storie sono state veramente importanti. Non parlo dell’amore per un uomo ma di ogni occasione in cui il nostro amore si è espresso per qualcuno. Perfino nella Bibbia sono infinite le testimonianze di popoli guidati e salvati da Dio che poi dopo poco dimenticano ogni cosa e tradiscono, e amano altro, e si distraggono. Noi siamo fatti proprio così. Se prendiamo questo come un fatto, e lo teniamo dentro di noi, e lo usiamo per mantenere il senso della nostra consapevolezza, anche i momenti di disinnamoramento avranno un significato diverso e ti faranno sentire meno perduta, meno incostante, meno dubbiosa. Il punto è che NOi siamo così. Se tu ci credi, allora sai anche che Dio è al di là di questo, che c’è nonostante tutto, e che ci ama di più. Quando io mi sento lontana, quando sento questa freddezza interiore che riaccende dubbi e tormenti o mi sprofonda nell’apatia io mi ricordo proprio di questo. Che io sono incostante ma Lui no e questo stranamente col tempo mi ha dato la possibilità di posarmi su di uno strato “spesso”, mi conforta. I 4 vogliono emozioni forti. Vogliono l’amore che genera dolore, anche dolore che diviene piacere nel perdersi nel bisogno dell’altro. La pace spesso è quiete, non offre sensazioni simili e quindi noi ce ne turbiamo come se quella quiete fosse vuoto. Cara Ele, non importa che tu vai, l’importante è che tu torni. 🙂
un atomo????? Non so quanto ho capito. Se ho capito , seppure molto vagamente, può darsi tu abbia ragione ma io credo che per me sia un ASSOLUTO bene dare valore alla mia diversità. Accettarla e conviverci con orgoglio e serenità. Mi sono stufata di dovere giustificare la mia esistenza in vita per come sono. Non c’è rabbia nè rivendicazione, ma autonomia e senso del sè. Non so su quale gamba mi stia appoggiando ma fortunatamente il Padreterno ce ne ha date due ….per ora uso quello che mi fa camminare meglio:-) 🙂
Marina PieriniGuarda che non sto parlando certo del dover giustificare la tua diversità. Tu dimentichi che non è un bene assoluto solo tuo ma di tutti. Tutti siamo diversi. Dunque?
un atomoNo, ma non dicevo a te, voglio dire lo so che non mi hai chiesto di giustificare nulla 🙂 🙂 !!!! Io cercavo di dire una cosa molto più semplice e pratica. Sto cercando di dire, e penso che questo forse è comune a qualche 4, di aver vissuto male in passato questo sentirsi diversi. Certo che siamo tutti diversi l’uno dall’altro e unici ma non tutti si riescono ad accettare subito, con spontaneità e naturalezza. E quindi cercavo di passare il fatto che nella maturità quello che prima mi sembrava anomalia oggi mi sembra risorsa. Può darsi ci sia qualcosa che non riesco ad esprimere perchè non ho realmente compreso a fondo il senso dei tuoi post precedenti, ma come giustamente tu dici è un pò difficile sul forum spiegare tutto. Perciò forse a volte i dialoghi prendono direzioni diverse. Insomma io non ho capito cosa vuol dire attaccamento a ciò che considero un valore, e non ho compreso su quale gamba cammino, così ho cercato di rispondere spiegando che se prima il senso di differenza mi faceva soffrire e sentire diversa dal contesto oggi è qualcosa che effettivamente sento come valore nel riconoscimento di una complessità che non sento più di dover giustificare agli altri. Se in questo c’è qualcosa di sbagliato, non lo so, forse sì, io solo mi sento più serena da questo punto di vista , ed era pure ora, no? Ormai sono grandicella….per le crisi esistezial- identitarie 🙂 Tu dici che è la vergogna che si esprime in altro modo? Può darsi, accetto questo spunto di riflessione, se non lo possiamo chiarire qui, magari ci sarà occasione. Sarebbe bella la testimonianza di qualche altro 4 in ascolto, altrimenti il discorso diventa un pò troppo personale e poco utile al forum. Dunque per tutti i 4 quanto è stato facile o difficile accettarvi? Ci siete pienamente riusciti? quanto siete ancora in trasformazione? Quanto è importante questa accettazione delle proprie diversità? E’ vero che in noi questo aspetto risveglia acuta sensibilità? E gli altri come sentono i 5 o altri ennea il percorso dell’accettazione del sè?
Marina PieriniCercare di dire una cosa semplice e pratica è un’esperienza che noi due non faremo mai Tecla 🙂 🙂 detto questo ti chiedo una cosa se la vergogna può agire in un 4 al punto tale da fargli percepire il disagio della diversità e sei d’accordo su questa caratteristica comune, in che modo agisce l’elitarietà? E come la agisce la vergogna su di essa?
un atomo🙂 🙂 effettivamente…. Dunque… faticosissimo questo passaggio dall’anima all’io…. mi sento sballottata….La domanda è molto interessante, ma non so se sono in grado di rispondere in maniera corretta, tranne che dire come credo sia dentro di me. Ma io non sono truuti i 4, o magari non riesco ad essere oggettiva. Non saprei. Io questa diversità oggi non la sento come elitarietà tout court. E quindi non l’avvverto come negazione della vergogna ma come reale superamento. Credo di poterlo dire con sicurezza, ascoltando proprio le sensazioni intime profonde. In generale so di essere in buon contatto con le mie emozioni e percezioni, mi possono portare asbagliare molto e avolte moltissimo, però in generale credo di saperle riconoscerle. Questa vergogna oggi non c’è più, non ne sento il disagio senza averla in alcun modo sostituita con uno snobismo elitario. In soldoni, terra terra , non sento di essere meno, ma neanche più. Non mi sento iondegna perchè non comprensibile agli altri, ma nemmeno speciale perchè gli altri non mi possono capire. Ho fatto dei buoni conti con la mia complessità e il bilancio è uguale a quello di tutti. Ci sono cose che avverto come carenza ma di cui non mi vergogno perchè appartengono al mio percorso di crescita che forse per certi aspetti può avere incontrato dei blocchi, e ci sono altre cose molto positive e sì anmche elitarie,e anche di quelle prima mi vergognavo , bene oggi non più, senza falso orgoglio e anche senza falsa modestia. Ma questi aspetti elitari non mi sembrano un merito speciale, sono semplicemente parte di me esattamente come le mie carenze. Famm’ ‘sta tranquill Marina che c’agg ‘mis 47 anni ppe c’arrivà 🙂 🙂 scherzo eh???
Eleonorase posso, vorrei contribuire a questa stimolante discussione. In passato, sentirmi diversa era per me motivo di orgoglio, mi sentivo davvero di appartenere ad un’elite, mi sentivo al di sopra della piccola, mediocre, insignificante umanità, al di sopra della massa che ho sempre un po’ snobbato. devo precisare che nei miei ricordi, questo sentire elitario è iniziato dopo l’adolescenza, credo dopo i vent’anni. in precedenza, ero solo “sofferente” e “buona”, anche un po’ allocca. credo che per reazione a quelle che io allora ho percepito come derisioni e insensibilità da parte di altri, abbia poi messo in atto un processo attraverso il quale salvarmi la pelle e l’autostima. per molto tempo sentirmi diversa mi esaltava e mi aiutava a stare in questo mondo. credo che se fossi stata + diretta e un po’ + aggressiva (sto parlando di allora), maggiormente in grado di difendermi, forse non avrei avuto bisogno di sentirmi tanto + in alto degli altri. Mi è molto dispiaciuto, ad un certo punto, abdicare a questo mio sentirmi diversa, a questo senso d’elite che mi aveva salvato la vita. E non solo. Mi aveva permesso anche di essere molto creativa. Ed ora – mi chedevo – come cavolo avrei fatto a cavarmela dal momento che speciali e diversi come me ce n’erano a bizzeffe? all’inizio, ne ho anche sorriso, ma poi… non è tanto semplice… credo che il mio senso di diversità e l’elitarietà continui a sopravvivere in qualche modo, in alcuni contesti è molto evidente, in altri meno. ad esempio, nel contesto lavorativo sento che è ancora molto forte questo aspetto, forse perchè non stimo la maggior parte delle mie colleghe e non capisco perchè si ostinino ad insegnare quando potrebbero starsene a casa, fare la spesa e preparare la cena. razionalmente, so bene che siamo tutti nella stessa barca e in alcuni momenti, sento davvero compassione e comunione vera con gli altri. purtroppo, non sono sempre in contatto con la mia essenza. quando, invece, accade, non mi sento per niente migliore degli altri e credo davvero che ciascuno di noi abbia la propria storia e la propria pena. credo che il problema sia sentire quell’unità che, purtroppo, non è sempre facile sentire, soprattutto se non ci si ritaglia per sè dei momenti di raccoglimento e si è sempre alle prese con mille problemi quotidiani che ti distraggono dal tuo centro e disperdono l’energia in mille, quasi sempre, inutili rivoli. un abbraccio. ele
Marina PieriniCara Atomo, non intendo affatto turbare la tua quiete. Ma tu perchè allora mi chiedi spiegazioni???? 🙂 🙂 mi metti in una situazione difficile e quindi ho deciso che quello che vedo e che sono certa sai ad un livello concettuale lo devi vedere tu da sola. Dirtelo a che serve? Un ottimo spunto è leggere l’intervento interessante di Eleonora. Molti tipi 4 hanno scritto quissù, e nonostante il peso che gli istinti, in maniera alternata e differente, ha condizionato atteggiamenti reattivi o di chiusura, i 4 in senso generale tendono ad attivare compulsivamente e meccanicamente certi clichè. Come tutti e 9 gli enneatipi. Non c’e’ niente da fare, è tutto scritto nelle righe e tra le righe. Forse chiederti, mentre leggi le testimonianze degli altri 4, dove sia finita la vergogna è un buon spunto. Dire che non la si prova più, corrisponde necessariamente ad una verità visibile esteriormente? O è il frutto di un nostro percepire che si scherma dal nemico di sempre? Cosa intendiamo quando affermiamo che i 4 amoreggiano col dolore? Cos’è l’algolagnia passiva? Cosa provoca il dolore? Un evento grave, una perdita e poi? Per un 4 COSA genera quel dolore al quale inesorabilmente, seducentemente si attaccherà? E’ scritto in tutti e due i vostri interventi….ed in tutti quelli che leggerai dei 4, che loro ne siano consapevoli oppure no. Baci.
un atomoVoglio farti una domanda che non a che vedere necessariamente con me. Quando dici per i 4 è così, punto e basta vuol dire che non si può cambiare veramente, profondamente? Che è inevitabile che affiori il meccanismo, che un vero superamento non è possibile? Non lo chiedo per me, perchè mi sento tranquilla e sicura del fatto mio , ma mi domando che stiamo a fare qui? Cioè che stiamo facendo a fare un percorso? A volte è un pò difficile, ho la sensazione che quando si dice di aver superato la boa di difficoltà profonde sempre si pensa ad un meccanismo di negazione che in pratica è impossibile confutare. Comunque, va bè, io rimango aperta agli spunti. Comunque mi piacerebbe una discussione che verta sulla possibilità di cambiamento vero. In molte cose io so che in me è avvenuto. Non nei comportamenti o nelle strategie, ma in modo autentico. Credo profondamente nella possibilità per qualunque essere umano di evolvere , di sapersi staccare definitivamente da uno stadio per accedere aun altro, certo sempre imperfetto, ma che comunque contiene nuove sfide sulla base di una migliore consapevolezza.
un atomotu chiedi del rapporto col dolore…Hai sentito la Vezzali al termine della bella vittoria? non è importante come colpisci ma come reagisci ai colpi della vita…… Così è per me.
Marina PieriniTi farà piacere sapere che la vezzali è un 3!! 🙂 tu parli di cambiamenti, di miglioramenti o di cancellazione radicale della natura di una personalità? Vedi secondo me tu interpreti male la cosa. Se noi siamo alberi, contaminati da un qualche parassita, con le foglie ingiallite, o magari contorti in una posizione che non ci valorizza, divenire un albero sano significa non essere più un albero?
un atomoNo, non parlo affatto della cancellazione della natura di una personalità. Provare vergogna non è un tratto naturale della pschiche ma una percezione emotiva che si può riorientare , tanto è vero che nessun neonato o bambino ancora non esposto al giudizio prova vergogna di sè o si sente in colpa. Divenire un albero sano significa continuare ad essere quell’albero, infatti. Quindi io posso rimanere fondamentalmente un 4 e non percepirmi come inadeguato? Io penso di sì. Immagino che parliamo della stessa cosa. Io credo che il senso di vergogna sia fondamentalmente percezione della propria inadeguatezza. Non ha sempre a che vedere con i reali successi e reali fallimenti, ma con il modo in cui li percepiamo, sul come noi ci viviamo da questo punto di vista. La mia vita continua ad essere costellata di conquiste molto importanti e di sconfitte molto dure da gestire, ma in alcun modo sento più il peso della vergogna e dell’inadeguatezza. Questo è ciò che so su di me. Non solo con la testa, ma con una conquistata tranquillità, confortata dalla prova dei fatti. Non avrei potuto dire la stessa cosa qualche tempo fa, non lo sapevo in realtà quanto sarei stata capace, ora lo so. Perchè non basta superare la boa della sopravvivenza bisogna sentirsi ancora splendenti di vita e io lo sono. Questo non vuol dire non avere momenti di sconforto, o di rabbia o perdere le caratteristiche della propria personalità. Significa solo stimarsi equamente , valutarsi in modo giusto e sereno. Si può? Certo che sì 🙂 Oppure poichè la nostra personalità è 4 tutta la vita dobbiamo spostare questa vergogna da una gamba all’altra senza possibilità di remissione dai peccati? 🙂 🙂 SE dico non mi sento reietta e non mi sento elitaria, contraddico alla mia natura o poso solo aver fatto i conti ed uscire con un sano pareggio e buone convinzioni su di me? E poi..non vorrei apreire un’ altra sponda ..ma questo dolore a cui per forza ci dobbiamo attaccare… non lo so. Io credo di aver sofferto e di soffrire per cose reali e non per amore del dolore. Non so quale immagine rimando di me , certo non vi ho incontrato in un periodo felice… e quindi credo che questo conti molto.
Marina PieriniForse, vi è una dimensione evoluta in cui le meccanicità e le compulsioni possono essere domate e rigenerate da nuovi comportamenti liberi. La mia domanda è: è ora? Se tu ritieni di essere ora in questa dimensione allora va bene. Se non ci sei ora, vuol dire che tutto, anche in differenti livelli rispetto a prima, è ancora lì. Tocca a noi continuare a vedere. Per quanto riguarda le tue domande sul dolore, non posso risponderti, quello che ci hai rimandato di te e delle caratteristiche del tuo dolore ho avuto occasione di dirtelo di persona e credo che sia giusto così. A te rimane il peso di valutare nelle parole degli altri, una verità riflessa o un’ingannevole ombra proiettata. Tutti soffriamo per motivi che riteniamo reali. Hai mai accettato di aver sofferto per amore del dolore? Posso solo chiederti questo….
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