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Enneagramma e Cucina

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Questo argomento contiene 21 risposte, ha 1 partecipante, ed è stato aggiornato da  Marina Mele 13 anni, 1 mese fa.

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  • #525 Risposta

    Antonio Barbato

    Riporto di seguito il testo di un articolo apparso, così mi è stato detto, su un giornale di cucina, che utilizza con un approccio “pratico”, la conoscenza dell’enneagramma. Applicazione originale e coraggiosa o banale adattamento di una conoscenza nata per tutt’altro fine? A voi l’ardua risposta (tenete presente, però, che, così mi è stato detto sempre dalla persona che ha cenato lì, almeno usano il test SEDIG a definizione e scostamento, per determinare il tipo). Psicologia in tavola
    Per ogni carattere c’è il piatto giusto
    Un cuoco e un terapeuta hanno analizzato nove diversi caratteri
    e forniscono in un libro la correlazione con le scelte gastronomiche

    Al tipo protettivo si addicono gli gnocchi di bottarga e patate, mentre lo spirito condottiero sceglie il vitello al forno, che si mastica bene e in fretta, dopo di che si può tornare a comandare. Dimmi chi sei e ti dirò che mangi, è la filosofia di M….., proprietario del ristorante «…… » di Monza con lunga esperienza nella catena «Bice» da Melbourne a New York. Da tempo, insieme allo psicologo….., M. esplora la correlazione tra tipi psicologici e gusti gastronomici, per spiegare come di fronte a uno stesso cibo ognuno reagisca in modo diverso. «Ristorare – sostiene M- vuol dire regalare un’emozione culinaria che duri nel tempo. Per questo ho deciso di puntare sulla gratificazione personale: non è il cliente che si deve adattare al menu ma è il menu che si adatta al cliente. In un’epoca di globalizzazione, un riconoscimento così marcato delle esigenze individuali crea sicurezza, favorisce l’identità ed è anche una buona strategia imprenditoriale».
    M e P hanno raccolto il loro metodo, con tanto di ricette, nel libro La cucina delle identità (Lupetti). Punto di partenza è l’osservazione attenta dei clienti di un ristorante, perché «la tavola è un luogo ideale e strategico per capire le persone». «C’è il tipo ”antilope stanca” – scrivono – che esprime un istinto vitale depresso: per lui mangiare sembra una condanna, tranne quando si rianima alla vista di un alimento che rappresenta un’attrazione fatale, come certi dessert. C’è il ”formichiere” che prima di mangiare sfiora l’alimento con la lingua come per saggiarlo. O la ”giraffa”, con il corpo immobile e il collo sempre in movimento, ponte somatico che separa la bocca dalla zona cardiaca delle emozioni».
    Per sistematizzare le loro osservazioni, i due autori hanno poi incominciato a raggruppare i clienti secondo il metodo dell’«enneagramma», che identifica nove tipi fondamentali di caratteri. Il «riformatore»? «Insegue un ideale di perfezione, è moralista, ipercritico, tenace e nel suo menu c’è posto solo per le cose ben fatte». Per il «protettivo» il cibo è «qualcosa di rassicurante, che rimanda alla mamma. Ama cucinare per sé e per gli altri». L’«autorealizzatore sociale» tende a mettersi in vista, è attento agli effetti del cibo sul rendimento professionale. «Anche la tavola per lui è una sfida: controlla, calcola, sospetta». L’«artista», solitario, vulnerabile e instabile, «va pazzo per i dolci, in particolare il cioccolato. Preferisce i primi piatti ai secondi, ed è interessato più alla persona che cucina che al cibo in sé».
    C’è poi quello «capace di consultare per ore un menu e poi chiedere qualcosa che non c’è»: è il «pensatore», uno che teorizza, intellettualizza il cibo, sovente polemico se viene contraddetto. Il «fedele» è il tipo più tradizionale: ricerca sempre nei piatti il sapore del passato e delle cose che gli preparava mamma. Avete presente George W. Bush alla disperata ricerca di un cuoco che ci sappia fare con il tex-mex della sua giovinezza? Completamente diverso il «generalista», uno che può bere un vino a occhi chiusi e dire subito che cos’è (genere «Michele intenditore di whisky» in uno spot di tanti anni fa…): ama tutto ciò che non conosce, è un grande sperimentatore, un po’ farfallone. Cosa si mangia importa poco per il «capo»: basta essere serviti, che si rispettino i suoi tempi, che non ci si debba adattare alle preferenze degli altri. «E’ lui a tagliare la testa al toro, ma poi mangerà un filetto». Infine il «pacificatore», quello che non si accorge mai quando la vita gli mette in serbo un bel boccone, «low profile» e fatalista. Ha grande capacità di adattamento e ama la cucina etnica.
    Per chi non si riconosce in nessuno di questi caratteri, c’è anche la classificazione secondo il gruppo sanguigno. Il gruppo 0 è «il cacciatore», più vicino all’uomo primitivo: preferisce le proteine animali e un’attività fisica intensa. Il gruppo A è l’«agricoltore» e ottiene maggiori benefici da una dieta vegetariana con cibi naturali e freschi. Il gruppo B è il «nomade», quello che meglio si adatta alle nuove culture e ha quindi un’alimentazione variata. Infine il gruppo AB, l’«enigmatico»: è il più difficile da accontentare, più raro e biologicamente complesso. Se neanche con i gruppi sanguigni si trova il profilo, e il cibo, ideale, M e P non sdegnano il ricorso ai test da fare ai clienti o alle teorie omeopatiche del dottor Bach. Sempre alla ricerca della «ricetta della felicità», quella promessa fin dagli albori del mondo nel dialogo tra una donna e un serpente con il menu più semplice e delizioso. Una mela.

    #3437 Risposta

    Marina Mele

    Una mela????
    Antonio ti rispondo così. In 48 anni della mia vita ho modificato il mio modo di mangiare alcune volte allo scopo di adattare il cibo allo stato d’animo di alcuni periodi particolari. Solo qualche anno fa ho veramente capito in maniera profonda e radicale cosa significhi il cibo nella vita dell’essere umano e ho studiato, imparato e capito come alimentarmi sencondo i miei bisogni di salute psicofisica…..se poi questo lo vogliamo intendere come il muoversi delle ali e delle frecce intorno al cibo e quant’altro lo lascio a chi voglia intendere in maniera deviante e pericolosamente superficiale l’enneagramma. Non so chi siano M e P e neanche mi interessa. Per me l’enneagramma è altro e l’alimentazione rappresenta una parte fondamentale nel benessere dell’essere umano.
    Scusate la battuta ma “mi sto facendo un mazzo così” per entrare nel profondo, nel vero e nell’autentico di questo meraviglioso cerchio della vita (l’enneagramma appunto) e sto sostenendo battaglie che mi costano prezzi che qui non si possono neppure enunciare sapendo di non sapere ma capendo di poter sapere e cogliere …….no no Antonio…..questa non è la mia partita con l’enneagramma…auguri a M e P che vivono questa leggerezza……speriamo lo siano anche le digestioni dei loro client! Un abbraccio. Melinda, la vera mela, l’unica!!!

    #3438 Risposta

    Sirenella

    Che dire…mi sono divertita molto a leggere questo articolo. Io penso che queste persone siano mosse piu’ dalla curiosita’ culinaria, da una sorta di empatia piattofondesca che dalla malizia di sciupare e svendere psicoanalisi “pret a’ manger”. Non so perche’. Ma da come ci hai raccontato, mi hanno fatto venire in mente il mio Albertino che annusa e osserva e studia i visi di coloro che mangiano per caprirne le emozioni e il carattere in relazione al cibo. Non ci vedo nulla di male, se le cose stanno cosi’. Devo ammettere pero’ che mentre sotto il profilo enneagrammatico mi hanno fatto la radiografia, col gruppo sanguigno c’e’ cilecca pieno….io alle proteine preferisco la pasta…pasta…di tutti i tipi…tutti i gusti…tutte le taglie…tutti i sapori…purche’ sia pasta! Se poi ci aggiungiamo dolcetti di mandorle e cioccolata…che vuoi di piu’ dalla vita????

    #3439 Risposta

    Antonio Barbato

    Non so cosa dire, Melinda. L’argomento “gusti alimentari” e tipologie caratteriali è interessante, ma temo che, alla fine, ci si ritrovi in una situazione simile a quella che si verifica se si cerca di trovare un collegamento fra opinione politica e tipo caratteriale. Ovverosia, che non esiste alcun collegamento diretto, perché i gusti sono determinati da fattori istintuali e, quindi, pre egoici. Una volta chiesi ad un campione di trenta donne Due (uno dei tipi per i quali il fattore “cibo” è molto importante), di dirmi se preferivano il dolce, il molto dolce, l’aspro, il salato o l’amarostico. Ero convinto, prima del mini test, di avere una plebiscitaria risposta per il dolce o molto dolce, ed invece…………

    #3440 Risposta

    Alice/Stefania

    Beh Antonio, carina questa cosa! Sinceramente nel quattro mi ci ritrovo tutta!!! Saluti. Alice

    #3441 Risposta

    Alice/Stefania

    Concordo comunque con Melinda, anche se trovo questa cosa carina e divertente, ma del resto credo che anche tu Antonio non ritenga l’enneagramma qualcosa di applicabile a tutto con tanta leggerezza. Alice.

    #3442 Risposta

    Sirenella

    Io penso che non ci sia nulla di male, se persone che svolgono i mestieri piu’ impensati cercano di servirsi della propria esperienza e del proprio “occhio clinico” per studiare il comportamento umano. Cercare analogie comportamentali, riconoscere il carattere e le tendenze di qualcuno da come cammina, da come gesticola, da come tratta la propria auto, la propria donna, il proprio cane o la propria pelliccia e cosi’ via…. mi sembra un atteggiamento che denota interesse a non vivere il lavoro come qualcosa che annichilisce, ma piuttosto che apre al mondo, ad altre dimensioni ed all’osservazione in genere. Molti si atteggiano a professori e non lo sono, questo lo trovo pericoloso, offensivo quando non risulta patetico e ridicolo. Molti si improvvisano esperti di questo e quell’altro e magari hanno anche titoli altisonanti o ruoli strategici nelle universita’, negli ospedali, nelle scuole, nelle chiese e diosacosa ed usano la loro influenza per parlare di cose che non conoscono. Io apprezzo la buona volonta’, la creativita’, la fantasia, la voglia di giocare ma anche l’audacia con la quale a volte le persone mettono al servizio degli altri le proprie esperienze. C’era una persona che lavorava nel calzaturificio di mio padre, che incollava suole….poteva dirvi cose sulle suole, sulla colla, sulla pelle, sul cuoio, sugli odori, sulla gestualita’ propria e altrui nello svolgimento del lavoro, che nessun altro avrebbe saputo cogliere. Io non amo i ciarlatani. Ma apprezzo coloro che conoscono “da dentro” il loro lavoro e ci giocano, giocano col mondo con audacia e intraprendenza e magari i nessi seri e concreti alla lunga si trovano, si elaborano e sono di utilita’ agli altri. Se pensiamo a quanti studi apparentemente folli e improbabili uniti in un unico filo conduttore hanno aperto la mente dell’uomo a riflessioni e scoperte che oggi sembrano normalissime ma che allora potevano apparire bizzarre. Anche solo l’idea di uomini che volano. Magari gli esperti di vini sanno riconoscere una persona dal tipo di vino che beve, perche’ non anche col cibo? Se non c’e’ qualcuno che sperimenta come potremmo mai saperlo?

    #3443 Risposta

    Marina Mele

    Ho avuto il piacere di parlare a lungo, dopo averlo ascoltato a una conferenza, con il prof. Giuliano Quintarelli, direttore del centro di prevenzione e di diagnostica oncologica della Lega dei Tumori di Roma.
    Siamo stati intrattenuti su come nasce il cancro nell’individuo, come si sviluppa, da dove parte, come si muove e dove potenzialmente si sposta per raggiungere lo stato della metastasi…..come questo cancro si realizza nel nostro corpo, attraverso quale relazione con l’ambiente inteso come luogo, terreno, famiglia e relazioni sociali della persona nel proprio vissuto….molto peso alla alimentazione che viene considerata, al 45%, disattenzione grave e quindi causa di “non percorso” di benessere e poi guarigione per l’essere umano. Non so quanti anni abbia questo signore, certamente non pochi (Stefania, conosce bene Pecchiai ed è stato un piacere riuscire a dire qualcosa di intelligente e serio nello scambio con lui)….ma certamente l’attenzione alla vita globale dell’essere di questa epoca, statistiche regionali alla mano, mi ha ancora una volta colpito. Condivide una visione olistica della salute dell’essere umano e abbiamo parlato a lungo della depressione in tutte le sue manifestazioni come elemento caratteriale importante nell’individuo che non riesca a capire che con una malattia del genere non si possa far finta di essere come prima……..tornando dall’incontro mi sentivo nutrita di scienza elevata…come accade in quei rari momenti nella vita in cui ti senti a contatto con la verità elevata, provata, evidenziata, raccontata e manifestata con tale sicurezza da essere umile (il modo di comunicare dei grandi è sempre semplice in rapporto alla complessità della materia e mai si sentono citazioni ma proprie affermazioni esperenziali vissute sul campo con la gente…stando dentro la piazza della malattia e non dietro la scrivania)……..mentre camminavo pensavo che questo signore, presumibilmente, poteva essere un otto o un uno…..e cmq. chi se ne frega cosa fosse…..l’importante è che nella nostra epoca gente così esista e che, anche se solo per poco tempo la si possa ascoltare……ecco questo è il senso dell’enneagramma….non una ricetta da distribuire alla gente come una vendita priva di etica ridotta a divenire un prodotto scandente ma l’elevazione di un sentire, carpire, provare, donare qualcosa in più per corrispondere qualcosa di migliore……scusate ma per me oggi è come aver parlato con una guida spirituale vicina al mio ideale più vero e profondo….quello tra quei pochi per cui vale la pensa vivere e combattere per se e per l’umanità!….quindi niente enneagramma nei ristoranti….semmai tendenze e piaceri, desideri e cultura del cibo……vi abbraccio tutti…..Melinda

    #3444 Risposta

    Sirenella

    Marina, ma chi ha mai detto che l’enneagramma sia uno studio da applicare alle cotolette e ai suppli’? Ma davvero qualcuno che gioca cercando di interpretare le nostre caratteristiche attraverso i nostri gusti e’ cosi’ da criminalizzare o prendere sul serio? Tu sai cosa penso di chi usa a sproposito la conoscenza. Vogliamo parlare di chi rielabora concetti e parole per attribuirsi copyright su intuizioni, e far denaro su percorsi altrui? Vogliamo parlare di chi insegna enneagramma o quant’altro avendo letto qualche libro e ritenendo di poterlo fare “perche’ ne sa abbastanza”? Scusa, ma non e’ il caso di fare di ogni erba un fascio…..c’e’ chi gioca e magari e’ una persona seria che sa farlo, e va preso per gioco e c’e’ chi fa sul serio…e non sempre e’ una persona seria! Credo che ogni circostanza vada valutata singolarmente sulla base di quello che si sa della persona e di quanto dice e di come usa cio’ che dice. Non demonizziamo a priori come santoni che predicano bene ma poi razzolano come capita. Non scomunichiamo nessuno (anche se in qs giorni va tanto di moda!) perche’ questo potere noi non lo abbiamo. Possiamo al limite ricordare sempre che sono il nostro discernimento ed il nostro buonsenso che ci aiutano ogni volta a comprendere se possiamo lasciarci andare ad una risata sdrammatizzante e magari anche un po’ dissacrante o se abbiamo dinnanzi qualcuno che gioca pericolosamente con la fiducia e l’ignoranza altrui….non ti pare?

    #3445 Risposta

    Sirenella

    Poi scusa…io trovo grave che uno psicologo metta il suo nome accanto a quello di un cuoco per asserire di aver elaborato uno studio circa gusti in cucina ed enneatipi. Perche’ sono due persone che fanno due lavori differenti, hanno competenze differenti e lo psicologo non puo’ giocare con l’enneagramma o quant’altro senza assumersi la responsabilita’ di cio’ che dice con studi approfonditi e documentati. Ma se a farlo sono due cuochi, che si firmano come tali e rimangono tali fino alla fine dei loro esperimenti e delle loro indagini….sara’ sempre un gioco di due cuochi che non hanno nessuna pretesa di psicanalizzare nessuno. Ad ognuno il suo, comprese le proprie responsabilita’ e il peso della propria etica.

    #3446 Risposta

    Marina Mele

    Sul primo post sono d’accordo, completamente. Sul secondo no e spiego. L’enneagramma è l’enneagramma! Se leggiamo cosa è l’enneagramma non possiamo non comprendere che si ha a che fare con la ricerca del profondo, con l’attivazione di un percorso interiore di regressione alla ricerca della propria ferita e dei propri “danni” che, trasformati in energia tramite l’incontro della propria essenza, ci porterà a una evoluzione. L’enneagramma porta all’incontro del proprio essere in uno stato di globalità…sta poi all’individuo la scelta di cosa farne di questo incontro MA noi siamo qui, e io con voi, per batterci affinchè sia difeso come principio vitale, essenziale, spirituale, di “animus”. La fatica del proprio autoriconscimento abbattendo i muri chi della menzogna, chi dell’invidia, chi della paura….questo è l’enneagramma…è la presa di contatto con le passioni affinchè evitino di avvitarci…è la presa di conoscenza, ponendoci di fronte allo specchio, delle proprie fissazioni che ossono trasformare in manie fobiche una opportunità di espressione creativa caratteriale che si può finalmente indagare…..sono d’accordo che non si possa leggere e insegnare e io combatto questo e mi costa tanto farlo, così tanto da dover scegliere se perseguire il mio senso di verità profondo o entrare magari in una simbiosi per definizione potenzialmente dannosa…..e conosco già la mia risposta! All’enneagramma e dall’enneagramma si è chiamati e lo si capisce da come lo si sente, da come lo si anima negli altri, da come lo si porta nella gioia di sapere che si ha un dono grande da tramandare. Siamo chiamati per tramandare e far evolvere, non per bloccare, non pe rmercificare. E’ importante battersi anche negli ambienti dove magari altri tentano di far questo a costo di perdere una battaglia ma avendo promosso, almeno per un pezzo di strada, un percorso che si sente sano!!!!! Insomma non sono d’accordo che si usi l’enneagramma al ristorante in questa maniera…..per me è come credere che Vanna Marchi fosse la maga buona e risolutrice del male del mondo…Io mi oppongo e non lo scrivo solo qui Sirenella….lo sto facendo nelle cose che vivo!…Sirenella, a me pare però che siamo abbastanza s’accordo, in realtà….o no?

    #3447 Risposta

    Antonio Barbato

    Si può giocare su tutto dicendo al tempo stesso delle profonde verità (se qualcuno ne vuole una prova può leggersi il bellissimo libro Homo Ludens di Huizinga), oppure ci si può illudere di poter essere sempre e costantemente seri e perdipiù “scientifici”. La differenza sta nello spirito con cui si fanno le cose. L’importante, come diceva uno psicologo Otto di recente scomparso, è di non incartare cacca (lui usava un’altra parola ma il significato era lo stesso) in carta regalo e cercare di venderla come se fosse un’orchidea. A proposito di “scienza elevata” preferisco ricordare le parole che Sabin diceva sempre ai suoi allievi: “Davanti a voi ci sono due strade. Una è quella di credere che, aldilà di un limite ridottissimo, abbiate un sapere consolidato e comprovato, l’altra è quella di chi cerca sapendo che sa e continuerà, in ogni caso, a sapere pochissimo. Se vi interessa la prima, cercate rassicurazione o riconoscimento, se vi interessa la seconda cercate la verità”.

    #3448 Risposta

    Antonio Barbato

    La persona che è andata in quel ristorante, Melinda, mi ha detto che, in realtà, cercano solo di rendere più “interessante” il pasto e di stimolare l’interesse delle persone. Anche io, come dicevi tu, preferirei che ci fosse un atteggiamento di maggior rispetto verso una conoscenza che ha scopi parecchio più elevati di quelli di decidere fra bistecca o stoccafisso, ma, d’altra parte, non ho la pretesa di poter cambiare il mondo. La cosa per me importante, lo ripeto ancora, è l’attitudine, la modalità con la quale si sente di fare le cose.

    #3449 Risposta

    Sirenella

    Scusate ma….faccio alcune domande. Sono chiaramente d’accordo su tutto quanto scrivete, pero’ io credo che la domanda da farsi non sia la modalita’ o se l’enneagramma ci ha chiamati o meno…penso che la domanda da farsi per capire se si puo’ sorridere di quanto vediamo oppure no sta nel chiederci che effetti ha prodotto quel tale atteggiamento, che scopo aveva? Cosa ci ha mossi? che danni ha prodotto? che reazioni? che obbiettivi? Se queste due persone hanno lucrato pretendendo di insegnare l’enneagramma attraverso una cotoletta e’ gravissimo e’ chiaro. Se hanno solo “fatto conoscere” l’esistenza dell’enneagramma propagandando l’idea dei nove tipi di ego attraverso la scelta e il gusto a tavola non hanno insegnato nulla, non hanno dato lezioni, non hanno affrontato nemmeno alcun tipo di argomento, hanno semplicemente giocato un po’ con le differenze, affermando che ne esistono e ve ne sono. E’ come dire che se si sceglie pesce si e’ gattofili se si sceglie la bistecca si e’ cinofili….che ne so….e’ fesso chi ci crede o semplicemente chi mangia li’ …sa che si tratta di un gioco. Le persone coinvolte in questa cosa, erano consapevoli dell’indagine che i due conducevano? Insomma questi due tali (ma come loro, in genere, tutti) che cosa ne stavano facendo dell’enneagramma? a quale scopo lo usavano? giocavano con la psicoanalisi o giocavano coi piatti? Avevano intenzioni sincere di osservazione? chi ha mangiato li’ e’ uscito turbato e si e’ buttato sul prozac perche’ abusato dall’ignoranza o aveva solo la pancia piena ed era soddisfatto della cena? Come potete pensare che non si possa chiamare col nome di tutte le costellazioni conosciute ogni piatto di ristorante? Perche’ mai il sapere appartiene solo a pochi e non ci si puo’ giocare? L’importante e’ non produrre azioni che provochino danni, uso e abuso della mente o dell’anima di coloro che non sanno…parlate della serieta’ dell’enneagramma ma c’e’ ben altro che e’ “serio” a mio avviso, ed e’ l’atteggiamento di chiunque di noi si avvicina ad un altro essere umano…le scelte sono solo due, agire per produrre un danno sull’altro e arricchire se stessi o agire per interagire con l’altro per arricchire entrambi. Voi sapete rispondere senza alcun dubbio sugli effetti delle azioni prodotte dai due tizi in questione? Non avete alcun dubbio che fossero poco seri perche’ hanno fatto danni ed hanno solo abusato di una conoscenza? Lo sapete con certezza? Quando noi abbiamo fatto l’indagine quissu’ sulle suole delle scarpe consumate, su come si consumavano e i vari enneatipi…e ci siamo tutti lanciati come i fessi in questo gioco divertendoci, abbiamo allora “peccato” perche’ abbiamo usato a sproposito un argomento cosi’ serio solo per farci due risate!? O era il caso di sorridere di un qualcosa di serio perche’ non e’ stato prodotto alcun effetto negativo e distruttivo? Non ve n’era l’intenzione. Stavamo giocando. Eravamo tutti poco seri? E se qualcuno ci ha creduto?? Se qualcuno che ci legge si e’ indignato?? Se chi ci legge ha creduto davvero che se gli si consumano le suole all’esterno destro e’ un 4 e cose cosi’?? Chi diventiamo noi nelle mani di costoro? Chi sono costoro nelle nostre mani?? Si possono raccontare barzellette perfino su Dio, lo facciamo tutti, cio’ che conta e’ sapere perche’, come, in che contesto, con quale obbiettivo, con quali effetti. Ma cio’ appartiene alla nostra serieta’ e sensibilita’ perche’ “importante” cari miei NON e’ l’enneagramma…ma l’essere umano. Il professorone che si spara le pose ed e’ veramente convinto di poter insegnare fa molti piu’ danni nella psiche e nell’esistenza di un tale che si siede a tavola e gioca a scegliersi gli gnocchi sulla base di un menu’ gioco. Perche’ in quel momento nessuno osa distruggere i suoi equilibri, sta solo scegliendo un piatto. Sta solo scegliendo un piatto scoprendo che esiste qualcosa che si chiama enneagramma. Chi insegna a sproposito ( e quindi fa terapia perche’ con l’enneagramma cosi’ e’!!) sta demolendo le difese di un essere umano che potrebbe soffrire perche’ lasciato in balia di qualcosa che sconvolge la sua vita e non e’ sufficientemente protetto dalla conoscenza di chi pretende di sconvolgerlo “per il suo bene”. Non v’e’ alcun rapporto di fiducia tra me e un piatto di pasta. Non esco distrutta nemmeno se me la mangio scotta. Ma se un essere umano mi turba mi fa del male. E cio’ che conta e’ il mio essere umana, indifesa, usata o abusata….non se qualcuno gioca con dei nomi. Non ci eleviamo troppo al di sopra di noi stessi e dell’importanza che ha un qualunque essere umano, anche il piu’ degenerato, povero, ignorante e degradato e’ piu’ importante di cio’ che sappiamo. La sua vita conta di piu’ di tutti i libri che sono stati scritti. Ma forse questo non e’ un mondo in cui questo e’ possibile. La differenza e’ nello spirito o nella consapevolezza di cosa e’ veramente “importante”? A seconda di cio’ che conta per me quando agisco nel mondo, io mi qualifico come persona seria o meno…che io poi agisca ridendo o piangendo…sta a chi mi vive decidere, percepire, discernere. Cara Marina stavo accennando anche io alla marchi nei post precedenti…la mia domanda e’…ma secondo te e’ lei una criminale o chi convince le persone semplici che il male esiste e puo’ essere scacciato coi riti? Chi propaganda come vere le madonne che piangono e quant’altro e sostiene che i miracoli in senso positivo esistono e di conseguenza sostiene che esistono anche al negativo? Chi propaganda esorcismi e quant’altro veicola nel cuore dei semplici la superstizione. Chi usa la superstizione fa oggettivamente del male ad un altro essere umano, perche’ usa il suo potere per ottenere obbedienza. Mi dici se e’ Vanna Marchi…o chi, che agisce nel mondo in questo modo? Non ci precipitiamo troppo rapidamente a lapidare lei. Lei e’ un pesce piccolo che mangia le briciole. Deprecabile, certo….ma non artefice di quello stesso male. Perche’ c’erano le “vittime” che le hanno creduto! Chi le ha prodotte quelle vittime??? Noi sappiamo vedere? Sappiamo capire? Sappiamo riconoscere? O trovato il capro espiatorio, il “poco serio” lanciamo il sasso e torniamo a casa contenti? Chi ha fatto in modo che esistessero persone come la Marchi che potevano sfruttare la credulita’ popolare? La chiesa, una certa chiesa, ha perseguitato il libro di Dan Brown proprio nel periodo in cui la Marchi veniva processata e veniva emessa la sentenza. Come mai non hanno detto ad alta voce “il demonio NON e’ un giocattolo, non credete piu’ a costoro, il male NON esiste come entita’ che vi possiede, gli esorcismi sono fesserie e quindi anche gli “scaccia malocchio” lo sono, non fatevi prendere in giro perche’ la fede e’ altro”??!! Hanno urlato NON comperate il libro NON andate al cinema ANATEMA! Pero’ non hanno detto nulla che potesse scacciare nel cuore dei semplici la superstizione alimentata coi miracoli, le visioni celesti, le voci divine che parlano, la gente con le stigmate, che lacrima cotone quando prega e tutto il resto. Insomma noi sappiamo capire chi e’ poco serio, anche quando dice le cose con grande efasi e serieta’???? la sappiamo fare sta differenza???

    #3450 Risposta

    Antonio Barbato

    Visto il momento in cui è stato scritto il messaggio c’è da chiedersi se, aldilà del fatto che il messaggio è complessivamente molto sensato, l’ora tarda non abbia decisamente avuto il suo effetto 🙂 🙂 Basta rileggere l’affermazione che “Non v’è alcun rapporto di fiducia fra me e un piatto di pasta. Non esco distrutta nemmeno se la mangio scotta”, per reendersi conto dello stato di prostrazione mentale provocata, probabilmente, da troppi piatti di pasta, perdipiù…scotta 🙂 🙂 No, no Marina, attenta, che con questo andazzo avrai problemi con un inquisitore dalle fattezze di Vanna Marchi che con il cerchio il mano e le palle colorate, ti dirà: “Allora…mo’questo salto lo fassiamo o no che il pubblico pagante e lì che aspetta? Quando ti vengono queste considerazioni da telepredicatrice notturna avvertimi in anticipo, ti mando via etere un po’ di palle di Natale (……ricordati di Ninì), per ricordarti che ci stiamo avvicinando a Ferragosto….:) 🙂 :-))

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