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Questo argomento contiene 3 risposte, ha 1 partecipante, ed è stato aggiornato da Chicco di grano 13 anni, 2 mesi fa.
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un atomoL’ennea ti aiuta a capire il tuo ego, quel mostro che ti rende infelice, che ti intrappola e ti fa impazzire di dolore. Come si fa a conoscere, a incontrare veramente la propria esenza? Con la meditazione vipassana a volte mi sento connessa a qualcosa, ma il mio soffio vitale rimane un mistero, un’enorme risorsa inutilizzata, la chiave per la libertà interiore che si è persa. In che modo l’enneagramma può aiutare a vedere questa luce, come mi può dire veramente chi sono sotto la sruttura difensiva dell’ego? Credo che non me lo possa dire nessuno, ma dispero anche di riuscire ad aprire la gabbia e di vedere veramente. Il mio io mi impone di lottare furiosamente per abbattere le sbarre ,e non riesco a lasciare andare, ad accettare senza sentire dolore, il mio io non può. E il mio sè? Si può essere talmente sconnessi da smarrire anche il più pallido riflesso di ciò che si è e si può veramente? Per me la cosa più insopportabile , che mi porta davvero sull’orlo del manicomio è sentirmi disperata. Anche nelle situazioni più buio ho sempre conservato come un impulso alla speranza, ma non una speranza che le cose cambiassero oggettivamente ma una speranza, una fede, una fiducia nel fatto che la mia anima fosse in grado di percorrere il suo viaggio e di imparare. Ora non sento più che sia così. Vittimismo??Autocommiserazione? Pippe mentali? Non sapersi acontentare? Ottusità? No riuscire a vedere? Forse, forse, ma a che serve dirsi queste cose, se si sta male?
CarlaPer come la vedo io, per noi esseri umani esiste un piano di vita quotidiana, di piccole azioni, relazioni, etc. etc. che ci troviamo ad affrontare di giorno in giorno ed un piano “alto” dell’esistenza, il più difficile, che è quello del dare significato al mondo che ci circonda e trovare un propio posto in questo mondo o, se preferisci, dare un significato alla propria esistenza. Lì, probabilmente, agisce o è più visibile l’essenza, che sta dietro alle difese delle personalità. Forse sto dicendo cose banali, ma provo lo stesso a sviluppare questo discorso per vedere cosa ne esce.
Dunque, come si fa a dare un significato alla propria esistenza? Sempre secondo me, possiamo seguire la direzione dei nostri interessi che ci portano verso il mondo, per scoprire il mondo e noi stessi nel mondo. In altre parole, non dobbiamo avere paura di metterci in gioco, di percorrere la direzione che ci viene suggerita “dall’interno” ed andare verso la vita, che vuol dire anche assumersi responsabilità ed impegni importanti, magari avere sempre meno tempo per noi stessi, ma anche rendersi conto con soddisfazione dei risultati del proprio impegno. Naturalmente, ognuno ha il compito di trovare la sua strada di autorealizzazione. Per quanto riguarda me, ad esempio, ho già detto altre volte qui nel forum che il mio percorso di vita mi ha portato ad un certo punto, a volare in Vietnam verso l’adozione di mio figlio, impegno totalizzante e pieno di sfide, ma che mi ha immediatamente “catapultato” nel mondo, facendomi incontrare persone, svolgere attività, stringere amicizie, che non avrei avuto prima, quando ero chiusa nel “piccolo mondo” del mio Ego. Dopo aver provato tanto “straniamento” e “disorientamento o sbandamento” nella mia vita, finalmente ho trovato un percorso per me, qualcosa che aveva un significato. Posso dire anche che ora mi sento finalmente parte del mondo, della vita, sensazione che per molto tempo non ho avuto, obbedendo agli impulsi della mia “passione” che, da buon Quattro sociale” mi portava sempre, per l’appunto, a ritrarmi, a non mettermi in gioco. Questo non significa che la mia “passione” sia superata. E’ parte di me e, nella mia vita quotidiana, la riconosco, quando viene fuori e cerco di vincerla o, perlomeno di controllarla e talvolta non ci riesco. Però è il collegamento a questo “piano alto” dell’esistenza che mi motiva e mi dà linfa vitale. Partendo per il Vietnam mio marito ed io abbiamo fatto un grande “salto nel vuoto”, che è proprio il contrario di quello che avevamo sempre fatto in precedenza ed abbiamo avuto la bella sorpresa di vedere che…ci è andata bene e continua così!
un atomoDopo aver scritto il post mi è capitata una cosa che non posso giudicare una casualità. Ho attraversato giorni di intensa disperazione, al punto da desiderare veramente con tutte le mie forze di uccidermi. Non sto a raccontarvi i perchè, sarebbe assolutamente inutile, solo posso dire che mi ha devastato la convinzione profonda che per me non ci fosse alcuna forma di amore, varie circostanze molto forti e molto dolorose per me sembravano avvalorare ciò. Stamattina mi sono ricordata cosa ci ha fatto dire Marta nell’esperienza delle danze :” io sono” e cliccando su internet ho trovato il testo del conte di Saint- Germain. Il mio intelletto è portato a dubitare delle verità che mi vengono proposte e a relativizzarle , forse perchè ho fame di assoluto e nulla mi sembra sufficiente. Non in questo caso, le parole del testo hanno risposto pienamente alla mia domanda. Non ho voluto sapere nulla dell’autore,ho intuito che si tratta di un personaggio molto discusso e forse discutibile, ma non riveste per me alcuna importanza.Laddove molte discipline, filosofie e religioni che ho incontrato in questi anni hanno parlato alla mia mente facendomi scoprire cose molto importanti ma lasciandomi impotente nell’attuazione, incapace di un salto interiore stamani ho sentito qualcosa che è andato al di là. Non me lo spiego e non me lo voglio spiegare, non lo voglio mettere in dubbio e per la mia struttura di personalità è una cosa ben strana, che io ricordi mai accaduta. Non starò ad aspettare che questo cambi la mia vita so che l’ha già cambiata. E’ una certezza assurda e paradossale, che non si fonda su alcuna logica eppure è come se all’improvviso una risposta tanto semplice mi avesse dato tutta la luce che credevo di aver perso. E’ come se all’improvviso mi fossi vista veramente, e avessi visto la realtà che ho creato per me, tutta l’assurdità del mio dolore, così vero per me eppure così irreale, la mia incessante ed ossessiva lotta contro l’accettazione delle cose così come sono. Le mie aspettattive e le mie pretese. Non sono certo concetti nuovi per me ma è come se li avessi sempre percepiti con un io scisso. un io mentale che capiva ma non rispondeva. Un io frustrato da tentativi inutili, tanta fatica per afferrare qualcosa che mi è sempre sembrato negato e che invece ho sempre avuto, in ogni momento della mia vita. Mi rendo conto che sembrano farneticazioni di un folle ma mi va di scrivere ciò che sento. Ho sempre saputo che la mia risposta non poteva risiedere nel fare una cosa o un’altra nella vita perchè qualunque cosa mi avrebbe lasciato insoddisfatta e carente, la vita ha cercato in tutti i modi di farmi capire delle cose apparentemente privandomi sempre di più di ciò che desideravo. In realtà aiutandomi ad andare sempre più in profondità nel cercare Dio, solo che non lo dovevo cercare perchè era già dove doveva essere, ovviamente.
Chicco di granoGrazie di cuore di averci reso partecipi di aspetti così profondi di te, Atomo. E grazie a Dio che si è fatto scorgere da te al momento opportuno.
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