HomePage › Forum › Forum ASS.I.S.E. › I tipi camaleontici dell’enneagramma
Questo argomento contiene 8 risposte, ha 1 partecipante, ed è stato aggiornato da Carla 13 anni, 2 mesi fa.
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Antonio BarbatoNella quiete di questi giorni festivi appena trascorsi ho riletto con piacere un libro del 1982 ormai vecchiotto, ma ancora parecchio interessante ,di Eli Jaxon Bear dal titolo, tradotto in italiano, di Guarire il Cuore della Sofferenza. La cosa che mi ha interessato di più è stato il suggerimento di considerare i tipi del tringolo centrale come tipi camaleontici. A prima vista questo sembra evidente nel solo tipo Tre, che assume con facilità tutti gli aspetti che possono essere più funzionali al raggiungimento del successo, ma, a ben vedere, l’osservazione è fondata anche per il Nove e per il Sei. Mi vengono in mente due folgoranti esempi di questa tendenza: La signora Ponza, protagonista velata del dramma di Pirandello e il fenomenale omarino Zelig. Nel Nove c’è effettivamente una tendenza a non avere una posizione personale ed ad assumere quella delle persone con le quali hanno una relazione. Questo fa si che, talvolta, anche il loro aspetto esteriore cambi in modo drammatico per adeguarsi al gruppo al quale sentono di appartenere. Già riflettere su questo sarebbe, credo, molto terapeutico perun Nove. Più profondamente legata alla paura è, invece, la camaleonticità del Sei, che vuole avitare disperatamente la sensazione di essere diverso. In Zelig c’è tutta la necessità del Sei di essere uguale agli altri, soprattutto non diverso, che spinge ad allinearsi perdendo, di conseguenza, perfino la propria identità. Non credo che gli altri tipi abbiano questo tipo di dilemma, ma potrei sbagliarmi. Voi, amici, che ne pensate??
Carlaho l’impressione che, talvolta, con l’enneagramma si corra il rischio di essere un po’schematici….questa voglia di essere simile agli altri, di non differenziarsi troppo che tu dici tipico del Sei, diverse volte l’ho provata anch’io su di me, ad esempio, che mi riconosco abbastanza bene nel Quattro sociale. La mia ridotta autostima mi ha fatto desiderare, in altri tempi, quando ero più giovane, di “assomigliare” agli altri anche fisicamente. Ricordo che mi scambiavano spesso per altre persone e io ne ero contenta. Probabilmente deriva dalla mia forte ala Cinque, il desiderio di non essere troppo notata e addirittura “confusa” con altri per essere “lasciata un po’ in pace”. Per quanto riguarda il Nove, ho fatto amicizia, recentemente, con una donna Nove, mamma di un compagnetto di scuola di mio figlio e, devo dire, che effettivamente mi sorprende per la sua capacità di immedesimazione in certi miei stati d’animo….
un atomoQuesta cosa che dici Carla,cioè che eri contenta se ti scambiavano per altre persone mi lascia molto stupita, e mi incuriosisce. Come 4 non riesco a concepirlo, non credo di aver mai desiderato in vita mia una cosa del genere. Anzi spesso mi sfuggono i criteri di omologazione, come se fossi un po’ fuori dal mondo.
Antonio BarbatoCara Carletta, effettivamente il rischio che tu sottolinei c’è, anche se bisogna sempre contestualizzare quello che si afferma. Nel caso del Sei l’idea è quella di omologarsi per non correre il rischio di essere trattato come un diverso. Zelig, se vuoi, è una esagerazione, ma molti Sei fobici, apparentemente, si auto plasmano per non apparire diversi. Nel tuo caso non era l’ala Cinque a farti provare quello che hai descritto ma, più probabilmente, il predominio dello Sbandamento che puoi trovare descritto nel mio articolo seminale sulle Polarità Interiori.
CarlaCaro Antonio,
voglio ringraziarti per la segnalazione dell’articolo sulle polarità interiori, che avete messo a disposizione degli interessati in fondo alla sezione “Artcolo del mese”. E’ da un po’ di tempo che giro con questo articolo dentro la borsa e ne discuto assieme alla mia nuova amica Nove che ho recentemente “contagiato” con il mio interesse per l’Enneagramma. L’articolo è servito sia a me che a lei. In effetti, vedere gli enneatipi in questa chiave dinamica, rendersi conto delle differenti Forze che agiscono per ognuno di essi, permette di rendere il quadro delle personalità con estrema verisimiglianza.
Per quanto riguarda lo Sbandamento, che tu descrivi per il Quattro, definire con chiarezza le Forze che agiscono in esso – Ipersensibilità, “disperato” Bisogno di Contatto, Sfiducia (che viene dal Cinque) e Spersonalizzazione (che viene dal Tre) – trovo questo discorso molto convincente anche per chi non sia Quattro e voglia capire la condizione di sofferenza interiore che, spesso , può affliggere questo tipo di personalità.
Ho ricevuto anche la vostra ultima mail e, da lontano, vorrei vi arrivasse la mia solidarietà ed il mio interesse per tutte le belle attività che l’Associazione porta sempre avanti, compresa quest’ultima bellissima iniziativa sulle danze di Gurdijeff. Purtoppo non riesco mai a partecipare, ma non perdo la speranza di riuscire a farlo in un prossimo futuro.
Un carissimo saluto a te, a Marina e al vostro piccolino.
Antonio BarbatoCarla cara, è sempre un piacere leggere i tuoi interventi affettuosi e ricchi di spunti interessanti. Sono particolarmente affezionato alle Polarità, anche rispetto ad altri rilevanti contributi che ho dato alla teoria e alla pratica dell’EdT, perché sono state il primo rilevante frutto dell’osservazione diretta dei bambini. Inoltre, credo che nella dinamicità continua delle Polarità (le oscillazioni) si possono spiegare molto meglio i movimenti di stress dei tipi. In particolare, se parliamo del Quattro, il Disorientamento permette di capire molto meglio che un invidioso che si ritrae perché sente di non saper più come collocare le sue energie, è molto diverso da un Cinque che tende a ritrarsi per paura. Per quanto riguarda le nostre attività saremmo molto contenti se tu potessi, come anche tu vuoi, partecipare a tutto, ma ci rendiamo conto che, con un bambino piccolo non è facile. In ogni caso, ne sono convinto, un tempo utile verrà. Baci a voi tre da parte nostra
CarlaSabato scorso ho partecipato, insieme a mio figlio, alla rievocazione storica di una battaglia napoleonica. Entrambi eravamo vestiti in costume dell’epoca. Nel corso dell’evento, ho pensato diverse volte alla forza di Spersonalizzazione che probabilmente aveva portato me – e molti altri partecipanti all’evento – ad indossare un costume di epoca napoleonica e a trasformare completamente il nostro aspetto. Per quanto ci riguarda, sia io che mio figlio (mio marito è meno interessato alla cosa), non era la prima volta che vestivamo un costume d’epoca storica ( di solito per partcipare a balli ottocenteschi) però era la prima volta che assistevamo alla ricostruzione di un evento come questo e mi ha veramente colpito la quantità di persone che si dedicano a questo tipo di “grande gioco”. Austriaci e francesi di un finto esercito napoleonico erano impeccabili nelle loro divise, con armi ricostruite secondo i modelli originali, fucili con baionetta, cannoncini, spadini legati alla cintura, cappelli di vario tipo. Hanno simulato uno scontro che (fortunatamente) ha prodotto solo …un gran polverone e molto rumore. C’erano anche i popolani insorti, armati di vere scuri e picconi, che, il giorno dopo, avrebbero dovuto “fare finta” di cacciare i soldati francesi! Molte di queste persone – ho saputo – passano tutte le loro domeniche in giro per varie località italiane ed europee per rievocare queste battaglie. Hanno proprio il gusto di indossare le divise, la passione di ricercare oggetti d’epoca e di…interpretare ruoli che, nella vita ordinaria, non possono vivere. Le donne esprimono la stessa passione, in genere nel confezionare costumi d’epoca per se’ e per altre, nell’indossarli, venderli e noleggiarli.
un caro saluto a voi, dalla vostra amica Carla
Marina PieriniCarla grazie per tutto quanto ci dici perchè sei di incoraggiamento più di quanto non si possa pensare. Io ti anticipo che in autunno vorremmo organizzare un incontro con Claudio Garibaldi su enneagramma e grafologia. Chissà che tu non possa fare un salto a napoli in quella occasione 🙂 un abbraccio a te ed alla tua famiglia…
CarlaEhi, magari!!
Bacioni e a presto -
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