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Fiabe e personaggi preferiti

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Questo argomento contiene 4 risposte, ha 3 partecipanti, ed è stato aggiornato da  Antonio Barbato 11 anni, 4 mesi fa.

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  • #10520 Risposta

    Io credo che il personaggio preferito delle favole influisca molto sul nostro sentire e che il nostro tipo/sottotipo, a sua volta, ci porti a preferire per identificazione una specifica figura ideale. Sulla nostra pagina facebook si sta avendo un bel scambio di opinioni su molte eroine/eroi che piacevano tanto ai partecipanti, io aggiungo qui, perché c’è più spazio, la storia della mia eroina preferita che, ancora oggi, rappresenta per me il modello ideale di femminilità che mi piace. La favola in questione me la raccontava la mia mamma, spesso vicino ad un focolare sotto un soffitto di travi annerite a causa dell’insufficiente tiraggio del camino, mentre aspettavamo che si cuocessero le patate nella cenere o si sciogliesse il formaggio indurito, e non sono riuscita a trovarla finora in nessuna raccolta. A un certo punto ho, addirittura, pensato che se la fosse inventata la mia povera mamma, ma non riesco a credere che un Uno pratico e inquadrato come lei avesse una vena di creatività nascosta, che le permettesse poi di costruire intrecci di storie così affascinanti. Scusatemi il lungo prologo, ma lo ritengo necessario per farvi capire quanto fortemente si imprimessero in me le sue storie ed in particolare quella di Zuccarabella (Bella fatta di zucchero), e perché a distanza di quasi cinquanta anni io me la ricordi ancora, nonostante vari punti mancanti. La storia, per quanto me la ricordo, è la seguente: un giovane di una povera famiglia decide, spinto dalla fame, di andare per il mondo per cercare la sua fortuna. Dopo varie peripezie giunge in una città in cui incontra una bella principessa che si chiama, appunto, Zuccarabella, e dopo alcune avventure ne conquista il cuore. I due vorrebbero sposarsi ma il padre di lei si oppone ferocemente ed impone al ragazzo di superare tre prove pericolosissime. Il ragazzo supera felicemente le prime due ma, durante la terza, subisce uno sconvolgimento così forte che perde completamente la memoria del suo passato e di chi egli sia. Così. non sapendo cosa fare e dove andare, il ragazzo comincia a vagare per il mondo fino a quando non viene accolto dal padrone di una fattoria che lo ospita in cambio del suo lavoro. Nonostante non abbia notizie del suo amore per tanto tempo, Zuccarabella non tradisce la promessa di amore che ha fatto e non dimentica. Decide, così, di andarlo a cercare e fugge di nascosto per non farsi bloccare dal padre. Dopo un lungo vagare per i paesi del mondo, chiedendo inutilmente del suo amore, arriva finalmente in una locanda il cui padrone riconosce, nell’immagine che Zuccarabella gli mostra, il garzone di una fattoria che va da lui ogni Domenica a bere qualcosa.  La ragazza decide allora di aspettarlo e, quando arriva il giorno, lo aspetta con il cuore in gola. Appena lo vede da lontano lei lo riconosce subito e gli corre incontro, senza sapere che lui non la può più riconoscere e così, quando cerca di abbracciarlo, viene respinta. Il suo dolore è così grande che lei non riesce, sul momento, a profferire nemmeno una parola né a trattenerlo quando lui se ne va. Malgrado il cuore straziato, perché crede di non essere più amata, Zuccarabella non molla e, prima di andare via definitivamente, vuole rivederlo almeno ancora una volta. Quando accade e lui continua ad ignorarla, la poverina non ce la più e, mentre sta andando via, gli canta le seguenti parole (tradotte in Italiano): amore mio che per il mondo te ne sei andato/ della tua Zuccarabella ti sei dimenticato. Queste parole e il dolore della voce scuotono il ragazzo; qualcosa in lui si muove e d’improvviso con stupore e gioia, egli si ritrova in possesso di se stesso e vicino alla persona che ha sempre amato. Così i due si abbracciarono e vissero per sempre felici e contenti. Cosa mi piace così tanto di Zuccarabella (visto che, ovviamente, io mi immedesimavo tanto col ragazzo da stare male quando sentivo il racconto della sua memoria persa)??? Ci sono tante chiavi di lettura, ma dal punto di vista dell’EdT sembra facile capire che Zuccarabella è emozionalmente molto attiva, tenace nei suoi comportamenti e nel pudore dei suoi sentimenti, pronta a tutto pur di ottenere l’amore che cerca e questa, a prima vista, mi sembra una perfetta descrizione della Tenacia, il mio sottotipo, ma è  proprio così?? A pensarci bene, infatti, mi è stato fatto notare che in lei si possono trovare molti tratti di altri tipi e questo ogni tanto mi fa pensare all’incredibile ricchezza dell’EdT. Il suo slancio nel cercare il suo amore, ad esempio, è tipico proprio di un Quattro o è comune a più tipi. Che farebbe, ad esempio, un Due, un Otto o un Nove in una situazione simile alla sua?? Mi piacerebbe sentire qualche testimonianza su questo punto. Ciao a tutti.

    #10577 Risposta

    Federica García Lorca

    Molte cose si potrebbero dire. Io, che sono donna e un 4 abbastanza tipico, amavo una storia molto simile, dove era la bella che doveva risvegliare l’Amato. Ce ne sono molte versioni, e credo che tutte risalgano alla stessa radice, che é la stessa della storia che tu racconti. Una di queste si trova nelle Fiabe Italiane di Calvino e si chiama Re Porco. Non é un tema frequente, in effetti il punto cruciale é che il Lui perde la memoria e vive un’altra vita (per esempio si sposa) e lei deve ritrovarlo e risvegliarlo…tutta una allegoria…anche Carducci, nella poesia sulla nonna (non ricordo il titolo, peró é quella che dice “oh cipressetti, cipressetti miei…”) allude a questa storia come allavfiaba che gli raccontava la nonna. Afanasiev pure ne riporta un esempio.

    Un saluto

    #10676 Risposta

    Grazie del tuo intervento che mi aiuta perché non conoscevo la favola di cui tu parli, e che mi piace a partire dallo pseudonimo che hai usato, visto che il triste e malinconico Federico è nella mia personale top ten. Pensa che sono andato sia a casa sua a Granada che a New York, dove di lui resta solo una targa sulla casa che lo ospitò. Tornando alla favola, ho potuto notare che piace di più alle persone nelle quali è forte l’istinto di conservazione, forse proprio perché più di tutte questa variante istintuale è profondamente nutrita da un segreto credo nello “sforzo” che, porterà alla fine all’ottenimento dell’amore.

    #10685 Risposta

    Anonimo

    Ciao! Ho letto la fiaba che hai raccontato e mi ha impressionato piacevolmente soprattutto perché non l’avevo mai sentita nemmeno in qualche altra variante. Sai cosa mi ha colpito di più? Il fatto che ti risulti difficile pensare che abbia potuto inventarla la tua mamma che è un uno. Anche io credo di essere un uno (non ne sono certa, anzi, ma mi sembra…) e trovo che quella di utilizzare una favola per esprimere un concetto possa appartenere al tipo 1 proprio per la sua razionalità e la sua pragmaticità.
    È una ipotesi sostenibile?

    #10688 Risposta

    Si, Cecilia, è una ipotesi percorribile, perché la favola permette, quasi come se si operasse sotto copertura, ad un Uno di far emergere la sua Polarità Implosiva ( se non sai cosa è puoi leggere liberamente l’articolo nella rubrica “L’articolo del Mese”) e, quindi, di esprimere sentimenti e considerazioni che normalmente non si permette di tirar fuori. Io non credo che Zuccarabella sia farina del sacco di mia madre perché, in generale, lei non era una donna di grande fantasia, anche se le piacevano le storie “gotiche” di briganti e fantasmi.

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