HomePage › Forum › Forum ASS.I.S.E. › Dedicato alle donne Quattro
Questo argomento contiene 14 risposte, ha 1 partecipante, ed è stato aggiornato da Alice/Stefania 13 anni, 2 mesi fa.
-
AutoreArticoli
-
Antonio BarbatoSi è scritto molto, ultimamente, sul forum delle donne Quattro e della loro, per così dire, capacità, di mettere sempre tutto in discussione dal punto di vista emozionale.Eli Jaxon-Bear è un insegnate di EdT che mi regalò un suo manuale, poi diventato libro, dal quale traggo il seguente brano riportato dallo psicologo R.D. Laing. dal titolo Mi ami . Lei: Mi ami? Lui: Si, ti amo. Lei. Più di tutto? Lui: Si, più di tutto. Lei: Più del mondo intero? Lui: Si, più del mondo intero. Lei: Ti piaccio? Lui: Si, mi piaci. Lei: Ti piace stare con me? Lui: Si, mi piace stare con te. Lei: Ti piace guardarmi? Lui: Si, mi piace guardarti. Lei: Pensi che io sia stupida? Lui: NO, non penso che tu sia stupida. Lei: Pensi che io sia attraente? Lui: Si, penso che tu sia attraente. Lei: Ti annoio? Lui: No, non mi annoi. Lei: Ti piacciono le mie sopracciglia? Lui: Si. Mi piacciono le tue sopracciglia. Lei: Molto? Lui: Molto Lei:Quale ti piace di più? Lui: Se ne indico uno, l’altro ne sarà geloso. Lei: Devi dirmelo Lui: Sono ambedue stupende Lei: Davvero? Lui; Davvero. Lei: Ho delle belle ciglia? Lui: Si, belle ciglia? Lei: Ti piace il mio odore? Lui: Si, mi piace il tuo odore. Lei: Ti piace il mio profumo? Lui: Si, mi piace il tuo profumo.
Lei: Pensi che io abbia buon gusto? Lui: Si, hai buon gusto Lui: Pensi che io abbia talento? Lui: Si, penso che tu abbia talento. Lei: Pensi che io sia pigra? Lui: No, non credo che tu sia pigra. Lei: Ti piace toccarmi? Lui: Si, mi piace toccarti. Lei: Pensi che io sia buffa? Lui: Solo in un modo simpatico. Lei: Stai ridendo di me? Lui: No, non sto ridendo di te. Lei: Ma mi ami veramente? Lui: Si, ti amo veramente. Lei: Dimmi: ti amo. Lui: Ti amo. Lei: Vuoi abbracciarmi? Lui: Voglio abbracciarti e coccolarti e vezzeggiarti. Lei: Va tutto bene? Lui: Si, va tutto bene. Lei: Giurami che non mi lascerai mai. Lui: Giuro con la mano sul cuore che non ti lascerò mai e che possa morire se dico una bugia. Pausa…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………… Lei: Mi ami veramente??
A prima vista sembra che la donna abbia bisogno di rassicurazioni, come farebbe, ad esempio, un Sei, ma, in realtà, si capisce che lei vuole solo restare in uno stato di tensione emozionale.
EleonoraAccidenti…Antonio! Sono senza parole…
Carla BasagniPover’uomo! E’ proprio morto sotto il peso delle sue bugie! Bello specchio per tenere sotto controllo la tendenza autodistruttiva del Quattro…
un caro saluto, Carla
Teresa…allucinante vero?!! ma è proprio cosi…..ahimè!!!
Utente OspiteMiiiiiiiiiiiiiii che palle!!!!!!!!!!
Lontano dalle donne 4!!!!!!
Lui doveva essere un nove, presumo!!!
E gli uomini 4???
Roberto MaieronQuesto dialogo chiarisce più di mille teorizzazioni. Grazie Anto’.
EleonoraMa scusate, ragazzi e ragazze…per voi è meglio vivere senza questa tensione?:) Il problema è anche altro. Se davvero una donna Quattro trova un uomo come quello del post di Antonio, un uomo che non perde mai la pazienza e il controllo, che la fa sentire amata sopra ogni cosa (ciò che la donna 4 cerca disperatamente tutta la vita), è sicuro che a questo tipo di donna mancherà proprio quella tensione emozionale che le fa sentire vivo il rapporto d’amore e, quindi, credo proprio che mollerà quel compagno quasi perfetto che lei continuerà a cercare ad infinitum…
Antonio BarbatoCaro Roberto grazie e…non mi sono dimenticato di te; sono solo troppo stanco a causa dell’influenza. Vorrei sentire sul tema anche le altre Quattro scatenate come Atomo, Aisha Alice/Stefania, Marina Sirenella, Teresina Bum Bum che ha scritto troppo poco, ecc.ecc. anche perché ho un’altra chicca da inserire ma attendo prima di vedere tutte le reazioni.
un atomoVorrei centrare l’attenzione sulla coniderazione centrale di Antonio e cioè il desiderio del 4 di mantenere alta la tensione emozionale. E’ così, naturalmente ognuno lo farà con le sue modalità, spero non arrivando alle esagerazioni compulsive dell’esempio descritto :-). Tra l’altro non sono molto d’accordo con Eleonora che quel 4 mollerà il paziente compagno…. perchè proprio quell’atteggiamento da muro di gomma è quello che stimola di più , è come un topolino che cerca la via di uscita e cioè la possibilità di un bel conflitto che finisca con il confermare la propria percezione inconscia di non poter essere abbastanza e che non ci sia abbastanza per noi. Il compagno meno paziente crea l’alibi giusto per la nostra delusione. Fatta questa premessa posso dirvi quello che ho capito io di questo meccanismo che mi appartiene e sul quale sto lavorando con molto impegno. io credo che il punto centrale è la certezza del 4 che le emozioni sono il sale della vita, poniamo tanta enfasi speciale sulle emozioni da perdere completamente la capacità dell’intelligenza emotiva. Perchè? Semplicemente perchè ci identifichiamo profondamente con esse senza riuscire a cogliere il carattere squisitamente impermanente e transitorio di ogni emozione. Per noi quel momento, con la sua coloritura emozionale, è assoluto, semplicemente non riusciamo a prendere la giusta distanza e vedere ciò che in realtà accade, l’emozione viene, l’emozione va. Ci identifichiamo con essa fino al punto di paralizzarci in qualcosa che vorremmo statico e che per sua natura è fluido. Se riuscissimo solo ad osservare potremmo fluire con l’emozione stessa e lasciarla andare. Io non credo che la soluzione sia nel reprimere l’emozione stessa , neanche quelle negative come la rabbia, io credo che dovremmo stare seduti nella rabbia, guardarla, sentirla nel corpo, osservare la sua natura, già questo consente che essa perda la sua falsa potenza. Il fatto è che il 4 se da un lato crede, proprio nel senso che dà fiducia cieca all’emozione, da un altro canto ha l’insita missione interiore di tornare alla fonte e sa nel profondo che non può nutrirla con qualcosa di così impermanente e mutevole. Vuole essere autentico ma come può farlo se si attacca a qualcosa che non può essere autentico perchè è solo una re- azione? Bisognerebbe imparare ad accettare con rispetto questa nostra dimensione emozionale, non combatterla ma guardarla con pazienza , con tenerezza, con presenza mentale, senza giudicarla, ma vedendola per quello che è , una fonte di inutile sofferenza per se stessi e per gli altri. E’ la seconda freccia di cui parla il Buddha. Accettare è l’opposto di resistere , è quello che da buon 4 di conservazione devo imparare, resistere è chiudersi nella contrazione dell’io, accettare è stare con quello che è, con ciò che c’è, che è sempre il meglio per noi. Solo questo dona quella pace interiore vera che è l’aspirazione di tutti gli uomini e certo lo è dei tormentati 4 che semplicemente non sanno come fare, perchè il volere essere sempre speciali e il continuo soffrire e odiare per non esserlo mai abbastanza è l’opposto dell’accettazione e dell’amore di sè e in realtà si chiama narcisismo. Mi sono dilungata un pòtroppo ma Antonio ha chiesto 4 scatenati, e dunque…..
Marina PieriniLa mia non è una re-azione caro Antonio, quanto piuttosto una riflessione su quanto so di me stessa e quanto ho imparato nel corso di questi ultimi anni. Mi appoggio per comodità alle cose scritte da Atomo che in qualche modo anticipano già una serie di riflessioni, giusto perchè ho due occhietti nocciola che mi guardano minacciosi per aver osato posare membra cicciotte nel passeggino. Quella tensione emozionale esagerata ed esasperata che ci fa sentire vive e che in fondo nasce dal non credere di poter essere veramente amati nè di poterci amare da soli senza la conferma di una persona “terza”, fa parte della nostra Passione, visto che amiamo credere che altri abbiano ciò che noi desideriamo disperatamente ma che per qualche motivo non riusciremo mai a conquistare veramente, pur meritando quanto e più degli altri. L’invidia si regge grazie alla perenne insoddisfazione (che ne è la Fissazione) che se con certe risposte si spegnesse, farebbe crollare questo perfetto meccanismo nel quale tutti gli enneatipi sono bloccati, e noi lo siamo come gli altri, solo con caratteristiche che così ci distinguono. Dunque cercare di beccare l’amato in fallo ci conferma che quell’amore non è abbastanza, non è totalizzante, e dunque ci permette di soffrire morbosamente, dolorosamente in questa salsa agrodolce rotolandoci nell’invidia melmosa pura e semplice. L’autenticità poi fa parte di un altro meccanismo che Antonio mi ha minacciato (pena strappamento di tutti i ricci) di non citare quissù, visto che è argomento del prossimo corso di formazione. Insomma per quanto mi riguarda la prima cosa su cui mi sono trovata bene a lavorare è stato l’evitamento. Comprendere che nell’essere ordinari, nell’abbassare i toni eccessivi delle emozioni quotidiane non mi si toglie nulla e nulla fa impallidire, se non l’eccessivo innamoramento per emozioni fasulle (e non certo i sentimenti reali di amore) mi è stato utilissimo. Diciamo che se una candela brucia con una fiammella assolve al suo scopo, perchè illumina e dura a lungo, ma se quando la accendi diventa una fiamma come torcia, si consuma in un attimo e non fa la luce per cui è stata costruita. Mi sto perdendo nelle chiacchiere lo sento!! Lavorare sull’evitamento riduce l’attaccamento morboso ai nostri eccessi. Almeno per me è stato così. E’ stato come smettere di fumare. Ho capito che posso vivere anche senza quella cosa che mi sembrava piacere tanto ma che alla fine mi danneggiava e mi appestava la vita. Ho capito che la mia eistenza non avrebbe perduto nulla di ciò che conta se avessi rinunciato a “dipendere” da quel piacere e così è stato. Infatti per un 4, così come per altri, da qualunque punto si inizi a lavorare, risolvere le dipendenze è indispensabile. Dicevo ad Antonio che tutto sommato, essere troppo condizionati dalla passione equivale allo stare ancora in una dimensione infantile, in cui è l’altro da cui si dipende, che deve darci le conferme e l’autonomia di cui da bambini abbiamo bisogno ma che avremmo dovuto ormai risolvere. Divenire adulti, significa staccarsi da quella dipendenza e comprendere di bastare a sè stessi, di poter dare perchè si è pieni e di poter costruire senza conferme altrui. Riconoscere cosa si chiede, da cosa si dipende e smettere di farlo è stato il secondo passo per me…e il lavoro continua ogni giorno perchè le insicurezze sono tante. Dunque, la cosa più sana da fare è certo…chiedere all’amato se ci ama, ma chiederlo anche a noi stessi (lo amo? Mi amo abbastanza?) senza destinare a queste domande tutto lo spazio della nostra attenzione, vivendo nel “qui ed ora” ogni giorno, i doni che il nostro amare ed essere amati ci porta. Bum.
un atomoProbabilmente il percorso del lavoro sulle emozioni , sul comprendere la loro vera natura e la modalità del nostro rapportarci ad esse è veramente il punto centrale per i 4. Sono arrivata un pò a questa conclusione quasi partendo dalla fine del percorso. Mi spiego meglio. Fin dall’inizio mi sono molto interrogata sulla virtù cui il 4 dovrebbe anelare e cioè l’equanimità. Ho trovato molte difficoltà a capire in profondità che cosa si intendesse. Ogni risposta non mi soddisfaceva veramente, la identificavo con l’equilibrio ma senza riuscire a riempirlo di contenuto concreto, con il distacco ma senza capire bene i passi della pratica quotidiana, con l’obiettività ma mi sembrava un allenamento razionalizzante. Ora penso che l’equanimità sia proprio il non- attaccamento ,come diceva Marina la non – dipendenza in senso largamente inteso. L’esigenza di profondità nel 4 viene continuamente delusa dall’elevata e non obiettiva tensione emozionale , come è possibile infatti arrivare al cuore profondo dell’amore,della compassione, della vera empatia se siamo totalmente condizionati dall’avversione o dalle preferenze passionali? Noi siamo sedotti dalla nostra reattività, e credo che consciamente o inconsciamente siamo convinti che la forza della nostra carica ideale, l’aggrapparsi disperato alle aspettative che nutriamo verso persone o situazioni della nostra vita , la carica di passione, servano allo scopo di controllare. La più bella sensazione che riesco a provare è il senso di fiducia incondizionata che tutti i giorni la vita mi darà l’occasione di incontrare la mia reattività, la mia irritazione, la rabbia, la delusione, l’insoddisfazione, nel quotidiano accade cento volte al giorno e tutti i momenti sono una possibilità per esercitare il lasciare andare , per sperimentare l’intimo equilibrio dell’equanimità. Non sempre ci si riesce, ma intanto cominciamo a vederlo sempre più . Mi è piaciuta molto l’immagine della torcia che brucia, in effetti c’è come una convinzione dentro me che se la fiamma non è potente, io non sono abbastanza viva e forse nemmeno l’altro si accorgerebbe della mia esistenza,invece la fiamma della coscienza è una luce quieta e tranquilla e risplende a lungo.
AishaAiuto! che è il mio ritratto? No, sto scherzando, non sevizio in questo modo il mio uomo, semplicemente perchè non cedo alla tentazione di farlo! Devo ammettere che tutte quelle domande spesso mi verrebbe voglia di fargliele…ma poi mi trattengo. Per quanto mi riguarda ha a che fare con l’insicurezza, con l’eterna paura di essere lasciata e di rivivere l’abbandono. Il problema è che anche se ho delle risposte che mi danno soddisfazione, dopo poco comincio a dubitare e non sono sicura che le risposte siano del tutto sincere e allora dovrei ancora “interrogare” la persona che amo…insomma uno strazio, quindi ho imparato a non cedere troppo spesso a questa tentazione. Non so se sia così per tutti i 4, ma siamo molto umorali, nella stessa giornata mi capita di essere allegra, triste, malinconica , insicura e poi di nuovo allegra…
Carla BasagniSto leggendo in questo periodo l’ultimo libro pubblicato da Claudio Naranjo, che mi pare s’intitoli “per una Gestalt viva”.
Naranjo parla soprattutto di Fritz Pearls, suo maestro e terapeuta, cercando di far capire quale sia stata la sua grandezza, dal momento che Pearls non ha lasciato quasi nulla di scritto (come Socrate). Il libro, per me, è stato divertente e ve lo raccomando vivamente, se ancora non lo conoscete. Pearls, con il “peso” di tutta la sua personalità Otto, insisteva moltissmo sulla necessità di assumersi la responsabilità della propria vita, di uscire appunto dalle dipendenze, promuovere l’autonomia, una meta che pare particolamente congeniale (anche da quanto voi dite) alla crescita spirituale dell’Enneatipo Quattro. Forse saprete che lo faceva nei modi più “strani” e provocatori possibili, senza mostrare la minima “empatia” al paziente. Ad esempio addormentandosi fragorosamente durante le sedute, se il paziente non riusciva a produrre del materiale “decente”, cioè non iniziava ad intravedere la sua corazza difensiva e si perdeva solo in “chiacchiere”. E’ lo stesso approccio che (mi è stato raccontato) ha utilizzato una volta uno psichiatra trovandosi davanti ad un tentato suicidio. l’aspirante suicida, appena ripescato dal fiume, si è trovato davanti un medico “infuriato” per avergli fatto perdere tempo e bistrattato perchè “non era riuscito a fare nulla di buono nella sua vita, neanche a suicidarsi”….Tremendo, vero? Ora mi è chiaro che in quell’occasione il medico voleva aiutara la persona a rompere i suoi vecchi schemi di autocommiserazione, fare appello alla sua rabbia (e quindi alla sua dignità offesa-senso dell’io) e provocare una reazione di rottura. Però non so come sia andata a finire dopo…
un caro saluto, lieta di ritrovarvi anche qui e non solo su Facebook,
Carla
TeresaGià, Pearls ha ragione cara Carla, sulla necessità di assumersi la responsabilità della propria vita e non consegnarla in mano a qualcun’altro pretendendo che la gestisca poi come noi vorremmo!! Sto vivendo un momento molto duro perchè ho finalmente consapevolizzato che la mia possibilità di essere felice non dipende da nessun’altro se non da me stessa e che bisogna solo amare, se si ama e non pretendere che l’altro risponda ad un mio ideale, se non è così. Aisha, certo la nostra fissazione a cercare conferme e il valore di noi stesse dipende dalla nostra insicurezze di non essere mai “abbastanza” in niente ma, onestamente, credo anche che la nostra diffidenza verso la sincerità degli altri sia anche una proiezione. Anch’io nella stessa giornata vivo stati d’animo completamente diversi e contraddittori e se penso che all’altro capita la stessa cosa non mi fido, ma è perchè non mi fido di me!!!! E’ molto triste e doloroso rendersi conto di essere l’artfice della propria infelicità. Questa fame, mai soddisfatta, di intensità, di emotività…mai soddisfatta perchè non la si vuole sentire la soddisfazione, per chiederne ancora e ancora e ancora……..
Alice/StefaniaAnche se letto velocemente e non tutti i post, mi fa piacere che Antonio abbia chiamato in causa anche me come testimone fra i 4. Ebbene si, mi sono riconosciuta nel bisogno continuo di rassicurazioni e nel non riuscire mai a soddisfare questo bisogno del “dramma” a tutti i costi. E’ doloroso, almeno per me, il continuo scrutare silenzioso negli occhi dell’altro, nel cercare la sua assenza o indifferenza, per poterlo accusare di non amare abbastanza. I 4 si chiedono spesso che posto occupano nel cuore della persona che amano? E non è mai abbastanza e se così fosse ci sarebbe sicuramente qualcosa che li porta a pensare che non è amore sincero, che non sono amati con la stessa intensità e passione di cui sono capaci i 4, che se fossero davvero amati così tanto allora non dovrebbero succeredere certe mancanze da parte della persona amata e così via… A volte mi sembra che noi 4 viviamo come se fossimo in un film, che recitassimo una parte, naturalmente drammatica, quasi pensando che la nostra vita sia così intensa e speciale da avere spettatori che ci guardano, quando in realtà sappiamo benissimo che gli unici spettatori che ci guardano e giudicano a volte in modo spietato, siamo noi stessi. I 4 sono malinconici, e questo li porta a pensare agli amori perduti e non a quelii che stanno vivendo, perdendo di vista un presente che potrebbe renderli felici di amare, NO sarebbe troppo bello, lo meritiamo? Amare ed essere amati con la stessa intensità è la cosa che i 4 vorrebbero di più al mondo, ma sono consapevoli che è molto difficile accontentare le aspettative del 4 e non cadere nella fatale delusione. Personalmente, nonostante riconosca gli automatismi spesso devastanti del 4, cone il push and pull, fortunatamente riesco ad essere molto più equilibrata e in armonia, almeno in amore, di quanto non lo fossi quando ero più giovane. Che gli anni almeno servano a qualcosa, a diventare un pò più saggi! Beh, non solo gli anni ma anche i percorsi intrapresi a livello personale. Eppure quando penso a noi 4, vedo una tenerezza un pò acerba che chiede costantemente di essere compresa. Se si riesce entrare nelle grazie del 4, che ti apre il suo cuore, allora l’altro può comprendere la ricchezza del 4, che sa dare moltissimo e ti sa stare accanto come pochi sanno fare, perchè la comprensione va oltre i condizionamenti, la mediocrità e la superficialità…tutti atteggiamenti detestati dai 4. Naturalmente, per esigenza sto generalizzando, non sarà così per tutti i 4, ma di fondo credo siamo atteggiamenti che ci accomunano, con ogniuno le proprie diversità. Un saluto a tutti e grazie Capitano.
-
AutoreArticoli