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Commento all'articolo "Un Nove davanti a un lutto"

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Questo argomento contiene 1 risposta, ha 2 partecipanti, ed è stato aggiornato da  Antonio Barbato 11 anni, 2 mesi fa.

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  • #11146 Risposta

    Copio anche qui il commento lasciato poco fa all’articolo di Claudia Del Vento “Un Nove davanti a un lutto”.
    Ciao Claudia, ieri mi sono collegata al forum intenzionata a lasciare un contributo riguardo la passione del mio Tipo (sono un Quattro) e mi sono invece imbattuta nella tua bellissima e preziosa condivisione.. nulla è per caso, le coincidenze non esistono. Ho visto e letto il tuo scritto ieri ma l’avevi postato il 21 luglio scorso. Il 21 luglio era il compleanno di mio padre, che era un Nove, è morto a 49 anni quando io ne avevo 22. Era nato il 21 luglio. Ma parliamo di te, di Maurizio e della vostra esperienza. Ciò che scrivi è stato di valore inestimabile per me e ti ringrazio per averlo fatto; potrà ancora essere di grande aiuto a molte persone, per me è stato così al punto da volerlo rendere il manifesto di quello che dovrebbe essere l’unico modo di vivere la vita e la morte. Anche la mia vita è stata caratterizzata da alcuni lutti epocali che l’hanno stravolta, turbata e anche arricchita. Ho perso mio padre quando ero troppo giovane per possedere qualsiasi strumento di gestione dell’evento. Dopo qualche anno poi, insieme ad una maggiore consapevolezza, sono arrivate le perdite di mia mamma e di una sua sorella, a cui ero legatissima. E’ stato dopo la morte di zia Annamaria che mi sono convinta del fatto che in Occidente non ci viene minimamente insegnato a morire, non esiste una cultura che ci aiuti a fronteggiare questo importante e doloroso passaggio. Al suo posto c’è il tabù della morte e l’imperativo categorico di puntare al binomio “Salute&Bellezza”. Io, come te, ho sempre saputo e sentito che la morte del corpo fisico non è che un passaggio all’altra dimensione, quella senza affanni e sofferenze, a cui tutti giungeremo, prima o poi. Un aspetto della tua lettera che mi ha profondamente colpita è quello riguardante la forza creatrice e creativa della perdita. Chiunque abbia vissuto la perdita di una persona a cui era indissolubilmente legato, se si è lasciato attraversare da quell’immenso annichilimento e dolore senza troppe resistenze, ha sperimentato – contemporaneamente – la potenza della propria creatività che è emersa tra le macerie del proprio animo a brandelli a creare nuova vita e farci esplorare nuove dimensioni. Ricordo esattamente che nei mesi successivi alla morte di mamma trascorrevo moltissime ore in isolamento, a casa mia, nella disperata ricerca di qualcosa che mi contenesse. Avevo perso i miei bordi mentali, il mio recinto emotivo, da infrangere, demolire o in cui rifugiarmi. Ero completamente sola con me, non c’era più nessuno ad impedirmi di vivere e pur avendolo sempre desiderato non sapevo assolutamente come rapportarmi a quello spazio mai esplorato prima. E’ stato in quei mesi che a casa mia sono apparsi piccoli dipinti sulle ante dei mobili, su qualche tela o su alcuni indumenti che dipingevo con acrilici. Ho sempre amato disegnare ma solo nella confusione e nel dolore della perdita, la mia creatività guizzava fuori imperiosa, come quando avevo 4-5 anni. Ho anche avuto modo di conoscere una giovane madre che ha perso un figlio suicida a 20 anni. Lei è diventata allieva dell’Accademia di Belle Arti e dipinge tele davvero meravigliose, dice che le vengono suggerite dal figlio. Il dolore di una perdita è quindi, indiscutibilmente, in grado di attivare alcune parti di noi che, senza di esso, non avrebbero trovato sbocco. Sono inoltre convinta che la forza creativa di una relazione significativa e speciale come quella tra te e Maurizio non si esaurisca con la morte di una delle parti. Sarebbe come credere che non sia possibile emozionarsi o far viagggiare la mente al cospetto delle opere di Van Gogh o Michelangelo solo perchè i loro autori sono morti. Non è così: grazie a Dio e alle potenti forze dell’Universo, il contributo che ciascuno di noi dà alla Vita si vivifica ed accende continuamente, attraverso le suggestioni instillate negli altri. Maurizio non è più con noi fisicamente, non ho avuto il piacere di conoscerlo in vita ma ugualmente l’intensità e la bellezza del suo essere e della vostra interazione sono arrivate a me per aiutarmi a connotare meglio il mio sentire sulla Vita e sulla Morte. Grazie infinitamente per aver condiviso la tua esperienza con noi, grazie per avermi permesso di conoscere le profondità e l’intensa spiritualità di un Nove in pieno fermento evolutivo, un Nove che ha saputo usare le energie di quel fermento in modo costruttivo per sé e per gli altri. Grazie infine per avermi fatto conoscere due persone speciali, che sento molto affini, da cui potrei imparare molto: tu e Maurizio.

    #11147 Risposta

    Grazie a te Ale e, ovviamente, a Claudia per avere ambedue voluto condividere qualcosa che, normalmente, per paura o pudore non riusciamo ad ammettere. Personalmente ho avuto modo di sperimentare molte perdite precoci, di vivere all’ombra anche di quelle che mi sono state veicolate mediante il dolore di mia madre soprattutto e, tuttavia, non sentire mai una lacerazione tanto violenta quanto quella che mi ha attraversato quando è venuta meno la prima fidanzatina della mia vita. In quel momento la mia mente logica era assolutamente muta e non riusciva assolutamente a capire che cosa mi stesse accadendo, eppure, fra le lacrime inarrestabili, mi venivano in mente parole che sentivo bellissime da dedicare al suo ricordo, E’ assolutamente vero che il dolore arricchisce quella creatività che abbiamo dentro senza esprimerla normalmente, ma, è questo è quello che il dolore mi ha insegnato, oltre alla consolazione, alla condivisione e al rimpianto, esiste sempre e comunque un amore più elevato che ci spinge ad andare comunque avanti e che si chiama “vita”.

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