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Questo argomento contiene 130 risposte, ha 1 partecipante, ed è stato aggiornato da Marina Mele 13 anni, 1 mese fa.
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Antonio BarbatoLe vostre testimonianze coincidono con quelle del “sognatore” che provava, più o meno, le stesse cose che avete riferito voi. Un punto che il sogno faceva emergere con evidenza, oltre al “buco” più profondo del Cinque, era quello del calore che si trasformava improvvisamente in un elemento distruttivo e soffocante. Quando lavoravamo su questo aspetto e gli chiedevo di uccidere il pitone, il mio amico, immancabilmente, riferiva che gli non era possibile. Gli sembrava impossibile, sbagliato, colpevole, fare questo, anche se non riusciva a capire perché. Fu questo dettaglio, unitamente ad alcune idee sulle connessioni fra sogno e tipi dell’enneagramma contenute in un libro di Jeremy Tailor, a farci capire che il pitone doveva essere qualcuno verso cui era facile provare sensi di colpa……..è chiaro, ora, quale era il messaggio che, con infallibile precisione, il sogno suggeriva??
ElisabettaUn senso di colpa che impedisce ancora l’espressione delle emozioni e dei sentimenti. Come allora, quando ho trattenuto con forza il pianto ed il dolore, quando a mia volta ho tradito togliendo fiducia e amore per non averne ricevuto.Così oggi mi accompagna ancora il peso di questa colpa che mi impedisce di vivere in pieno e con gioia la vita. Eli.
Eleonora GrilloSì, Antonio, credo sia chiaro. E ad avvalorare questa tesi, ricordo che in quel sogno ci fu un uomo che accorse in mio aiuto e mi tolse un grosso serpente che si era infilato nella mia schiena e del quale non mi ero accorta. Dopo che l’ebbe ucciso, ricordo che guardai il serpente notando la bellezza dei suoi denti che erano come tasti di pianoforte. Un altro sogno che feci anni fa e nel quale è sempre presente un serpente, credo confermi la tesi precedente. C’era un palco sul quale imperava un uomo (si trattava, in realtà, del mio psicoterapeuta); io lo guardavo dal basso, lui mi incuteva un certo timore. Mi accorsi di avere un enorme serpente nero attorcigliato attorno alla testa. Ero terrorizzata. Ad un certo punto capii che il serpente stava dormendo. Io non dovevo assolutamente muovermi, facevo attenzione al più piccolo movimento per non svegliarlo, avevo un gran terrore che se si fosse svegliato mi avrebbe uccisa. Riflettendo ora su questo sogno, posso cogliere delle analogie col mio stare continuamente in all’erta per cogliere in tempo qualsiasi minimo segnale minaccioso per me proveniente da mia madre. Tra l’altro, attraverso altri sogni, so benissimo di aver introiettato un femminile molto violento. ciao. ele
Eleonora GrilloChiaramente, l’uomo che imperava sul palco (il mio terapeuta sul quale avevo proiettato mia madre), rappresentava proprio lei. by
Antonio BarbatoEli, mi colpisce quello che hai scritto, perché tu parli di “tradito”, laddove sarebbe più giusto dire “reagito”. Hai mai letto “Lettera al padre” di Franz Kafka? Ne ha fatto una grande analisi psicologica anche la nostra iper lodata Alice Miller ed illustra bene il tema dell’incomunicabilità del Cinque. Come aveva detto Sirenella, aprendo questo tema, i sogni ricorrenti parlano sempre di temi passionali estremamente forti.
ElisabettaSi la mia è stata una reazione ad un comportamento che mi aveva ferito, ma ho usato il termine tradimento perchè credo che ogni volta che un sentimento non è manifestato anche se dolorosamente trattenuto, si tradisce se stessi e gli altri. E’ necessario andare sempre fino in fondo recuperando non solo la fiducia negli altri ma anche in se stessi e vivere tutte le emozioni siano esse di dolore o di gioia senza la paura di esserne irrimediabilmente feriti , altrimenti si tradisce la vita e si chiudono le porte alla speranza. Nei sogni mi accorgo di fare altrettanto e un’emozione troppo forte mi scuote costringenmdomi sempre al risveglio improvviso. Non ho letto Alice Miller ma lo farò sicuramente.
Antonio BarbatoFallo, fallo, Eli. La Miller ha messo soprattutto in evidenza un aspetto fondamentale dell’educazione: che essa è in gran parte sopraffazione se non c’è rispetto e attenzione verso il bambino. La domanda che vorrei fare a tutti voi Cinque è, però, un’altra: che cosa è stato per voi l’altro genitore, quello, per decodificare con chiarezza il sogno, che non era un pitone??
Maura Amelia BonannoL’altro genitore, il padre, non pervenuto. Assente fisicamente fino al compimento dei miei vent’anni. Sono in una fase un po’ stitica, quindi mi fermo, ma se ti/vi interessa saperne di più sulla storia, fatemi sapere. Bacioni. Mau
TeresaAntonio quale libro della Miller mi consigli per cominciare?Un bacione a te e a Giò.
Antonio BarbatoOvviamente il Dramma del Bambino Dotato anche se tutti i suoi libri, compresi quelli minori, sono interessanti. Le seguenti frasi tratte dall’Infanzia Rimossa, demoliscono l’idea che la durezza verso i bambini sia necessaria: “Colui che non mortifica suo figlio e non lo punisce, non lo ama”, si legge nei Libri di Salomone. E questa cosidetta saggezza è oggi ancora tanto diffusa che capita di sentir enunciare il principio: uno schiaffo dato con amore non produce danni. Ma può esistere davvero una crudeltà dettata dall’amore? Se la gente non fosse abituata a questa menzogna fin dalla prima infanzia, ci farebbe subito caso: la crudeltà è il contrario dell’amore, e i suoi effetti traumatici non risultano affatto diminuiti, anzi semmai rafforzati, dallo spacciarla per un segno di affetto”. Un grosso bacione anche a te, ci sentiamo quanto prima. Antonio.
Antonio BarbatoCara Ankaa, prendi pure un lassativo psichico ed inondaci. Ho lavorato così a lungo su questo aspetto del genitore “altro rispetto al pitone” del tipo Cinque che sono interessatissimo a quello che vorrai condividere.
EleonoraStamattina avevo scritto un lungo post sul genitore non-pitone. Ma al momento di inviarlo è caduta la connessione e si è perso tutto. Ora volevo riscriverlo ma la mia attenzione è rivolta a “Ballarò”, per cui ho deciso che ne riparleremo al più presto, magari domani stesso. ciao. eleonora
Eleonora GrilloEccomi di nuovo qui a parlare del genitore non-pitone. Antonio, come tu già sai, mio padre è stato sempre il mio grande eroe, colui che mi accoglieva e mi faceva sentire amata, colui che mi difendeva e mi proteggeva dalla strega cattiva (mia madre). Quando lui è morto mi sono sentita completamente sola al mondo. La sua morte prematura non mi ha permesso di conoscere anche i suoi lati “negativi”, per cui sono andata avanti per anni pensando che “uomo migliore al mondo non ce n’è e che come mi ha amata lui non lo ha fatto mai nessuno”. In poche parole l’ho idealizzato per la maggior parte della mia vita. Anche oggi penso che mio padre sia stata una bellissima persona, però, forse ho imparato a guardarlo un po’ più realisticamente. E la prima volta che ho permesso a me stessa di vederlo nella sua umanità vera è stato proprio (credo lo ricorderai) lavorando con te e l’enneagramma, quando chiesi come mai, nonostante il mio enorme bisogno di protezione, alla fine trovavo sempre compagni tutt’altro che protettivi. Tu mi rispondesti in modo (adesso non ricordo con esattezza) da farmi riflettere sulla effettiva protezione avuta da mio padre. In effetti, dovetti cominciare ad ammettere che non era andata proprio come avevo sempre voluto ricordare io. Dovetti ammettere che, in effetti, non mi aveva poi protetta completamente. Sapeva benissimo che mia madre si trovava sempre in piena crisi isterica e che scaricava per un nonnulla su noi figli, ma in fondo, a pensarci bene, non è che stesse molto a casa ad aiutarla. Finito il lavoro, c’erano le carte con gli amici al bar (era un bravissimo giocatore) e non poteva toglierci dalle scatole di mia madre portandoci più spesso con lui altrimenti non poteva essere libero di dedicarsi completamente al gioco. Ma la giustificazione arriva puntuale: erano altri tempi, gli uomini non erano abituati a collaborare, non c’era la cultura. Ma l’aspetto più importante e che vedevo per la prima volta fu un altro. Quando mio padre tornava a casa, io gli saltavo in braccio e subito accusavo mia madre di avermi picchiata. Sapevo che lui l’avrebbe rimproverata ed infatti, il rimprovero arrivava puntuale, accompagnato sempre da un sorriso. Dopo tantissimi anni e solo allora realizzai che quel sorriso significava complicità nei confronti di mia madre. Quel rimprovero non significava affatto “Non picchiarla più” ma era solo un modo per accontentare la bambina. Mi sono anche detta che forse mio padre temeva di provocare le ire di mia madre e che, quindi, cervava di “tenersela buona”, ma sono anche consapevole che forse gli sto trovando un’altra giustificazione per non ammettere il suo “tradimento”. baci. eleonora
EleonoraPer ritornare al tema dei sogni ricorrenti di cui parlava Sirenella, mi sono ricordata che per parecchi anni dopo la morte di mio padre e fino ad una certa età, sognavo sempre mio padre quando mi trovavo ad affrontare delle difficoltà col mondo esterno. Ed ogni volta che succedeva, io sapevo che questo significava che non mi dovevo preoccupare e che tutto si sarebbe risolto. In particolare, una volta, frequentando un corso a pagamento, era successo che ci avevano chiesto dei soldi che noi studenti pensavamo non dovessimo sborsare. Tutti i padri degli studenti si erano messi in moto e all’indomani avrebbero avuto un incontro con i dirigenti del corso. Quella stessa notte sognai che anche mio padre veniva con me in quella scuola e dichiarò più volte alla segretaria di essere, appunto, mio padre. La mattina dopo pensai che egli fosse venuto a tranquillizzarmi e che se anche non poteva esserci fisicamente sicuramente mi stava dicendo che tutto si sarebbe risolto anche per me. E così fu. In qualche modo, era venuto a proteggermi e a non farmi sentire sola. baci. eleonora
EleonoraUn altro sogno ricorrente e che ancora mi capita di fare, a volte, riguarda il trovarmi sull’orlo di precipizi, burroni e cose simili. Sempre con la paura di cadere, il terrore dell’abisso e cose simili. Anche nella realtà ho paura dei precipizi tanto che evito di andare in molti posti proprio a causa di ciò, così come non salirò mai su un aereo. per lo stesso motivo non amo abitare ai piani alti, posso appena appena tollerare il terzo piano. ciao
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