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Il qui e ora – automatismi

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Questo argomento contiene 38 risposte, ha 1 partecipante, ed è stato aggiornato da  Carla Basagni 13 anni, 1 mese fa.

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  • #1636 Risposta

    Maura Amelia Bonanno

    Molto interessante, Antonio, il tuo spunto di riflessione. Prima di riflettere voglio aggiungere una cosa a ciò che hai scritto. Dici:” l’uomo è l’unico in grado di prevedere il futuro e di richiamare a proprio piacimento il passato”. Vero, però perché allora non ha lo stesso atteggiamento verso le due “direzioni”?
    Ora la riflessione. La fisica ci insegna che la realtà è fatta di possibilità di manifestazione, una sorta di seme che contiene tutto, un utero pieno di esistenze possibili, e che quindi noi tutti possiamo essere in grado di avere a disposizione tutto, sia ciò che definiamo passato, sia ciò che definiamo futuro, che comunque a quel livello, non sono più discriminabili. Il qui e ora è questo, per me. A livello fisico si manifesta come leggerezza, assenza di confini, lucidità, la sensazione che la testa si apra dall’alto, verso la fronte. Una sorta di “tutto contemporaneo”. Sento dentro le qualità del fulmine e al contempo quiete. Non importa se c’è paura o amore o altro, o di cosa mi sto occupando. La mia riflessione riguardo alla “trappola da cui non si sa come fuggire” è che la trappola non è nel passato, né nel futuro. Non è nella loro esistenza, perché ad un certo livello di realtà relativo il passato e il futuro esistono e sono innegabili. La Terra gira attorno al Sole, ci sono dì e notti, e questa non è un’illusione. Secondo me l’enneagramma spiega molto bene come questa trappola funziona. L’enneagramma ci descrive almeno nove trappole, se vogliamo 27. La ricerca nel relativo, dell’assoluto che non percepiamo. La trappola è a mio avviso il credere che esista solo questo livello di realtà. Ciò che Don Juan di Castaneda (la mia prima passione!) chiamava “punto d’unione” o di “assemblaggio”. Il punto in cui la consapevolezza si blocca, come necessità di sopravvivenza nei primi anni di vita, e lì rimane, senza riuscire a vedere oltre. Pensare che esistano solo il passato e il futuro della dimensione relativa che abitualmente percepiamo è la stessa trappola del credere che siamo solo il nostro corpo. Siamo “anche” il nostro corpo. Sono le distorsioni, sia della percezione, sia della definizione di passato e futuro a metterci in trappola. Mi auguro di non avere fatto confusione!. Mau

    #1637 Risposta

    Marina Mele

    Leggo e rileggo con molta attenzione perchè questo tema lo sento forte ma non riesco a entrarci bene come vorrei e neppure riesco a spiegare fino in fondo quello che sento. Provo con un esempio…..l’anno scorso, in concomitanza con la fine della scuola di Riza ebbi una offerta di lavoro incredibile nel mio settore di provenienza…quelle alla “baby boom” (avete visto il film? vi ricordate la fine?…molto più in piccolo ma paragonabile come senso di rivalsa)…mi offrivano un ruolo incredibile di potere, di denaro, in una azienda enorme indiscutibilmente leader nel suo settore….il primo colloquio andò benissimo (pensai:non mi sceglieranno mai) il secondo andò anche meglio (mi avevano scelto ma ancora due o tre cose da capire e un trasferimento altrove da valutare con relativa parte economica poteva far saltare tutto)….decisi e chiesi un colloquio a quello che oggi è il mio medico, allora conosciuto come docente di Riza (ma è ben altro)….tutto il colloquio fu sul presente/futuro/passato e sul ruolo mio di futura naturopata (lui non mi vedeva da sola in uno studio in un rapporto “one to one” ma continuava a vedermi come leader sociale, trainer e formatore) che allora io vedevo come possibile salto professionale….capii che quel tipo di passato era scaduto e così il terzo colloquio non si chiuse ma capii anche che un futuro in qcosì distante da me non era possibile, credibile, perseguibile…..dovevo mettere insieme!….un mese e mezzo fa, sempre al mio medico (che interroga su tutta la vita ogni volta) ho comunicato la mia esperienza sull’enneagramma, per come la vivo io (lui conosce l’enneagramma)e il fatto che ho deciso di continuare i miei studi in ambito universitario sul versante che mi appartiene e lui ha commentato:….allora abbiamo deciso di portarci e “tenerci” il passato e di trasformarlo in un futuro diverso ma consapevole…..ecco una bella fusione in una buon asituazione

    #1638 Risposta

    Marina Mele

    ..è saltato tutto…e ha concluso affermando: ecco un bell’esempio di “qui e ora”..finalmente si trova nella sua piazza e tutta la sua vita sta qui tutta insieme e ha detto: lo sente? La sua vita è tutta qui e ora e aspetta di sapere come proseguire….per questo non dorme!!!….lascio perdere il resto….io sento di essere in questa piazza, sento tutta la mia vita e questo lasciar fluire e scorrere mi aiuta a trovarmi, a sentirmi e a essere più sintonica, direi empatica con me stessa…….ma è “qui e ora”? A me sembra un laboratorio di pensiero…..non un “qui e ora”…..ma perchè non riesco a entrare qui dentro? Mannaggia!…..in che animale posso immaginare di essere? Quando sono aquila e mi sento in volo vedo dai monti all’acqua dei fiumi ma vivo il momento che respiro da dentor di me…è questo? Aiutoooooooo. Devo andare! Melinda

    #1639 Risposta

    Marina Mele

    Premesso che non mi piace affatto quello che ho scritto e ancora meno come l’ho scritto (mi pare di essere tornata indietro di mesi) e neppure sono certa si capisca vorrei aggiungere che io nel “qui e ora” non riesco a entrare. Perchè? Quale è il mio limite? Qualcuno lo riesce a vedere?

    #1640 Risposta

    Eleonora

    Da quello che ne so, le vere esperienze di “qui e ora” avvengono in meditazione quando questa viene praticata con costanza.

    #1641 Risposta

    Marina Mele

    Eleonora, perchè non organizzi un corso di meditazione sul “quii e ora”?
    Io talvolta pratico la meditazione e riesco sa percepire quello che dici ma poi …..si volatilizza! Evidentemente il “qui e ora” non fa parte del mio vivere!..conosco invece persone che vivono addirittura nel “qui e secondo” (nel senso di attimo).
    Bacioni.

    #1642 Risposta

    Antonio Barbato

    Faccio riemergere dal passato questo thread perché avevo due debiti nei confronti di Eleonora. Mi ero dichiarato, a suo tempo, incapace di rispondere alle sue domande perché non mi sembrava di avere le risposte. La domanda di Eleonora era: “dobbiamo accettarci con tutti i nostri automatismi e le nostre nevrosi di oggi? oppure dovevamo accettarci prima che le falsità nevrotiche cominciassero a tessere il nostro carattere? Oppure, dobbiamo accettarci così come siamo (nevrotici), ma intanto lavorare sui nostri falsi meccanismi?” Le mie risposte sono le seguenti: non potresti, neppur volendo, poter fare diversamente che accettarti per come sei e non è nemmeno detto che lavorando sui falsi meccanismi potrai modificare il tuo stato. Tuttavia, il vero problema è:c’è qualcosa di più importante nella nostra esistenza??
    Permettetemi di riproporre il quesito che aveva suscitato qualche interesse, e che mi sembra sempre essere centrale: Tra tutti gli esseri viventi l’uomo è l’unico in grado di prevedere il futuro e di richiamare a proprio piacimento il passato. E’ l’unico, cioè, a non essere costretto a vivere solo nel qui ed ora. Come mai, allora, questo grande risultato dell’evoluzione, diventa una trappola da cui non si sa come fuggire? Qualche riflessione??

    #1643 Risposta

    Marina Pierini

    Qualcuno mi diceva sempre che dagli errori del passato si può trarre insegnamento per il futuro….e paradossalmente è esattamente quello che non deve accadere, se non si vuole cadere nella meccanicità di reazioni che vengono attualizzate continuamente, rispetto a vissuti non risolti del passato….perchè i comportamenti nel qui ed ora risultano, in tal modo, non essere proporzionati ed in armonia con ciò che accade nel tempo presente. Non so rispondere alla tua ultima domanda, in effetti. 🙂

    #1644 Risposta

    Carla Basagni

    Cari amici, secondo me il vivere “qui ed ora” non è sempre auspicabile. Mi rendo perfettamente conto che qui scatta il mio personale automatismo di Quattro, ma ci sono tante circostanze della vita in cui trovare rifugio in “mondi paralleli”- come capita ai Quattro ed ai Cinque- può essere bello ed anche utile. Tutto sta nel tenere un po’ sotto controllo questa tendenza e fare in modo che non assorba tutta la nostra vita. Per non restare troppo sul generico, posso dire che la mia esperienza di adozione, avvenuta all’età di 45 anni e senza avere altri figli, per me ha avuto il significato di farmi uscire dal mio piccolo mondo di Quatttro, fatto di selezionati interessi culturali, poche amicizie, molte letture, molto tempo libero e molto “rimugiunare” in solitudine e farmi entrare nel mondo “dove vivono gli altri”, fatto di molte esigenze pratiche, più relazioni con bambini e adulti, molta fatica per far conciliare tutti gli impegni e poco spazio per me. Si può dire che l’adozione mi abbia costretto a vivere nel “qui ed ora” e questo è senz’altro un arricchimento, per un tipo come me. Ma dopo un po’ di tempo che cosa è successo? Forse quello che capita anche alle altre mamme. Ho cominciato a pensare “dove sono io?” e a provare nostalgia per i miei momenti in solitudine, i miei interessi culturali i miei “mondi paralleli”. Quindi ho fatto in modo di ricavare qualche spazio nella mia vita che fosse dedicato solo a questo e ho riportato un po’ di equilibrio nella mia vita.
    Detto questo, mi sento di essere abbastanza ottimista, circa le nostre possibilità di poter ottenere una migliore qualità della vita. Certo è molto difficile lavorare su di sè e vedere i propri limiti. Qualcuno diceva qui nel Forum che certe Ferite, come l’arroganza intellettuale per un Cinque di successo, sono davvero difficili da identificare per l’interessato. Credo che sia vero. E’ senz’altro più semplice vedere una Ferita che ci fa soffrire, perchè si è spinti a trovare una soluzione al problema.
    Un caro saluto a tutti,
    Carla

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