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Questo argomento contiene 164 risposte, ha 1 partecipante, ed è stato aggiornato da Sarah 13 anni, 1 mese fa.
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Marina MeleSirenella puoi spiegare meglio il senso di quello che dici legato al significato che intendi tu relativo all’appartenenza? Non ho ben capito la domanda.
Marina PieriniSto cercando di esplorare la visione del mondo degli altri Marina, credo che la mia domanda si adatti piu’ o meno ai vostri singoli post, al senso che ciascuna di voi ha attribuito al significato di appartenenza. Mi sembra di capire che il senso di appartenenza e’ una scelta che tocca a noi individualmente, e che non nasce dalla dipendenza, ma anzi, ci fa esprimere liberamente. Ovviamente Marina sto solo riassumendo qui e la’ quello che ho letto…mi piacerebbe che ciascuna rispondesse sulla base delle proprie esperienze e sensazioni…se il gruppo di appartenenza, quel contesto umano al quale noi sentiamo di appartenere, o al quale ci siamo dati, a seconda delle vostre testimonianze, ci respinge da sempre o all’improvviso? Che significato assume quindi dentro di noi questa parola?
Alice/StefaniaCredo di aver capito il senso della tua domanda Sirenella. Certamente essere respinti da un gruppo, o la famiglia alla quale si appartiene è sicuramente doloroso e frustrante, ma ci si deve chiedere se veramente appartieni liberamente a quel gruppo o a quella famiglia oppure se vuoi a tutti i costi farne parte. Si appartiene a qualcuno o a qualcosa se ci sentiamo in sintonia, se sentiamo di “parlare la stessa lingua”,ecc. A volte ci si può allontanare dalla famiglia di origine, proprio perchè si comprende di non farne più parte oppure la famiglia ti allontana, forse perchè si è tradito un “codice”? Possono essere tante le ragioni, quindi solo specificando il caso si potrebbe prendere in esame il problema, ma queste possono essere delle ipotesi. E’ importante capire il perchè si vuole appartenere a un gruppo che ti rifiuta, indipendentemente che ci sia un torto o una ragione, da una parte o dall’altra, la risposta che mi viene in mente è che in realtà si abbia bisogno di appartenere a quel gruppo e quindi è dipendenza, non appartenenza. Non so se sono riuscita ad esprimere bene il mio pensiero, spero di si, se non è così, scusatemi, ma stasera sono più stanca del solito. Alice.
Marina MeleSi in effetti hai compreso il senso della mia domanda, solo che non hai compreso che la domanda era rivolta a ciascuna quindi anche a te….naturalmente a chi vuole offrire la propria testimonianza…visto che bisogna comunque parlare di esperienze personali comprendo quanto talvolta ci sia pudore o risulti difficile. Se ti va, quindi, vorrei sapere se ti e’ mai accaduto di provare questo senso di appartenenza e sentirti in qualche modo all’improvviso rifiutata, non piu’ benvoluta, e come hai reagito….che significato ha assunto per te l’appartenenza a seguito di un’esperienza sicuramente spiacevole o dolorosa come il rifiuto o l’indifferenza…
Marina MeleVediamo se riesco a capire. Vi è un gruppo al quale si vuole appartenere ma che ti respinge. E’ un gruppo dal quale si arriva o un gruppo al quale si ambisce? Se è un gruppo dal quale si arriva mi sento di affermare che sembri più uno stato di dipendenza dal quale, per qualche ragione non ci si riesce o si vuole liberare. se è un gruppo al quale si ambisce potrebbe essere un supervalutare se stessi nel tentativo di arrivare dove pare troppo lontano stare.
Faccio un esempio e vediamo se aiuta. Conosco un gruppo culturale e ne riamango ammirata (notare la metafora). allora mi impegno e studio perchè sento di non farcela, di non essere all’altezza, ma il mio istinto e il mio desiderio o la mia passione mi conduce verso quel luogo e allora cerco di trovare la strada per farmi accogliere…..se, diversamente, il gruppo nel quale già mi trovo A un certo punto mi respinge è perchè, per qualche ragione, il codice e il linguaggio mio è cambiato rispetto a quello degli altri ma non necessariamente me ne rendo consciamente conto. Aiuta questo spiegare?
Marina MeleSi. Mi è capitato. E’ facile. Questo Forum ad esempio. Io ho cominciato a studiare l’enneagramma. Maurizio mi ha parlato di Assise e di Antonio. Ho parlato con Antonio e sono entrata nel Forum. Mi sentivo a disagio e spesso impreparata su molti fronti (tuttora ovviamente perchè solo un ignorante incolto ma magari solo istruito si sente troppo sicuro di se) e allora ho studiato tantissimo e non solo l’enneagramma ma il linguaggio, le persone, i comportamenti. Ci ho messo passione (chi potrebbe dubitare?) e talvolta ho provato frustrazione. Mi dicevo. Come io un manager d’azienda che si occupa di questo e quest’altro non riesco a stare qui? E dopo varie uscite fuori luogo ho piano piano imparato, capito i comportamenti di questo ambiente, di queste persone. L’ho capito sbattendo la testa contro diversi muri MA sempre mettendomi in gioco. Il mettermi in gioco è pur sempre una mia tipica caratteristica. Questo per me è un segno forte di radice e acquisizione di un linguaggio e accoglienza in una squadra o gruppo e quindi io sento di appartenere ad Assise cososì come io porto Assise con orgoglio in ogni dove.
Vuoi un altro esempio del respingere?
Marina PieriniMarina ma perche’ la domanda la fai a me? eheheheh veramente sono io che l’ho fatta a voi…insomma tu quando hai sentito il senso di appartenenza…hai mai vissuto l’esperienza di sentirti respinta? e cosa hai fatto? come l’hai vissuta questa cosa? Ripeto…se ti va, se vi va….di dirlo…
Marina PieriniNo, l’esempio va bene, anche perche’ sei sempre tu che agisci e reagisci quindi va bene il tuo sentire anche in circostanze del genere, che non hanno un impatto forte nella tua sfera intima….mi chiedo quindi, quando hai sentito disagio, quando hai provato frustrazione, sentivi gia’ di appartenere a questo posto? Oppure e’ stata una sensazione che si e’ definita dentro di te dopo aver superato in qualche modo lo scoglio?
Marina MeleL’esperinesa di sentirmi respinta, cara Marina. Quella fa male e dipende dai contesti.
In questi ultimi anni di maggiore maturità e quindi semplificazione e consapevolezza di certi meccanismi ho imparato che non è più così importante essere accolti e accettati a tutti i costi. Ma sarebbe un bell’alibi parlarti di qualcosa che mi sono buttata alle spalle facilmente e allora, davanti proprio a te, cara Marina, io non sono capace di sottrarmi e ti risponderò a cuore aperto. SI mi sono sentita respinta. Quando mi sono separata da mio marito. La sua famiglia è un clan. Sua madre, donna fortissima che io adoro tuttora, ha comunque serrato le fila intorno al loro gruppo (nota che io sono orfana di madre dalla nascita di mio figlioe ho un padre assente seppur vivente, anche se oggi meno di allora). Sono stata messa fuori dalla “famiglia” perchè non più una di loro. Seppur non con cattiverià ma per naturale tendenza e automatismo. Mia suocera un 2 ha mosso tutto intorno a se per tenere le fila e i legami verso di lei che significava tendere tutto a suo figlio, compreso il nipote, cioè mio figlio. Mi fermo Sirenella perchè dovrei soffrire troppo per descriverti. Ma voglio rappresentarti il dolore di essere stata messa fuori da quella che io sentivo essere anche la mia famiglia. Mi sono separata da mio marito e dalla sua famiglia. Loro tanti, io sola. Mio figlio necessariamente in mezzo. Mio figlio è un 9 e quindi se la cava bene ma non sta mai da nessuna parte nemmeno di fronte a una innegabile “vera ingiustizia”.
Ti sono stata utile? Mannaggia a te. Adesso consolami, per favore.
Marina PieriniMarina immagino anzi…conosco perfettamente la sensazione. Sono stata respinta nello stesso modo dalla famiglia del mio ex marito, e per la precisione, non sono mai stata veramente accolta da loro. Mi chiedevo, cercando di portarti fuori dai flutti profondi, quanto la reale percezione dell’appartenenza, reale intesa nella vita esperenziale nostra, nel nostro vissuto, si avvicina ai concetti espressi. L’idea dell’appartenenza la vivo anche io come la vivete voi, ma poi…nella vita di tutti i giorni, quando cio’ a cui sentiamo di appartenere ci respinge? cosa rimane dell’appartenenza stessa? Cosa diventa l’appartenenza quando esce dallo stato di concetto ed entra nel nostro sangue, nel nostro vissuto? cosa diventa quando sentiamo di appartenere a qualcosa o a qualcuno, e quello ci respinge? Io non so se sia dipendenza, indipendenza, fragilita’, o chissa’ che altro…so che l’appartenenza non ricambiata fa male un botto…e non solo a te a questo punto 🙂 ….
Marina MelePer quanto riguarda il Forum io l’ho sentito subito di appartenere. Dopo le prime letture ho riconosciuto le anime e le essenze delle anime. Io mi sono innamorata di voi e del Forum e ne sono tuttora infinitamente (mannaggia che serata)innamorata. Quando ho sofferto ho reagito, mi sono messa in gioco sapendo che in quel momento potevo non essere equilibrata e in armonia totale ma puntando al cuore del gruppo che sento dentro di me fino in fondo e vivendo la doverizzazione della necessità del chiarimento come fondamento per essere assolutamente autentica, vera fino in fondo a costo di soffrire mi sono battuta. Quando sento di “appartenere” non posso permettermi di essere imprecisa o barare, (non so fingere già in generale) e se trovo la mia dimensione reale resto e non me ne vado. Sono fiduciosa nell’ascolto da parte degli altri della mia parte buona che credo e penso ci sia e credo si senta. Certo non sempre sono riuscita ad affermare le cose che sentivo più mie e ne ho sofferto per mancato ascolto e riconoscimento ma ho aspettato e compreso che la mia verità non è la tua e nemmeno quella degli altri.
In ogni caso Sirenella/Marina, tutte le volte che in gioco c’è il cuore (intendo quando io ci metto cuore)e vengo respinta soffro MA ho anche imparato a comprendere chi lo fa in mnaiera manipolativa o con secondi fini e li non soffro……capisco e mi preparo molto bene al confronto…ma questa, appunto, non è poi più una situazione di cuore.
…..passo…..
Marina MeleLo so Marina. Hai ragione. Ma l’alternativa quale è? Smettere di “sentire”? Si può fare. IO sono piena di gente che non “sente” e forse anch’io non “sento” perchè ho imparato a stare con questi “sordi del cuore” ma se poi incontro una persona che ha cuore come sto? Bene.
E per questo sto qui in mezzo a voi quattro. Mannaggia a voi. I quattro hanno un cuore gigantesco (discutibile, talvolta, l’uso che ne fanno!!!)SI lo so adesso mi odiate!
Marina Pierinino..perche’ odiarti? Io penso che l’enneagramma mi stia indicando la via, il modo migliore per esprimere il mio cuore, e viverlo offrendo quello che posso meglio che posso. Chi sa amare bene? Non sempre e’ facile la relazione con gli altri, quindi non sempre diamo il meglio di noi. A volte io smetto di chiedermi chi sono, e mi domando, cosa so vivere e come? Pero’ vorrei ascoltare anche altri nelle loro testimonianze, perche’ da come la racconti l’appartenenza somiglia all’ostinazione…e che sei una capa tosta lo so gia’ benissimo 🙂 🙂 😀
Marina MeleGrazie. Detto da te è un complimentone. Allora spazio agli altri e buona notte sulla dipendenza da un ennatipo in fase evolutivo che non vuole entrare in una gabbia! Si sono ribelle! Questo è molto 8 oppure molto 4. E quindi?
Non sono ne l’uno ne altro. Mannaggia Antonio!
Sirenellao forse e’ il desiderio di liberta’ del Due? 😉 notte Marina e grazie per le tue risposte….
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