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Enneagramma, comunicazione, cambiamenti.

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Questo argomento contiene 72 risposte, ha 1 partecipante, ed è stato aggiornato da  Carla Basagni 13 anni, 2 mesi fa.

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  • #645 Risposta

    Marina Pierini

    Forse ho già posto questo tipo di riflessione, scrivo quissù da quasi tre anni e davvero la mia memoria fa acqua, non lo ricordo. Ci riprovo in ogni caso, perchè oggi parlando con mio figlio mi sono resa conto di quanto la conoscenza della “diversità”, anzi la “consapevolezza” della diversità, ci condiziona anche inconsciamente, così da renderci maggiormente aperti e disposti ad adattarci agli altri rispetto a precedenti periodi di “buio”. Non so se siete d’accordo, ma guardandomi alle spalle, vedo una Marina che aveva molte difficoltà a comprendere il perchè certe persone trovassero giusto comportarsi in un certo modo piuttosto che in un altro. Questo generava in me un livello di sofferenza interiore molto elevato e che talvolta diventava addirittura invalidante. Mi spiego. Ho scoperto che noi tipi 4 tendiamo all’analisi interiorizzata degli eventi della nostra vita, talvolta questo stato emozionale/mentale rischia di farci scivolare nella vera e propria ossessione e se non riusciamo a risolvere in qualche modo ciò che non comprendiamo o ciò che fatichiamo ad accettare possiamo anche accarezzare momenti melanconia, tristezza se non proprio vera depressione o accessi di rabbia irriducibile. Il livello di frustrazione rispetto alla non comprensione può spingerci negli angoli più assurdi della nostra anima. Ci chiediamo continuamente il perchè di ogni cosa e spesso questo ci allontana (ironia della sorte) dal nocciolo delle questioni, piuttosto che avvicinarci ad esse. Noi abbiamo bisogno di capire, questo bisogno può diventare una compulsione, tuttavia talvolta l’aver capito qualcosa che a noi risulta inaccettabile rischia di farci sprofondare in uno stato di sofferenza e frustrazione peggiore dello stato precedente. Tutto questo è ancora vero per me, oggi. Tuttavia ho notato che nel corso degli ultimi anni, grazie anche all’enneagramma, che mi ha rivelato il rivelabile su certi meccanismi non solo miei ma anche altrui, lo stato ossessivo attecchisce meno, per meno tempo, il livello di sofferenza rispetto all’incomprensione è magari più vivo li per li ma di breve durata. Come se adesso qualcosa dentro me mi dicesse, Marina e guardati, ma in fondo che importa? Non ne va della tua vita, molla, apriti, lascia correre certe cose. Questo vale non solo per me stessa, per i miei meccanismi, ma anche per quel sollievo che provo nel riuscire a “intercettare” con maggiore chiarezza le risposte diciamo “meccaniche” degli altri. Mi sembrano meno incomprensibili, mi sembra più semplice sottrarmi quando qualcosa non mi piace, o insistere se sento di poterlo fare. Mio figlio mi diceva che durante lo studio di una materia scolastica che si chiama “tecniche della comunicazione” lui sembra essere l’unico a capire che le persone non reagiscono nello stesso modo al medesimo stimolo. Che comunicare significa cercare di adeguarsi alle caratteristiche dell’altro per riuscire più efficacemente ad ottenere i risultati e gli obiettivi che si sono posti. Ovviamente loro studiano questa materia al fine di un utilizzo nel mondo del lavoro. Il punto è che Alberto, che ha seguito un anno e mezzo di ennegramma, senza rendersene conto, ha creato le basi che oggi gli consentono di percepire come “normale” che il mondo è fatto di persone diverse. Nella sua classe, i suoi coetanei, non riescono proprio a capire! Il suo sbalordimento mentre me lo raccontava mi ha colpita, perchè anche io, che prima percepivo questo disagio ho poi dimenticato di aver imparato qualcosa, di essermi arricchita di una capacità che prima non avevo per niente. Anche a voi l’enneagramma ha dato questo? Come vivete i cambiamenti, seppur piccoli, che certe osservazioni hanno prodotto in voi? O forse sarebbe meglio chiedere prima, li avete notati, questi cambiamenti??

    #5765 Risposta

    Utente Ospite

    ..secondo me bisogna anche avere una conferma da chi ci sta attorno.. per capire se davvero un percorso ci sta cambiando un poco.. io certe volte mi convinco poi guardo gli altri e vedo che hanno sempre lo stesso comportamento con me. forse è solo un’illusione..ci convinciamo.se queste cose servissero a qualcosa lo farebbero tutti.ciao a tutti.

    #5766 Risposta

    Marina Pierini

    Quello che dici, utente sconosciuto, mi suona quando penso a quanto i miei cari non abbiano alcuna voglia di vedermi cambiare. Quanto, se ad osservarci sono i nostri affetti più cari, i nostri piccoli cambiamenti possono essere accolti con gioia? Quanto il nostro cambiare non costringe implicitamente anche loro a modificare schemi fissi attraverso i quali si relazionano da una vita con noi? Quanta voglia hanno, loro, di cambiare? Dunque il parere di un osservatore estrerno è importantissimo per avere delle piccole conferme, ma io tendo a pensare che non debba trattarsi una persona legata a noi da sentimenti di un qualche tipo. Quoi tu pense?

    #5767 Risposta

    Utente Ospite/Lo sveglio

    Per favore utente ospite…. non dire :”se queste cose servissero a qualcosa lo farebbero tutti”……….quante cose che servirebbero veramente, non le fa quasi nessuno!!!??? Se fosse così come tu dici, vivremmo in un mondo molto migliore.

    #5768 Risposta

    Utente Ospite

    …ma questo e’ un mondo in cui si fa solo quello che ci conviene. se cambiare ci rende la vita piu’ impossibile di prima allora che si cambia a fare scusa?? poi un mondo migliore e’ una favola che ci raccontiamo, il mondo e’ come noi tutti siamo e come ci conviene essere…cosa facciamo per gli altri quando cambiamo?? te lo dico io…niente…come prima!!

    #5769 Risposta

    Utente Ospite/Lo sveglio

    “questo è un mondo un cui “SI” fa quello che “CI” conviene”. Ma chi fa? Chi è che decide cosa ci conviene? E poi scusa per te che significa cambiare? Perchè cambiare? io, per me, direi crescere!!! Crescere e vedere le cose, compreso me stesso, per quello che sono, senza paura di star male. Io sono ottimista, forse perchè ho il callo alla sofferenza, ma penso, che se non paghi non ottieni nulla. Se tutti la pensassero come te, ma non credo che la pensi così fino in fondo, il mondo veramente sarebbe allo sfascio.
    Una visione apparentemente senza un minimo di luce la tua. Stai raccontando il mondo che percepisci ed il modo in cui lo percepisci tu è per defizione “parziale”. Ti potrei raccontare di parti del mondo dove non funziona così. Dove la convenienza e la partita doppia dare-avere non è la regola. E le parti del mondo non sono da intendersi solo come zone geograficamente individuate ma anche come gruppi di persone, come persone singole spesso a noi vicine, ed anche come parti di noi stessi, parti che abbiamo dentro e che come accade nel mondo propriamente detto, a volte sono offuscate. Non penso che non riesci a intravedere in te, in persone che ti circondano, e così via, un minimo di luce. Forse la vedi ma non gli dai il valore che le davi un tempo perchè…….non lo so ….potrei ipotizzarlo ma sarebbe ininfluente. O forse eri in paradiso, sei caduto all’inferno e pensi che uscirne sia facile; se è così potrei dire che forse non eri in paradiso e non lo sapevi.
    Poi………non ho capito …..che intendi con “cosa facciamo per gli altri quando cambiamo”???

    #5770 Risposta

    Utente Ospite/Lo sveglio

    Scusa, volevo precisare………non solo il modo in cui percepisci tu il mondo è parziale ma anche il mio. Forse la differenza tra me e te sta proprio in questo. Io sono convinto che il mondo può essere visto anche da altre angolazioni che si discostano dal proprio abituale modo di percepire.
    Per mondo intendo tutto, anche quello che c’è dentro di noi.

    #5771 Risposta

    Sarah

    A me non so se serve a conoscere meglio gli altri, ma aiuta a conoscere e vedere con piu obiettivita me stessa. Penso sia uno strumento da usare un po- con le pinze. Non so se tutti siano in grado di usarlo in modo giusto. Quanto a cambiare, crescere…non so sinceramente. Penso che sia la vita a farlo fare, che sia lei ad insegnare le lezioni quelle vere. Se si e disposti e pronti ad imparare allora anche l enneagramma serve, altrimenti, penso sia una cosa come un altra. interessante quello che dice Marina sulle resistenze dei conoscenti intimi ai nostri cambiamenti. Mi sembra molto vero. Gli essere umani sono terribilmente abitudinari e una cosa negativa ma certa e meglio di una positiva ma nuova e difficile da comprendere. Poi ci sono giochi di potere, dipendenza etc e abitudini. San Paolo mi pare diceva di volere il bene ma di fare e scegliere inevariabilmente il male. E difficile fare “la cosa giusta”, perche bisogna mettere da parte tutto quello a cui siamo attaccati e dopo una certa eta i giochi sono fatti e gli schemi comportamentali consolidati.

    #5772 Risposta

    Sarah

    Penso che mi abbia aiutato a capire che se lavoro sulla mia autostima, in particolare, possono cambiare alcune cose in meglio. Non per tutti quello e il problema principale, ma per che appartiene all enneatipo uguale al mio e una questione rilevante.
    P.S. Mi scuso per l ortografia. Non capisco che e successo alla mia tastiera. Fa le bizze.

    #5773 Risposta

    Marina Pierini

    Utente Ospite non ho capito se ci stai inviando una visione un pò pessimista, per dirla con le parole dello sveglio, o forse un pò disfattista di un possibile cammino. 🙂 Mi farebbe piacere sapere se hai sperimentato le sensazioni di delusione che ci trasmetti perchè ci hai provato e non è cambiato nulla, oppure se hai mollato fin dall’inizio. Così…per capirti meglio. Certo a volte crediamo di essere cambiati o cresciuti e invece abbiamo inventato nuovi costumi da indossare coi quali giocare il solito vecchio gioco. Devo dire però che proprio quando chi mi conosce bene, non mi riconosce più o non mi accetta più io sento che qualcosa davvero ho smosso. Magari è solo aria stagnante, ma è pur sempre qualcosa per noi popolo di scavatori delle profondità 😉 insomma una piccola gratificazione ogni tanto non fa male dai! Se qualcosa della mia immagine non corrisponde più a quella “foto” che altri sembrano portare dentro di sè e allora io mi dico…eccoti..fermati…ispirati…eppur si muove! Se penso che alla fin fine avrei fatto meglio a filare la calza accanto al fuoco, in attesa della signora con la falce! 🙁 ci resterei di un male…ma di un male!!

    #5774 Risposta

    Utente Ospite

    guarda io ti dico questo, che nel mondo ci sono tre tipi di persone. quelli che non si fanno domande e vivono come dio gliela manda, e non e’ detto che vivono male.. quelli che cercano di cambiare e quelli che cambiano e basta. cercare di fare una cosa significa esattamente non fare niente. Ecco cosa significa! vivi male com’eri prima e vivi male per quello che non riesci a fare. come quando devi mangiare piu’ frutta, o piu’ verdura, o devi smettere di fumare.. ci sono quelli che nemmeno lo vogliono sapere, quelli che cercano di farlo ma non lo fanno mai e tormentano con la loro infelicita’ tutti, e quelli che lo fanno punto e basta. allora una cosa se sai che ti fa male la fai, se non la fai ma sai che ti fa male, ecco che dici a tutti che cerchi di farla!!! Insomma facciamo quello che veramente vogliamo e ci conviene. se smettere di fumare ci costa molta fatica, noi non lo facciamo perche’ non ci conviene. se dobbiamo mangiare piu’ verdura ma non abbiamo questi gusti, possiamo anche sprofondare nel grasso ma non lo facciamo, perche’ non ci conviene. se invece lo vogliamo fare non abbiamo bisogno di troppe chiachere, lo facciamo e basta! guarda e’ cosi’ alla fin fine. vivere dicendo io cerco di fare questo e quello significa vivere nel mezzo, nell’infelicita’ di chi non va avanti ma non vuole stare indietro..quindi a cosa serve??meglio fare o non fare, punto.nell’inferno c’e’ chi cerca di fare qualcosa tutta la vita!!

    #5775 Risposta

    Utente Ospite/Lo sveglio

    E tu quale dei tre tipi di persona sei?

    #5776 Risposta

    Utente Ospite/Lo sveglio

    Vorresti essere il primo tipo…vero? Ma non puoi!!.

    #5777 Risposta

    un atomo

    message
    L’utente ospite ha una visione molto pragmatica 🙂 C’è anche del vero in quello che dice tuttavia è un pò troppo rigido e schematico. A me la sua definizione ha fatto anche un pò sorridere e l’ho trovata efficace , personalmente sono certamente del secondo tipo, con tutti i limiti che implicitamente fa affiorare l’utente. Ma anche le altre tipologie possono avere punti deboli. Quelli che non si fanno domande e vivono come dio gliela manda sono da invidiare in spensieratezza e spontaneità ma non rischiano di essere un pò superficiali , poco lungimiranti ed eccessivamente edonisti? Quelli che poi non parlano ma agiscono, bravi! Personcine così sono indispensabili, in genere sanno quello che vogliono e spesso sanno anche quello che va bene per gli altri giudicandoli deboli e indecisi perchè non riescono ipso facto a cambiare le cose. Il tipo intermedio, nel quale credo che si collochi la stragrande parte dell’umanità è più tormentato, afflitto ed afflittivo, ma magari più capace di mettersi in gioco in profondità e di tollerare e comprendere le difficoltà altrui . Personalmente credo nei percorsi di crescita e di mutamento, credo che ognuno abbia il proprio, non penso esista nessun metodo o dottrina o ideologia che ti cambi radicalmente, però credo che esista la possibilità concreta che attraverso le esperienze di vita, la capacità di guardare e l’aiuto di tante strade che confluiscono nel centro si possa mutare la percezione di sè e del mondo e provare..provare…sperimentare fino a giungere ad un equilibrio proprio, magari per ricadere e poi rialzarsi sempre un pò diversi da prima, più maturi, più consapevoli, a volte un tantino più disillusi, a volte più forti e coscienti.

    #5778 Risposta

    un atomo

    Per lo Sveglio credo che l’utente ospite si identifichi nel terzo tipo quello che fa poche chiacchiere ed agisce…:-) ci scommetto… è nella cifra linguistica del suo modo di comunicare…Utente ospite conferma o smentisci se vuoi…

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