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Questo argomento contiene 137 risposte, ha 1 partecipante, ed è stato aggiornato da Carla Basagni 13 anni, 1 mese fa.
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Marina PieriniTeresa, non so se ne sei consapevole ma la tua modalita’ di espressione mi e’ di esempio. C’e’ qualcosa in te, in cui mi identifico mio malgrado, e ti sono grata di ogni intervento perche’ sei spunto di illuminate riflessioni a tutto tondo. Solo un suggerimento, per quanto riguarda l’amore e i quattro….forse quella e’ l’unica situazione in cui quello che conta non e’ “come”. Amiamo le persone, lasciamoci amare. Il “come” viene prima, e’ la strada che abbiamo percorso per conoscerci meglio quando quell’amore ancora non c’era. La formula per amare un quattro io non la conosco, ma so come amo io, e cosa mi fa sentire amata…e in fondo questo e’ cio’ che conta. Poi sto fatto di sputare nel piatto…. :-O …ma che e’ sta storia aho’?? Io nel mio piatto non ho mica mai sputato? mi fa troppo schifetto rimangiare la poltiglia! 🙂 ma non lo so…ma dove saro’ capitata…tsk….domani arriva la mia visione sui 5 e se riesco anche sui 6 perche’ oggi riflettevo su interessanti connessioni e opposizioni tra i due tipi. Se non dimentico tutto quello che volevo dire 🙂 ultimamente mi capita! Marina, io quando noto certe cose le colgo e te le “rifletto” a mo’ di specchio, chissa’ forse a volte anche questo ci aiuta a comprendere meglio come ci vedono gli altri, e come ci vediamo noi stessi 🙂 ….vado. Buona serata a tutti…bacioni e a presto!
Antonio BarbatoNon bisogna subissare un Quattro di attenzioni che, anzi, talvolta sono vissute con una punta di fastidio perché possono richiamare analoghi atteggiamenti del genitore frustrante. Bisogna dargli, prima di tutto, la sensazione che si voglia stabilire con lei/lui un vero contatto basato sulla accettazione incondizionato di quello che è. Un Quattro, nel profondo di se stesso, è ancora intimamente convinto che non possa essere veramente amato e, di conseguenza, procede continuamente ad appositi e specifici test. Questo è il vero punto fondamentale!
Tecla🙂 🙂 🙂 Già , proprio così,proprio così!
TeclaPossibilmente i test devono mostrare di se stessi la parte peggiore, più cattiva, o più fragile o più contorta. Bisogna poter dire : mi ami anche così? Se la risposta è sì., il continua a negare, comincia a pensare che l’altro non ha capito, poi comincia a chiedere perchè l’altro sarebbe disposto ad amarlo… Quando si arrende, però la resa è totale. E’ talmente la meraviglia che questa cosa possa succedere, non ostante il proprio essere sbagliati…poi credo che sappia rispondere con un trasporto profondo e con un senso di grande lealtà . Oltre a non poter credere di essere amato, il 4 a volte si convince che non sa neanche amare, ma non è mica vero… Non sono vere entrambe le cose. Quando ha la fortuna di potersi convincere di ciò fa finalmente pace con una parte profonda ed ultrasensibile di sè stesso. Quando si sente accettato è vivo, è come se passasse una crema esfoliante sull’anima e questa divenisse pulita, trasparente e leggera.
SirenellaCaro Antonio, nella definizione del tipo 4 che hai fatto, mi ci ritrovo a pennello. Aggiungo anche, che quando una relazione ha superato la fase dell’innamoramento e quindi il periodo in cui il desiderio di fusione con l’altro e’ fortissimo, tendo a sentirmi soffocare dalle attenzioni eccessive del partner anche piu’ di quanto dici. Insomma in due parole, oggi divento un cavallo che per andare dev’essere lasciato a briglia proprio sciolta, niente morso e lacci. Solo cosi’ vivo serenamente il legame che a quel punto non soffre ne’ costrizioni ne’ dipendenza ne’ solitudine. Aggiungo, inoltre, che l’amore non tira fuori solo i nostri limiti e il peggio di noi, per fortuna lascia emergere anche il meglio e ci predispone ad imparare ad essere migliori quando piu’, quando meno. Certo tutto dipende dalla nostra eta’, dal nostro vissuto e dal nostro cammino, ma le definizioni chiudono le possibilita’ infinite alle quali l’maore invece ci apre, secondo me. Per quanto mi riguarda, ho capito che l’amore incondizionato (come sapete che ho affermato altrove) non esiste tra gli uomini. Esiste l’amore che supera ogni ostacolo, questo si, ma nonostante cio’ non si puo’ sapere quanto quell’amore puo’ vivere e perdurare nel nostro cuore. Ho imparato allora, attraverso la solitudine e l’amore che mi ha dato la fede, a vivere tra gli altri accettando serenamente quello che c’e’. Ne godo, me ne riempio, lo lascio andare, non mi rammarico troppo di non aver ancora trovato l’uomo “quello importante”, perche’ di amori importanti ce ne sono stati nella mia vita e spero ce ne saranno ancora. Il principe azzurro e’ un’ideale malsano secondo me, ma sento che la mia vita sara’ ricca e piena. Anzi, lo e’ gia’. Un giorno forse qualcuno vorra’ occupare lo spazio vuoto accanto a me, e io quindi aspetto con serena curiosita’ di scoprire come, e chi e quando. Credo che molti facciano dei test, mi viene da pensare ai Sei, ai Due, ai Cinque, a molti altri enneatipi. L’amore pero’ non si limita a scorrere nel letto del fiume di cio’ che siamo, dirompe e divampa, trascina via tutto, scavando percorsi insospettabili e alternativi. Questa e’ la fortuna e la bellezza dell’amare e dell’essere amati…e questa forse e’ la vera speranza che all’amore si lega, poter essere migliori.
Marina MelePurtroppo non sono lucida. Martedì mi operano per un dente del giudizio incluso e sono sotto antibiotici perciò ho bisogno di riposare, non strafare e ho la testa davvero oltremodo martellante. Ciò premesso, il leggervi mi ha portato a profonde rilfessioni, tuttora in corso sulla mia dinamica amorosa verso il quattro. Ho tante ferite ancora scoperte che vibrano ma grazie, non voglio chiudere gli occhi ne prendere le difese di me stessa in assoluto. Ma davvero, il mio entrare in un 2 spaventevole che si muove verso il 4 nel rapporto d’amore mi ha lasciata sgomenta. Scusate vado a dormire, sono imbottita di antibiotico. Vi abbraccio e vi penso. Melinda
Marina PieriniMarina mi spiace per il dente. Si tratta di una situazione effettivamente dolorosissima e spero tu risolva presto. Non ho ben capito cosa intendi dire, quando affermi di entrare in un 2 spaventevole che si muove verso il 4 in amore. Pero’ poi ne riparleremo. Vorrei dire “in bocca al lupo” ma sono animalista convinta e forse la bocca adesso non e’ il caso di toccarla 🙂 l’alternativa ha a che fare con le balene e pure mi lascia perplessa…insomma stai bene e torna presto, ti aspettiamo!
Marina PieriniPurtroppo Antonio ha scritto alcune osservazioni meravigliose sulla manipolazione dei 4 in un altro post. Io pero’ vorrei continuare qui con una risposta al suo post, giusto per raggruppare meglio gli argomenti. Mi veniva in mente la manipolazione (una delle) del 4 vergogna. Ho assistito a questo fenomeno recentemente e devo dire che guardarlo “da fuori” mi ha sgomenta. La persona in questione, lamentava mal d’amore, il suo improbabile partner la costringeva ad attendere lungamente le sue telefonate, la trattava con una certa indifferenza, le regalava si e no qualche parolina dolce per tenersela “in caldo”, il fine settimana era sempre fuori con amici, lui affermava di avere bisogno della sua vita e della sua liberta’, ma assicurava anche di volerle bene. In che maniera esattamente quest’ uomo che lei frequentava da qualche settimana appena, esprimeva il suo amore appassionato per lei o anche solo il suo interesse, ovviamente e’ mistero della fede. Quando questa conoscente mi ha raccontato la sua dolorosa paturnia d’amore, le ho fatto notare che forse un simile comportamento aveva piu’ a che fare con il desiderio da parte di lui, di avere la disponibilita’ fisica di lei quando gli girava, piuttosto che celare la volonta’ di una storia d’amore per quanto tribolata. Non sembrava infatti, esservi alcuna ragione esistenziale da parte di lui, che potesse rappresentare un impedimento al normale vedersi, frequentarsi e uscire “assieme” incontrando magari gli amici di entrambi. Nemmeno si spiegavano le lunghe attese alle quali lui con una certa serena indifferenza la costringeva tra un incontro e l’altro. Tralasciando le riflessioni su quest’ uomo, io vedevo di lei, lo sguardo supplichevole e liquido mentre raccontava la sua storia, le vedevo scorrere sul viso la convinzione che fosse lei a sbagliare (la vergogna?) perche’ forse era troppo presto per aspettarsi qualcosa (l’assenza del normale entusiasmo reciproco di una nuova storia, era esclusa dai suoi ragionamenti) che forse lei doveva rassegnarsi ad attendere le sue telefonate e la sua disponibilita’, che forse doveva fargli capire che gli voleva veramente bene, proprio piegandosi a questa attesa, nel profondo c’era forse la convinzione che: siccome nessuno mi amera’ mai, se io non mi sacrifico offrendo tutto il tempo e tutti gli sforzi anche umilianti di cui sono capace perdero’ anche questa occasione (la tenacia?), eppure io leggevo ancora piu’ forte l’energia determinata a non voler mollare. Mi prendero’ quello che voglio, mascherando il mio desiderio e la mia paura della solitudine, vestendoli di dolore e sacrificio, non voglio sentirmi dire di lasciar perdere e cercare altrove, non voglio sentirmi dire che merito di meglio, non voglio sentire ragioni, anche se dovro’ prostrarmi quella persona DEVE prima o poi cedere. Quanto investimento di energie. Quanta tenacia e determinazione, che la portavano a mio avviso verso la cronaca di una morte annunciata. Eppure nonostante lei avesse tutti gli strumenti per vedere i suoi meccanismi in azione, un velo le e’ sceso sugli occhi, ed ha deciso di perpetuare il masochistico gioco. Io non dico che non ci si debba adoperare per salvare una storia quando serve, ma se si parla di un uomo che si conosce da 3 settimane, che e’ presente solo nel letto e sfugge a qualunque altro tipo di situazione, mi sembra sano farsi una risata, dire ok e’ un’avventura cosi’, la porto avanti se mi va di avere compagnia ogni tanto e se questo non mi piace lascio perdere e cerco altrove. Siamo donne adulte, l’amorino dei 18 anni l’abbiamo bello che superato. Dovremmo saper riconoscere le premesse di una bella storia fatta di emozioni e sentimenti da altro. Eppure mentre io cercavo di ragionare, facevo domande, la spronavo a darmi delle risposte, io vedevo in fondo al suo sguardo una forza “chiusa”, un laser che oltrepassava la sua consapevolezza e la portava alla tenace determinazione di non voler mollare. Ci siamo salutate, e io le ho augurato buona fortuna, ho lasciato perdere qualunque altra insistenza, le ho sorriso ma sono rimasta molto scossa. Ci si chiedeva prima cosa possono fare gli altri, per amarci meglio, ma io in quel momento ho sentito che nulla, davvero nulla possono gli altri, se noi stessi non vogliamo vedere.
Marina PieriniManipolazione del tipo 5: la prima riflessione che mi balena alla mente quando penso ai 5, e’ che questa forma dell’ego e’ innanzitutto una reazione alternativa alla Paura che domina i 6. Cosi’ come i 2,3,4 devono vedersela con il centro emozionale che li spinge a reagire nel mondo. La prima manipolazione che mi viene in mente, in riferimento a qs enneatipo e’ quindi, proprio la loro capacita’ di manipolare lo spazio/tempo per frapporre quanta piu’ distanza e’ possibile fra loro e gli altri. Quando gli input emozionali ai quali gli altri li sottopongono diventano non gestibili, i 5 hanno questa straordinaria (per me che sono un’emozionale) capacita’ mentale di “isolare” ogni evento, come se non vi fosse una reale connessione tra ciascun episodio e le relative reazioni dei 5 e del mondo. In poche parole per poter esplorare ogni evento, prevenire qualunque sorpresa, controllare le proprie emozioni, non farsi sopraffare da quelle altrui i 5 riescono a creare (non senza fatica) dei compartimenti stagni, che gli consentono di analizzare profondamente ogni episodio, decidere come reagire, decidere che rilevanza ha quel dato fatto nella loro esistenza e poi agire, se proprio necessario. Normalmente un 5 non integrato tendera’ a reagire per lo piu’ nello stesso modo, dopo l’analisi meticolosa e scrupolosa di un dato evento, sentira’ che non vale la pena intervenire, la distanza tra se stesso e gli altri aumenta sempre di piu’ e l’osservatore che e’ in loro, che vive su questa torre inespugnabile sara’quasi sempre dell’idea che non vale la pena darsi tanto da fare per un qualcosa che certamente finira’ male o non dara’ i risultati sperati. Meglio quindi tenere strette le proprie energie per sopravvivere, demandando alla “conoscenza” al “sapere” il compito di riempire la loro vita, quanto piu’ e’ possibile, non solo per impegnare il tempo, o per avere la percezione di poter vivere attraverso l’osservazione altrui, ma anche per quell’insopprimibile bisogno di analizzare tutto prima di muoversi, che e’ dettato proprio dalla Paura, dalla loro risposta ad essa. Un’altra manipolazione che mi viene in mente e’ quella che mettono in atto quando si ritirano per richiamare l’attenzione su di loro. Ho diversi amici 5 che si comportano in questo modo. A seconda del loro disagio esistenziale questo ritiro, significa “vienimi a cercare, ho bisogno di te ma non riesco a dirtelo” oppure “vienimi a cercare, ma se lo fai vuol dire che vuoi qualcosa da me, non mi accetti per quello che sono, non rispondo e mi isolo ancora di piu'”. E’ molto difficile per me parlare dei 5, che esercitano un fascino incredibile, ma che sono anche capaci di suscitarmi grande irritazione. Trovo che siano persone molto stimolanti, in genere, e questo loro negarsi mi riempie talvolta di frustrazione e irritazione perche’ trovo terribile questa posizione esistenziale del “non condividere”. Forse mi succede questo, anche perche’ qualche volta io scivolo con la mia aluccia su questa posizione e la sento, nei momenti di maggiore serenita’, come pericolosamente distruttiva. Per meglio dire, come passivamente distruttiva. Vorrei pero’ ascoltare qualcun altro, perche’ chiaramente la mia e’ una testimonianza che nasce da quello che ho attinto dagli studi, ma anche dalle amicizie 5 che fortemente mi coinvolgono e condizionano. In attesa di qualche riscontro….vi auguro un buon fine settimana 🙂
TeresaSire Sire… ora non ho il tempo di leggere le ultime descrizioni volevo un attimo chiarire il concetto dello sputare nel piatto in cui il 4 mangia. Mi riferisco precisamente a quando il quattro, se pur amato e compreso e coccolato e sopportato e chi più ne ha più ne metta, pur nutrendosi, ripeto di cotanto bene ha anche il coraggio di affermare che tutto quello di cui sopra non è vero. Non so dalle tue parti, ma da noi di uno così si dice che “chiagne e fotte!” Traduzione per i nordici: piange e scopa!
Sirenella🙂 🙂 🙂 ho capito…il motivo per cui non capivo e’ che personalmente non ho mai vissuto questa posizione esistenziale…sicuramente ho esperito il senso di carenza anche non realmente motivato, ma non fino a questo punto. Io o chiagnevo o non chiagnevo 🙂 …grazie comunque ….baci.
Marina MeleCara Sirenella. Mi ha colpito molto anche quanto hai scritto sui 5. Sono disfatta dal mal di testa e non riesco a scrivere nulla ma sono passata e ho letto te. Mi ha fatto bene. Sto lavorando in profondità su alcune cose e questi tuoi articoli sono di gran aiuto. Grazie e un bacio grande.
ElisabettaAlcune cose che scrivi sui 5 mi hanno toccato e le ho sentite simili al mio modo di gestire la mia vita. Da quando avete iniziato questo percorso sulla manipolazione mi stò chiedendo il mio modo di agire senza trovare risposte, forse non riesco ad osservarmi obbiettivamente ma la difficoltà deriva soprattutto dal fatto che difficilmente prendo delle iniziative per agire e modificare uno stato di cose per renderle più consone ai miei desideri. La prima cosa che mi è venuta in mente è che manipolo gli altri (se così si può dire) affinchè prendano decisioni al mio posto, a volte ho la sensazione di essere io stessa manipolata ad agire in un certo modo, come se in assenza di spinte esterne io non potessi intervenire in alcun modo sulla mia vita. Chiaramente vaglio ogni cosa dentro di me ma poi quando mi rendo conto di essere stata spinta verso una decisione mi prende una sottile frustrazione e mi offendo oppure se sono in confidenza con la persona in causa pronuncio qualche frasetta tipo “Se tu non avessi insistito…..oppure….la cosa non mi è piaciuta, se fosse dipeso da me…..”. E’ un comportamento che non riesco ad evitare proprio per la paura di prendere in mano le briglie e dirigere consapevolmente la mia volontà su un’azione diretta ad ottenere ciò che voglio. E’ una gabbia sottile nella quale vedo una evidente manipolazione che comporta la negazione di un bisogno e una conseguente rinuncia del suo appagamento. Questo fa si che l’azione non è poi tanto necessaria, ma visto che il bisogno c’è se qualcuno insiste riesco ad agire (spero di essermi spiegata). Quello che mi ha colpito su ciò che hai scritto Marina è il desiderio che gli altri mi cerchino con la conseguente reazione di sospetto: in passato restavo con l’indice puntato finchè non riuscivo a trovare il motivo di un invito o di una telefonata, un’amica che mi cercava diventava sempre quella che non sa stare da sola e ha bisogno di me oppure quella che chissà cosa avraà in mente di chiedermi. Questo tipo di manipolazione negativa corrosiva e deleteria sulle intenzioni delle persone mi ha portato a sentirmi sempre più sola e a protrarre dentro di me la sensazione di non essere amata. E’ penoso comprendere che dietro questo atteggiamento c’è un senso radicato di “aver poco” di sentirsi indegni di una reale e sincera amicizia. Ora stò cercando di capire che gli altri non mi cercano solo per riempire uno spazio rimasto vuoto, ma che evidentemente provano piacere nell’avere la mia compagnia e se poi chiedono qualcosa anche io stò iniziando a provare piacere nell’incontro e nello scambio con gli altri, mi sorprendo ad essere compiaciuta quando mi si chiede perchè evidentemente se mi viene chiesto è perchè io sono in grado di dare.
ElisabettaE’ sorprendente anche quello che dici sul vivere attraverso l’osservazione degli altri. Lo sento molto, si esprime attraverso il bisogno di entrare con la lettura o il cinema nella vita di un’altro per assaporarne il gusto di provare emozioni, sentimenti o commozione con la consapevolezza di essere al sicuro sulla propria poltrona. E’ come lasciarsi andare, vivere senza paura senza rischiare in prima persona. Ho sempre notato questo bisogno senza capirne la ragione, tempo fa se ricevevo un invito a cena quando già avevo programmato la visione di un film mi sentivo mancare….uscire significava chiudere le porte alla vita, impedirmi di provare quelle emozioni nelle quali perdersi, ma la parola giusta è proprio quella di perdere un’occasione per “sentirsi vivi”. Non sento mio invece in bisogno di accumulare conoscenza o “il sapere” in senso generico o scientifico: ciò da cui mi sento attratta è solamente un sapere legato all’animo umano, la conoscenza profonda delle dinamiche che regolano i comportamenti dell’uomo mi affascina molto e a volte mi trovo a rimuginare per giorni se non riesco a capire certi meccanismi e a darmi delle risposte.
Marina MeleA proposito di automanipolazione, riflettevo sul fatto che nelle fasi conclusive di trasformazioni interiori profonde io mi trovo sempre o infortunata o in uno stato di alterazione della salute. E’ una settimana che sto così. Domani vivrò questa estrazione del dente del giudizio e subirò un intervento di due ore, mi hanno già preavvertito, non proprio leggerino…..come mai io mi trovo sempre in queste situazioni? E’ come se un aparte interna, apparentemente inconscia, mi portasse sempre e comunque a questo genere di appuntamenti. Come se due fosse andassero apparentemente contrapposte ma èoi ecco che si incontrano….devo riflettere su questo punto. C’è qualcun altro che vive o ha vissuto esperienze analoghe? Devo anche ammettere che ci sono parecchie cose in movimento dentro di me e molto profondamente e mi sento vicina a qualcosa che sta per essere scoperto…..è un fatto ciclico che si ripete nel tempo della mia vita ma è la prima volta, e solo grazie a questo post, che ci sono arrivata. Non so aggiungere altro. Sirenella Marina, abbi fede, appena mi riprendo torno e ti sciorino un sacco di commenti che nel frattempo sto lucubrando…..mumble, mumble, mumble!!! Melinda
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