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Il Fuoco ed il Calore

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Questo argomento contiene 10 risposte, ha 1 partecipante, ed è stato aggiornato da  un atomo 13 anni, 2 mesi fa.

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  • #765 Risposta

    Antonio Barbato

    La storia della pietra e del bastoncino è solo un mezzo per spiegare le motivazioni profonde di un sottotipo del Quattro, che io definisco il NEGATORE. La riporto qui perché ha un valore universale e non è direttamente riferibile solo ad una persona. La storia è la seguente: un essere molto primitivo sentiva, come è naturale, il bisogno di avere vero calore. Aveva avuto come proprio destino quello di vivere in un ambiente in cui c’erano persone che portavano foglie e almeno un’altra persona che recava con sé un’altra pietra ed era disposta ad usarla. Aveva così imparato presto che, battendo la propria pietra con quella di quest’altra persona, si potevano fare tante scintille e prendere calore. Un giorno, però, il proprio destino la condusse verso un altro luogo e lì, nonostante tutti i suoi tentativi, non c’erano persone disposte a fare scintille con lui. Allora dovette cambiare la sua strategia e chiedersi come avrebbe dovuto fare per potere accendere un altro fuoco……Come poteva fare???? A cosa doveva rinunciare e cosa, invece, gli occorreva adesso??? Quale ruolo avrebbe dovuto intraprendere e quali relazioni stabilire?? Queste erano le domande che avevo posto con la mia storiella………….

    #7210 Risposta

    Utente Ospite

    la mia soluzione sarebbe: arrangiarsi da soli. Si cerca un’altra pietra (il mondo ne è pieno); una pietra in una mano, una pietra nell’altra mano, e tutte e due lavano il viso, ehm no cioè volevo dire fanno la scintilla. Capace che poi magari qualcuno si avvicina pure, per imparare come si fa.
    Ma probabilmente non ho afferrato il vero senso della storia, questa mi pare una di quelle cose inventate per portare al manicomio i malcapitati. Van

    #7211 Risposta

    Utente Ospite

    naturalmente se il personaggio in questione ha solo una mano – come nel famoso koan – le cose si complicano alquanto. Ma sei stato tu stesso a dire che quel koan non c’entra, dunque suppongo che le mani ci siano tutte e due, grazie a Dio. Ancora Van

    #7212 Risposta

    Antonio Barbato

    Il punto centrale di tutta la storia è che il NEGATORE conosce un solo modo per riscaldarsi: quello di produrre attrito. Può fare questo in vari modi (ad esempio, trovando un altro disposto a fare “scintille” con lui, oppure, se trova solo portatori di foglie secche, creandosi un legnetto da far frizionare), ma ha sempre la necessità di trovare un mezzo per giungere a questo scopo. Non gli passa neppure per la mente che esistono tanti altri modi per potere avere il calore che tanto desidera (ma non è colpa sua, ha imparato solo questo modo nel mondo in cui si è trovato a svilupparsi), e, quindi continua a cercare di sforzarsi per fare scintille. Ovviamente, quando gli altri non sono disposti a fare questo gioco, non sa più come fare e la sua unica risposta è opporsi alla possibilità che vi siano altre possibilità alternativa e rimpiangere il passato.

    #7213 Risposta

    un atomo

    Il fatto della necessità dell’attrito l’avevo capito. Ma la mia soluzione era di coprirsi, quindi un modo per trovare calore l’ho trovato, anche se non mi sembrava idoneo perchè tu hai detto esplicitamente accendere un fuoco, non trovare calore. Comunque al di là di tutto coprirsi non è la stessa cosa che fare scintille… Uno è una rinuncia, un ripiego, una perdita del fuoco, un ripiegarsi su se stessi, un isolamento. Fare scintille è vitale, passionale, umorale, bello, eccitante, intimo, polemico, massacrante, dialogante,colorato, caldo, attrito è abbandono e resistenza. Attrito è provare il tuo limite e il mio, un fuoco così c’è nel mio cuore. Gli altri non vogliono giocare…allora non si gioca più, non si può più giocare, bisogna essere tristi. Dice Peter Pan “Campanellino perchè non riesco più a volare? e lei risponde per volare devi prima ritrovare i tuoi pensieri felici. In questo momento sono molto arrabbiata,molto, non con te logicamente.Ma con la costatazione che nessuno fa scintille con me, che mi sto solo copendo come un vecchio novantenne e che tutto sommato forse è meglio morire di freddo.

    #7214 Risposta

    un atomo

    E’ brutto sentirsi troppo poco, ma a volte è più brutto sentirsi troppo.

    #7215 Risposta

    un atomo

    il mio eccesso di calore ha gettato il gelo sul forum ?????? 🙂

    #7216 Risposta

    Marina Pierini

    no atomo…è la vita che ci trascina per i capelli nelle faccende umane :-))) e qui di capelli ce ne sono pure troppi! Io aspetto ancora che ti iscrivi a facebook eh???

    #7217 Risposta

    Chicco di grano

    Io non so come l’uomo primitivo, privato di attrito, potrebbe arrivare ad accendere il fuoco ma so che non mi sento appartenere al sottotipo NEGATORE e che questo sottotipo mi sta cordialmente sulle scatole perchè lo trovo lagnoso e poco produttivo. Scusate l’intrusione. Ps. Van, dubito che questo sia il tuo sottotipo, pur conoscendoti appena..

    #7218 Risposta

    un atomo

    Io non mi sento lagnosa…. ma polemica. Non mi piacciono le persone che approvano per passività e si adeguano a modelli imperanti per senso di comodità e vantaggio personale, non concepisco che qualcuno possa dire all’altro qual’è la verità. Sono convinta che nei rapporti personali, nei gruppi, nelle relazioni umane, nell’analisi del nostro mondo, nel confrontarsi con le regole imposte ci sia bisogno anche di chi nega e che spinga in una direzione ‘altra’. Di chi negando mostri l’altro lato della medaglia e che privilegi l’utopia, l’idealismo, il rigore interno. la ribellione. Da quando nasciamo tutti ci vogliono sentire Affermare, peccato che in realtà non desiderino la nostra personale affermazione ma solo la conferma delle loro verità. Dunque noi stiamo affermando nel momento in cui ci adeguiamo alle affermazioni altrui e stiamo Negando nel momento in cui proponiamo un modello interpretativo della realtà diverso. I migliori uomini della storia hanno negato, Gesù Cristo ha negato la morale del suo tempo, Che Guevara ha negato la giustizia del suo tempo, chiunque oggi si opponga nei fatti alla morale imperante, che non ceda alle lusinge della corruzione e della banalità che dilaga non può che partire con un NO. Negare è un atto creativo, è mantenere vigile la propria coscienza, è fare della critica alla tua verità la chiave d’accesso alla mia verità interna. Per quanto sia fastidioso e stancante chi si pone contro ha il compito di proporre un’altra visione, crea un disequilibrio necessario e fecondo che costringe le persone a farsi delle domande. E’ solo apparentemente un atto distruttivo, in realtà è un’occasione quando il caos dirompe nell’ordine prestabilito. Quando qualcuno ti dice NO, ti sta dicendo che le cose potrebbero essere diverse da come te le vogliono far credere , questo crea inevitabile attrito e da questo attrito nasce non solo il calore del fuoco,ma anche la LUCE che il fuoco porta con sè. L’unica cosa che penso è che bisogna essere capaci di sostenere questo fuoco, di creare questo attrito ma anche bisogna essere capaci di conservare la proria pace interiore, la propria calma profonda e non farsi confondere nel profondo dalla lotta esterna che si genera. Perchè questo è l’unico rischio che si corre, ed è un rischio grave quello di identificarsi con il ruolo che si è scelto per sè. Quello che so fare è di non essere per forza attaccata al risultato, quello che non so fare è accettare il dolore di non essere accettata e amata per come sono. Credo che la vera risposta sia qui, liberarsi da questo bisogno, bastare a se stessi, essere in pace con sè,senza più il bisogno che gli altri rispondano con calore al tuo calore.

    #7219 Risposta

    un atomo

    In conclusione penso che ogni posizione esistenziale, anche quella del negatore, sia positiva e necessaria però credo anche che ogni cosa non deve diventare compulsiva. Che non bisogna essere identificati con la posizione, se io credo di essere viva solo generando il conflitto allora non va bene, se io so usare il conflitto, l’attrito, ma so anche rimanere tranquilla dentro allora è perfetto. Ci sto lavorando con tutta l’intensità del mio cuore. E sono anche convinta di aver scelto una strada personale positiva per me, che non mi faccia rinunciare alla passione che ho per la vita, per i problemi e per gli altri e che nello sesso tempo mi dia una porta di accesso al mio sè più profondo, che non faccia della lotta uno scopo ma solo un mezzo. Quello che oggi so con certezza che c’è un posto dentro di me dove alberga una gioia gratuita verso la vita, quel posto, quella condizione é Dio dentro di me. Ogni tanto riesco a connettermi con questa dimensione e a vivere il qui e ora come un’esperienza di assoluta perfezione dove nulla mi manca, poi ricado negli automatismi ma ne sono sempre più stanca.

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