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Questo argomento contiene 0 risposte, ha 1 partecipante, ed è stato aggiornato da Marina 12 anni, 3 mesi fa.
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La voce del mio bambino interiore è quella del mio sottotipo, dell’apatia.
Il dialogo che ho avuto con lui durante il corso lo condivido con voi nella speranza che possa essere utile a qualcuno.
( il mio bambino è maschio, ma avvantaggiata dall’aver già più volte lavorato sulla ferita originaria non me ne stupisco, so perchè.)
Il dialogo è il seguente:Io: come mai sei così?
Lui: Sono così perchè sento di non avere tutte le energie che mi occorrono e temo che se cercherò di affermare me stesso sarò lasciato solo ed affamato.
Io: cosa provi?
Lui: Mi sento colpevole di non essere come dovrei, ma sento anche l’ingiustizia di non essere visto per come sono.
Sento di poter essere accettato più facilmente se taccio, se mi sforzo di dimenticare chi sono pur di accontentare o non
infastidire chi amo, ma il dolore di perdere me stessa non mi permette di portare a termine il compito. Sono spaccata in due
e la mia funzione è tenere unite 2 metà inconciliabili tra loro.
IO SONO LA TUA SPINA DORSALE.
IL TUO CENTRO.
IL TUO RIFUGIO.
Se mi lasci andare sarai allontanata dagli altri o distrutta dal dolore.
Io ti salvo dall’abbandono e dal rifiuto.
Io ti salvo dall’isolamento e dal tradimento.
Quello che non ho la forza di fare nel mondo, perchè il mondo non me lo riconosce, ho la forza ferrea di poterlo fare dentro te
Io: cosa vuoi da me?
Lui: Quello che non ti permetto di scoprire è che sei forte anche senza me, non devi sapere che puoi trovare il tuo posto nel
mondo anche se mostri ciò che sei, perchè puoi sopportare il dolore del rifiuto altrui senza perdere la tua integrità e tutto
l’amore che viene dal tuo cuore.
Io: di cosa mi privi?
Lui: Non ti permetto di esistere pienamente, di avere il diritto di un tuo spazio e posto nel mondo.
Io: c’è qualcosa che vuoi fare per me?
Lui: Desidero farti nascere e lasciarti vivere, perchè proteggerti significa farti morire. Ma devo morire io e non voglio svanire.Devo ammettere che sebbene io conosca abbastanza la creatura con cui sono entrata in dialogo, alcune cose che mi ha/mi sono detta mi hanno comunque procurato sensazioni intense e dolorose, come la malinconia.
So che questo bambino che ha le fattezze androgine, un abito umile e la testa completamente rasata, è dovuto scendere a patti con me e mi lascia sempre più spazio per esprimermi e riconciliarmi con me stessa.
Ancora tante cose da raccogliere, nel lungo viaggio verso casa. -
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