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Questo argomento contiene 23 risposte, ha 1 partecipante, ed è stato aggiornato da Eleonora Grillo 13 anni, 1 mese fa.
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TeclaVeramente io non dicevo che eri rigida ma solo che secondo me non ci può essere interesse a comunicare se non c’è un bisogno. Ma forse non ho capito tutte le sfumature del tuo discorso,magari per troppa rigidità da parte mia…:-).Comunque ti assicuro che era una risposta più che serena,ci mancherebbe altro!
SirenellaComunque scusa ma….sebbene io condivida il fatto che tutti hanno bisogno di amare, non sono d’accordo sulla questione dell’amare come un dare e avere che nasce dal bisogno. Forse perche’ quando mi scopro ad amare qualcuno, amico, figlio, uomo chiunque esso sia, non lo amo sulla base di quello che mi da ma sulla base di cio’ che provo per quella persona a prescindere. Non sempre sono amata da coloro che amo. Quindi che faccio, siccome non rispondono al mio bisogno, non li amo piu’? 🙂 ma il discorso si fa complicato quissu’…e io penso sia meglio rimanere sul tema della comunicazione, e sulla difficolta’ che a volte abbiamo nel comunicare con gli altri. Secondo me, quando percepiamo quel disagio dovremmo comunque chiederci se stiamo cercando di comunicare per ricevere attenzione, comprensione o altro…o se stiamo cercando di stabilire un contatto destinato alla “relazione” cioe’ al reciproco scambio che deve pero’ accettare cio’ che le parti vogliono scambiare. Se io ti do qualcosa e mi aspetto che per forza tu debba fare altrettanto commetto un errore basilare che mi porta inevitabilmente alla delusione delle mie aspettative. Se desidero conoscerti meglio, e stabilire una relazione, un contatto profondo, mi concentro su chi sei tu, cosa provi, perche’ mi incuriosisci, cosa posso scoprire di te e accetto quello che mi dai che sia poco o tanto. A volte noi chiamiamo fiducia tradita cio’ che invece era la nostra pretesa, la nostra aspettativa delusa….ma non so davvero se riesco a spiegarmi come vorrei…
SirenellaForse il punto e’ questo..io non sento il desiderio di comunicare solo e perche’ ne ho bisogno….o almeno lo faccio quando comunico, ma quando cerco di entrare in relazione con qualcuno, non rispondo ad un bisogno…quanto piuttosto ad un sentimento che scopro di nutrire. Che sia curiosita’, fascino, bellezza, bruttezza o altro…non e’ il bisogno ma la curiosita’ di capire perche’ quella persona mi ha attratta…perche’ e’ come rispondere ad un richiamo, qualcosa che sento solo io e mi spinge a chiedermi “perche'”? Ovviamente io intendo bisogno come la necessita’ di colmare dei vuoti, dei silenzi, delle mancanze…lo specifico giusto per non rendere ancora piu’ complicato il nostro scambio…
Teclati sei spiegata benissimo.E ora capisco anche dove nasce l’equivoco. Io non parlo del bisogno di ricevere, non dico che si ama perchè si ha qualcosa in cambio.Volevo dire che amare è un nostro bisogno interiore al di là del fatto se il nostro amore è ricambiato o compreso. non ha nessuna importanza se si ottiene qualcosa, ma amiamo perchè c’è dentro di noi il bisogno di amare.Insomma era una banalità la mia.
TeclaNon visualizzavo l’ultimo messaggio.Ma dopo averlo letto mi chiedo la curiosità di capire perchè quella persona ti ha attratta,il fatto di dover rispondere a questo richiamo non è un nostro esclusivo bisogno?Ciò non ha nulla a che vedere con cosa poi l’altro ti dà, potrebbe benissimo non sentire uguale richiamo.
SirenellaNo no, non era affatto una banalita’….ma era appunto un discorso diverso, ed era facile equivocare…spesso noi diamo un senso soggettivo ad ogni cosa e dimentichiamo che c’e’ un significato oggettivo che puo’ frapporsi fra noi, le nostre parole, e il senso personale che vogliamo dare ad un discorso….forse per questo qualche volta sembro categorica quando scrivo e mi dispiace, ma tento continuamente di usare le parole facendo attenzione a non impossessarmi dei significati, e per riuscire a non farmi capire lo stesso finisco col sembrare pure antipatica o fredda 🙂 🙂 come ben vedi….non e’ mai facile! (e adesso vado a dormire che sono mezza morta…ti abbraccio forte e ci sentiamo presto per il cineforum di sabato!! 😀 ) baci…
Sirenellainfatti…tecla per questo specificavo la differenza tra bisogno e curiosita’…tra comunicazione e relazione…tra perdita della fiducia ed eccessive aspettative che noi stessi abbiamo….la mia necessita’ di rispondere a quel richiamo non mi mette nella condizione di aver bisogno di essere per forza ricambiata….ma se ho bisogno di non sentirmi sola comunichero’ con qualcuno, chiunque esso sia, per colmare il mio vuoto….questa cosa si complica troppo ehehehehehe
Teclaio non ti sento mai antipatica o fredda.E comunque condivido pienamente quando il bisognop di relazione è vero non si sente la necessità di essere ricambiati e non si può rimanere delusi, è come dire che l’amore basta a se stesso. Ed è vero.
Eleonora GrilloUno-Nessuno-Centomila. Ho sempre parlato troppo, ho sempre comunicato troppo, ho sempre raccontato troppo i fatti miei. Sempre…? uhm…no…per molto tempo. Poi un giorno è successo qualcosa e, come già si è detto in questo spazio, ad un certo punto inizi a non dire più e questo succede quando (come diceva Pavese, ne “Il mestiere di vivere”) ci si rende conto che le cose che hai da dire trovano il tempo che trovano, non interessano a nessuno, forse perchè – parafrasando Vasco – ognuno è “perso dentro ai fatti suoi”. O forse perchè sei stata fraintesa o ferita o…o… Ed è allora che decidi di non buttare più le perle ai porci (con tutto il rispetto per i maiali…sgronf…). Allora decidi che le perle le darai solo a chi è in grado di riconoscerle. E così iniziò il periodo del mutismo con gli altri e di grande intimità con pochi. Oggi parlo tanto di nuovo con tutti. Penso che ognuno abbia qualcosa di buono e che nessuno sia realmente cattivo. La cattiveria è solo ignoranza. Certo, è chiaro che non gli apro la mia anima, ma il mio cuore si commuove quasi sempre. Si commuove pensando a quanto sia disgraziata quella macchina che sta al mondo senza consapevolezza e si duole per quanto sia disgraziata la mia macchina che pure vorrebbe avere maggiore consapevolezza per provare ancora una compassione più grande. Sì, comunico molto e ciò che comunico dipende dal contesto. Con gli intimi sono tranquilla, forse, a volte, parlo anche poco, parlo solo quando ho qualcosa da dire, non mi piace più intellettualizzare nè fare grandi discorsi ad effetto (cosa che una volta mi piaceva da morire). Con i conoscenti e sul lavoro, sono spiritosa, allegra, scanzonata. E continuo a dire i fatti miei, però non proprio quelli intimi intimi. Non me ne frega un accidenti dell’opinione che possono farsi di me, se posso apparire ingenua o un po’ tonta oppure intelligentissima. Al contrario, con gli amici sono più esigente e stabilisco il rapporto con loro sulla fiducia, il rispetto e l’affetto. Sicuramente manco un po’ sulla presenza fisica ma per un amico sono disposta a sacrificare molto. ciao a tutti. ele
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