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Questo argomento contiene 18 risposte, ha 1 partecipante, ed è stato aggiornato da  Antonio Barbato 13 anni, 2 mesi fa.

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  • #6011 Risposta

    un atomo

    Le spiegazioni che adduci sono valide e in aggiunta c’è anche qualcosa un pò più terra terra ma sano secondo me. La mia esperienza è questa: nel corso di una giornata le spinte, le sollecitazioni, gli stress sono tanti, cerco di rimanere salda nei principi e flessibile nelle relazioni, a volte è faticoso, ma è la vita è così, va bene. Ha il suo senso, a un certo punto però realizzi che le energie vanno bene incanalate e soprattutto quando nascono incomprensioni su un forum è legittimo iniziare a domandarsi che cosa questo ha a che vedere con te, cominci a renderti conto dell’assurdità di gettare passione,, entusiasmo e accanimento in qualcosa che è virtuale, con persone virtuali. Dove lo spazio di mediazione è oggettivamente pochissimo perchè ci sono solo parole scritte e allora tutto sommato capisci di stare rispondendo a un bisogno giusto in modo sbagliato. E’ bello esprimersi, appassionarsi, entrare anche in polemica a volte, ma se questo tende a crearti delle incomprensioni, o comunque dei problemi a un certo punto una parte sana decide che deve distaccarsi perchè non ha senso e si può rischiare persino una fuga dalla realtà. Con un temperamento emozionale può essere quasi un surplus di droga, si rischia un overdose di sentimenti e un’esposizione eccessiva e soprattutto infruttuosa. Certe volte mi rendo conto che in modo infantile sono convinta che dovunque c’è passione ed energia valga sempre la pena, invece questa è una grande sciocchezza, un’illusione assurda , a volte bisogna invece fare un saldo costi benefici e per quanto questo faccia orrore alla mia anima idealistica bisogna pur scendere con i piedi per terra prima che la famosa tenacia ti annienti completamente. Per un lungo periodo il forum è stato un’oasi e credo di aver ricevuto molto, ora però mi rendo anche conto di aver dato molto altrettanto e che le cose sono fatte per essere vissute in uno spazio di tempo giusto e bisogna lasciarle andare tutte prima o poi.

    #6012 Risposta

    Marina Pierini

    L’idea dei costi e dei benefici è sicuramente sana, quando non diventa l’unico modo di valutare le nostre scelte. Agire con passione, è sicuramente qualcosa che non solo ha caratterizzato alcuni di noi negli interventi sul forum, ma molte persone che frequento e conosco. Il punto è, per quanto mi riguarda, che sto imparando a non confondere la passione con la passionalità. La passione per questa materia che io traduco in amore e la gratitudine che provo per i passi che mi ha permesso di fare negli ultimi anni, mi ha spinta ad approfondire e diversificare il mio percorso, sfruttando al massimo la ricchezza di un ciclo di studio che Antonio ci ha messo a disposizione e che finora mi sembra in assoluto il più ricco ed approfondito tra quelli in cui mi sono imbattuta fino ad oggi, ma non poteva bastare fermarsi a questo. Quando riesco traduco articoli per l’assise, condivido l’enneagramma con chi si mostra interessato ed è sicuramente un metodo che rende facile la comunicazione con Antonio e con chi lo ha studiato. La passionalità che sento molto come modalità espressiva, tuttavia, è un problema, per me, è un limite alla mia libertà di espressione ed è un muro rispetto alle possibilità evolutive che ho intravisto nel mio percorso. Spesso si parla di distacco, ho sempre dubitato che il distacco dal mondo e dalle cose del mondo sia davvero una strada “salvifica” ma ho scoperto che vi è un altro modo di interpretare il distacco, che non ha nulla a che fare con un concetto assoluto così come appare in certi discorsi e discipline o come io avevo inteso. Direi che si tratta di una sorta di allenamento, di un porsi con molta disciplina nei confronti di tutto quanto noi rimandiamo “fuori di noi” per riportarlo “dentro”, imparando a comprendere che ogni cosa noi pensiamo, diciamo, facciamo con gli altri o verso gli altri in realtà è qualcosa che di noi non vogliamo contattare. Intendo dire che ho fatto un’esperienza diretta di quanto diminuisca l’importanza che noi diamo agli altri, alle aspettative che abbiamo anche inconsciamente verso il mondo, quando riportiamo a noi stessi i nostri giudizi e sentimenti. Da questa distanza nasce però un sincero interesse per l’altro che non è più il nostro pupazzo di paglia. nasce la curiosità sana. La relazione. Da dove vengono i miei sentimenti? Cosa devo farmene? Cosa mi dicono di me stessa? Dove volevo mandarli? Cosa non voglio vedere? Mi sono fatta nuove domande ogni volta che esprimo giudizi sugli altri, sui sentimenti che mi fanno provare sui pensieri che mi fanno pensare. Mi sono accorta che ogni volta si arriva ad un blocco, un nodo, una linearità comportamentale che mi priva della vera creatività espressiva che deve essere invece ricca, varia, appropriata alle circostanze del presente, mai simile a sè stessa e sopratutto veramente mia. Finchè consento alla mia passionalità di spingermi ad usare gli altri come proiezione di me stessa, io non entro mai veramente in relazione con nessuno. E’ stata un’esperienza difficile da spiegare così in due parole e sono solo all’inizio, ma per fortuna mi sono imbattuta in un metodo in cui credo, che mi sembra valido e che comincia pian piano a dare i suoi frutti. Nessuno deve essere oggetto di nostre aspettative e anche questo forum è stato una buona palestra per capirlo. Rimane comunque in essere la convinzione che se l’enneagramma è qualcosa che, se si riesce anche a vivere, è una buona occasione che noi concediamo a noi stessi per crescere e cambiare. Ma va applicato costantemente nel nostro agire perchè il pensare ed il provare non possono rendere completo un percorso. Dunque gli argomenti e la voglia di comunicare non verranno mai meno, ma certamente l’importanza che l’altro ha per me, oggi, ha una dimensione differente rispetto al passato.

    #6013 Risposta

    Chiara

    Carissima Marina, grazie del tuo bellissimo post. Leggendolo e riferendolo a me stessa ho trovato degli spunti di luce e di chiarezza!
    Un bacio

    #6014 Risposta

    Antonio Barbato

    Aggiungo che distacco non significa disinteresse ma capacità di creare uno spazio per permettere e per permettersi di esprimersi. Fino a quando non esiste un minimo di distacco non c’è possibilità di vedere, di diferenziare, e, quindi, di crescere. Coma virtù il Distacco è una forza che cura le preoccupazioni, l’eccessivo attaccamento, il preferire e differenziare. Il Distacco significa abbandono e questo fa paura alle nostre piccole difese. Preferiamo, allora, dirci che non abbiamo bisogno di niente e che, in fondo, sono gli altri ad aver fatto qualcosa, per poterci permettere di accettare che è tanto difficile impegnarsi quanto sottrarsi. Questa è, seppur paradossale, un’altra maniera di esprimerci che non riusciamo a comprendere. Il silenzio per noi essere umani non è mai vuoto; se lo osserviamo ci accorgiamo che stiamo dicendo qualcosa, che esprimiamo in un altro modo la nostra rabbia, il nostro dolore, la volontà di far cadere nell’oblio quello che faticosamente avevamo intravvisto, oppure che ci vogliamo sottrarre o non dare importanza a qualcosa che sentiamo di aver perso. Riprendo un tema iniziale di Eleonora per affermare che, all’opposto di quello che lei diceva, è estremamente importante sentire la paura senza esserne succubi, stare nella notte con lo stesso piacere che si prova nella piena luce del mezzogiorno, l’importante è ricordare sempre che nulla resterà immutato, tutto si trasformerà. Una spiegazione per me fondamentale del simbolo dell’enneagramma, ricorda che il triangolo interno attiene alle cose che non sono del mondo visibile, mentre l’esagono interno racconta le trasformazioni che il passaggio dell’energia provoca nelle manifestazioni osservabili. Una formula che imparai dai confratelli che frequentavo tanto tempo fa e di cui riporto la prima parte, raccontava così la trasformazione dei processi alchemici, facendo analogie con i processi dell’espressione dell’anima nel mondo. La rabbia è un fuoco che arde e ti fa sentire caldo mentre brucia ma non durerà per sempre. Quando tutto sarà bruciato, ti resterà solo la cenere ed avrai freddo e proverai tristezza per il caldo che avevi provato. Poi quella cenere pressata dalla tua speranza ti sembrerà bellissima e diventerà per te un diamante che ti ha reso speciale, e vorrai spenderlo al mercato del mondo per affermare la tua nobiltà.

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