Enneagramma Associazione Internazionale Studi Enneagramma

CONSAPEVOLEZZA

HomePage Forum Forum ASS.I.S.E. CONSAPEVOLEZZA

Questo argomento contiene 8 risposte, ha 1 partecipante, ed è stato aggiornato da  Marina Pierini 13 anni, 2 mesi fa.

Stai vedendo 9 articoli - dal 1 a 9 (di 9 totali)
  • Autore
    Articoli
  • #635 Risposta

    un atomo

    Vorei dire delle cose, così come le sento, semplicemente. La consapevolezza può essere , talora, uno squarcio di luce solare tra le nubi, un’esperienza di trasparenza e di intima connessione col creato, sì certi momenti è proprio così, ci si sente intimi con l’universo. Ma per la maggior parte del tempo è un cammino che io sento come terribilmente difficile e doloroso. Bisogna saper accogliere l’impatto delle proprie emozioni, così come è, per poi smontarle una ad una e distinguere quanto l’ego si dibatte , si arrocca e si difende in esse e quanto ne può scaturire in libertà e lucidità. E’ un percorso che è cognitivo, ma non basta assolutamente, è un percorso che è anche e mozioinale, ma sopratturro è esperenziale. Bisogna dover e potere fare i conti con i propri enormi limiti, con le proprie rigide strutture difensive e sovrastrutture mentali. Quando ci sono in ballo cose che sentiamo come essenziali alla nostra esistenza è molto. molto difficile. Saper distinguere le ragioni del proprio dolore e non rimanere pietrificati riproponendo schemi relazionali che non hanno più senso nel reale. Ci vuole un enorme coraggio e lucidità nel saper dare una lettura diversa di ciò che proviamo, che sentiamo, il nostro ego è abituato a dare un interpretazione fissa alla nostra storia, e così facendo non riusciamo ad attivare quel meccanismo di liberazione che può permetterci di trasformare la nostra esistenza. Non è il luogo per parlare di cose molto personali, ma voglio spiegare che tutto questo percorso è strettamente legato a circostanze reali e concrete. Ho un’immensa paura ed angoscia per ciò che accade, la certezza di non poter governare gli eventi più di tanto, la consapevolezza di doverlo accettare e tuttavia non per questo assumere un atteggiamento passivo e fatalistico, sapere di non dover inaridire i sentimenti ma soffrire per non vederli accolti. Vi sono situazioni in cui i propri sentimenti e le proprie fragilità si sposano intimamente alla vita altrui e bisogna stare attenti a non invedere con le proprie interiori pecezioni il cammino che l’altro percorre. All’improvviso mi sento sprofondare in un mare di solitudine interiore, di dolore non condiviso, mi pongo al centro del processo e il mio Io annulla il valore di ciò che potrebbe succedere nel bene enel male, non lascia fluire nulla, interpreta le cose prima ancora che queste accadano. Cosa c’è dietro tutto ciò? Un miscuglio incredibile di tante cose. Un’ immensa paura, terrore, di abbandonare l’altro, un risveglio acuto di sensi di colpa per la propria fragilità, come se tutte le voci del passato si risvegliassero e mi dicessero: ‘mi stai lasciando, mi stai abbandonando, non ti stai prendendo cura di me. ‘ e insieme un’eccessiva pena per se stessi, un desiderio così infantile e così terribil di amore che sento negato. Un muro di incomunicabilità emozionale che mi spinge in una disperazione cronica, come un malato che tuttavia respira e respira e continua a vivere. La consapevolezza di dover separare ciò che si prova dalla realtà, il coraggio di distaccarsi dalle proprie emozioni senza tuttavia negarle, è una fatica incedibile, e sbaglio, sbaglio tutti i giorn, tutti i momenti e le ore, solo che non posso più sbagliare inconsapevolmente e questo è peggio. Vedo in atto i miei meccanismi, le mie proiezioni, il mio attaccamento, la mia dipendenza, vedo tutto, le mie pretese, il bisogno egoico infantile, l’urgenza della tenerezza negata, il bisogno di essere forte per riscattare me stessa con me. Cosa c’è di diverso da prima? Che in questo vedere c’è un dolore insopportabile. C’è che non mi posso raccontare più storie, che lo sforzo e la fatica a cui davo tanto valore perchè giustificavano la mia esistenza in vita. ora lo vedo per ciò che è un’inutile dibattersi, un’inutile resistenza alla vita, una rigida forzosa interpretazione della mia storia. E tuittavia…non riesco alasciarmi andae, a far fluire perchè ho paura, paura, paura, paura che cambiando sistema possa abbandonare chi amo. Bisogna essere disperati per passare tutto ciò in un forum di estranei, ma non importa, non cerco accoglienza, credo, nè conforto, ma desiderio di intrecciare per piccolissima parte il mio percorso a quello altrui, perchè sento che nello sguardo dell’altro c’è una chiave che mi può aiutare. Non è più come prima, non sono più quella di prima, il dolore che sento non è più uguale. Qualcosa si muove dentro di me con tanta forza, ma nella realtà io resisto ancora e tento di aggrapparmi, laddove so che non serve a nulla. Voglio essere felice, ora,ora, adesso, con quello che ho, con quello che potrà venire e ho il terrore di non permettere ch nulla vvenga. Scusatemi, ve lo chiedo con tutto il cuore. So che è troppo, mi consola pensare che di tanto che sento può arrivare solo un poco.

    #5494 Risposta

    Antonio Barbato

    Cara Atomo, quello che tu hai descritto è il percorso doloroso che accompagna ogni momento di liberazione. Chi ha mai detto che la maggiore consapevolezza porta ad un “clima” interiore più leggero? Normalmente, quando si vivono momenti come quelli che tu hai descritto, ci si sente come quando si rompe una tossico dipendenza, una parte di noi stessi vuole cambiare, ma un’altra sente dolore e vorrebbe ripristinare lo stato di sonno precedente. Tuttavia, non si può più, e per questo Gurdijeff diceva che vive bene chi non ha nemmeno la percezione dell’anima, ma chi ne ha almeno un pezzetto è costretto a passare fra pene e tormenti. Bisogna sopportare, sapendo che è una fase, il dolore dei sensi di colpa per aver abbandonato chi si è amato, la paura della solitudine che si profila minacciosa dietro l’angolo ed aver fiducia in se stessi, nella propria capacità di amare ed essere amati in modo diverso. Non vorrei che tu interpretassi le mie parole come un tentativo di consolarti, ma non me la sento di nasconderti che, mentre rileggevo quasi in trance le tue parole, ho visto distintamente nella mia mente un raggio di sole che trafiggeva le nuvole ed illuminava, in modo doloroso ma decisivo, le tenebre sottostanti, e questo è, ovviamente, quello che ti auguro di cuore.

    #5495 Risposta

    Marina Pierini

    Volevo risponderti alcune cose ma….ho appena finito di leggere un libro veramente piacevole, soprendente e si…posso dire bello di Jonathan Coe che si chiama “La casa del sonno”. Nella trama di questa storia c’e’ un libro che si chiama come il libro stesso, dal quale uno dei protagonisti estrapola qualcosa di molto bello. Egli ha dovuto superare anni di dolore, solitudine, rifiuto e trasformazione (lui è un tipo 4) e in un dialogo veramente bello con un’amico apre le pagine del suo libro e gli legge questa cosa che dice averlo aiutato negli anni interminabili della sua sofferenza. Ti risponderò, allora, riproponendoti questa cosa bellissima e spero che ti suoni dentro come è accaduto a me. “Accettare un vuoto in se stessi è un fatto soprannaturale. Dove trovare l’energia per un atto privo di contropartita? L’energia deve venire da un’altrove. E però, occorre innanzitutto uno strappo, un qualcosa di disperato, occorre innanzitutto che il vuoto si crei…(e poi) deve esistere un tempo senza ricompensa, nè naturale nè soprannaturale.” Lui racconta quello che gli accade prima, durante e dopo…dopo tutto questo….ecco io credo che tu sia sulla soglia del vuoto che si è creato…che tu stia lottando sentendo che non vi è alcuna ricompensa, che le domande e le risposte che ti dai siano giuste oggi, e diverse da quelle di ieri, e che le domande e le risposte che ti darai saranno nuove eppure giuste domani, quando sarà il tempo. Ma prima forse devi affrontare il tempo in cui con un’energia che pensi di non avere devi accettare quello che è, senza vedervi in questo alcuna ricompensa, nè naturale, nè soprannaturale. Contattare il tuo vero valore. Senza alcuna contropartita.

    #5496 Risposta

    Bruno

    chi ha detto che arriva poco? mi è arrivata tanta solitudine tanta paura di non farcela che sono poi le faccie della stessa medaglia. solitudine e paura di non sapere fare niente che provo anch’io.credo che vivere una passione sia la risposta può essere lo sport la musica l’arte o qualsiasi altra cosa che ci fa sentire un emozione ……..e ti ricordo che sopra le nuvole c’è sempre il sole ,solo che ce ne dimentichiamo.è bello ricominciare dalle piccole cose da un pensiero gentile nei propri confronti dall’ ideare una sorta di autoconsiderazione che sono convinto tu ti meriti e che in fondo tutti ci meritiamo

    #5497 Risposta

    un atomo

    Mi dispiace forse avrei dovuto rispondervi subito ma non avrei saputo dire altro in questo momento, sento solo di dover accogliere quanto mi dite e lasciare che il senso delle parole attecchisca nel modo più autentico. Vi ringrazio e tornerò sicuramente a rompere le scatole ma solo quando sarà trascorso il tempo giusto per assimilare le cose vissute così che entrando in relazione con voi non abbia a proporvi tematiche sempre uguali. Quindi spero di farlo prestissimo perchè vorrà dire che qualcosa si è mosso e che sono pronta alla comprensione di qualcos’ altro. Ho tutta la voglia di bussare alla vostra porta, grata di trovarla sempre aperta. Ho già risposto a Marina su alcune cose vorrei solo aggiungere che non è proprio il tempo per me di difendermi da alcunchè, nè di rifiutare alcun aiuto, non è così che mi sento, semplicemente perchè non sono nella condizione di poter fare questo gioco, le cose che mi urgono sono importanti per la mia vita, se chiedo di confrontarmi è perchè sono disposta a farlo, non chiedo generica comprensione, ma un pezzetto di strada condivisa con tutte le persone che hanno voglia di illuminarla un pochino con il loro modo di sentire. Anche persone molto diverse da me o apparentemente lotane dal mio sentire. Cosa che per altro non è il vostro caso, visto che mi sento in sintonia nel profondo molto più di quanto possa apparire. So che questo mi aiuta ad essere lucida, a cogliere il senso delle cose, a relativizzare meglio, mi dona spunti differenti dai miei e mi conforta nelle cose che sento di comprendere. Se non sto lì a ritornare perennemente sulle cose non è perchè mi ritraggo, ma perchè non voglio cadere nella dinamica dei dubbi, degli sconforti, delle puntigliosità intellettuali. Ho solo bisogno di ascoltare e di lasciare che le cose maturino. Baci.

    #5498 Risposta

    Bruno

    per un 4 cambiare vuol dire diventare come gli altri perdere quindi quell’unicità che pensiamo ci contraddistingue preferiamo soffrire ci fa sentire più vivi. un bacio

    #5499 Risposta

    Marina Pierini

    Cara atomo, quello che scrivi mi fa piacere e mi conforta sapere che comportamenti che avevamo attribuito a possibili rifiuti o resistenze siano invece legati ad altre necessità e fasi. Devo dire che nonostante io sia ancora una donna impulsiva sto esercitandomi quando posso al fine di tenere a bada quelle reazioni che altrimenti mi condurrebbero sempre negli stesi vicoli ciechi, e per i 4 le pause di riflessione ed i silenzi sono in effetti una buona terapia. Almeno per i 4 sessuali o di conservazione, che hanno l’abitudine di non mollare l’osso anche in maniera indiretta finchè non hanno portato a termine rituali a volte ossessivi.Mi rispecchio quindi in quello che dici, anche se il silenzio improvviso, a chi sta dall’altra parte, può dare la sensazione di qualcosa di incompiuto, per questo ho preferito segnalarti la nostra perplessità. Ti rispondo qui a proposito del corso solo per una questione di praticità e tempo, e ti confermo che Antonio non preferisce che alcuni argomenti venano trattati “a freddo”. E’ verissimo che hai seguito più di un anno di corso, ma hai perso almeno una decina di lezioni che non sono da sottovalutare. Le illusioni, la Ferita Originaria, le Patologie, altre modalità aggressive dell’ego, le vie di fuga, gli stati di coscienza ecc. credimi è proprio tanto…e come una che sa come va a finire un film, non voglio rivelarti la fin prima che tu abbia goduto il resto. Mettila così 🙂 aspettiamo presto i tuoi interventi e tra l’altro avrei cose da dire su Artemisia Gentileschi e Goya…quindi quando ti va possiamo riprendere la discussione sull’arte perchè ho notizie ghiotte! Buon fine settimana a tutti! (Bruno..perchè non scrivi due parole di presentazione anche tu, nel post che ho aperto per i nuovi?)

    #5500 Risposta

    un atomo

    le illusioni e la ferita originaria le ho seguite. La ferita originaria non mi ha provocato le stesse percezioni che ricordo sono state tue e di Chiara. Ho letto qualcosa di Almaas e mi intriga molto lo spunto dato da roberto. Approfondirò..se posso.

    #5502 Risposta

    Marina Pierini

    Non mi ricordavo…mi sento meno in colpa allora….devo chiedere al masto…diciamo comunque che l’argomento per ora rimane in sospeso. Sono molto curiosa di sapere qualcosa di Almaas! Se anche tu lo hai letto spero che Roberto non cinqueggi e non sparisca, così mi date qualche dritta!

Stai vedendo 9 articoli - dal 1 a 9 (di 9 totali)
Rispondi a: CONSAPEVOLEZZA
Le tue informazioni: