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Questo argomento contiene 13 risposte, ha 2 partecipanti, ed è stato aggiornato da Antonio Barbato 12 anni, 11 mesi fa.
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Antonio BarbatoDopo venti anni di quotidiano studio ed applicazione dell’EdT, in aggiunta i due passati a lavorare e studiare sulle opere di Gurdjieff, mi sono preso, in questo scorso mese di Agosto, un salutare periodo di riposo. Ho trascorso molte ore coltivando l’altra mia grande passione, la Storia, leggendo vari libri sull’epoca romana. Inevitabilmente, però, l’EdT tornava, in modo indipendente dalla mia volontà, a suggerirmi i possibili tipi degli illustri protagonisti delle storie che leggevo. Lo studio della tipologia di un imperatore o di un papa mi sempre parsa utilissima, perché questi uomini avevano occupato posizioni di assoluto dominio e questo aveva estremizzato, fino a renderli più riconoscibili, certe loro attitudini e comportamenti. Vorrei, allora, come ho già fatto con i viaggi di Ulisse, proporvi di analizzare insieme i primi dodici imperatori basandosi, caso mai, sull’opera di Svetonio o quella molto recente di Grant. Il primo tipino veramente interessante è, secondo me, proprio Giulio Cesare. Qualcuno vuole unirsi a me in questa indagine caratteriologica????
CarlaCaro Antonio,
è veramente bello il tema che tu proponi. Ho visto ieri il messaggio e ho provato a fare appello a qualche conoscenza in materia, ma purtroppo, da parte mia, sono abbastanza scarse. Quello che mi è venuto in mente è il gigantesco complesso della “villa Adriana” a Tivoli, che ho visitato qualche anno fa, e che consiglio a tutti di vedere, perchè dà veramente l’idea dell’incredibile potenza di un imperatore romano… a risentirci presto, Carla
Antonio BarbatoCominciamo col dire che se il vecchio Caio Giulio avesse conosciuto l’EdT e fosse stato consapevole delle caratteristiche del suo tipo, non avrebbe lasciato le sue penne alle idi di Marzo. Perché? Perché non si sarebbe fatto abbindolare dalla Fissazione del suo tipo. Racconta, infatti, Svetonio che Cesare non si sentiva bene e, per questo, non voleva fare vita sociale ne andare al senato. Tuttavia, quando espresse questa sua volontà, Bruto gli disse: Padre, non privarci del piacere di godere della tua presenza, e, quando Cesare si schermì dicendo che c’erano in senato tanti personaggi illustri, la risposta che convinse Cesare fu: “Nessuno di loro può darci anche solo una parte del piacere della tua presenza”. Istintivamente i congiurati avevano ben capito la debolezza di Cesare ed avevano fatto leva proprio sul suo punto cieco cognitivo che noi denominiamo Fissazione. Credo che sia adesso di quale tipo fosse stato, senza mai celarlo neppure per un momento in tutta la sua vita, Cesare.
CarlaQuale enneatipo non saprebbe resistere a quel richiamo? Probabilmente un Due…tipo che emerge spesso nella vita politica (vedi anche la nostra situazione attuale, in Italia), proprio per questa sua innata “passione”.. E così?
Marina Pierini…peccato non si possano avere gli stessi epiloghi…..ehm…vabè non era una incitazione alla violenza, stavo scherzando :-)))
CarlaEffettivamente parlare degli imperatori romani può contribuire a far luce anche sulla storia attuale del potere. Infatti spesso si ha l’impressione che, nella storia, cambino “gli sfondi”, le ambientazioni, diciamo così, ma non gli uomini e che, se i singoli individui non vengono arginati da sistemi di governo democraticamente abbastanza evoluti, possono spargere intorno a sè ingiustizie e causare sofferenze “a piene mani”, perchè sono lasciati liberi di dar corso alle loro fissazioni “enneatipiche” ( vedi anche il recente caso di Gheddafi ovvero il “delirio dell’Otto”). Continuiamo, se vi va, a parlare di questo argomento. Sono interessata ma non molto informata.
Tanti cari saluti ad entrambi, Carla
Utente OspiteCaro Antonio, mi sembra di ricordare che tu ci abbia detto più volte che Cesare era un sette… ricordo male? Puoi chiarire questa cosa?
L’argomento è affascinante, anche se trovo che per alcuni imperatori sia più difficile trovare l’enneatipo. Per esempio, Vespasiano non saprei proprio dove collocarlo.
E poi c’è il fatto che le fonti storiche non sono sempre affidabili – un personaggio come Caligola, per esempio, è stato quasi certamente calunniato dagli storici antichi che l’hanno dipinto come un mostro pazzo e sanguinario, mentre probabilmente era un visionario molto più avanti del suo tempo (e per questo si è attirato molto odio da chi voleva mantenere lo status quo), e non ha fatto tutte le cose atroci che gli hanno attribuito; al contrario, avrebbe tentato delle innovazioni rivoluzionarie per quell’epoca. Ho letto un libro di M.G. Siliato su di lui, molto illuminante.
Grazie per tutte le spiegazioni che vorrai darci, e a presto! Bacioni Van-ant
Antonio BarbatoCara Anto, il tuo messaggio mi permette di correggere un mio precedente errore. Avevo più volte detto (ed anche scritto) che Cesare era stato un Sette perché avevo letto poco della sua vita e mal interpretato il famoso episodio che la leggenda gli attribuisce durante l’attraversamento del fiume Rubicone. In realtà la sua frase (il dado è tratto), non era tanto la manifestazione di una paura vinta con la strategia, come avrebbe fatto un Sette, ma la totale riaffermazione di quello che egli riteneva essere un suo proprio diritto. Probabilmente con quell’episodio Cesare sentì di aver raggiunto dentro di sé quella certezza del proprio destino che Napoleone raccontò di aver percepito mentre attraversò il ponte di Arcore in mezzo alla mitraglia austriaca. Per quanto riguarda Caligola non ho ancora una opinione precisa. Come Domiziano molto di quello che è stato scritto di negativo su di lui è dovuto al feroce conflitto che lo opponeva al Senato, ma mi esprimerò più in là.
Utente OspiteGrazie Antonio! Ma ci avevi anche spiegato che, al contrario di Napoleone, Cesare non ha mai mandato al massacro i suoi uomini per soddisfare la sua ambizione personale e il bisogno di gonfiarsi di successo e importanza – anzi, era molto cameratesco con i suoi soldati e si preoccupava il più possibile di risparmiare le loro vite e del loro benessere (sempre relativamente alla disciplina deld’esercito romano di quei tempi, è chiaro!) e aveva un rapporto quasi alla pari con loro, condividendo i disagi del campo, gli scherzi e le bevute… non mi risulta che si mettesse su un piedistallo per essere venerato, anzi i soldati si permettevano di prenderlo in giro ferocemente – ne parlano le fonti – e lui stava al gioco.
e poi non so, a fiuto (non ho approfondito la sua biografia) mi sembrerebbe più un mentale che un emozionale… forse anche solo per il suo modo di scrivere, così sobrio e conciso.
Boh, a volte è davvero difficile, cmq grazie per gli spunti di riflessione!
Vanill-ant
Utente OspiteSono io di nuovo… tanto per fare una battuta, non pensi che la frase “il dado è tratto” stia meglio sulla bocca di un sette che di un due? Il gioco, il rischio…
(anche se, per amore di verità, bisogna dire che all’epoca tutti, ma proprio tutti, giocavano ai dadi)
Antonio BarbatoSi, Vanillina, ho pensato a lungo che fosse una frase più da Sette che da Due e questo mi aveva indotto in errore su Cesare, solo che, recentemente, ho letto un libro sulla vita del Caio Giulio ed allora non ho potuto più evitare di capire che era un Due quintessenziale. Pensa che, da giovane, fu rapito dai pirati della Cilicia che facevano scorrere soprattutto per sbarcare il lunario, visto che il prezzo del pescato in quel periodo era intollerabilmente basso, e che lo trattarono assai bene. Lo stesso Cesare suggerì allora loro di chiedere un riscatto per la sua liberazione e così fu. Tuttavia, quando il prezzo fu pagato, Cesare volle sapere quanto avevano richiesto e, venutolo a sapere, si infuriò terribilmente perché il prezzo gli apparve terribilmente basso. Disse allora ai suoi rapitori che lui avrebbe richiesto un riscatto almeno dieci volte maggiore (ma già quello che era stato richiesto non era per niente basso), e che avrebbero pagato con la vita questo intollerabile affronto. Infatti, dopo averli catturati, così fece risparmiando solo un pirata che, per tutto il tempo della sua prigionia, lo aveva sempre chiamato col titolo di principe. Un ottimo esempio anche questo della sua fissazione da Due, non vi pare???
Utente OspiteE’ una storia pazzesca, non la sapevo. Certo quest’argomento basta a chiudermi la bocca!
L’epoca di Augusto è una autentica miniera di personaggi molto interessanti dal punto di vista dell’EdT. Ottaviano Augusto, per primo, è un personaggio molto “moderno”. Nonostante in pubblico si atteggiasse a moralista e padre della patria in privato si abbandonava ai piaceri ed alle voluttà della carne scegliendo nelle sfilate che la stessa Livia Druslla, sua moglie. gli organizzava chi gli andasse più a genio. Il suo genio politico, la sua capacità di farsi propaganda, l’abilità nello scegliere squadre vincenti e nel comprarsi i nemici pericolosi era straordinaria. Pochi come lui nel corso della storia sono stati capaci di gestire potere e vita personale come se si trattasse di un unica rappresentazione teatrale, di una scena messa in atto per gettare fumo negli occhi di chi doveva solo applaudire. Ottaviano era un Tre e anche uno di quelli che non tralascia nulla pur di ottenere i suoi scopi, ma accanto a lui, non meno interessanti sono i vari comprimari della sua epoca. Una sfilata di personaggi le cui caratteristiche tipologiche dimostrano l’universalità e l’atemporalità dei Tipi dell’EdT. Livia Drusilla, ad esempio, è un altro personaggio che sembra uscito da un libro sui sottotipi del Due data la sua attitudine ad essere sempre il potere dietro al trono, l’elemento di compiacenza che il principe poteva sempre trovare in lei. Che ne dite?? Nessuno è interessato a dialogare su personaggi tanto affascinanti come Marco Antonio, Cleopatra, Vispanio Agrippa, Mecenate, Tiberio, Livia Drusilla, Giulia, Ottavia, eccetera eccetera…?
Torno su alcuni temi suscitati da altri interventi perché ho letto e riletto varie testimonianze su diversi personaggi succitati. In primo luogo confermo che Caligola era pazzo, totalmente pazzo, avendo avuto una serie di crisi psicotiche dalle quali si era ripreso, purtroppo per le sue vittime, soltanto fisicamente. Era un paranoico che sconfinava con piacere in una forma di sadismo estremo. E’ famosa una sua frase rivolta al carnefice: “colpisci in modo che si accorga di morire”, che dice tutto sulla sua crudeltà. Prima di impazzire era diventato imperatore solo grazie alle ipocondrie di Tiberio che gli aveva fatto uccidere, avvelenandolo, il padre e tutti i suoi fratelli maggiori. Era, inoltre, incestuoso (anche se questo all’epoca non faceva tanto orrore come può suscitarlo in noi moderni) e la morte della sorella Drusilla diede, probabilmente. il colpo di grazia alla sua malferma condizione psichica.
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