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AnonimoFinalmente dopo tanti tentavi falliti sono riuscita a vedere ‘Colazione da Tiffany’. Ed è stato un po’ uno specchio per me…
Quello che ho trovato in questo film, in particolare nel personaggio di Holly, è stato qualcosa di molto vicino a me sotto molti aspetti.Quando leí all’inizio va a cercare Paul e si addormenta addosso a lui…forse protettivamente io ci vedo che lei (sempre di corsa, sempre quasi in ritardo per il suo appuntamento) trova in lui un luogo calmo e che le da serenità dove potersi fermare un attimo e sentirsi accolta. Le sue parole “odio gli spioni..” rivolte a lui che le chiede “perché piangi?” io non sono d’accordo con l’interpretazione di chiara, io vedo nella sua reazione esattamente il contrario di quello che lei dice. dice di odiare gli spioni invece le piace che Paul stia entrando nella sua vita con la calma e la dolcezza che lui pone nel rapportarsi a lei, che invece è sempre di corsa. ma l’ho già detto forse parlo di più di me che di Holly.
non credo che sia scappata dalla sua famiglia per non sentire. io credo che lei sia scappata perché quella vita non le bastava, aveva molta più voglia di vivere e vedere che di ‘fare famiglia’ in campagna.. perciò ha scelto la california e poi new york.
Lei sapeva che voleva andare via da li e che adesso non ha nessuna intenzione di tornare a quella vita. adesso veste il personaggio che ha scelto di essere per cambiare vita e vivere meglio.Lei è molto seduttiva, conosce bene le sue armi e sa come usarle. E lo si vede in diversi punti del film. Per me anche il fatto che perda spesso le chiavi o se ne dimentichi, è più un gesto per essere considerata (tipo un ‘mi dovete per forza vedere, non potete fare finta che io non ci sia’) che un avere la testa fra le nuvole.
Ma la cosa che mi ha colpito di più, fino a commuovermi (anche adesso mentre scrivo) è stato il suo rapporto con Fred (Paul).. questo l’ho sentito molto molto vicino a me. Forse perché è qualcosa che mi è capitato davvero non molto tempo fa. La sensazione di avere lo sguardo rivolto solo altrove (fatto soprattutto di persone, tante persone), un altrove che è lontano da te, che conosce solo la parte di te che vuoi mostrare quella ‘pubblica’ e non ti conosce davvero; mentre vicino a te c’è qualcuno che vuoi vicino quando sei giù e quando senti il vuoto.. e ci sono giochi, intimità, complicità, attimi infinitamente romantici a cui non dai peso, perché non li vedi, o almeno non li vedi come tali… quasi di queste cose non te ne preoccupi. lui è lì. senza definizioni senza un nome preciso, sai che è li, mentre tu sei completamente rivolta altrove. verso persone e cose che in realtà non ti danno calore, non riempiono il tuo vuoto, ma sono solo un modo per riempire il tempo. per esercitare la tua maschera sociale sorridente e seduttiva.
anch’io come Holly spesso non so cosa voglio. se qualcuno mi chiede cosa vuoi? o anche solo cosa vorresti adesso? … io non ho mai una risposta da dare, entro in crisi. e allo stesso modo di lei, spesso non so dove sono…
il mini dialogo: Paul: ‘ti senti male?’ Holly ‘no. anzi si.’
io l’ho vissuto tantissime volte. mi capita in continuazione.Il suo sogno di sposare un miliardario in realtà io non l’ho mai percepito come reale, sembrava più un gioco. un gioco tra Holly e il mondo esterno. tra lei e il suo Paul. un gioco che sta in piedi da sempre, quasi un’abitudine comoda a cui aggrapparsi. anche quando alla fine sta per sposare il ricco brasiliano, in realtà ripete così tante volte che è felice, che è davvero poco credibile; quasi come se volesse convincersi.
Ma quando lei sta giù o ha bisogno di aiuto, non sono i miliardari che va a cercare, ma Paul. E Paul è sempre li. E lei se ne accorta, e, doverosamente da quanto è successo nella mia esperienza, lui le rimandava continuamente di esserne innamorato e che voleva lei. fino a quando non l’ha quasi svegliata dal mondo costruito e riportata a contatto con le sue emozioni.. -
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