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I punti fermi

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Questo argomento contiene 56 risposte, ha 1 partecipante, ed è stato aggiornato da  Chiara 13 anni, 2 mesi fa.

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  • #5196 Risposta

    Utente Ospite/Lo sveglio

    L’apatico dormiente è sveglio (per modo di dire) e legge ma non è facile scrivere su questo argomento; perciò ho lanciato la pretella e poi mi sono tirato la manella. Denchiu per il koan del sesto patriarca cinese, ma…….la sesta tromba è gettata lì a caso? Tornando ai punti fissi …..il problema, caro Antonio, non cambia (it’always the same). La parola è fallace e soprattuto per un 4 che per definizione vuole farsi capire. Sai come risolviamo? Con un raccontino. Sai che immagine mi viene in mente da giorni a riguardo dei punti fermi? Angeli che hanno dimenticato di avere le ali. Si! gli uomini. Quando vengono su questa terra dimenticano di essere angeli, di avere le ali e di essere un tutt’uno con i cieli. Si schiantano al suolo e sentono per la prima volta tutto il loro peso. E questo non gli piace per niente. E cosa fanno? Terrorizzati, per non riprovare la sgradevolissima sensazione di quel contatto con la terra, si attaccano alla prima parete di roccia. Come degli alpinisti puntellano la parete con i chiodi per avere punti fermi su cui appoggiarsi per non cadere giù e ci rimangono ben avvinghiati. Ma non sanno che in molti punti la roccia cede e quei “punti che pensavano fossero fissi per sempre a volte vengono meno”; alcuni, volgendo lo sguardo in su, scorgono un cielo terso e avvertono un istinto inspiegabile e fortissimo che li spinge a scalare la parete.
    Salendo, i chiodi fermati in basso si abbandonano man mano per fissarne altri e per salire pian piano più su. E più si sale più i nuovi chiodi sono diversi da quelli piantanti in basso che non servono più. Avvicinandosi alla cima forse la pendenza diminuisce e così forse anche la necessità di puntellare continuamente, fino a quando, arrivati in cima, a mani libere e stiracchiandosi………….quegli uomini si rendono conto di aver sempre avuto le ali e tornano a volare.
    Ce ne sono alcuni che per arrivare in cima ci mettono più tempo perchè cascano, altri si tengono ben saldi e non si muovono di un passo, altri, mentre cascano, riescono ad aggrapparsi ad un chiodo che avevano fissato più in basso, altri cascano perchè vogliono salire in fretta, altri ancora riescono a trovare la via più semplice e breve, altri sbagliano e prendono vie pericolose. Questo è quello che penso dei punti fermi. Sono utili fin quando non ci rendiamo conto che abbiamo le ali. Notte

    #5197 Risposta

    Marina Pierini

    Ma allora..le ali diventano un nuovo punto fermo? Non più certezza e forza da cui attingere fuori, come la roccia e i chiodi, ma certezza e forza che fanno parte di te. Che ha sempre fatto parte di te. Ti ricordi lo sproloquio che ti feci sul fatto che dimentichiamo di avere una schiena? Che spesso non sappiamo affatto di averla? Domandina….a cosa ti servono le ali, dove ti portano quando scopri di averle?

    #5198 Risposta

    Bruno Ordonselli

    e se te le tarpano non voli più? la fantasia il sogno non contano più delle ali stesse?

    #5199 Risposta

    Marina Pierini

    Non credo che perdere il senso della realtà faccia bene. I sogni sono importanti, ma secondo me non devono prendere il sopravvento sul senso della realtà. Innanzitutto perchè senza di esso non sapremmo come tentare di realizzarli, secondo perchè il sogno diventerebbe un luogo di fuga, di non vita, e alla fine è come rimanere aggrappati a quella roccia, senza muoversi, pensando che basta immaginare di essere altrove per sentirsi felici. Dopodichè un uomo che si sveglia con la consapevolezza di avere le ali, non è uomo che possa vedersele tarpare mai più da nessuno. Almeno questo lo penso io 🙂

    #5200 Risposta

    Cristina

    Penso che la parola chiave sia proprio questa : consapevolezza. E’ proprio dalla fonte della consapevolezza che possiamo attingere la capacità di discernere quelli che sono i nostri punti fermi da quelli che crediamo tali perchè…in qualche modo si sono insinuati nella nostra vita.
    Riguardo alle ali sono convinta che rappresentano dei punti di orientamento del nostro agire.
    Ma mi chiedo : cosa intende ciascuno di noi per punto fermo? ovver quale la prospettiva di vita che ci fa riconoscere un “qualcosa/qualcuno” come punto fermo per la nostra vita…
    intendiamo il “punto fermo” come norma comportamentale o come ” bastone della vita”. Per quanto mi riguarda definisco “punto fermo” la coerenza con i valori assoluti di vita….per il resto …le ali mi portano via…… a presto

    cris

    #5201 Risposta

    un atomo

    Mi trovo molto molto concorde e in sintonia con l’intervento dello Sveglio e per rispondere a Bruno sulla fantasia e i sogni io so di avere una potente immaginazione e una grande fantasia ,ma no, i sogni non contano più delle ali perchè le ali sono la tua vera intrinseca forza, la tua libertà di cuore mentre la fantasia è una risorsa ma è anche una forma di illusione. Per me Marina dice bene è molto importante non perdere il senso della realtà, il contatto con la terra, il radicamento nella propria vita, riuscire a scalare la montagna e volare sì, ma rimanendo coesi con la realtà, per me è tendenzialmente faticoso, però anche indispensabile, proprio nel senso di sopravvivenza fisica e psichica. Anche perchè il rischio di potenziare tutto l’immaginativo che c’è nel 4 è grosso secondo me. Si possono alla fine confondere persino i veri propri sentimenti, non saper più bene riconoscere le proprie reali emozioni,la qualità autentica delle proprie relazioni, disorientarsi e fuggire in un altrove il cui unico scopo è sottrarsi alla vita comune. Il 4 tiene alla propria autenticità e proprio per questo deve tenere un pò a bada la tendenza ad andare altrove, a voler vedere altro, ad alimentare le illusioni ed interpretare continuamente la realtà attraverso il potente filtro dell’immaginazione. L’unica cosa è sfruttare questa caratteristica al momento giusto e per le cose giuste,scrivere poesie, inventare di getto delle favole o qualsiasi attività artistica uno abbia un pò di talento per realizzare. E sì immaginare anche nel senso di intuire ma senza esagerare nemmeno quì che a volte alle nostre intuizioni diamo il valore inconscio di certezze. E’ bello quando il sogno si sposa con l’impegno, con la capacità di accettare le sconfitte e di trovare nuovi flessibili modi per realizzarlo, compreso il fatto che ridimensionare un sogno non vuol dire perderlo ma renderlo più attuabile.
    Sui punti fermi ribadisco che credo all’impermanenza delle cose e per rispondere ad Antonio su chi percepisce la mutevolezza è un essere a sua volta mutevole ed impermanente. La mia invidia consiste nel fatto che una parte profonda di me non vorrebbe che fosse così, è quello che credo, che penso di aver imparato, che so di dover considerare, ma non è quello che la bimba dentro di me vorrebbe. Vorrei qualcosa di eterno e di assoluto, come tutti i bravi quattro, qualcosa che riempia fino all’inverosimile e che sia sempre un pò di più, che vada sempre un pò più in fondo nell’anima. le considerazioni che mi dovrebbero condurre alla serenità a volte mi danno una tremenda nostalgia e un grande senso di carenza.Nostalgia per un’essenza persa, forse con un peccato originale. Mi manca quel TUTTO, ma quel tutto non è reale è appunto un sogno indefinito che nutre l’insoddisfazione e impedisce di vivere la vita.

    #5202 Risposta

    Bruno Ordonselli

    io sui punti fermi penso che tutto cambia per rimanere tutto uguale. la questione è che dobbiamo accettarci per quello che siamo con pregi, (tanti)e….qualche piccolissimo difetto.Il problema sono le relazioni sociali il giudizio che danno gli altri su di noi.e come questo ci condiziona la vita

    #5203 Risposta

    un atomo

    il giudizio degli altri su di noi???????? ‘A Bru puoi non crederci ma ti giuro che non me ne frega niente, niente, niente… ognuno ha i propri problemi…figurati doversi occupare pure di quello che pensano gli altri se sono giudizi e non scambi. Sarà che la mia famiglia era talmente fuori degli schemi usuali e forse anche per il fatto che non mi hanno mai passato il senso di preoccupazione di quello che gli altri potevano pensare ma solo la rettitudine personale. In questo mi sento completamente libera da fardelli. Trovo ridicolo pensare che le persone passino tempo a parlare dei casi altrui, la stima di sè fa i conti solo con se stessi.

    #5205 Risposta

    Bruno Ordonselli

    beh sostenere che la società non ci condizioni mi sembra poco verosimile per non parlare poi delle persone che amiamo che spesso minano la nostra autostima e qualche volta i nostri punti fermi

    #5206 Risposta

    Utente Ospite

    Veramente non ho detto che la società non ci condizioni mi riferivo al giudizio degli altri, a me sembrano due cose diverse. Cioè una cosa è certa vi sono imput culturali e convenzioni che sicuramente e giustamente ci condizionano anche perchè essere inseriti in un contesto vuol dire tenere conto di ciò, altra cosa è il giudizio che gli altri danno. Mi sembra ovvio di non poter fare tutto quello che mi pare se questo reca danno o disagio ad altri,o se comunque è poco opportuno, ma se poi tizio o caio ritiene che il mio modo di fare, che la mia vita sia criticabile o meno posso mettermi in discussione se c’è affetto e se convengo ci sia una verità che io riconosco e in questo caso non mi sento limitata ma altrimenti ribadisco chi se ne frega… se le persone che amiamo minano la nostra autostima forse non ci amano abbastanza, non ti pare? in questo caso possiamo continuare ad amarle ma cerchiamo di non farci comunque minare o condizionare , rimaniamo noi stessi pur cercando di comprendere le loro ragioni, possiamo cambiare comportamento se è opportuno ma non ci sentiamo colpiti nella stima. Non so…a me sembra logico, non noti spesso che il nostro identico comportamento è ammirato da uno e biasimato da un altro come ci si può occupare di questo? l’importante è avere intenzioni rette con se stessi. Io non sento che il giudizio che hanno gli altri di me mi condiziona la vita, penso che la vita è la mia, gli errori sono i miei e pure le positività, viva il confronto ma non la dipendenza. Forse ho frainteso il senso del tuo dire o ne ho esagerato il contenuto, non so… Tu ti senti molto condizionato dal giudizio di chi ti è vicino? E se sì, scusa perchè? A me dà molto più disagio a volte il giudizio che ho io di me stessa, sono le cose che non piacciono a me di me che mi fanno stare male. Ciò che sento di fare che ne so per grettezza o per incapacità, cose di cui mi dispiaccio perchè vorrei essere capace di fare diversamente in quanto ne sento io l’esigenza per esprimermi sal meglio e stare bene con me. Se io sto bene con me sto bene con gli altri. SE penso che la colpa del mio malessere è negli altri inizio a domandarmi che cosa c’è nel mio modo di recepire la cosa che devo riconsiderare. Baci

    #5207 Risposta

    Antonio Barbato

    Caro il mio Sveglio/Addormentato, la risposta alla tua domanda è: prendilo e divoralo; amareggerà il tuo ventre, ma sarà dolce come miele alla tua bocca. Cara Vesperina Bip-Bip (nemmeno una parola su questo vezzeggiativo? Da una Ostinata come te mi aspettavo almeno una ricerca approfondita 😉 :), non dimenticare che i sottotipi del Quattro rispondono in modo diverso alla carenza percepita. In merito alla mutevolezza, è vero che l’essere che la percepisce è mutevole ed impermanente, ma la sua capacità di avere la consapevolezza di percepire è immutabile, non ti pare?? Cristina, prima di cercare di definire che cosa sono i punti fermi, dobbiamo chiederci per chi quei punti sono fermi. Noi siamo identificati totalmente con una parte della nostra totalità, l’ego, che per sua natura è soggetto alla mutevolezza ed alla scomposizione (credo che la migliore dimostrazione di ciò sia il sermone di Benares di Gautama Buddha), è, quindi, per quella parte non esiste e non può esistere davvero un punto fermo, se non parliamo delle uniche cose che sono veramente dei punti fermi, cioè che siamo nati, che esistiamo per un certo tempo e che moriremo. Tutto il resto è la nostra fatica di essere consapevoli di ciò e di cercare di far finta che qualcosa durerà veramente immutato ed immutevole. C’è una grande necessità di consolazione in questa considerazione, che possiamo trovare se ci convinciamo che qualcosa dentro di noi non è solo ego, che una parte essenziale di noi non è cosa nostra ma un dono, un regalo che contrasta perfino con le leggi dell’evoluzione. A tutti voi un inchino ed un sventolio del mio chapeau di Capitain.

    #5208 Risposta

    Bruno Ordonselli

    chi l’ha detto che stare bene con se stessi vuol dire stare bene con gli altri?e capitano ridai con sti doni, nella mia vita tutto è stato fatica e nessuno mi ha regalato niente!la mia spiritualità o meglio la mia ricerca non mi porta verso un DIO che mi pare quantomeno indifferente nei confronti di tutto il ….creato.Credo che la nostra mente vada sempre alla ricerca di consolazione, anche l’enneagramma è stato creato per consolarci,non è forse una creazione della mente umana?

    #5209 Risposta

    Elisabetta

    Quello che dici Bruno secondo me non corrisponde a verità ma ad una maniera distora e sbagliata di percepire gli altri e ciò che veramente si può ricevere se si è disposti ad aprirci all’altro, noi per primi. Anche io ero convinta di non aver mai ricevuto niente da nessuno ed invece ho scoperto che ero io a chiudere il mio cuore, a cercare ogni occasione possibile per screditare gli altri e poi quando invece cominci ad aver fiducia, ad essere in sintonia con un atteggiamento diverso fatto di compassione ed amore, capisci che solo così potrai spiccare il volo. Solo l’unione con l’altro può ridare pace al tuo cuore, e nei pochi momenti nei quali ci sentimo così vicino a tutto il resto del creato sentiamo, solo allora, un benessere intenso e profondo, che viene da dentro, dal profondo e ci infonde calore e la certezza di essere nella verità. I punti fermi io li percepisco come attaccamenti, sono quegli ostacoli, per me limitanti, che usiamo proprio perchè siamo umani e limitati o come dice Svegio perchè non siamo più in contatto con il divino, come poveri angeli senza ali (che bella similitudine),ci attacchiamo a ciò che abbiamo con l’illusione di sopravvivere alla vita.

    #5210 Risposta

    un atomo

    🙂 🙂 🙂 🙂 Carissimissimo Antonio , ricordavo le storie di Atomino Bip- bip lette da bambina, ma effettivamente mi sono immediatamente dedicata ad una ricerca approfondita 🙂 ho scoperto che il disegnatore è Romano Scarpa e ho letto tutte le trame delle storie con Atomino, ne ho tratto le mie considerazioni ( lo so è assurdo ma non per me:-)) e stavo per risponderti 🙂 però mi sono fermata perchè ho pensato che la discussione aveva un altro tema e non era giusto spezzarla con la mia solita puntigliosità impulsiva che poi dà tanta soddisfazione a chi mi vuole bene perchè li diverte tanto, o no:-) ? Però come vedi la seconda tentazione è stata troppo forte, forse perchè mi è piaciuta tanto, hai pizzicato benissimo e con la solita acutezza e simpatia. Baci.

    #5211 Risposta

    un atomo

    Per bruno chi l’ha detto che stare bene con se stessi vuol dire satre bene con gli altri? Io, cioè voglio dire per me è così, in quanto al fatto che nessuno ti ha regalato niente Buno non conosco la tua vita ma francamente penso che Elisabetta abbia ragione. Ti potrei fare una litania di condizioni dificili che sento di aver vissuto, te lo puoi immaginare no, sono un 4:-) e comunque al di là della mia percezione ci sono state davvero situazioni dolorose già dall’infanzia e io ho tentato di reagire facendo affidamento solo su me stessa però non mi sento di dire che nessuno mi ha regalato niente, anzi ti dirò se ci penso (grazie per avermi stimolata a pensarci) sento che il mio cuore trabocca di gioia per tutto quello che ho ricevuto persino da chi mi ha fatto soffrire perchè è stato sempre inconsapevole e comunque le stesse persone mi hanno anche dato tanto. E tutt’oggi Bruno con tutto che mi isolo sempre di più, che ho limitato i miei contatti al massimo, che non mi apro e che sono spesso scorbutica eppure trovo sempre una fonte d’amore e di aiuto, dentro di me, in q

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