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Questo argomento contiene 82 risposte, ha 1 partecipante, ed è stato aggiornato da Marina Mele 13 anni, 1 mese fa.
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Eleonora GrilloRagazzi, è troppo succulento l’argomento per rischiare di farcelo scappare, perciò apriamo un nuovo spazio dedicato proprio al tradimento. Come avrete letto, Maurizio in un altro post ha ricordato più o meno il quesito posto tempo addietro da Rosy: come tradiscono i vari tipi e con quale modalità ma, soprattutto, chi tradisce più chi? Siccome è notte fonda e domani devo alzarmi presto, rimando il racconto della mia personale sperienza a domani però mi piace darvi la buona notte con questa barzelletta: Un papà e il suo bambino – Il padre incoraggia il figlio piccolo a salire due gradini e a lanciarsi rassicurandolo sul fatto che lui sarà lì pronto ad accoglierlo fra le braccia e di sicuro non ne avrà alcun male. Il bimbo, rassicurato sale due gradini e si lancia. Il padre è lì, pronto a prenderlo tra le sue braccia. Subito dopo il padre convince il bambino a tentare di saltare tre gradini e anche questa volta lo rassicura sul fatto che lui sarà lì a prenderlo in braccio. Il bambino esegue esattamente ciò che gli viene chiesto. Si lancia da tre gradini e il padre è lì ad accoglierlo tra le braccia. La scena si ripete per parecchi gradini ancora, sempre di più. E il padre è sempre lì ad accoglierlo e a proteggerlo da una possibile caduta pericolosa. Infine, il padre lo incoraggia a lanciarsi dall’ultimo gradino della scala, da lassù. E anche questa volta lo rassicura. Il bimbo, ormai completamente fiducioso e sicuro, arriva lassù, all’ultimo gradino ed anche questa volta si lancia in direzione delle braccia aperte del papà. Ma proprio mentre sta per arrivare tra quelle braccia, il padre si ritrae e il bimbo stramazza al suolo. Il padre si avvicina al povero bimbo tutto dolorante nel corpo e nell’anima e gli dice: “questo perchè tu impari che non devi fidarti mai di nessuno, soprattutto se si tratta di tuo padre”. 🙂 buonanotte. ele
TeresaEleonò..alla faccia della barzelletta..questo è humor nero proprio..meno male che non l’ho letta ieri sera…se quel bambino non è morto diventerà sicuramente un 5…di quelli che si chiudono nel castello e buttano la chiave!
Ciao Ele, un bacione.
Teri
Antonio BarbatoPoi dice che uno si butta sull’Otto e ripete incessantemente a se stesso “non mi succederà mai più” (Totò in versione enneagrammatica).
TeresaSi si Antonio…potrebbe anche diventare un 8, ma non è detto…o no?
Antonio BarbatoCertamente Terry. La mia era solo una battuta per evidenziare una delle possibili origini di un Otto. Accidenti è finita la pausa e debbo andare….ma prima voglio mandarti un abbraccio caldo e spaccacostole (come dicono gli amici del gruppo ENEAGRAMA2001). Antonio
TeresaEh… si spaccherebbero davvero sai?So nu poc pelle e ossa..ma sempre guerriera!Un abbraccione stretto stretto anche a te.
Marina MeleBrividi. Brividi. Brividi…..se cominciamo così io ho paura e non mi butto da nessun gradino!!!
EleonoraE va bene! lo ammetto, ho un po’ esagerato con la “barzelletta” 🙂 A questo punto mi sembra doveroso parlare io per prima circa il tema in questione. Allora… beh! tendenzialmente sono molto fedele sia nella coppia che nelle amicizie. E lo sono soprattutto al patto tacito che stabilisco con l’altro. Non sono mai stata io a rompere per prima il patto. C’è da dire anche che questo patto è qualcosa di molto soggettivo, che sento io in un modo chiaramente molto personale. Qualche volta è successo che “ho tradito” ma per me non è stato assolutamente un tradimento, ossia, è capitato in qualche caso proprio quando non ho più sentito di essere legata da quel patto e questo accade solamente quando l’altro mi delude profondamente e ha superato ogni limite di umana sopportazione, quando ha già beneficiato mille volte della mia comprensione e tolleranza, della mia pazienza. Più precisamente, posso tradire quando la mia coscienza sente che non tradisco affatto, semplicemente perchè, se arrivo al tradimento è solo perchè l’altro lo ha già fatto parecchie volte ed in varie forme. E quindi non mi sento affatto in colpa. Nel momento in cui quel patto cade dentro di me, mi sento completamente libera e non devo assolutamente più niente all’altro. Ma prima che quel patto venga meno dentro di me ci vuole molto ma molto tempo. Per il momento può bastare. baci a tutti. ele
SirenellaEleonora…ma cos’e’ il tradimento? Certe volte sembro un Sei 🙂 …. io tradisco solo quando ho dichiarato a parole o con atteggiamenti precisi che avrei fatto una cosa (che so gia’ a priori di non voler fare), e invece poi ne faccio un’altra che mi porta benefici personali senza aver avvisato la persona o le persone coinvolte da quella mia dichiarazione e che quindi vengono tradite dal mio voltafaccia. In poche parole, non tradisco mai. Non per un fondamentale senso dell’onesta’…che pure indubbiamente c’e’…ma perche’ odio dire bugie, odio la vergogna di essere scoperta a mentire, odio il potere che gli altri acquisiscono di fronte ad eventuali consapevoli bugie, odio non sentirmi libera di dire: voglio fare questo e non voglio fare quest’altro, odio le catene. Tradire a volte significa essere prigionieri di un qualcosa che si e’ promesso in un dato momento, ma che poi non puo’ essere mantenuto. Perche’ si cambia idea, perche’ cambiano le circostanze, perche’ sono cambiate le persone attorno a noi, insomma “si viene meno al patto”. Allora mi chiedo, se vengo meno ad un patto perche’ sono cambiate le circostanze, non e’ meglio dire: scusa, ma non mi e’ piu’ possibile fare questa cosa? Cosi’ si rimane liberi, non si mente a se stessi, non si mente agli altri, non ci si sente in colpa e se altri non accettano il cambiamento possono soffrirne ma almeno non vengono colpiti alle spalle? Insomma io non vedo come tradimento il non corrispondere alle aspettative degli altri. Non vedo come tradimento il mio cambiare idea che scaturisce dal mio continuo stato di crescita, l’unico gesto che posso chiamare con questo nome e’ quello che si compie sapendo in anticipo di voler ottenere uno scopo diametralmente opposto. Insomma il tradimento di Giuda. Sono una persona che cerca di aver cura di coloro che ama, se qualcuno si e’ sentito tradito da me, posso dire francamente che forse si e’ sentito tradito dalla vera Marina che non collimava con l’immagine che si erano fatti di me. Quindi piu’ che un tradimento di fatto, e’ stato un tradimento di aspettative non volute o gestite da me. A rileggermi sembro una che se ne lava le mani 🙂 ….se e’ questo che passa attraverso le mie parole, posso aggiungere solo che cerco sempre con tutte le mie forze di essere corretta con tutti e che questo mi costa a volte sforzi disumani e talvolta del tutto inutili, ma necessari per me, perche’ io so chi voglio essere e quanto mi costa non tradire….non tradire innanzitutto me stessa. Penso che per il momento puo’ bastare anche per me ….baci, Marina.
EleonoraEcco, Sire, diciamo che una delle cose che ancora non ho ben compreso nella vita è come conciliare il cambiamento con la fedeltà al patto. Io sono capace di rimanere fedele al patto per anni, forse anche per sempre ma chiaramente a quello che è il “mio” patto. Certamente, avrò rotto molti patti e non me ne sono neanche accorta perchè non erano quelli stabiliti da me, e, quindi, avrò deluso le aspettative di qualcuno. Ma ti dirò di più: sono anche convinta che si può rimanere fedeli ad un patto persino non incontrandosi mai più con la persona con la quale si sente questo particolare tipo di legame. Mamma mia che casino! Or ora mi vengono in mente delle cose e sto facendo delle associazioni. Ho bisogno di riflettere. Buonanotte, Sire. baci. ele
SirenellaVedi Ele, secondo me, il cambiamento stesso non concilia con la fedelta’ ad un patto stabilito in tempi precedenti. Il cambiamento e’ mutamento, nuova visione del dentro e del fuori. Questo non significa che con la scusa del cambiamento possiamo far patti d’amore o di lavoro con chiunque e poi svolazzare di qui e di la’ dicendo che siamo cambiati o cresciuti. Penso che cambiare non significhi “necessariamente” venir meno a quel patto, magari vedendo le cose sotto una nuova luce si possono trovare altri modi, altre soluzioni per rimanere fedeli. Cio’ che conta e’ non mentire a se stessi. Non riadattarsi ai patti mentendo e dicendo che sono piu’ importanti di quei cambiamenti profondi che si sono mossi dentro. E’ indispensabile tentare di rimanere fedeli a se stessi e ai propri cambiamenti ma anche cercare di mantenere il senso di un patto stabilito presumo perlopiu’ con persone che amiamo e che confidano in noi. Nonostante tutto pero’, se i nostri sforzi di mantenere la parola non conciliano con la natura del nostro cambiamento, bisogna essere sinceri. Le persone che si fidano di noi, in fondo, perche’ lo fanno? Perche’ sono convinte che non faremo mai loro del male? O perche’ sanno che non mentiremo mai sulle cose importanti? Perche’ vedi Eleonora io so che sono due cose molto diverse…ci vuole un coraggio spaventoso a dire a qualcuno che amiamo, senti io sono cambiata so di averti detto che quella tal cosa non l’avrei mai fatta ma non posso piu’ per questo e quest’altro motivo. Eppure se quella persona ci ama e ci conosce ed ha compreso realmente la nostra natura intima e profonda, sapra’ che la fiducia non basta a se stessa se non e’ reciproca. Io mi fido di te anche se so che qualcosa potra’ farti cambiare idea, e so che in quel caso tu potrai fidarti di me perche’ ti voglio bene e questo amore mi spingera’ ad accettare i tuoi cambiamenti. Insomma tutto questo sproloquio per dire una cosa semplice che pero’ e’ cosi’ sfaccettata da sembrare impossibile da spiegare. Noi parliamo di fiducia e di patti prescindendo tutto il resto, eppure io trovo difficile fidarmi di qualcuno senza prima conoscerlo bene, sapere che natura ha, sapere se provo affetto e se e’ ricambiato. Tutti questi elementi mi consentono di fidarmi, anche se non saremo in accordo sui fatti della vita o se ci saranno dei cambiamenti, perche’ se tolgo fiducia a chi cambia anche se a mio danno, in fondo lo ricatto usando amore e fiducia per ottenere sempre una posizione di vantaggio. Cambiare idea quindi, non significa tradire. Solo sapere a priori che si dice A per poi fare B, secondo me, e’ davvero tradire. Adesso pero’ sarei curiosa di sapere che associazioni ti sei messa a fare ieri sera 🙂 🙂 bacioni anche a te….
TeclaMi sento molto molto in sintonia con le cose dette da Sirenella.Per me c’è tradimento non quando si provano emozioni verso altri ma quando queste emozioni vengono opportunamente nascoste, quando si continuano a fare gesti e a dire cose che non ci corrispondono più che non sono più vere per noi. Io non dico mai bugie, quando faccio questa affermazione non tutti mi crredono (però mi crede chi mi conosce bene) ma sono consapevole di non mentire non per bontà d’animo e rigida integrità, ma per orgoglio. Io penso sempre per quale motivo devo nascondere o mentire, perchè mai dovrei vergognarmi di ciò che faccio o sento?Io sono così se per farmi accettare devo mentire da questo può scaturire solo malessere per me e per gli altri.Io penso che quando mentiamo più di non rispettare l’altro non rispettiamo noi stessi, non ci riteniamo degni di essere come siamo.Ricordo dolorosamente una bugia detta quando avevo 5 anni e che mi ha insegnato qualcosa che non ho più dimenticato. Eravamo in villeggiatura e un pescatore mi regalò dei pesci che aveva appena preso . A casa dissi che li avevo pescati io e ricevetti i complimenti di tutti. Il senso di vergogna e di imbarazzo profondo per aver preso meriti che non avevo mi ha angosciato al punto tale che svariati anni dopo ho dovuto confessare suscitando l’ilarità e lo stupore di chi mi ascoltava che cercava di farmi ragionare e di farmi rendere conto che ero solo una bambina molto piccola, che era una bugia innocente ecc..ecc..Ma per me è stata una lezione perchè ho capito che mentendo si tradisce se stessi ,che cercando di dare un’immagine falsa di noi è come se ci dicessimo che il nostro vero modo di essere non vale niente. Mi rendo conto che l’episodio raccontato può sembrare ridicolo ma la mia memoria emozionale è così e non ostante sono passati 40 anni da quella piccolezza io non la dimentico.
TeclaInoltre penso che è parte dell’amore vero e profondo accettare i cambiamenti dell’altro, l’amore non può essere statico a meno di non voler imprigionare il tutto in una gabbia di illusioni e menzogne. Se non si accetta l’evoluzione dell’altro e la propria evoluzione in un rapporto si rischia di creare un fantasma idealizzato che non corrisponde a ciò che è vero e vivo dentro di noi e il risultato è che moriamo dentro o che muore il sentimento d’amore. Però è fondamentale far partecipe l’altro di questi cambiamenti, metterlo in condizione di confrontarsi con essi, di vederli e sentirli in profondità,e di reagire di conseguenza.Questo è l’unico patto che possiamo fare con chi amiamo, garantirgli la sincerità in tutto ciò che proviamo e saper accettare i suoi cambiamenti senza per questo sentirsi traditi.
ElisabettaLe parole “morire dentro” mi colpiscono Tecla, è quello che accade a me quando una persona mi tradisce. In genere io non ho grandi aspettative,
non giudico e cerco sempre nei pochi rapporti profondi di comprendere e tollerare anche le delusioni che inevitabilmente si ricevono. Devo ammettere però che la mia eccessiva tolleranza non deriva solo da un
gesto di generosità verso l’altro, è un atteggiamento che mi permette di evitare la sofferenza che potrebbe scaturire dall’interruzione improvvisa di un rapporto di affetto. Quando sento di non essere in grado di sopportare questa sofferenza, di non poter spezzare un legame perchè il dolore sarebbe troppo, inizia in me, un lento ed inesorabile processo inconscio di annullamento ed allontanamento della persona in causa dal coinvolgimento affettivo.Io cerco di perdonare sinceramente ed il mio sentimento resta sincero, ma sento che l’offesa non viene dimenticata e che l’altro stà iniziando a morire dentro di me, e piano piano quando il processo si concluderà non ci sarà più legame ne coinvolgimento sentimentalmente e non ci saranno sensi di colpa. Quando arrivo a questa conclusione sento l’altro indegno di esser reso partecipe di questi cambiamenti, nella maggior parte dei casi il silenzio è la mia arma. So che quando l’altro si accorgerà di aver sbagliato sarà troppo tardi e niente potrà più essere riesumato dopo la morte. Quello che hai scritto Tecla mi è di grande lezione, so che un cambiamento sarà possibile solo se inizierò a rendere l’altro partecipe delle mie emozioni dicendo che mi sono offesa, tanto tantissimo, mettendolo così in condizioni di confrontarsi con i miei sentimenti e difendersi dall’accusa. Grazie Eli.
Eleonora GrilloNon ho assolutamente niente da replicare riguardo alle cose dette da Sire e Tecla. La penso anch’io così. Quando, infatti, mi riferisco al patto, mi riferisco a quell’essere onesti con se stessi e con gli altri, senza menzogne, non voglio certo intendere di mantenere lo status quo a discapito della mia o altrui vita. Quello che mi ha fatto male e mi fa male nella rottura del patto è quando accade che si ferisce l’umanità mia o dell’altro, quando, per seguire i propri legittimi cambiamenti, si fugge dalle proprie responsabilità dimenticandosi che dall’altra parte c’è un essere umano che va aiutato a comprendere ciò che accade e va, se è il caso, lasciato con rispetto, con dignità, senza distruggerlo. In sintesi, sono fedele eternamente al patto nel senso che i miei cambiamenti li vivo senza mai dimenticare che all’origine della relazione con l’altro c’è il rispetto profondo per l’umanità dell’altro. Invece, Elisabetta, mi ha molto colpito quello che hai scritto sulla modalità di mettere distanza dentro di te rispetto all’altro quando ti senti tradita. E’ esattamente la modalità che ho sempre messo in atto anch’io in passato, di fronte alla medesima situazione. Negli ultimi anni qualcosa è cambiato e sta ancora continuando a cambiare. Per queste cose, i lavori sono sempre in corso. bacioni a tutte voi. ele
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