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Enneagramma e dipendenza

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Questo argomento contiene 164 risposte, ha 1 partecipante, ed è stato aggiornato da  Sarah 13 anni, 1 mese fa.

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  • #2856 Risposta

    Tecla

    Sire io credo di aver spiegato in tutti i post molto profusamente cosa intendevo e lo hanno fatto anche le altre se però tu hai la convinzione o il preconcetto che tutto quello che uno ti dice è frutto di un’idealizzazione il discorso si blocca. Nel post delle 14 ho scritto:c’è amore incondizionato quando si ama l’altro non per quello che fa ma per quello che è, non lo si giudica, ma neanche si concorda necessariamente con lui, non si sottomette e non vuole sottomettere ; non si sente ferito dai i comportamenti dell’altro, l’amore incondizionato non si pone il problema di chi domina, di chi cede e di chi vince , è privo spontaneamente di questa logica. anche se si pensa e si agisce diversamente dall’altro non ha alcuna importanza perchè si ama l’altro e lo si accetta per come è senza idealizzarlo, senza proiettarsi e senza dipenderne. C’è perchè c’è. In fondo in questo io non ci vedo niente di eroico, e niente di impossibile.
    Se tu tutto questo non lo trovi concreto, se non ti sembra verosimile…non vuol dire che non sia concreto per altri…

    #2857 Risposta

    Marina Pierini

    …bene…io nel leggere nuovamente quanto scrivi, nuovamente non capisco in senso pratico come si vive questo amore incondizionato. Non ho capito niente! Eleonora mi ha aiutata a comprendere che incondizionato significa “non attaccamento” e questo mi offre un ampio respiro sul tutto. Dopodiche’…e davvero qui mi fermo, al di l’a dell’amore incondizionato, ho appena riletto tutti i post, ti ho invitata ripetutamente a tornare in argomento parlando della dipendenza, della liberta’, dell’indipendenza, rispetto a quanto abbiamo compreso noi. Non ho il preconcetto che tutto quello che si dice e’ frutto di una idealizzazione, ho idea che l’amore incondizionato sia un ideale…se per voi non e’ cosi’ amen …non e’ una gara e nessuno e’ detentore di verita’ assolute….se per voi e’ concreto benissimo….dopodiche’ ti ho chiesto di parlare di quello che invece come essere umano hai imparato. Dite che non ascolto cio’ che affermate, ma qualcuno ha ascoltato il mio desiderio di parlare di quello che abbiamo realmente vissuto? Insomma arriva il mio interesse per voi e non per le teorie o meglio.. non per quello che ancora non avete provato? non lo so….si vede che sono l’unica a non riuscire a comunicare. Ripeto, evidentemente il problema e’ mio e rimane mio. Notte…

    #2858 Risposta

    Tecla

    Cavoli Marina ,ma non capisci dov’è la tua ostinazione? ma come puoi dire… per quello che ancora non avete provato?…Ti ho cercato di far capire che non stavo parlando di una cosa astratta anzi ti ho detto ci credo perchè l’ho incontrato. Il mio disagio nasce dal fatto che non mi hai conosciuto prima, e che la tua incredulità io dovrei combatterla raccontando di qualcosa che non c’è più, almeno esteriormente. Se io sento in te la convinzione che io idealizzo qualcosa solo perchè l’ho perso, se dentro di te io sento questa cosa devo solo rammaricarmi di non avertelo potuto dire quando tutto per me era presente e non distante ora come potrei? Dovrei raccontarti tutte le volte e in che modo mi sono sentita amata così? Come posso spiegarti e farti capire il senso di pienezza che ho provato, e di accettazione profonda e di felicità interiore senza scontrarmi con la tua incredulità? Anche Stefania ed Alessia e Eleonora ti hanno detto che a tratti l’hanno trovato per loro e dentro di loro, perchè continui a dire che è fantasia? Se tu ti senti disillusa non è giusto che tu debba pensare che il mondo così gira punto e basta. Se tu dai la tua lettura del modo in cui le persone amano e non credi che ci possa essere altro, a meno che non si sia dei santi, non è raccontando della nostra vita che tu ti puoi convincere, devi solo poter bere a questa fonte, per sentirlo dentro e capire come si può distinguere con lucidità interiore assai trasparente qual’è la differenza tra un’illusione e una realtà interiore vera. Questo non si pouò spiegare, bisogna sentirlo, soprattutto quando ne hai la prova continua, soprattutto quando lo riconosci giorno per giorno, soprattutto quando non ostante gli anni che passano e le difficoltà della vita hai la fortuna di potertelo ripetere tutti i giorni.

    #2859 Risposta

    Marina Pierini

    Tecla…sia Alessia che Teresa, mi hanno offerto una serena testimonianza della loro esperienza d’amore, parlando del loro “qui ed ora”. Tutto quello che io chiedevo e volevo sapere era questo, in relazione al senso che diamo oggi, nel nostro presente alla dipendenza. Cosa e’ per noi la dipendenza oggi, in questa giornata, nel nostro presente. Sembra che a parte loro, io non riesca a fare questa domanda in maniera chiara a nessun altro 🙂 non importa….posso anche rinunciare se non ci comprendiamo, non e’ la fine del mondo.

    #2860 Risposta

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    Very useful blog. Keep up the good work.
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    #2861 Risposta

    Alessia

    Ciao Marina. Cerco di risponderti: seguo l’enneagramma e quindi Antonio da circa otto anni, quindi questo strumento fantastico ha avuto (ed ha ancora) sicuramente un enorme influenza nella mia vita e se avrai la pazienza di seguirlo ti accorgerai che lavora silenzioso, senza troppo (apparente) impegno da parte tua, soprattutto all’inizio. In un secondo tempo l’attenzione a sè e la fatica sono necessari a scardinare (più realisticamente a scalfire) quei meccanismi dell’ego che sono (e molto probabilmente saranno) sempre presenti in noi. L’enneagramma è entrato , però, nella mia vita mentre facevo un percorso di psicoterapia individuale e di gruppo (per formazione personale- faccio la psicologa) e parallelamente a questi percorsi mi ha aiutato e facilitato la comprensione di dinamiche relazionali e intrapsichiche personali e non.
    Non c’è un momento preciso in cui ti senti cambiata: accade e basta (almeno credo) e anche le scelte ne risentono, soprattutto quelle importanti della nostra vita, come, ma è solo un esempio, quelle sentimentali. Anche il mio compagno segue l’enneagramma (si è fatto coinvolgere) ma da soli tre anni e lui sta sperimentando su di se ciò che ti scrivo io in questo momento. Riguardo al discorso dell’appartenenza, in effetti, anche a me, al seminario, non è stato molto chiaro il discorso dei prof. Cioè quello che dicevano era semplice: l’appartenenza contrapposto alla dipendenza (naturalmente patologica), all’attaccamento, che non ci fa vivere liberi da condizionamenti interni ed esterni. Quel senso di “far parte” di un tutto senza sentirsi schiacciati o fusi, simbiotici, ma riconoscendoci come individui unici e speciali. Forse è un concetto un pò troppo filosofico, se riesco a scannerizzare gli appunti del seminario li metto sul forum….sicuramente sono più chiari di me. Saluti. Ale

    #2863 Risposta

    Marina Mele

    Che freschezza e leggerezza leggerti, cara Alessia e, al contempo, che precisione e profondità. Questo infatti è proprio uno dei temi che vorrei sollevare. Il percorso dell’enneagramma in ognuno di noi. I rischi e le opportunità che si incontrano e si creano. Personalmente sto seguendo un lavoro piuttosto complesso nel mio percorso di conoscenza dell’enneagramma e dopo un periodo intenso e di letture trasversali ho sospeso il mio autoriconoscimento e, più di recente, la definzione degli altri. Ho approfondito glie enneatipi su alcuni fronti e sto indagando quanto di ognuno di essi vive in me. Così ho l’opportunità di avere un ampio ascolto e di rivedere quanto già conosco sotto un aluce nuova. Mi ascolto e ascolto gli altri con uno strumento incredibile in più e ne traggo parecchi vantaggi ma, dopo un primo periodo difficile, ho ritrovato la capacità di sospendere ogni giudizio. Il valore di “lettura” è notevolmente cambiato anche se la complessità è notevole (ma fa parte del mio personaggio). Allora scopro il mio punto 8, il mio punto 3, il mio punto 5 e lo ascolto mentre agisco con gli altri. Sto in contatto con queste emozioni, con queste negazioni e cerco di andare con più onestà e umiltà verso la vera ferita originaria che ancora non ho trovto il coraggio di identificare fino in fondo. Sto in contatto con tutte e le sento girare nel mio pancreas, nella mia milza, nella mia colite spastica ma anche nella mia creatività, nella mia viscerale voglia di amare, nella mia lucidità mentale…Sembrano tante contraddizioni ma non lo sono…vedo i mie personaggi. Ascolto le mie voci. Alessia scrivi più spesso. Leggerti è sempre per me illuminante. Melinda

    #2865 Risposta

    Alice/Stefania

    Mi dispiace aver sollevato tutto questo polverone sull’amore incondizionato, ma ho espresso una mia opinione rispondendo alla domanda di Alessia, dicendo che secondo me, tutto ruota intorno alla capacità di amare in modo incondizionato. Per quanto riguarda l’esempio del chirurgo, beh, pensavo si fosse capito che intendevo dire che non è necessario aver fatto la stessa esperienza dolorosa per essere in empatia con chi soffre ed esse di aiuto. Per quanto concerne invece il discorso che ho fatto sul “mio dolore” che consideravo diverso da quello degli altri, è proprio per dire che ogni individuo prova il “suo dolore” e per quanta esperienza tu possa avere non sarà mai uguale all’esperienza dell’altro, mi sembra di non dover dare altre spiegazioni in proposito. Pensi davvero che sia possibile spiegare banalmente un percorso di anni? Si può solo sperimentare. Ha ragione Tecla, testimoniare simili esperienze potrebbero resentare l’inverosimile o addirittura il ridicolo. Vuoi che ti dica che solo mentre tenevo la mano di mia mamma che stava morendo, ho capito veramente che cosa significasse amare in modo incondizionato?. Ho vissuto accanto a lei giorno e notte per cinque anni, rinunciando alla mia vita, pur di riuscire a starle vicina, amandola con tutta me stessa. Ma ho compreso che questo amore, per quanto grande fosse stato, era egoistico e possessivo, che pur di evitarle di stare male le impedivo di “vivere liberamente”, la limitavo…questo tipo di amore a volte può fare del male…lo so è comprensibile e umano, e non mi sento in colpa, ma ciò non toglie che l’amore che ho dato fosse quello di cui mia mamma aveva bisogno, perchè m’identificavo nel suo dolore, nella sua sofferenza e disperazione. Questo amore ti fa ammalare, allora non puoi più essere d’aiuto a chi soffre, anzi a volte puoi addirittura fare più male che bene, e sempre in nome di un grande amore. Allora si è in due a soffrire ed alimentare il dolore dell’altro reciprocamente. Solo pochi giorni prima che mia mamma morisse ho compreso che cosa significasse amare incondizionatamente. Forse è stato un suo dono. Ma non voglio andare avanti con questo discorso. Ho trascorso anni nel buio più nero, ma quando per la prima volta vedi la luce riesci a vedere anche nell’oscurità e quando la luce entra dentro di te allora il buio non ti fa più paura. Cara Sire, posso solo testimoniarti che l’amore incondizionato esiste ed è terreno, anche se forse non riuscirò ad amare così. E’ un cammino, una strada che quando scegli non torni indietro, puoi solo soffermarti per poi ripartire…è un percorso fatto di esperienze. Un abbraccio a tutti. Alice.

    #2866 Risposta

    Marina Pierini

    Grazie Alessia per avermi risposto, e per aver colto la mia esigenza di porre le esperienze che vi va di condividere in relazione ai progressi ottenuti attraverso l’uso e il vissuto dell’enneagramma. Io come sai (visto che e’ grazie a quella terribilona di tua madre che conosco Antonio) frequento questo corso da quasi due anni scolastici. Devo riconoscere di essermi posta nei confronti di questo metodo in maniera molto positiva. In alcuni momenti effettivamente tutto sembrava essere chiaro solo a livello intellettivo, ma quanto a risultati nisba. Poi piano piano mi sono resa conto che al contrario di quanto sembra, alcune mie caratteristiche si sono rafforzate, alcuni miei limiti si sono indeboliti…hanno ampliato i loro margini fino a sbrindellarsi, insomma qualcosa si muove e ne sono felicissima. Mi sento meno oscillante nei miei umori, sono quasi sempre allegra e mi sento piu’ forte anche fisicamente. Ho compreso il senso del pericolo della dipendenza nel mio enneatipo, credo haime’ che i discorsi sull’appartenenza siano per me puramente accademici…perche’ qui, come spiegavo altrove, io non posso prescindere dalla mia fede, e se l’appartenenza e’ frutto del nostro dono di noi all’altro e viceversa non riesco a non parlare di tutto quanto sento circa questo argomento, anche sotto la prospettiva della fede. Quindi lasciamo perdere 🙂 continuo a pensare in ogni caso, che le nostre necessita’ fisiologiche creino le basi per dipendenze innocue e tutto sommato “sfruttabili” ….ci permettono di socializzare anche quando vorremmo chiuderci in noi stessi e magari non tutti i mali vengono per nuocere…comunque grazie, per le tue parole e per la tua collaborazione. Mi diverte molto notare e riflettere su quanto il nostro percorso sia necessariamente invertito…tu ti sei dovuta fermare e focalizzare “dentro” te per accettare il tuo dolore, io ho dovuto fare esattamente il contrario…baci.

    #2867 Risposta

    Marina Mele

    Scusate la domanda “terra terra” ma qualcuno di noi/voi ha mai conosciuto l’amore incondizionato tra umani, cioè mi riferisco alla relazione persona/persona? Se si chi lo ha incontrato me ne parla?
    Melinda

    #2868 Risposta

    Alessia

    Ti rispondo io Marina (Mele)…..Un amore incondizionato io lo provo per voi, perchè non vi conosco personalmente e mi ritrovo a pensarvi e a scrivervi a quest’ora tarda (o la mattina prima di uscire) mentre avrei un sacco di cose da fare (che, evidentemente, passano tutte in secondo piano perchè tutto ciò che scrivete è molto interessante!!!!). Bando agli scherzi… qualsiasi cosa sia questo a.i. è un’esperienza talmente soggettiva che penso che non vi sia una regola universale di come sentirlo e viverlo, quindi immagino non si possa descrivere a parole, ma se lo incontraste sono certa che lo riconoscereste, o se lo provate per qualcuno o qualcosa godetene fino in fondo, perchè è stupendo. Parola mia!!!!!Vi voglio bene. Alessia

    #2869 Risposta

    Tecla

    Proprio così Alessia, ci sono cose che si provano, che si sentono nel profondo, che si riconoscono in quanto tali e non si possono descrivere, e forse ,scusate ,ma non si deve nemmeno farlo. Perchè se cerchi di ancorarlo alle cose concrete che pure sono tutte investite e illuminate da questa consapevolezza d’amore agli occhi di chiunque può diventare sentimentalismo ridicolo. Diceva Wittgstein che bisognava buttare via la scala delle rigorose proposizioni scientifiche dopo esservi saliti una volta che tutte le possibile domande scientifiche hanno avuto risposta, i nostri problemi vitali non sono ancora neppure toccati. Tutto ciò che nella vita è fondamentale, la nascita, la morte, l’amore ,in fin dei conti è incomprensibile. Questa discussione avuta mi ha dato molto da pensare. Ho capito in cosa risiede in questo momento la mia solitudine più profonda, che non è l’essere materialmente sola, sto abbastanza bene con me stessa, ma consiste nel fatto della totale impossibiltà a comunicare ciò che sento, ciò che per me è vero, quando passa sotto la lente d’ingrandimento delle parole rivolte agli altri, i miei sentimenti perdono in profondità, non sono più tridimensionali, ma si appiattiscono e si deformano nell’interpretazione altrui. nel corso della discussione, il senso di solitudine si è accresciuto ogni volta che ho detto : ‘io ho incontrato questo sentimento’ e mi sono sentita rispondere ogni volta che non era vero. Questo mi è sembrato profondamente arrogante, mi sono chiesta come può un altro sapere con tanta certezza cosa è vero o no per te. Mi sono anche detta che forse da parte mia ci voleva più comprensione, tanto niente ti viene tolto solo perchè gli altri non lo vedono. Infine ho cercato di razionalizzare e sono arrivata a questa conclusione.: poniamo che ciò che ho provato e provo, sia tutta un’ illusione, un’idealizzazione (e non lo è) cosa porta questo nella mia vita? Mi sono risposta che mi fa sentire forte, che mi aiuta a conservare e ad alimentare una luce che arde, mi rende migliore, non mi chiude nella nostalgia ma mi apre al futuro, mi sento sola ma anche fortunata, devo accettare di non poter condividere ma so di poter attingere ad una gioia che non è effimera e di poterla utilizzare tutti i giorni. E’ illusione? Tutto è illusione. Una cosa mi sfugge però se qualcuno di noi dice di non essersi sentita amata o accettata nell’infanzia nessuno ti chiede di raccontare con precisione a chi sa quale vessazione si sia stati sottoposti, le persone capiscono subito,sono subito disposte ad accettare la realtà di quello che hai provato e non la mettono in discussione. Se invece racconti che hai incontrato una gioia profonda,un’immensa libertà nell’amore incondizionato gli altri rimangono increduli e ti dicono che tutto ciò non fa parte dell’umana sfera. Mi sembra molto triste,e io mi sento molto fortunata.

    #2870 Risposta

    Alessia

    Allora siamo in due…..molto fortunate!!!! Quindi, per sillogismo, dovremmo essere in due anche ad essere illuse. Mi va bene perchè sto bene! Quando mi disilluderò ve lo farò sapere, ma quello che sto vivendo, rimane tale….meraviglioso amore, incondizionato o meno che sia, non so. So solo che paragonandolo ad esperienze precedenti di dipendenza ed attaccamento francamente patologici (più o meno) questo che sento adesso non lo è, e dovete credermi sulla parola, perchè, come dice Tecla alcune cose non si possono trasmettere, si sentono e basta e non c’è nessuno strumento scientifico per misurarlo. Tuttavia ci sono le persone che mi conoscono bene e che frequentano la mia coppia, le quali fanno da specchio alla mia realtà ed il loro rimando è positivo, nel senso che commentano la mia relazione di adesso come evolutiva! E che cosa è l’amore incondizionato se non un sentimento che ci fa crescere? Un bacio a tutte e buona giornata

    #2871 Risposta

    Sirenella

    Cara Tecla, siccome la maggior parte della discussione e del confronto avuto sull’amore incondizionato, si e’ svolta tra noi, io vorrei solo invitarti a riflettere su alcuni punti che forse ti sono sfuggiti o ti sono arrivati deformati per qualche motivo. Quando ti ho chiesto se quell’amore incondizionato di cui si parlava, lo avevi provato, tu mi hai prima risposto di no, poi di si, e quando hai detto si, io ti ho invitata a condividere la testimonianza di questa tua esperienza cosi’ come hai saputo ben fare in altri momenti, per condividere il tuo dolore. Non mi hai mai dato l’impressione di essere una donna alla quale mancano le parole. Non ho ricevuto pero’ alcuna testimonianza se non l’accusa di non voler accettare che pur non avendolo provato tu credevi in quel tipo di amore (prima) e che lo avevi provato ma non potevi parlarmene (dopo). In seconda analisi, ho tentato di aprire la discussione sulla tendenza del 4 ad idealizzare i concetti e ti ho chiesto se ti sei posta questo problema. Non ho avuto risposta. Ho cercato quindi di usare l’enneagramma per farti valutare l’idea che se il 4 tende alla drammatizzazione di ogni emozione, idealizza il significato dei concetti, e segue l’illusione della bellezza (cosa che hai studiato assieme a me in occasione dell’ultimo seminario) ti ho chiesto se per caso “l’ideologia” dell’amore incondizionato non fosse un po’ pericolosa da sostenere. Se poi si ha avuta la fortuna di provare un amore incondizionato a sprazzi (cosi’ come avete testimoniato) cio’ non toglie che si puo’ osservare il nostro ragionamento emozionale anche sotto il profilo degli insegnamenti che ci vengono proposti. Non intendo entrare nel merito delle tue convinzioni, ma ti ho invitata ripetutamente ad equilibrare e ragionare usando l’enneagramma come strumento, del resto il mio scopo non e’ solo spendere denaro per accumulare appunti, quando vado ai seminari, ma anche cercare di applicare cio’ che studio e scopro come veritiero. Non ho avuto alcuna riflessione o risposta da parte tua circa gli strumenti che possiamo usare per prendere le distanze e valutare piu’ oggettivamente le nostre caratteristiche. Nemmeno da parte di altri pero’. Dopodiche’ qualcuno ha parlato della “guerra santa” in relazione all’amore incondizionato. Siccome la guerra santa e’ una delle tappe finali dello studio al quale noi siamo esposte, io mi sono rifiutata di credere che lo scopo dell’enneagramma fosse quello di portarci ad una guerra santa che aveva in se’ lo scopo di dirigerci verso l’amore incondizionato. Ho avuto rassicurazioni e conferme anche da Antonio che cio’ non e’ affatto vero. Forse ci sono stati equivoci. Forse ci sono stati accanimenti. Forse ci sono state incomprensioni, ma forse Tecla hai proiettato nei miei discorsi cose che non erano nelle mie intenzioni e nelle mie parole. Io ho invitato i sostenitori di tale concetto a spiegarmi in che maniera l’amore incondizionato conciclia con le nostre clamorose caratteristiche enneagrammatiche, che ci invitano e sospingono a vedere la realta’ e non solo le verita’ interiori. Quando tu vai in analisi, e sostieni di aver subito vessazioni, l’analista MAI accetta incondizionatamente cio’ che dici, e ci passa sopra…ma al contrario, analizzera’ con te cio’ che hai subito effettivamente e cio’ che invece tu hai “interpretato” come vessazione per aiutarti a discernere e discriminare, per poi crescere e scegliere piu’ liberamente. Se l’enneagramma e’ uno strumento del genere io chiedo di affrontare il discorso dell’amore incondizionato sotto il profilo delle nostre passioni. Nessuno lo ha fatto. Nemmeno tu Alessia 🙂 … come mai? Se poi ti viene da ribattere che tu non hai proiettato nulla nei miei discorsi, io ti invito, per scopi puramente accademici a questo punto, a rileggere la mia testimonianza sul dolore. Sia tu che Stefania mi avete accusata di aver attribuito al dolore lo scopo “espiatorio”. Io mi sono riletta tutti i miei post e pure i vostri, ma posso assicurare che mai, ho usato alcun aggettivo che potesse anche solo far lontanamente intendere che associavo espiazione a dolore. Eppure voi avete proiettato sui miei discorsi un significato che non vi era contenuto. Succede. Quello che e’ grave per me, e’ che tu ancora non riesci a staccarti dalla tua emozionalita’ e non riesci a leggere le tue affermazioni sotto un’analisi piu’ approfondita della tua passione. Ti sei accorta di esserti lamentata ancora una volta di esserti sentita incompresa? Di aver inneggiato all’illusione della bellezza? Quando ti ho chiesto se avevi incontrato quel sentimento, tu hai risposto NO. Quando dopo alcuni messaggi invece ti sei contraddetta ed hai affermato di averlo provato non mi sono lontanamente sognata di dirti “non e’ vero”…al contrario ti ho chiesto di spiegarmi cosa hai provato, che risultati ha prodotto questo sentimento, come lo raccontava chi lo riceveva da te. Ti ho ascoltata e ti ho chiesto un confronto. Lo faccio ancora, se vuoi, diversamente da questo momento in poi per me l’argomento e’ chiuso. Ne parleremo magari da vicino. Ti abbraccio.

    #2873 Risposta

    Tecla

    Non mi sono mai contraddetta Quando ti ho risposto che non l’ho provato? MAi. Ti ho detto che io non sono capace se non a sprazzi di sentire questa capacità dentro di me, ma ho detto sin dall’inizio di essermi sentita amata così, con questa modalità. Forse l’equivoco nasce da questo. Dopo di che tu dici non è vero ,che è tutto un’illusione,un’idealizzazione…Tu lo SAI come è stato per me. Lo SAI perchè per te è così, non può esistere, non è terreno, hai una specie di certezza …E va bè, pazienza..Mi tengo le mie illusioni di felicità, contenta di averle potute testimoniare in tempo, di averle sapute godere pienamente quando c’erano e di poterle far diventare punto di forza ora che non c’è più la condivisione pratica. Mi dispiace che tu pensi che io mi sia lamentata di non sentirmi compresa perchè non hai proprio capito il senso di quello che provo, per me è stata una presa di coscienza e di accettazione del senso e del valore della mia solitudine. Accetto, capisci, non mi lamento. Accetto e cerco di fare i conti con questa cosa, custodendola per me e dentro di me, dandole valore. Ho capito che la mia solitudine interiore è la cosa con cui devo venire a patti, così essa arricchirà la mia vita invece di distruggerla. Dunque non era affatto un lamento di non venire compresa ma una lucida constatazione che certi tesori devono rimanere dentro custoditi con delicatezza. Certo ci sarebbe molto da riflettere riguardo all’enneagramma , potrebbe essere che anche tu sia offuscata dalla passione del 4? Sire, guarda hai ascoltato molto poco…Hai cercato di parlare dell’amore con la ragione e con la scienza… Solo la poesia ci può parlare dell’amore… Certe verità si possono intuire e afferrare solo se si rinuncia alle argomentazioni. L’esperienza psichica profonda parla con un linguaggio diverso…Molti anni fa l’avrei vista come te, oggi non più. Magari un giorno ci ritroveremo a parlarne e tu avrai incontrato quello di cui parlo.

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