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Questo argomento contiene 18 risposte, ha 1 partecipante, ed è stato aggiornato da  Antonio Barbato 13 anni, 2 mesi fa.

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  • #656 Risposta

    Eleonora

    ciao a tutti. molto spesso usiamo il termine “esprimersi”, “esprimere se stessi” , e devo dire che tante volte ho domandato a me stessa che cosa sarei/farei/avrei se davvero potessi esprimere completamente me stessa. sicuramente la sensazione che subito accompagna questo pensiero è quella di un’ esplosione vitale, di intensità e di pienezza. l’immagine, invece, è quella di una forza potente che fuoriesce da una sorta di bozzolo, e che con la sensazione di ESSERE totalmente irrompe nella vita. In questa immagine è giorno, mai notte. Questo è tutto quello che sento e vedo con l’immaginazione, poi si ferma tutto lì, per ripetersi allo stesso modo innumerevoli altre volte. Ma che cosa sarei/farei/avrei, se riuscissi davvero ad esprimere tutta me stessa, non lo so. Certo, sarei sicuramente gioiosa (infatti l’immagine ricorrente è di forza ma anche di gioia), vitale, intensa, ma quali sarebbero le mie modalità di stare al mondo? Nella vita reale, come esprimerei la mia gioia, la mia intensità e la mia energia vitale? Buio totale. Sicuramente, non sentirei minimamente la paura. Sì, ma come si tradurrebbe questo coraggio nella mia esistenza? Mi piacerebbe sapere per voi cos’è “esprimersi” e se riuscite anche a sapere in modo meno vago di me, in che modo sapreste esprimere voi stesse/i. Per me esprimersi completamente è vivere davvero. In “Tropico del Capricorno”, Henry Miller scrive: “Tutti e tutto è parte di vita, ma quando si son tutti sommati assieme, ancora chissà perchè non è vita.” e… “Quando è vita -mi chiedo- e perchè non ora? una abbraccio a tutti voi. eleonora

    #5997 Risposta

    Marina Pierini

    Cara Ele..io questa immaginazione esplosiva la vivo quando qualcuno mi dice qualcosa che io reputo assurdo, e per qualche motivo non mi si offre la possibilità di esprimermi differentemente o liberamente. Mi capita quando ad esempio, un capo ti dice di fare una certa cosa in un certo modo, e tu ti rendi conto che il suo non aver mai svolto in realtà quel ruolo gli impedisce di capire di cosa accidenti parla. Molto spesso quando un capo è convinto che il suo sistema sia meglio del tuo, senza tenere conto di tutte le problematiche che in genere si frappongono fra metodo ed obiettivo, non ti consente di dire bah o boh ma si aspetta che tu deliri di gioia per una nuova assurda soluzione ai problemi che prima non avevi ma che da quel momento avrai. In genere la reazione più oportuna risulta quella meno consentita. Ecco che nella mia immaginazione oltre a sottoporlo a svariate torture mi trovo a desiderare e visualizzare di esplodergli in faccia lasciandolo a bocca aperta come uno stoccafisso inebetito. Poi tutto torna normale e appena la mia emozione frustrata si è placata obbedisco aspettando il momento giusto per fargli notare quanto sarebbe apprezzabile se andasse a risolvere i suoi problemi altrove, piuttosto che risolvere i miei complicandomi la vita…Esprimere veramente sè stessi significa rischiare di fare il vuoto attorno a noi. Credo che nessuno di noi abbia veramente la piena libertà di poterlo fare, se vuole vivere una vita sociale. Perchè si cozza coi confini altrui e una mediazione è indispensabile se si vuole “convivere”. Secondo me è una triste e poco romantica realtà….:-)

    #5998 Risposta

    un atomo

    Ho provato a rispondere a questo post ma mi sono trovata di fronte a una difficoltà, ogni volta che provavo a dire cosa era per me esprimersi finivo con il parlare di una qualità introvertita, interiore mentre l’espressione dovrebbe essere espansione , investimento della realtà esterna. Per me esprimersi è immaginare, sognare, nutrire giardini personali, ma appunto che espressione è una cosa che rimane tra te e te, nelle pieghe di un segreto? Questa difficoltà mi ha dato da pensare, non pensieri nuovi ma un pò tristi. Credo che per me esprimersi e relazionarsi pienamente sia difficile e comunque non è una cosa a cui penso, se non in funzione di qualcosa di interiore e mentale. Forse mi esprimo quando faccio fluire le emozioni, cosa che accade spesso, ma non ricavo pienezza solo parzialità del contingente. D’altra parte l’emozione è contingente, è effimera e non spiega niente di vero. Spesso mi è sembrato di conservare le mie energie vitali per un giorno a venire, con la speranza che avrebbero trovato un canale in una terra fertile. A volte questo rimandare non si è potuto mai più realizzare. Eppure nei miei modi io mi vivo come esplosiva, ma è come se si producessero schegge e il potenziale rimanesse a riposo. Non mi piace per niente quello che ho scritto, anche se credo sia vero. Quando tu domandi Eleonora quando è vita e perchè non ora, io credo che noi pensiamo possa essere vita quando tutto è perfetto e si sboccia come un fiore, il fatto è che il fiore quando sboccia non si domanda se la realtà è perfetta o no, lo fa e basta e con il suo fiorire rende appunto perfetto il mondo. E’ tutto semplice , naturale, tranne la nostra (la mia) mente contorta.

    #5999 Risposta

    un atomo

    Ho realizzato all’improvviso la risposta vera per me. Per me esprimeri è creare. Non necessariamente un’opera d’arte, ma creare qualsiasi cosa, anche un sorriso, o una nuova pianta o un nuovo rapporto. Aver sentito la risposta dentro moi fa sentire meglio. 🙂

    #6000 Risposta

    Antonio Barbato

    Hai fatto caso, Ele, che hai descritto il tuo esprimerti come un venire alla luce (letteralmente, nel tuo discorso), come un vivere finalmente compiutamente?? Hai notato anche che continui a chiederti come potresti fare per essere perfetta nella tua espressione, o per meglio dire, adeguata?? Per me esprimersi significa essere dentro le cose che dico, nel bene o nel male, niente di più, e così mi sento vero quando riesco, per esempio a piangere, ed anche se dico una cattiveria di cui, magari, dopo mi pento. L’unica espressione che non mi riesco a perdonare è quella utilitaristica, quella che compiace o mette fine ad uno scontro, anche se, purtroppo, spesso debbo farlo perchè rappresento interessi anche di altri.

    #6001 Risposta

    un atomo

    Ele dopo aver lanciato un post sull’esprimersi hai chiuso i canali dell’espressione verbale? Ti stai espandendo nell’etere come forza creativa e non riesci più a rientrare nel corpo fisico o sei solo in vacanza???:-) 🙂

    #6002 Risposta

    Eleonora

    :::::)…Purtroppo, cara Tecla, nè l’una nè l’altra. non ho mai trascorso un’estate + impegnativa di questa. sono gli animali che mi tengono occupatissima; tantissimi abbandoni e tantissimo da fare, poi le ultime tre sere fino a notte inoltrata con i tavoli lav a raccogliere firme in favore degli animali, a nanna alle tre di notte, sveglia alle otto di mattina e subito al lavoro a scuola (anche se è chiusa ma io ci devo andare per altri incarichi), appena un po’ di riposo il pomeriggio (ma non riesco a dormire perchè sono in uno stato anfetaminico) e poi si riparte per altro lavoro ed altri soccorsi. ecco spiegato sinteticamente il motivo della mia pausa verbale. Stasera, per fortuna, sono a casa e sono venuta qui immediatamente. Grazie a te, Marina e Antonio per aver risposto. In ciò che scrivi, Tecla, mi colpiscono molte cose, sensazioni che anch’io ho vissuto e capisco che esprimermi per me vuol dire proprio riuscire a vivere nella realtà quella immaginazione, quei sogni, quei giardini personali di cui parli, o ancora + precisamente, ESSERE quella immaginazione, quel sogno, quel giardino. Vorrei essere quel fiore che mentre sboccia è consapevole dell’immensa gioia che è insita nell’azione stessa dello sbocciare. Per questo motivo, Marina, penso che ci si possa esprimere completamente anche senza far del male agli altri. Se mentre sto sbocciando provo solo gioia, come posso mai trovarmi in uno stato negativo e ferire gli altri? credo che se avessi la possibilità di esprimere ciò che Tecla definisce qualità introvertite, starei così bene che non potrei non desiderare che anche gli altri stessere bene quanto me. Eh, sì…sennò mi guastano la festa! 🙂 Debbo davvero ringraziarvi. e sapete perchè? perchè questi discorsi, ormai, non riuscivo + a farli da molto tempo nemmeno con me stessa. in fondo, sto un po’ sbocciando davvero, o come dici tu, Antonio, desidero venire alla luce senza + vergognarmi dei miei voli pindarici. In passato, vivevo la maggior parte del mio tempo nell’iperuranio, poi ho dovuto imparare necessariamente la lezione del realismo, solo che ho creduto che ciò dovesse per forza comportare la negazione totale della fantasia contro la quale iniziai la mia personale battaglia. adesso è ora di trovare un equilibrio. Ma rivendicare il mio diritto alla fantasia e all’immaginazione è solo una parte di ciò che intendo per capacità di esprimersi. C’è un’altra battaglia che sto combattendo ed è quella del CORAGGIO. sono una fifona e questo non mi piace per niente. ci sono delle cose che, per dirlo con le parole della bibbia “gridano giustizia” ed io sono stufa di avere paura. vorrei avere + coraggio per fregarmene totalmente delle conseguenze. so di vivere in una società ipocrita e priva di compassione. ma davvero, per essere realistica, non devo vomitare il mio disgusto addosso a chi ha anche il potere di mettermi a tacere? scusate lo sfogo. purtroppo, ho deciso di esprimermi…:) un abbraccio a tutti voi. eleonora

    #6003 Risposta

    Marina Pierini

    Vedi Eleonora, sei arrivata da sola ad anticipare il senso del mio intervento, nelle tue ultime battute. Tu parli di coraggio. Dici che ci vuole coraggio nel dire le cose e nell’esprimere quello che per i 4 è la propria rivendicazione circa qualcosa che ci appare ingiusto. Poi mi chiedi che male puoi fare se sei un fiore che sboccia. La differenza l’hai espressa tu senza volere. Il punto è che se per sbocciare non interferisci con la vita di nessuno, non c’e’ alcun male e nessuno può fermarti. Ma se sei una persona che vivendo incrocia moti altrui e tace di fronte a ciò che sente sbagliato allora è impossibile potersi esprimere liberamente senza dover fare i conti con le loro reazioni. Tu dici che ci vuole coraggio per farlo. Io dico che ci vuole coraggio, ma non solo per rivendicare, anche per saper tacere e capire che nel compromesso vi è una piccola rinuncia necessaria, da parte di tutti, se vogliamo una pacifica convivenza ed equidistanza per tutti. Che dici Eleonora draghessa?

    #6004 Risposta

    Eleonora

    Hai ragione, Marina. Me ne sono resa conto proprio nel mentre lo stavo scrivendo e, infatti, avrei voluto riallacciarmi al tuo post ma poi l’ira mi ha preso la mano e me ne sono dimenticata. Beh…si potrebbe fare anche un altro tipo di compromesso che consiste nel tacere quando è il caso (sono completamente d’accordo con te che a volte ci vuole molto coraggio anche nel tacere), e di parlare quando sento che è solo la paura delle conseguenze o la soggezione a farmi optare per il compromesso. L’arte della diplomazia la conosco molto bene, se dovessi definirmi con un aggettivo userei proprio l’aggettivo “diplomatica”; diciamo che oggi, di fronte a certe cose, sento l’urgenza di mandare un po’ a quel paese il mio savoir faire, o almeno, mi piacerebbe che fosse così. ci sono fatti di fronte ai quali non si può zittire. a presto. eleonora

    #6005 Risposta

    Fabio Costantini

    Ciao a tutti, io concepisco il mio ‘esprimermi completamente’ nel momento in cui non sono io a seguire le mie emozioni ma sono loro a seguire me. So che appare stonato, colpì molto anche me quando approfondii questo concetto di Assagioli. La scoperta di me stesso al di là delle mie ‘componenti’ (pensieri, emozioni, sensazioni, etc) mi diede una serenità nella quale mi ritrovavo per quello che veramente sentivo di essere, il tutto in continuo divenire. Quando esprimo una emozione rabbiosa ed esplodo in realtà non avverto quella sensazione di espressione totale, ma bensì parziale.
    Leggendo gli appunti di Eleonora scopro il suo essere attiva con la Lav, io sono socio da poco, vegetariano da 20 anni per amore degli animali. Ecco mi è capitato con gli animali di sentire che mi esprimevo profondamente….

    #6006 Risposta

    Marina Pierini

    E’ molto buffo che tu dica questo e che per me tutto funzioni alla rovescia. Buffo ma nemmeno poi tanto, visto che tu sei un mentale ed io un’emozionale. Io sento di eprimermi meglio quando mi allontano dalle mie emozioni e mi concentro sul pensiero “asettico” diciamo così. Questo mi permette di valutare meglio il mondo attorno a me e al tempo stesso mi “punta” verso un obiettivo che non viene spappolato all’infinito, da emozioni che deformano il mio senso delle cose. Sono come un ventaglio che si richiude su sè stesso e diviene una freccia che sa dov’è il bersaglio, dov’è la direzione, dov’è l’obiettivo.

    #6007 Risposta

    Elisabetta

    Che piacere leggerti Eleonora, era tanto che mancavi dal forum e questo tuo ritorno mi ha riempito di gioia.In effetti anch’io mi sono un po esiliata e questo post mi sembra proprio adatto per esprimere anche le mie difficoltà di “espressione”. In primo luogo devo dire che io non sento un grande bisogno di esprimere me stessa con gli altri, questo accade perchè sono stata abituata fin da bambina a non condividere il dolore, esperienza che mi lascia ancora attonita. Forse perchè il primo dolore grande che ho avuto, la perdita di mia madre, non l’ho condiviso con nessuno ed ho imparato da allora a trattenere dentro di me ogni manifestazione, so che non è un’atteggiamento sano ma più sento dolore e più desidero isolarmi dagli altri e non sentire più nessuno, poi quando sento di essere più serena allora le porte del cuore si aprono ed allora tutto diventa un pò più semplice. Quello che mi accade e che reputo strano e che spesso non tollero le espressioni degli altri quando sono eccessive, sento come un nervosismo interno che mi fa verir vogli a di fuggire, parlo proprio di un’intolleranza per chi “sa” esprimere la gioia con un grido o ridere di getto senza controllo, forse è una rabbia che viene da un’invidia che nasce proprio dalla consapevolezza che io non ne sono capace, che non riuscirò mai a gridare di gioia nemmeno se accadesse l’impossibile.

    #6008 Risposta

    Utente Ospite

    E’ proprio il caso di dire che in questo momento della mia vita non riesco prorpio ad “esprimermi”. Leggendo il post di Eleonora stavo proprio pensando che non ho nulla su cui potermi esprimere…un pò per una strana stanchezza che mi accompagna da un pò di tempo, per un insieme di cose che mi girano intorno e non riesco a focalizzarne nessuna, per una sensazione di caos che mi pervade, o peggio per una sensazione di aridità che avverto dentro di me…forse per un eccesso di difesa, per non tornare a soffrire o è soltanto una specie di “sospensione”…

    #6009 Risposta

    Antonio Barbato

    Nel corso delle osservazioni per comprendere il senso della Ferita Originaria mi ha sempre molto colpito come, per molti enneatipi, la naturale ed irrefrenabile spinta ad esprimersi sia l’elemento centrale che condiziona l’intero sviluppo del carattere, Penso, ad esempio, ai tipi Sette ed alla loro difficoltà di esprimere l’ansia e le sensazioni dolorose per non correre il rischio di distruggere il genitore, o ai Quattro la cui espressione è spesso in negativo per il sofferto dolore di dover contrastare le affermazioni di rifiuto dell’ambiente. Personalmente, ho sentito dentro di me negli ultimi anni una specie di volontà contraria al flusso naturale dell’espressione, una resistenza a volermi dedicare ancora all’altro che, con una metafora, posso definire come l’eclissi della Tenacia che mi aveva a lungo sostenuto. Non mi sento svuotato o arido e nemmeno stanco, solo più disincantato verso le mie motivazioni e, in definitiva, più vero. Qualcosa di analogo, forse, si sta verificando anche qui sul forum, dove mi sembra di percepire una somma di tensioni che danno come risultante un valore zero. Forse dopo tanto esprimersi tutti sentono il bisogno di recuperare altre dimensioni e restare più in contatto con il proprio senso di sè più profondo.

    #6010 Risposta

    Marina Pierini

    Personalmente, sento la stanchezza di un argomento che in tre anni di discussioni fittissime sul forum in qualche modo manca di nuova linfa. Non che non mi stia aprendo a nuove considerazioni o consapevolezze, anzi devo dire che il corso di counselling ha aperto ancora nuovi orizzonti e spazi di riflessione, solo che mi piacerebbe potermi confrontare più profondamente in termini di enneagramma e meno in termini personali. Forse perchè sul piano personale sono accadute veramente molte cose e ancora ne stanno accadendo, per fortuna molto belle, per cui sento la necessità di mettere al riparo i miei sentimenti già estremamente scandagliati e studiati in privato. Non mi sento lontana dal forum ma la mancanza di nuove curiosità, devo ammettere, in questo momento mi arena. Normalmente avrei proposto io stessa argomenti ma sono in una fase…se non di aridità…quantomeno di avarizia 🙂 ma spero nell’entusiasmo fresco di qualcuno che abbia voglia di affrontare questa materia con rinnovata curiosità e rinnovato entusiasmo…anche se a singhiozzi noi ci siamo sempre…un salutone a tutti.

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