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Enneagramma e dipendenza

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Questo argomento contiene 164 risposte, ha 1 partecipante, ed è stato aggiornato da  Sarah 13 anni, 1 mese fa.

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  • #2964 Risposta

    Teresa

    Eli, Sire, Meli grazie per le vostre parole, mi hanno fatto davvero
    piacere. Si Sirenella, so di non essere sola, mi vogliono bene un sacco
    di persone, ma sai come succede, all’improvviso, una percezione
    anche piccolissima, una distrazione da parte di coloro a cui voglio
    bene può farmi stare male, ma basta una rassicurazione e tutto passa.
    Sono anche consapevole che non posso essere sempre rassicurata e
    allora cerco di trovare il valore e il calore dentro di me. Il mio
    meccanismo quattro è ancora molto forte, è una gabbia che mi soffoca e mi imprigiona, che mi trattiene dal mio voler andare verso il bello, la gioia e la libertà di essere quello che sono. Sto sperimentando quanto può essere deleterio per la mia vita, quanto può
    influire sulle mie scelte, quanto è importante il contatto profondo
    con il mio cuore scevro dalle influenze della testa. Sto imparando a
    riconoscerlo il meccanismo già dal momento in cui si innesca. Cosa è
    successo un attimo prima? Quale impercettibile emozione è passata prima di diventare pensiero? E cosa sento
    invece? Sire, sentirti parlare della fede con tanta passione mi
    incanta. Credo tu abbia ricevuto un dono enorme, che fatico a
    comprendere ma che vorrei tanto possedere. Eli non so se il tuo essere gentile sia una
    manipolazione, questo puoi saperlo solo tu, ma ti ho pecepito come
    autenticamente gentile e delicata. Nel contatto visivo con te ho
    percepito piuttosto una grande energia che sento un tantino trattenuta. Ma credo che tutti assumiamo atteggiamenti manipolativi per piacere ed essere accettati. Il carattere stesso è una forma di manipolazione che ci siamo scelti da piccoli, per salvarci la vita. L’importante è rendersi conto quanto e quando ci limitano nell’espressione di quello che siamo veramente, di quanto il nostro desiderio di essere accettati mortifica il nostro essere nella sua autenticità provocandoci frustrazioni e malesseri. Vi saluto per ora, devo andare.

    #2965 Risposta

    Tecla

    Lo sai Teresa, forse avrai anche ragione sul fatto che il carattere è la manipolazione che ci siamo scelti da piccoli, ma se una persona mi dice che sono manipolativa per me è un’offesa mortale, non come quando uno si sente semplicemente incompresa ma proprio ho la percezione che se una persona mi dice questo con me non può avere nulla a che fare, perchè proprio non mi vede e non mi potrà vedere mai. E’ come se si stendesse un velo gelido tra me e lei. Per fortuna non me lo dicono spesso..:-) Anzi per la verità me l’ha detto una sola persona in vita mia, e io ho capito di aver sbagliato a pensare di poter intessere un rapporto. Anche per voi è così, o non è poi tanto grave? E’ una mia speciale e forse errata sensibilità oppure è una cosa condivisa anche dagli altri?…

    #2966 Risposta

    Sirenella

    Da quando studio l’enneagramma molti termini, per quanto mi riguarda, hanno assunto un’accezione piu’ sana e se non positiva, quantomeno umana e non dispregiativa. Si parla spesso della manipolativita’ del Due che si traduce nella sua predisposizione all’adulazione, come metodo per ottenere qualcosa. Io mi sono resa conto che, per i due, e’ difficilissimo comprendere che quell’adulazione che per loro e’ innata e spontanea, puo’ essere vista da altri come una manipolazione seduttiva. Lo stesso vale per tutti gli altri enneatipi. Per cio’ che riguarda il Quattro, mi sono resa conto che il lamento e’ in un certo senso lo strumento di manipolazione che si usa per ottenere attenzione. Se qualcuno quindi, che studia enneagramma usa i termini che questo strumento ci offre, per spiegarmi che nel mio atteggiamento c’e’ qualcosa che va osservato, non mi offendo. Se a dirmelo e’ qualcuno che conosco poco, gli chiedo come mai e in che senso, perche’ cerco di capire se si tratta di una sensazione errata, o di una proiezione o chissa’. Se a dirmelo e’ un’amico invece, che non conosce l’enneagramma, il colpo magari arriva dolorosamente a segno, ma dopo una prima reazione di dispiacere, per come sono fatta, io mi chiedo come mai, se e’ vero, cosa ha visto di me quella persona….perche’ ho imparato che molto spesso coloro che ci vogliono bene e ci conoscono diventano lo specchio che riflette di noi, cio’ che noi stessi non vogliamo vedere. Quanto piu’ fa male un commento, tanto piu’ e’ grossa la patata bollente che cova sotto la cenere, di qualunque natura essa sia… quindi anche la reazione di resistenza. Mi offendo se mi chiamano ladra, o assassina, perche’ ho la certezza di non esserlo. Per il resto, cerco di capire, e siccome i 4 non sono esenti da manipolativita’ inconsapevole non vedo perche’ non potrei esserlo stata a mia insaputa. Pensare pero’ di aver sbagliato ad intessere un rapporto sulla base di una critica che mi e’ stata mossa, mi porta a credere che la tentazione tutta quattresca di distruggere in fase di stress ci abbia messo lo zampino, e quindi quando chiudo una relazione di qualunque genere, lo faccio solo dopo molto molto tempo, dopo attente riflessioni e la serena consapevolezza di non avere nulla da dire o condividere con quella persona. Chiudere perche’ mi sento offesa non e’ una buona ragione insomma, a Napoli c’e’ un proverbio che dice “chi si offende e’ fetente” 🙂 nel senso che forse quando le cose ci offendono dolorosamente probabilmente hanno un fondo di verita’…chissa’….io preferisco essere piu’ lucida quando mi allontano da qualcuno…

    #2967 Risposta

    Tecla

    In effetti ladra e assassina è un pò più grave <:-) :-), sarà che io ho la stessa certezza di non essere ladra, nè assassina, nè manipolativa. Certo l'ideale sarebbe conservare sempre una certa lucidità, rimanendo un pò distaccati, probabilmente è un fatto di maturità che ci dovrebbe aiutare a non sentirci troppo offesi . Quando si perde questa lucidità alcune persone urlano, si arrabbiano,ipotizzano drastici atteggiamenti ,offendono a loro volta io invece ho una reazione di freddezza e tendo a recidere.Come se prendessi delle distanze interiori . Chi sa quanto dipende dall'ennaeatipo. Agli altri 4, con tutta la fissa dell'autenticità, che effetto fa se un altro lo sente come manipolativo? E come reagiscono? E come manipola un 4 se lo fa inconsapevolmente? E perchè lo fa, se lo fa? Si manipola in genere per ottenere qualcosa, almeno io così percepisco. Cosa vuole ottenere il 4? E anche gli altri enneatipi? Ottenere attenzione, per me non è una risposta sufficiente, perchè nei miei difetti mi riconosco una forte dose di selettività con le persone, e non sento il bisogno di catturarne l'attenzione. Il discorso di Teresa mi intrigava molto, anche io sento che la manipolazione è un modo di voler piacere e di farsi accettare, contiene forse anche il pregio di una buona capacità di saper mediare,e di saper andare incontro ai desideri inconsci dell'altro, mentre io invece non mi riconosco questa dote, forse sono un pò troppo superba oppure veramente ho la fissa di essere autentica a tutti i costi, e certe volte prendo certi pali!!!!!!!!! 🙂

    #2968 Risposta

    Sirenella

    Tecla io credo che non sia corretto attribuire alla manipolativita’ un’accezione ne’ sana ne’ insana, ne’ positiva ne’ negativa. Tutto dipende dallo scopo che si vuole raggiungere, dal grado di coscienza, da quanto si finge con se stessi di non sapere, da quanto sia necessario manipolare certe circostanze per ottenere qualcosa che sia se non giusto, almeno non “ingiusto” o meglio a danno di qualcuno. Tutti manipoliamo tutto e tutti, nel senso piu’ ampio del termine possiamo affermare che manipoliamo anche la realta’ quando non ci piace. Il 4 che io sappia desidera essere riconosciuto e amato, come tutti. Vuole essere considerato una persona “speciale” ed e’ per questo che e’ molto selettivo ed elitario, perche’ altrettanto “speciale” deve essere colui o colei che lo scopre e lo ama. Un esempio di manipolazione della realta’, se posso lanciarmi in questa disgressione, potrebbe essere la rimozione. Che ne dite? A me e’ capitato di dimenticare cose che hanno prodotto in me emozioni violente e negative. Ho avuto la necessita’ di difendermi da una realta’ che mi addolorava e il mio cervello ha manipolato le informazioni “chiudendole” in una cassapanca (diciamo cosi’) fino a che non fossi stata pronta a riceverne il ricordo. Essere manipolativi non e’ grave come essere assassini 🙂 perche’ sebbene tutti, in un modo o nell’altro tendiamo all’adattamento e quindi alla manipolazione della vita in senso ampio, non tutti per fortuna ammazziamo! Io non sono fissata con la mia autenticita’…non mi ritrovo francamente in questa fissa, ma sono sempre spinta dal desiderio che si comprenda bene il senso di quello che dico. Poi non importa che venga condiviso o meno, cio’ che conta per me e’ essere “compresa” e tu sai che questo e’ tipico del nostro enneatipo. Si puo’ essere manipolativi anche solo per ottenere potere sugli altri, se questo e’ cio’ che ci muove, essere autentici quindi significa ammetterlo con noi stessi, tanto quanto tutto il resto. Io penso che manipolare il proprio linguaggio, i propri toni, le proprie azioni per ottenere amore e attenzioni e’ una delle cose che impariamo da piccolissimi, e’ il nostro modo di ottenere dai nostri genitori quell’amore e quel nutrimento che ci occorrono, e quello che ci viene tolto o ci viene dato in eccesso, forse finisce per condizionarci fino a portarci allo sviluppo della nostra Passione enneagrammatica.

    #2969 Risposta

    Teresa

    Bè sono daccordo con Sirenella. Con molta, ma molta tranquillità ammetto di essere anche manipolativa e, Tecla, i 4 lo sono eccome! Il lamento, il pianto, i musi lunghi, il non essere chiari, ….ma poi chi non lo è. Certo è un atteggiamento inconsapevole, ma fa parte di noi. Io ho smesso di sentirmi speciale tanto tempo fa, per fortuna e si, mi sento autentica quando riconosco le mie manipolazioni. Vi dirò di più, scoprirmi manipolativa, vivaddio, mi ha reso anche un pò più leggera. Io non manipolo con l’intento di fare male alle persone, questo sia molto chiaro, ma quando ho bisogno di ottenere qualcosa che non toglie nulla a nessuno, anzi, oso dire che può solo fare del bene. Ad esempio al lavoro, che so, se incappo in un intoppo burocratico (faccio l’assistente sociale, pensate un pò quanti me ne capitano di intoppi!) pur rimanendo la scassambrella che reclama diritti per i suoi utenti, ho imparato che se assumo un atteggiamento più morbido e elargisco qualche sorriso in più, le cose le ottengo. Non mi dovrei sentire autentica per questo? Ma che me ne frega a me, l’importante è il risultato.Io non sarei così, l’atteggiamento solito è quello di andare a muso duro e piantare grane, ma in questo modo, spesso le cose si sono complicate, e allora viva la “falsità”, se serve a farmi stare bene senza fare del male. Questo lo ho imparato con l’esperienza e dal lavoro su me stessa. Piacere agli altri…e chi è che non vuole piacere agli altri? Cosa saremmo noi senza gli altri? Siamo disposti a tutto per piacere. Io non ero meno manipolativa di adesso quando per piacere agli altri mi preoccupavo dei loro bisogni invece che dei miei. Ora mi occupo più dei miei, anche se devo fare qualche carta falsa. Noi che siamo sulla strada dell’autoconoscenza riconosciamo i nostri atteggiamenti manipolativi ma gli altri di solito non ne sono consapevoli. Prendi il due, appunto. C’è la mia collega 2 sociale che mi fa dannare, è una seduzione continua, con gli utenti, con gli operatori, con i visitatori, ma vaglielo a dire, diventa una belva, perchè non si riconosce. Anch’io comunque, in generale non sono vista dagli altri come una che manipola, se lo faccio, sono la prima ad accorgermene, ma se mi viene fatta notare una manipolazione, ci rifletto, perchè voglio capire che mi è successo, mi serve sempre, per conoscermi e per stare meglio con me e con gli altri, perchè ne ho bisogno io degli altri.

    #2970 Risposta

    Tecla

    Quello che dici Teresa è molto giusto e io sono stata molto sincera quando dicevo che il mio non essere manipolativa è anche un difetto perchè appunto non mi permette di mediare e questo mi leva efficacia. Il fatto di pagare dei prezzi per questo mio modo di essere richiede poi che non riesco ad accettare di pagare prezzi pure per qualche cosa che non mi appartiene 🙂 Io continuo a sentirmi speciale, però io credo che ognuno sia molto speciale a suo modo, sono molto intrigata e vivamente appassionata di tutto ciò che c’è di unico e di individuale nelle persone. Insomma mi sento speciale perchè unica, ma non più speciale degli altri, perchè ognuno ha la sua particolarità 🙂 Certo che tutti vogliamo piacere agli altri,anche io, per bacco, ma il mio problema è che io voglio piacere per come sono e quindi non riesco ad accettare modalità manipolative. Non credere che non mi renda conto che questo mio modo possa nascondere un problema, dò troppa importanza a questo mio modo di propormi agli altri e capisco che è una continua risposta a vecchissime ferite. Quando ho percepito la sensazione che mio padre mi amava solo quando rispondevo ai suoi bisogni e alle sue aspettative ho fatto una scelta, avrei potuto sedurlo, ma da quel momento ho deciso che non l’avrei fatto e che se una persona non mi ama e non mi accetta per quello che sono io posso fare a meno di lei. Non pensare che mi sto inorgogliendo di ciò perchè invece questo mi ha fatto molto soffrire nell’infanzia e mi rendo anche conto del limite che ha imposto a tutta la mia vita a venire. Questo mi ha reso diffidente e capace di condivisione molto profonda solo quando sento una vera accettazione e mi porta spesso a prendere le distanze per paura di soffrire. Come 4 non credo di usare lamenti e musi lunghi e tanto meno il non essere chiari. Anzi il mio difetto è insistere troppo in un eccesso di spiegazioni. Molte volte dovrei farne a meno e non intestardirmi nel volermi spiegare e farmi vedere dall’altro per come sono. Lo faccio proprio per allontanare il più possibile l’eventualità che non sentendomi capita dall’altro io chiuda i ponti. Cerco sempre di essere trasparente per preservarmi. Insomma ragazzi, per voi, non c’è nulla che non potete accettare che vi dicono semplicemente perchè è quanto di più lontano da voi? Da buon 4, quando mi accusano di qualcosa, sto lì a tormentarmi, inevitabilmente comincio a farmi il processo, a dirmi e perchè mi hanno detto questo, e cosa c’è in me che fa pensare a questo e quanta verità c’è in questa cosa e bla..bla..bla.. Invece guardate, ci sono cose che non possiamo accettare semplicemente perchè non sono vere e ci vengono dette per motivi che non hanno a che fare con noi ma con l’altra persona. Ho impiegato anni e anni per capire che a volte è così, e non sempre ci riesco subito, di primo acchitto parte sempre il meccanismo di autotormento , di scavo interiore e di assunzione totale della colpa. Perchè non è vero che sempre ci feriscono le verità che non vogliamo ammettere, qualche volta sì è così, ma qualche volta no. Bisogna acquistare abbastanza autostima e conoscenza di sè da saper riconoscere ciò che può avere un fondo di verità e ciò che è gratuito o proiettivo da parte degli altri. Capire questa cosa mi ha aiutato a gestire meglio le relazioni, nel senso che per quanto mi possa sentire offesa a un certo punto se capisco che non devo per forza prendermi il peso interiore e la colpa allora posso anche essere un pò più leggera nel rapporto, distribuendo il peso di ciò che si dice su entrambi i protagonisti del confronto. Non so perchè ho la netta sensazione di non essere riuscita a spiegarmi, forse perchè sento che questi miei pensieri sono stati frutto di una elaborazione lenta e lunga nella mia vita, e credo abbia molto a che vedere con tante caratteristiche del 4 tenacia.

    #2971 Risposta

    Tecla

    Mia madre che è un due, mi dice sempre, Tecla è vero che tu stai dicendo una verità ma perchè credi di avere il diritto di volere per forza che l’altro la veda? Ecco, io cerco , con sforzo,di trovare questo compromesso Non riesco e non voglio sedurre, però ho capito che senza mentire si può tacere , semplicemente perchè si rispetta l’altro e la sua verità. Si capisce che anche se a te certe cose saltano agli occhi e ti sembra quasi una bestemmia che l’altro non le sappia riconoscere, e sei arciconvinta che per lui sarebbe un salto di qualità enorme vedere la sua debolezza in realtà spesso non è pronto o in quel momento è utile e giusta la sua cecità. Allora più passano gli anni e più capisco che bisogna saper tacere e non giudicare,e non dire mai ad un altro Tu sei cieco e la tua verità la conosco io e tu no. Anche se a volte è così, bisogna saper rispettare gli altri e non volere per forza dargli il nostro sguardo anche se cerchiamo di farlo a fin di bene. Ecco questo è il mio compromesso.

    #2972 Risposta

    Utente Ospite

    Tecla taccio eccome se taccio, proprio perchè riconosco che siamo diversi e che tutti siamo degni di rispetto per quello che siamo e anche per quello che vogliamo apparire. Ognuno ha le sue motivazioni se fatica ad essere quello che è. Non sto certamente lì a dire a uno che non sento autentico che secondo me non lo è. Discorso diverso che so, con un’amica cara , ma manco sempre perchè posso comprendere che sta vivendo un momento di difficoltà o con il mio compagno perchè con lui ho bisogno di essere autentica e pretendo autenticità, ma anche con lui qualche volta lascio perdere, gli dò tempo, poi riprendo il discorso. Ti sei spiegata bene comunque e ti capisco profondamente perchè mi ritrovo in tante cose. L’infanzia, questa maledetta :). Io ho due genitori Tre, mio padre sociale, mia madre sessuale. Io la prima figlia femmina di un figlio maschio in una famiglia di maschi. Mia nonna paterna ne ha avuti ben 5. Pensa quante aspettative hanno avuto su di me. Tutto quello che volevo era essere amata per quello che ero e invece sembrava proprio che come ero non andassi bene. Venivo rimproverata continuamente. Non la tiro per le lunghe, ma la mia paura di deludere le aspettative degli altri mi tormenta ancora oggi. Anch’io mi chiedo, se mi accorgo di non piacere, cosa ho fatto, cosa ho detto, e mi incolpo per ogni cosa. Oggi chiaramente molto meno che in passato. Quello che voglio dire è che nonostante il mio senso di inadeguatezza, ho sempre voluto essere autentica e non venire a patti, ma poi mi sono chiesta qual’è l’atteggiamento autentico, quello dettato dal mio carattere che mi esorta all’autenticità o quello libero da condizionamenti caratteriali invece, e come mi comporto in questo caso? Mi sono un pò incasinata… Quando ero piccola, in seguito ad un rimprovero non davo soddisfazione manco se mi avessero uccisa. Colpevolizzavo i miei genitori col muso lungo, si questo è un atteggiamento che mi è appartenuto per tanto tanto tempo, ed è stato una manipolazione. Avrei potuto piangere o arrabbiarmi, ma non sono manipolazioni anche queste? Credo che da piccoli siamo tutti manipolativi perchè non possediamo ancora gli strumenti per la comunicazione autentica. Poi ho imparato ad esternare i miei sentimenti e si è aperto il mondo della comprensione e della pace. Ma non sempre è facile e chiaramente non con tutti. Anch’io per aprirmi devo sentirmi accettata e ogni volta che mi sento compresa mi sembra un miracolo. Certo che voglio piacere per quello che sono e voglio essere amata per quella che sono, altrimenti arrivederci e grazie. Anch’io ho questo problema della ritirata se non mi sento compresa. Quindi, alla luce di quanto ho detto finora, se mi imbatto in persone o in situazioni dove mi sentirei un pò a rischio di incomprensione se dicessi quello che penso, ma proprio tutto, ho imparato a tacere, o ad assentire (…ma che me frega a me!) consapevole di stare facendo quella scelta. Ho anche imparato a prendere le distanze dalla mia emotività e riesco quasi sempre a riconoscere un’offesa gratuita da un’osservazione sincera da parte degli altri, che può non piacermi di primo acchito ma che poi utilizzo per comprendere il mio atteggiamento e fare un altro passo avanti. Tecla tenacina anche tu? Che bega eh? Ma sai che ti dico?Nonostante tutto sono contenta di essere come sono (oggi sto meglio :))
    Baci

    #2973 Risposta

    Teresa

    …sono Teresa

    #2974 Risposta

    Tecla

    In certe cose mi ritrovo proprio a pennello 🙂 ..per esempio nel fatto che quando mi sento compresa mi sembra un miracolo, ma proprio un miracolo di bellezza, quando sento di potermi affidare è una gioia profonda, sento di poter allentare le resistenze e sentirmi accettata e voluta bene per come sono. Poi il contradditorio l’accetto, anzi direi che tutti i miei rapporti più intensi e significativi, sono connotati dal confronto caldo e tosto. :-). La tua domanda sul cos’è veramente essere autentici è giusta e ben centrata. Però capire questa cosa è difficile, bisognerebbe avere una grande capacità di autoosservazione obiettiva. Spesso io mi vedo dal di fuori, come se mi fotografassi, o mi mettessi in una posizione diversa dalla mia, allora tutto mi sembra chiaro e riesco a camminare con leggerezza. Ma non sempre è facile, a volte siamo molto intrappolati…. Anch’io sono abbastanza contenta di come sono, ma sono ancora più contenta di potermi migliorare lasciando dietro di me delle cose, degli atteggiamenti inutili, che infine non sono più funzionali nemmeno ai miei bisogni perchè rispondono solo a cose passate e che continuiamo ad attivare meccanicamente. Ogni tanto si ha la fortuna che qualche velo improvvisamente cada e si scopre che si può fare benissimo a meno di avere delle reazioni che poco prima ti parevano assolutamente indispensabili. Capita anche a te? E’ bello quando succede vero? E’ come poter guardare al mondo con un paio di occhiali nuovi lasciando per sempre quelli vecchi in un cassetto…peccato che non siamo sempre in questo stato di grazia !!!

    #2975 Risposta

    Teresa

    Oh si Tecla mi capita, magicamente agisco diversamente dal solito e resto meravigliosamente stupita dal constatare quanto sto bene. E mi sembra che tutto ècambiato, wow sono guarita, sarà per sempre così :)…ma non è vero, poi ricado nei soliti meccanismi. Ma quello che cambia però tra una magia e l’altra,è la distanza, che si accorcia. Sono più frequenti i momenti di centratura e di fiducia in me. E’ che siamo attaccati ai nostri atteggiamenti che sono un pò come la coperta di Linus no? La nostra sicurezza e protezione…falsa, perchè quello che ci protegge invece è proprio dar retta a quello che sentiamo proprio in quel preciso momento lì e agire di conseguenza e al diavolo a quello che si pensa di noi. Che poi che sarà mai, non uccidiamo mica nessuno, e poi si può cambiare idea, e se abbiamo offeso o ferito qualcuno gli si può dire che ci dispiace. Insomma non c’è nulla di definitivo, un nostro atteggiamento non decide della nostra vita, se non lo vogliamo. Il meccanismo è sempre in agguato, bisognerebbe osservarsi, come fai tu, e vedere come agisce e decidere di cambiarlo. E’ come smettere di fumare. Io so che posso farlo se voglio e magari passeranno 10 anni dall’ultima sigaretta che ho fumato, ma resto una fumatrice. E’ una decisione e un atto di volontà, necessario per il nostro benessere. Si è difficile capire quando siamo veramente autentici, ma credo che quando sentiamo un’emozione, anche se solo per un momento, in quel momento siamo autentici. Tecla vado a letto, sono un gambero, oggi primo giorno di mare in quel di Cetara. Buonanotte e sogni d’oro.

    #2976 Risposta

    Elisabetta

    Per breve seppur invalidante malattia non sono potuta intervenire prima, non ho letto tutto ciò che si è scritto sulla manipolazione e mi
    dispiace non aver seguito passo passo i vostri confronti. Comunque è vero che tutti, chi più chi meno ne facciamo uso anche se in modo diverso. La manipolazione di un 4 secondo me è sempre tesa ad una richiesta di affetto e di attenzione, è sempre rivolta al riconoscimento del proprio sè da parte dell’altro e generalmente proprio per questo motivo viene messa in moto solo quando ci sono legami di amore e con persone che sono coinvolte nell’ambito stretto della sfera affettiva. Non so se il termine è giusto ma mi fa pensare ad una manipolazione passiva, che tende cioè ad un proprio riconoscimento personale e che quindi non diventa mai negativa perchè non c’è la volontà di soddisfare un proprio bisogno costringendo l’altro a trascurare il suo. La negatività che avvertiamo in questa parola si attua solo quando volontariamente si mettono in atto dei raggiri o cambiamenti sui comportamenti o sui desideri in una persona a nostro uso e consumo. Ho avuto dei dubbi sul mio comportamento perchè spesso mi si dice che sono gentile, allora mi sono detta perchè lo faccio? Quello che dici Teresa è giusto anche io mi sento spontanea ed in me c’è solo la volontà di dimostrare affetto e simpatia, è un modo di porgermi nel quale non riesco a vedere manipolazione soprattutto perchè non sono in grado di chiedere qualcosa in cambio, nel senso che non oso pretendere o aspettarmi che venga ricambiata ma certo se ciò accade ne sono molto felice.

    #2977 Risposta

    Elisabetta

    Continuo …. ogni tanto devo staccare, ci sarebbe da scrivere anche su questo !!!?!! Quello che stavo dicendo sulla manipolazione mi induce a pensare che per attuare una manipolazione attiva cioè rivolta a controllare o modificare un comportamento è necessario essere persone molto sicure di se stesse, certe degli abbiettivi da raggiungere e dotati di abilità ed elasticità intellettiva. Se pensiamo alla M. di un terapeuta nei confronti del paziente (che in questo caso è positiva) vediamo che questi elementi ci sono tutti e questo mi fa pensare che anche nell M. negativa cioè quando si danneggia l’interesse altrui ci debbano essere gli stessi elementi. Ho fatto questa riflessione perchè mi sono sempre sentita incapace di manipolare la realtà proprio perchè non sento di possedere i requisiti di sicurezza ed abilià necessari o forse perchè da bambina non ho avuto la possibilità di usare questo mezzo per ottenere qualcosa. Ho sempre avuto l’impressione di vivere una vita che fosse solo mia dove nessuno interferiva e dove io non potevo interferire sugli altri affinchè qualcosa cambiasse. Prima che mia madre venisse a mancare non ho sentito lo sua presenza vicino, era come fosse un fantasma e le persone che mi seguivano non essendo coinvolte affettivamente con me non potevano essere manipolate, più tardi, senza mamma, un padre assente e sorelle maggiori impegnate nella loro vita ho vissuto con la sensazione di essere l’unica artefice del mio destino. Certamente queste cose lasciano un segno e soprattutto una “debolezza affettiva,” un bisogno umano, anche se negato nella mia gioventù, di accettazione e di amore e forse a volte di timore (paura degli altri) che esprimo con un essere sempre gentile.

    #2978 Risposta

    Marina Mele

    Ho letto con estrema attenzione quanto avete scritto cercando di cogliere le diverse sfumature. Molte cose non riesco a sentirle fino in fondo, il linguaggio è diverso e per questo mi intriga molto. Sono contenta di leggere un confronto così determinato e senza veli, “autentico” tra quattro che si mettono in gioco e si confrontano in maniera autocritica. Questo, personalmente, l’ho trovato molto coinvolgente e per questo ho letto e assistito in rispettoso silensio. Nel senso che, per qualche verso, volevo veder scorrere il discorso. Io ho avuto una madre quattro che ho vissuto molto manipolativa. Manipolativa sensa seduzione alcuna ma “pesante” fino all’ossessione per non aver aderito alla “sua” autenticità che ha portato lei a rifiutarmi e me a soffrire come un animale ferito del suo allontanarmi da lei per non essermi “adeguata”. Quando, in qualunque enneatipo ci si trovi, si martella su un dato “difetto” cerco di portar fuori il discorso perchè, semmai, si vada a vedere quello stesso comportametno nelle tattiche e strategie degli altri. La manipolazione è infatti di tutti. Trovo molto manipolativo il 6, il 9, e tutti gli altri. Quello che cambia è la modalità e quanto io li patisco o addirittura subisco. La seduzione non è solo del 2 ma certamente la seduzione è tra le tattiche del 2. Dal mio punto di vista, talvolta non la sopporto (negli uomini soprattutto), altre volte la apprezzo poichè la trovo morbida, evidente e comunque restitutiva di affettività. Sarebbe bello quindi che si provasse a descrivere, ad esempio, la manipolazione di ogni enneatipo o addirittura di ognuno di noi. Si fa fatica e, leggendo voi, cerco di entrare nella mia che ancora non colgo chiaramente ma voglio tornare su questo discorso.
    Melinda

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