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Questo argomento contiene 137 risposte, ha 1 partecipante, ed è stato aggiornato da Carla Basagni 13 anni, 1 mese fa.
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Marina PieriniCara Melinda…abbi fede dici? 🙂 a me? Ne ho, ne ho….tantissima. Elisabetta grazie per la tua testimonianza, sento il tuo desiderio di descriverti senza doverti difendere troppo. Ci sono veli, specchi, riflessi, giochi che noi facciamo quando abbiamo paura di vedere. Ma dire “non sono perfetta”, “non sono impeccabile”, “non sono sempre amabile” puo’ servire a liberarsi da sensi di colpa che rappresentano un’inutile zavorra. Non c’e’ alcun motivo di aver paura, perche’ scoprire la nostra umanita’ rende centrali altre cose che prima nemmeno si percepivano. Io spero e attendo il fiume, l’acqua delle parole che scorre fra persone che dicono cosi’ tanto e che nemmeno si sono mai viste. E’ molto molto bello. E’ molto molto vero. E’ molto molto importante. Vi abbraccio e…. Mel lasciati andare domani, vedrai che starai bene in fretta, recupererai rapidamente perche’ le energie non ti mancano. Ti aspettiamo.
AlessiaAttendo con impazienza la manipolazione del sette vista e descritta da un non sette. Attendo, quindi, prima di esprimermi, per non influenzare! Grazie Marina, davvero un argomento interessante!!!!
ElisabettaCerto che non sono perfetta !!! Perchè mi dici questo Marina, veramente ho dato l’impressione di essere così, impeccabile ed amabile…..io non mi ci sento. Se veramente non riesco a vedere questo alone o velo di perfezione sono proprio manipolatrice, mi autoinganno e inganno come un TRE sa fare bene. Che incubo stò 3 !?! Parli di specchi giochi e riflessi…dimmi che pensi così mi aiuti a capire meglio, grazie.
SirenellaEli…forse stai mal interpretando le mie riflessioni….che sono molto piu’ generiche, in relazione ai giochi interiori di difese, alibi e quindi specchi che ci riguardano tutti, quando cerchiamo di navigare nelle acque del nostro intimo. Da come rispondi sembri averla presa come una sorta di accusa o non so…interpretazione sul tuo personale carattere….come mai? Forse mi sono espressa male o forse come vedi siamo poi sempre un po’ tutti sulla difensiva…comunque se sono stata ambigua non era mia intenzione…mi spiace… 🙂
Marina MeleTipo UNO. Dalla osservazione che ne sto facendo, anche di recente, mi pare di capire che una delle trappole più pericolose per un UNO sia quella di portare l’altro ad assumere atteggiamenti rigidi che gli forniscano la giustificazione a trovare corretto il suo agire. Il tipo UNO pernsa che col suo rigore, con i suoi sani principi e con la sua onestà , lui non può sbagliare e portando gli altri sulla sua stessa strada si sentirà “a posto”, avrà fatto bene e ancor ameglio potrà fare a se stesso, agli altri e quindi all’intera umanità . Il problema è che non perde e non si permettere di perdere il controllo, che poche cose sono fatte abbastanza bene o sufficientemente bene e quindi avrà sempre un gran da fare. C’è un vessillo da inseguire per gli UNO in questi valori. Devo ammettere, comunque, per me ch eli ho sempr etrovati ostici, che visti più da vicino hanno passione e calore da vendere e desiderano più di qualunque altra cosa trovare chi li porta sulla strada del piacere e desiderano perdere un pò l’orientamento purchè non si sentano strumentalizzati o deviati su pirncipi poco etici. In ogni caso, per quanto ho potuto constatare è che decidono quasi sempre loro il quando, il come, il dove e per quanto tempo…..che ne pensate?
Marina MeleHo dimenticato un passaggio importante sugli UNO che ho trovato su molti testi. Pare che gli UNO siano intrappolati nella loro sessualità e tengono in scacco il compagno/ su questo tema con molti comportamenti laterali moralisti. M aho anche letto che se riescono o decidano di lasciarsi andare……pare sia musica per le orecchie di chi si trova li con loro. Melinda (in attesa dell’intervento e ha bisgono di distrarsi).
Marina MeleHo ragionato molto sul DUE. SI è vero. Il due crea dipendenza (o almeno ci prova) per evitare di porsi allo specchio della propria incapacità a stare solo. Probabilmente scende a patti ben tristi, pur di non trovarsi spiazzato nella solitudine più aberrante. Per questo capisco possa tradire, per questo capisco possa avere relazioni di cui magari vergognarsi. Il suo bisogno di coprire quel vuoto è così dilaniante da non farcela a stare sul pelo dell’acqua. E’ spesso a rischio di annegamento. Per questo diventa un fgrande lavoratore in amibit organizzativi complessi, Perchè almeno 8/ore al giorno non è solo. E’ quindi sul valore personale di se che deve lavorare e sulla autorevolezza di ciò che è non per chi glielo riflette positivamente ma per quello che sente reale dentro di se. Fino a che non riesce a passare da nutritore della propria debolezza attraverso l’uso degli altri anche in maniera indiscriminata a persona che sa vivere nel proprio vuoto del cuore capendo il valore grandeche questo ha siamo messi male e della manipolazione è certo gran maestro. Per questo vedo che i DUE poco in equilibrio sono veramente un dramma di dolore quanto di danno verso di se e verso gli altri, per questo quando vedo i DUE evoluti e ben integrati, è magia. E’ madre terra che parla e si esprime. Forse è tra quelli che attraversa frequenze di energia più visibilmente constatabili nel bene e nel male! Melinda
Marina MeleA proposito dei TRE. Ricordo ancora quando in aula il gruppo dei TRE, sentendosi attaccato (io stavo seduta con i SETTE) ha cominciato a lanciare frecce in ogni direzione sulla propria capacità di prestazione in ogni campo. Loro non se ne rendevano conto ma sono partiti, in sintonia perfetta e coprendo tutto il territorio che gli stava intorno….All’inizio mi sono stati un pò sulle beep ma poi, ascoltandoli bene e con calma ho provato un amorsa al cuore…quanto gli costava essere così? E se ascoltavi bene le parole erano parole di cuore raffinate e rinchiuse in un linguaggio performante il più possibile. Se l’organo psicosomatico debole del TRE è il cuore certamente un motivo ci deve essere sicuramente…Allora si. Lui recita la propria distanza da se e se la rappresenta con una bella maschera dorata, bella, brillante, efficiente…..E chi non è appagato e affascinato? Ma è la sua trappola. Molti TRE, alla fine, forse non sono TRE ma non riescono a liberarsene perchè gli altri gli piazzano una bella targa e li sfruttano. Ad alcuni fa comodo che quella persona sia un TRE.. Da lui posso succhiare nettare per rifarmi il miele che da solo non riesco a suggere…..E allor ail TRe si batte per una ulteriore prestazione da mettere sotto i riflettori…così sta ancora più riparato e disorientato mentre almeno più di qualcuno starà applaudendo…..chi può non applaudire di fronte a evidenti successi che rispecchiano le aspettative attese??? Melinda
Marina MeleCara Sirenella. A un DUE, inconsapevole di esserlo, non pare possibile poter porre rimedio al dolore di un QUATTRO (dovrei forse aggiungere di nessuno!!!).Il due si sente salvatore, altruista, donatore, aiutante e lo sente come una missione. E’ nel suo DNA. IL DUE pensa che può farcela e forse deve farcela perchè non può permettersi di mancare questo bersaglio di salvataggio. Capisci? Allora il Due si perde nei QUATTRO (ma chi non ci si perde???persino i 6 che non si perdono da nessuna parte) pensa di essere forte per tutti e due e si lascia andare. Entra in infusione perchè può, col Quattro, condividere questo concetto di “fusione” e pensa che poi a un certo punto, quando lo avrà forse sedotto e quindi ben agganciato (ecco la manipolazione del DUE) riuscirà a portarlo su verso la luce…..ma, come molto bene hai spiegato tu, non ce la può fare perchè non è nella storia del quattro fare questo. Capisci perchè un DUE sta così male, si sente abbandonato e tradito sul proprio “credo” vitale e quindi entra in una depressione pericolosa….cosa cè di peggiore per un DUE che un disconoscimento dell’amore che egli dona? Mi fa ancora un pò male parlarne ma riesco a farlo e soprattutto a percepirlo chiaramente quindi va bene. Mi scuso solo perrchè porto un aesperienza così diretta e spero di riuscire ad essere abbastanza obiettiva.
Marina MeleRagazzi. Vado a farmi rimettere in sesto. Spero di essere riuscita a spiegarmi perchè sono unpò per aria. Dentro di me i sentimenti sono chiari ma può darsi non li abbia resi chiari. Vi abbraccio forte. Melinda
ElisabettaIn effetti si Sire, credevo stessi parlando di me ma non riuscivo a cogliere bene il senso delle tue parole quindi ho chiesto maggiore chiarezza ma non ho pensato che mi stessi accusando di qualcosa.
Comunque è vero che stò sulla difensiva, l’ho notato altre volte nel forum, forse sono i sensi di colpa che galoppano a mille !! Vedo che sei di nuovo tra noi Melinda, com’è andata l’estrazione del dente?
SirenellaCASPITA Mel…sto dente te lo hanno estratto e ti e’ venuta la logorreite acuta, mi hai fatta sbellicare dalle risate…ma sto dente quanto era grosso??? Arginava tutto questo po po’ di parole!! Mi rifuto categoricamente di risponderti in maniera frettolosa, e quindi mi sa che apetti 🙂 vado a cenare e a meditare perche’ ho moooolte cose da ribattere ovviamente 🙂 …Elisabetta ….non ritengo di poter affermare di esserti amica, sarebbe una menzogna visto che non ci conosciamo nemmeno, ma di certo non ti sono nemica. Spero che poco a poco tu possa sentirti meno minacciata di quanto io vorrei….alla fin fine…qualunque cosa tu possa dire o non dire di te io, e tutti gli altri, possiamo farti il male che solo tu puoi consentirci di farti. Sta a te. Ma che hai da perdere a mollare gli ormeggi e lasciare che sia, senza sentirti in colpa di nulla? Abbiamo paura delle critiche o dei giudizi? Io penso che le critiche, anche quando ci fanno incavolare, sono sempre uno spunto per trarre qualcosa di buono. I giudizi, sono per coloro che pensano di potersi elevare abbastanza sulle teste altrui, e io trovo sia uno spreco di tempo preoccuparcene, almeno noi che siamo comuni mortali e guardiamo il mondo da “quaggiu'” ….devo temere la tua sensibilita’? Posso fidarmi? Anche io sai, rischio tutto quello che rischi tu…ci hai mai pensato? Baci….
Marina PieriniSugli Uno: sto vivendo un’esperienza allucinante con un mio capo Uno. Posso concordare su quanto dici Marina, di loro, ma temo che in determinati casi il livello di manipolativita’ puo’ raggiungere soglie decisamente piu’ alte. Spero di poter spiegare cosa intendo, senza dover scendere nei particolari privati del mio rapporto lavorativo. Il periodo di lavoro intercorso tra me e questo capo Uno e’ di un anno e otto mesi precisi. Durante tutto il primo anno, questa persona ha ottenuto da me non solo il rispetto di tutti gli accordi sui compiti da svolgere, ma mi ha vista prolungare per mesi il mio orario di lavoro, mio malgrado, perche’ la mole degli incarichi a me lasciati era spaventosa (faceva pero’ finta di non saperlo) talvolta perche’ io potendo trattenermi di piu’, lavoravo piu’ lentamente e cercavo di recuperare gli affanni accumulati. Giorni di ferie presi = 0. Giorni di malattia = 2/3. Altri rari giorni di malattia sono stati coperti da una persona che io mi sono preoccupata di incaricare e pagare. Insomma disagi totali= 0. Per un anno intero. Naturalmente non e’ un lavoro di ufficio, la retribuzione e’ accettabile ma non esistono 13esime, straordinari e cosi’ via. Per questo motivo, da 6 mesi a questa parte, io ho accettato un lavoro pomeridiano che mi ha costretta a ridimensionare il mio impegno con questo Uno. In realta’, ho dovuto eliminare tutto il sovrabbondante, che da me era sempre stato offerto per affetto e disponibilita’ GRATIS e ho effettivamente ridotto all’osso il mio orario di lavoro sulla base di quello iniziale, 3 ore 3 e 1/2, contro le 4 – 4 e 1/2. Questo ha significato per me, svolgere tutte le mansioni sulle quali si basavano i nostri accordi originari, senza poter offrire null’altro. Ero e sono consapevole di questo squilibirio che questa persona ha accettato di sostenere per affetto e stima, ma sono altresi’ consapevole che mai e poi mai e’ stato inteso riconoscere come un “di piu'” tutto quanto da me dato, fino a quel momento. C’e’ insomma questa situazione: tu ti sei fatta un mazzo cosi’, ma siccome anche io me lo faccio, per me non hai fatto nulla che non era tuo dovere. Non sono in debito con te. Ma tu, sei in debito con me perche’ hai ridimensionato l’orario di lavoro all’osso, e anche se fai quello che era negli accordi lo puoi solo per mia generosita’, e questo mi da potere su di te. Il potere che questa persona Uno intende esercitare, e’ mandarmi via tre mesi prima della scadenza del nostro accordo verbale di lavoro, senza un preavviso decente e senza nemmeno sentirsi in dovere di fermarsi un minuto per comunicarmi dignitosamente quanto deciso. Insomma siccome alla fine io sono in difetto, e quando lo era lei nulla mi era dovuto, lei si aspetta tacitamente il mio silenzio, la mia accettazione sulla base di un senso di colpa e non del lavoro effettivamente svolto. Io ho tentato di parlare dei disagi che procuravo, e di mettere un po’ certe cose in chiaro, ma lei ha sfruttato maliziosamente questa mia posizione di momentaneo (ma nemmeno poi cosi’ drammatico) svantaggio, per mantenersi su tale posizione e crearsi un alibi. Non mi ha permesso di dimettermi, di proporre un adeguamento di stipendio che non le sarebbe comunque convenuto, o altro. Il silenzio, quindi, manipolativo, perche’ lei sapeva che alla fine se io sono in difetto (secondo lei) mi sento in colpa e non chiedo quanto mi compete alla conclusione di un rapporto di lavoro che sara’ durato quasi due anni. Cosi’ non deve riconoscermi nulla per tutto quanto in piu’ le ho dato, perche’ dal suo punto di vista conta solo cio’ che ho tolto dalla bilancia ultimamente. Questo la autorizza a mollarmi come e quando vuole, e probabilmente senza liquidazione o buona uscita. Lei ovviamente sapeva che forse il nostro rapporto di lavoro, causa suo trasferimento, sarebbe durato alcuni mesi in meno, e quando io le ho chiesto di parlare ha sempre temporeggiato, elevandosi quando le e’ servito e colpendomi alle spalle quando le e’ convenuto. Lei ne esce immacolata, dal suo punto di vista. Quello che non si aspetta, ovviamente, e’ la mia reazione. Non so se ho reso l’idea. Ma celarsi dietro la propria immacolata e virtuosa purezza a volte serve ad abbagliare gli sguardi per celare le sozzate commesse. Mi spiace per gli Uno che non si riconoscono in questo ritrattino, ovviamente nulla di personale con nessuno, ma con questo Uno qui….il discorso non e’ affatto chiuso, per me.
Marina PieriniSui Tre: Marina io sono un po’ perplessa da questa immagine come dire…. 🙂 bonaria …che hai dei Tre. Naturalmente non e’ questione di criminalizzare nessuno, ma solo eplorare gli enneatipi nelle loro caratteristiche haime’ peggiori, meno integrate, per poterne avere un’idea precisa, prima di esplorare le virtu’ e le possibilita’ di cambiamento e integrazione. Tu dici che: Lui recita la propria distanza da se e se la rappresenta con una bella maschera dorata, bella, brillante, efficiente – Non dimenticare Marina che questa “recita” e’ la sua scelta di vita, forse sembra una recita a noi, ma per lui e’ la realta’, la dimensione della vita che ha scelto. Il Tre non e’ consapevole della o delle maschere che indossa, perche’ l’inganno sta proprio in questo. La maschera aderisce cosi’ tanto al viso da non essere piu’ percepita come tale da chi la indossa. Questo significa che un Tre poco integrato ti ridera’ in faccia se alludi al dolore che prova quando si impegna a fare qualcosa….quale dolore? Io sono cio’ che faccio, e lo faccio al massimo. Tu scrivi ancora: E chi non è appagato e affascinato? Ma è la sua trappola. Molti TRE, alla fine, forse non sono TRE ma non riescono a liberarsene perchè gli altri gli piazzano una bella targa e li sfruttano. Ad alcuni fa comodo che quella persona sia un TRE.. Da lui posso succhiare nettare per rifarmi il miele che da solo non riesco a suggere….. – Al di la’ della natura Treesca o meno di coloro che si rimboccano le mani e lavorano, chi viene sfruttato lo e’ perche’ lo consente. Oppure e’ sfruttato consapevolmente ma non puo’ ribellarsi in quel momento e accetta la situazione. Oppure non sa di essere sfruttato ma quando prova la percezione sgradevole dello sfruttamento si sveglia e dice no, dice si o dice pur qualcosa! Insomma questo Tre che potrebbe non essere un Tre che viene spremuto e vittimizzato…. 🙂 a me non sembra un tre ma un Due che si lamenta perche’ e’ amato per quello che da’ e non per quello che e’ dentro. Un tre vero, non permette MAI agli altri di approfittare della sua brillantezza, della sua efficacia e delle sue capacita’, in genere sa tutelare benissimo i propri interessi facendoli fruttare al massimo, per la squadra se ne e’ a capo, ma sopratutto per se stesso. La competizione e’ al massimo, l’ambizione determinante, il risultato deve essere il top, per LUI! – Ancora dici: E allora il TRe si batte per una ulteriore prestazione da mettere sotto i riflettori…così sta ancora più riparato e disorientato mentre almeno più di qualcuno starà applaudendo…..chi può non applaudire di fronte a evidenti successi che rispecchiano le aspettative attese??? – Un Tre che rimane disorientato e appartato mentre gli altri applaudono il suo successo? Minimo minimo lui si sara’ assicurato di cambiare le lampadine dell’occhio di bue che dovra’ illuminarlo appieno, mentre lo splendore dei suoi denti curatissimi e cangianti faranno abbronzare di invidia tutti coloro che lo applaudiranno! (perche’ applaudirlo e’ d’obbligo e chi non lo fa,sotto sotto rode!). Oddio Mel abbiamo informazioni molto diverse sulla natura comportamentale dei Tre e dei Due a quanto pare…..non so che pensare…c’e’ qualche Tre volenteroso sintonizzato su questa rete per caso???
Antonio BarbatoSire, ti ricordi del THBFDP del tipo Uno? La migliore risposta è ribadire con chiarezza l’assoluta correttezza del proprio operato e pretendere il rispetto dovuto per il proprio lavoro, ergo niente sensi di colpa o Gambadilegno.
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