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Questo argomento contiene 164 risposte, ha 1 partecipante, ed è stato aggiornato da Sarah 13 anni, 1 mese fa.
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Marina MeleA me paiono delle meravigliose contraddizioni. Il gelo rovente è quella che mi fa più paura. Mi pare raddoppi la sensazione “terrifica”.
SirenellaIo sono un’ottima ballerina di strap dance. Me ne torno a casa con certi strappi muscolari che manco Yuri Chechi (si scrive cosi’??). Ma che vuoi fare, i figli del mare non possono vivere senza il suono perpetuo delle voci armoniose….e qualche strappo val pure la pena. Poi a qualcuno piace come muovo le pinnine 😉 sai com’e’….finche’ c’e’ vita…ce se move!
TeclaAl dibattito hanno partecipato tutti ,forse non avrò detto cose utili e proficue, ma mi sembra che anche altri le abbiano condiviso.Come fai a dire che agli altri avrebbe interessato altro se hanno partecipato con tanta passione anche se con meno tenacia di noi? In quanto all’insistenza ….no comment.Forse sei troppo abituata agente che saggiamente lascia perdere.Se trovavi tanto inutile il discorso potevi avere la maturità di lasciar perdere, io non ho lasciato perdere perchè non lo trovavo inutile… Anche io continuo a non condividere il tuo punto di vista senza la pretesa però che ciò sia la verità in assoluto, ma con la profonda convinzione che è la mia verità e che non mi va di doverla negare. Certe volte ti trovo abbastanza offensiva, una puntina, puntina arrogante, diciamo…
Marina MeleSirenella. Ciao. A me le contraddizioni piacciono. Perchè? Perchè mi pare creino provocazioni e ragionamenti un pò più grintosi e un pò fuori dai soliti stereotipi. Che ne pensi?
SirenellaTecla ma perche’ prendi sempre tutto con questa assoluta serieta’ e aggressivita’?? Guarda che io non ho scritto quello che ho scritto col tono stizzoso, dispettoso, polemico o chissa’ che….certe volte scusa ti dispiacerebbe provare a leggere i miei messaggi col sorriso sulle labbra?? E’ proprio questo che volevo dire…certe volte si puo’ sdrammatizzare comprendendo che si ride quando si scrive, che si sta tentando di cambiare rotta, che magari qualcuno esprime irritazione e forse e’ il caso di stopparsi un po’…insomma Tecla ma che hai??? Sto riconoscendo con franchezza quelle che sono state alcune difficolta’, nessun problema, anzi ti ho detto che per non lasciarti parlare da sola di cose che secondo me sono state esasperate ho comunque risposto..secondo me erano esasperate…insomma dio buono posso avere il diritto ridendo di dire che erano esasperate secondo me?? La parola secondo me e’ consentita Tecla?? Mi trovi arrogante e lo scrivi spessissimo, e io trovo questo tuo offendermi stancante e lesivo. Io non ti ho mai offesa, e anche quando non sono d’accordo non punto il dito dicendo sei arrogante, sei poco abituata ad amare, sei troppo lucida o troppo questo e quello….se hai qualcosa da dirmi fallo, sai che ti ascolto ma per favore rilassati un po’ perche’ davvero Tecla hai una carica di aggressivita’ che a volte e’ difficile ammorbidire. E meno male che nei post metto sorrisi, puntini sospensivi, virgole a iosa ….qui si scrive e le parole scritte a volte sono pesanti…sta a noi leggere due volte i post che ci sembrano un po’ forti, magari con toni diversi cosi’ da cogliere possibili sfumature che in buona fede ci erano sfuggite…e’ possibile Tecla?Per favore, si puo’ fare?
SirenellaMarina a me le contraddizioni non piacciono quando sono uno sventolio di bandiera che ci serve solo per sostenere qualcosa su cui non abbiamo ragionato abbastanza ma non vogliamo mollare. A che mi serve cercare il confronto se poi non accetto di ragionare su quello che mi si dice? Un confronto mi espone al rischio meraviglioso di cambiare idea, e meno male! 🙂 🙂 per quanto riguarda il resto io penso che a volte cadiamo in contraddizione perche’ siamo esseri umani e lo facciamo in buona fede, altre volte non sono contraddizioni ma solo un non esserci spiegati come vorremmo…per cui specificare il senso che gli argomenti hanno per noi apparentemente ci fa cadere in contraddizione..insomma e’ un casino…ma non esistono strade diritte e assolute no? Una volta si diceva che tutte le strade portano a Roma 🙂 …oggi mi sa che non e’ proprio cosi’…pero’ hai notato? Se lo scrivi al contrario Roma diventa Amor 😉 baci..
Marina MeleA no. Roma non è la città dell’amore. Ti prego, ti prego, ti prego.
Lo sapete che da quanfo vivo qui con voi so trattare molto meglio con i 4? NOn che sia facile perchè nessuno assomiglia all’altro ma vi sono territori comuni di atteggiamenti incredibili.
Lo stesso per i 6. Io ho un padre 6. In ufficio condivido la stanza con un 6 da quattro anni e Maurizio, col quale lavoro qualche volta, è un 6.
Beh è pazzesco notare certi automatismi. E anche gli 8….però sai che io li adoro gli 8.
Vado a nanna.
Melinda
EleonoraVorrei tornare sul quesito iniziale posto da Alessia: senso di dipendenza – senso di appartenenza. Sui rapporti dipendenti non dico altro visto che è già stato detto abbastanza. Il senso di appartenenza, invece, lo collego alle radici, a quel sentimento che ti fa sentire parte di una comunità, di un gruppo, di un’idea, di una visione del mondo condivisa, uno spazio interiore nel quale non sei mai solo. L’esempio più facile è proprio il senso di appartenenza che sentiamo nei confronti della nostra famiglia, del luogo natio. Ad es. io abito a Battipaglia da più di 40 anni, eppure non ho mai sentito di appartenere a questa città. Al contrario sento di appartenere ancora profondamente al paese nel quale sono nata: sento di avere qualcosa in comune con tutta quella gente che non conosco più e che non mi conosce nè riconosce. Credo che si possa sentire l’appartenenza soltanto là dove senti che ci sono le radici. E con questo non voglio dire che le radici riguardino solo il luogo natio o la famiglia d’origine. Anche le radici “ideali” rientrano a pieno titolo in questo discorso. Ad esempio, posso sentire di appartenere a questa piccola comunità che siamo noi del forum di Assise; pur non conoscendo tutti gli animalisti del mondo o tutti i pacifisti del mondo, io sento di appartenere alla medesima visione della vita, per cui se mi trovo faccia a faccia per la prima volta con una di queste persone, mi sento immediatamente in intimità con loro. Non ho bisogno di farmi conoscere, mi conoscono già come io conosco loro. E fin qui, non ci piove sul fatto che il senso di appartenenza sia sano ed esprima completa libertà, non è fondato sul bisogno e sulla paura. Ecco, io penso che il senso di appartenenza sia intimità. Anche nei confronti del partner posso provare questo sentimento ma credo che sia possibile solo dove ci sono radici in comune, di qualsiasi tipo, reali o ideali. baci. eleonora
Marina MeleEleonora, il mio sentire è molto vicino al tuo. Aggiungo che il senso di appartenenza, per me, è legato ai valori essenziali, ai riconoscimenti collettivi pur nelle differenze individuali. Quindi il forum per me lo è fortemente, mio figlio lo è fortemente, alcuni miei amici lo sono fortemente e il mio compagno (quando e se esiste) lo è più di chiunque altro. Infatti questo tema, del compagno di vita, è quello, ahimè, nel quale sono più esigente e sensibile con le relative sofferenze e difficoltà esistenziali. Le condivisioni culturali (e scindo la cultura dalla istruzione, due concetti profondamente idfferenti. il primo effimero, il secondo permanente)sono un altro punto di appartenenza. Bella, utile e interessante riflessione.
Melinda
AlessiaL’appartenenza è quel sentimento che ci permette di crescere e di allontanarci dalle famiglie di origine durante il periodo adolescenziale, senza avere il timore di perdere amore o legami. E’ quel senso di libertà che non è solitudine, che ci fa sentire vicini, intimi, complici anche se ci sono km di distanza. Sono profondamente convinta che il senso di appartenenza permette agli esseri umani di sentirsi liberi e di vivere appieno, mentre quello di dipendenza tiene legati (metaforicamente con lacci e catene) e non ci consente di crescere! Baci. Ale
Marina MeleSi. Bello. Il senso di appartenenza è un richiamo intimo ma anche volontario. Si appartiene se si sente e se si vuole. Alessia, intendevi questo?
AlessiaEsattamente, ma non solo. Il senso di appartenenza non dipende solo da chi lo “sente”, da chi lo prova, ma è intrinseco alla relazione, con la famiglia, il sociale, il luogo natio, il partner, il mondo. Un esempio lampante lo sono quei genitori che non credono che i figli siano di proprio possesso e che lasciano i ragazzi liberi di scegliere, di vivere e quindi anche di rischiare, perchè uomini liberi e non proprietà privata…Si appartiene al tutto se non si è di nessuno, se non si dipende (emotivamente, psicologicamente) da niente e nessuno….Immagino che anche questo farà discutere….per questo mi piace il forum! Bacissimi
Alice/StefaniaCredo che appartenere sia una “scelta”, e sono con te quando dici che si appartiene al tutto se non si è di nessuno (e qui scusatemi, ma ci sta di nuovo il discorso che ho fatto all’inizio sull’amore…ma non lo voglio riprendere), mentre la dipendenza è forzata, si dipende per bisogno, perchè non si riesce a farne a meno anche quando vorremmo non fosse così. Alessia, ma mi hai imitata? I BACISSIMI è un mio brevetto!!!!:):):)
ElisabettaQuesto significato che date alla parola appartenenza è nuovo e positivo. Per me l’appartenenza ha sempre avuto una connotazione negativa e limitativa, l’ho spesso associato ad una perdita di individualità, ad un bisogno di identificazione o al senso di esistere solo attravero valori o ideali appartenenti ad un gruppo nel quale si entra a far parte. Ma questa contrapposizione del senso di appartenenza con quello di dipendenza mi permette di sentire la libertà e la ricchezza di “appartenere” con la propria individualità, non è più restrittivo o limitativo, ma un’ esperienza di incontro scambio e rispetto reciproco, quindi di crescita. L’appartenenza intesa in questo senso è una scelta e come dice Alice, quando diventa un bisogno prende dei significati negativi e porta ad una rinuncia, anche parziale, del proprio sè.
SirenellaUna domanda…ma se il gruppo, la famiglia, il contesto insomma al quale sentite di appartenere…vi respinge? Se vi respinge sul serio e duramente, intendo.
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