HomePage › Forum › Forum ASS.I.S.E. › Il ramoscello della pace alle guerriere della luce
Questo argomento contiene 19 risposte, ha 1 partecipante, ed è stato aggiornato da Eleonora 13 anni, 1 mese fa.
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Antonio BarbatoCarissime “guerriere della luce”, ho letto con molta attenzione tutti gli interventi sul thread Enneagramma e Dipendenza, e non mi sono affatto sorpreso nel percepire l’elevato grado di sottigliezza intellettuale e l’impegno che vi ha condotto a scambiarvi esperienze, visioni del mondo, dell’amore e del senso della vita. Non credo che ci sia mai stata, neppure per un momento, in nessuna di voi la volontà di recare offesa o criticare qualcun altro. Ascrivo qualche eccesso di passionalità della discussione alla volontà di arrecare un contributo e di chiedere, allo stesso tempo, una delucidazione su quello che si è inteso. Conosco, più o meno bene, come ragiona e sente ognuna di voi e questo mi permette di affermare che in ognuna le opinioni sono radicate tanto nel sentire quanto nel pensare. Per questo è inevitabile che ognuna pensi di stare dicendo la pura verità. Badate bene che questo è ciò che in alcune scuole di saggezza chiamano “il velo della luce”, intendendo con queste parole proprio la ferma e profonda convinzione che quello che si afferma, o di cui si dubita, sia l’unico modo di vedere una situazione. Nonostante sia accusato di esprimermi troppe volte mediante le parole di qualche storia più che in prima persona e in modo diretto, non posso esimermi dal rispondere ad Eleonora suggerendo a tutti noi di ragionare sulla famosa storia dei due uomini in carcere. I due erano rinchiusi nello stesso ambiente ma il primo guardando fuori vedeva la polvere del deserto, il secondo la luce delle stelle. Chi, secondo voi, diceva la verità e chi mentiva? Lo stesso si può dire del discorso sull’amore incondizionato. Più che discutere tanto dell’aggettivo (che ha suscitato in più di una di voi una normalissima reazione basata sulla percezione delle proprie esperienze), sarebbe stato meglio chiedersi chi è il soggetto che prova quell’amore. Se è l’ego, qualunque grado o stadio dell’ego, allora quell’amore non può essere incondizionato, perché l’ego, per sua stessa natura ed essenza, opera in ogni caso sulla base di quello che ritiene un vantaggio per sé. La domanda giusta da porsi, allora, è: ci si può liberare dell’ego? Qui la risposta è, in definitiva, più materia di fede che non di convinzione. Un’altra etichetta sulla quale non era tanto il caso di discutere tanto è quella di “dipendenza”. Cosa vogliamo intendere, prima di tutto, con questa parola? Io credo che nel contesto in cui essa è stata presentata ad Alessia, si volesse intendere la dipendenza come dipendenza psicologica di un adulto, come l’incapacità di soddisfare autonomamente un proprio bisogno. Da questo punto di vista credo sia corretto affermare che la “dipendenza” sia negativa, ma, in altre accezioni, essa non può essere ritenuta tale. Sirenella affermava, peraltro correttamente, che “la dipendenza non parassitaria è uno stato normale”, ma personalmente, anche se capisco bene cosa vuole intendere, ritengo questo modo di esprimersi una complicazione non necessaria. Dipendiamo da questo mondo per sopravvivere in ogni attimo della nostra vita, ma questa non è una dipendenza non parassitaria, è la normale condizione umana e non occorre definirla in modo diverso. Se, tuttavia, lei voleva far riferimento al fatto che chiedere aiuto possa e debba esser praticato, come mezzo per togliere all’ego quello che Massimo il Confessore definiva il demone della boria tenace, allora sono d’accordo che il riconoscimento della dipendenza possa essere, paradossalmente, positivo. Per quanto riguarda la crescita attraverso ANCHE la percezione del dolore non credo che essa possa essere negata. Questo, peraltro, non significa che il dolore debba essere ricercato o debba essere una esperienza più importante di un’altra. Esprimere un giudizio del tipo buono/cattivo sul dolore è stupido, esso fa semplicemente parte della esperienza umana. Infine, e credo che questo sia il punto più importante, la cosa più importante non sta nel grado di “perfezione” che un amore, qualsiasi tipo di amore, può esprimere, ma nella sua intenzione positiva, nel suo voler condividere con rispetto ed un sentimento di comunanza per l’altro un qualcosa che ci appartiene ed è allo stesso tempo universale. Da questo punto di vista, forse, sarete tutte d’accordo con me che la vostra condivisione sul forum è, in realtà, un atto di amore e, in quanto tale, non ha bisogno di ulteriori aggettivi. Porgo con affetto il mio ramoscello d’ulivo a tutte voi. Il Capitano.
Alice/StefaniaGrazie Capitano! Ma credo che nessuno abbia voluto offendere nessuno. Ad alzare questo polverone sull’amore incondizionato sono stata io (tanto per cambiare! 🙂 🙂 Avevo risposto alla domanda di Alessia nel modo che io ritengo più giusto per me, naturalmente, peraltro condiviso anche da Eleonora, Tecla e Alessia. Spero non aver confuso i nomi. Baci. Alice.
AlessiaCiao Capitano!!! Guerriera della luce mi piace un sacco!!! Anche io penso che la nostra discussione sul forum sia un atto di condivisione profonda e quindi di amore. Il rispetto che, credo di parlare a nome di tutte le scriventi, ci siamo dimostrate (nonostante i toni appassionati) è amore. Devo dire che il tema della dipendenza mi piace molto, anche perchè, in quel seminario, ho fatto un’esperienza pratica con un maestro di teatro contemporaneo (di cui ho voglia di parlarti da vicino) e che sembrerebbe aver fatto uscire allo scoperto, dai meandri del mio inconscio tutta la mia contro-dipendenza e tutta l’angoscia che provo nel solo lontanissimo pensiero di dipendere da qualcuno o qualcosa (che non sia io)….pensa te! Concludo salutandoti e sicura che tutti concordano con me ti dico: TI AMIAMO INCONDIZIONATAMENTE!!!! Bacioni. Ale
Marina MeleCara Alice. Sono ben felice tu ci sia, qui nel Forum. Finora quella che ha sollevato polveroni sono stata soprattutto io…..adesso mi sento meno sola!
TeclaIo non pensavo di dire la VERITA’, ma di comunicare la mia verità. Io credo che paradossalmente sia chi vede la polvere, sia chi vede le stelle può trarne qualcosa, probabilmente ne trarrà quello che gli serve in quel momento, o più semplicemente quello che è capace di trarre. Sarà la sua personale verità e va rispettata come fonte di crescita e di energia per lui. Anche io penso che la discussione proprio perchè appassionata e senza esclusioni di colpi, sia stata un atto d’amore, lo è mettersi in gioco, non aver paura di sentirsi feriti, poter trasmettere ciò che si sente e ascoltare l’eco della verità dell’altro che ti muove qualcosa dentro. Ragazze, in un mondo in cui si chiacchiera sempre più spesso di banalità, credo che siamo riuscite a toccare cose nel profondo, non è un meraviglioso regalo questo? Io ne sono grata.
Marina MeleIO ne sono stata fuori e, leggendo da fuori, non ho sentito cattiveria. Ho sentito volontà. Ho sentito direzionalità, ho visto spostarsi grandi energie certo con qualche colpo ma con una certa appassionata attenzione. Ho fatto fatica a entrare ed è un problema mio di questo momento ma vi ho letto con tanto, tanto affetto nella mia momentanea impotenza.
Vi ho trovato bellissime e molto concrete nel vostro esporvi. Io vi ho sentite così.
Antonio BarbatoNon credo, cara Campanellina, che tu abbia sollevato un polverone, anche perché non mi sembra che nessun abito si sia sporcato 🙂 🙂 D’altronde, nemmeno Melinda è una “provocatrice di professione”, ma deve solo, come le ho suggerito più volte, imparare, come Sirenella, a controllare la sua impulsività. Il tema della dipendenza, cara la mia Fiammiferina stasera molto zuccherosa, è molto vasto e complesso. Nella teoria dell’enneagramma si afferma che, in linea di massima, il lato di destra sia quello del tentativo di rispondenza ai messaggi parentali, mentre quello di sinistra sia più di rifiuto rispetto all’autorità. Concordo pienamente con l’ultima parte del tuo ragionamento, ombrosa vesperina, un po’ meno con la prima parte. Il problema che avevo posto io non sta nel fatto che, magari, ognuno dei due uomini può trarre un vantaggio da quello che vede, ma, molto più semplicemente, che se uno dei due vuole avere ragione non può averla del tutto. Baci a tutte
Marina MeleCaro Antonio. Hai ragione da vendere. Imparare a controllare l’impulsività è uno dei mie grandi temi. Vuol dire, nel concreto per me, far valere la ragione sul sentimento passionale che scatena la perdita di controllo. Io, talvolta, proprio non ce la faccio a fermarmi e sempre, sempre SEMPRE, poi me ne dolgo terribilmente….in questo periodo sono molto più attenta (che mi pioace più di controllata). Solo che ancora non sono arrivata bene alla soluzione. Allora accade che mi allontano per non “scattare”: Ma stare lontano mi fa soffrire e vado in depressione……mi faccio una tisana. Ne volete?
Alice/StefaniaSI grazie, se ce l’hai rilassante. Devo ancora fare i piatti e devo stirare. Uffa! Alice.
Marina MeleOkkei. La rilassante ce l’ho. Però bevila dopo aver stirato…oppure comincio a chiamare i vigili del fuoco…..ehi stefi, occhio alla camicina di seta…quella brucia per prima. ciao allora.
SirenellaFrancamente non vedo la necessita’ di offrire ramoscelli di pace Antonio. Nonostante la passione, la determinazione, la volonta’ le risposte emotive o cerebrali nessuna di noi ha inviato bombe infilate in buste da lettera a casa delle altre 🙂 …certamente come al solito ti muovo un rimprovero…che e’ quello di essere intervenuto col tuo contributo dopo cosi’ tanti giorni di discussioni e chiarimenti che spesso sono diventati perversione di intenti e fraintendimenti. Io penso che il compito di un Capitano sia proprio quello di “indicare la rotta” addolcendo i toni quando l’equipaggio comincia a seguire troppe stelle opposte l’una all’altra e offrendo una direzione piu’ stimolante e coerente se necessario. Sarebbe stato un sollievo per me, non so per altre, poter avere uno scambio arricchente e ridimensionante con te (scusate scrivo male stasera ma lasciatemi collassare ogni tanto) molto prima che certi concetti degenerassero perdendosi nei meandri oscuri della casa di Asterione :-)…grazie per esserti deciso comunque a farlo, certamente ne sono contenta, ma sento lo stress di qualcosa che poteva essere moderata, guidata e accompagnata molto prima con buona pace di tutti. Sai che sono fatta cosi’. Se voglio bene a qualcuno non mi interessa perdermi in salamelecchi, in certi momenti, ma esprimo il senso del mio affetto anche nel manifestare quanto sia stata importante la tua assenza in certi momenti. E’ un pensiero mio. Mi hai chiesto di tornare a scrivere, mi dispiace che tu ritenga di doverlo fare sempre in maniera cosi’ stentata…perche’ certamente il tuo aiuto arricchisce e non impoverisce mai nessuna di noi. Comunque, grazie a te, e sopratutto alle donne che sono rimaste e non si sono risparmiate.
Marina MeleSirenella. Io non ho partecipato ma ti ho e vi ho lette molto. Io sono molto felice tu ci sia e sia tornata a scrivere. TI fdirò di più. Leggere il tuo ritorno è per me grande gioia e non solo. Leggere gli altri ch escrivono, e con questa passione, aiuta chi, in un dato momento, questa passione l’ha in cantina.
Ti abbraccio.
Melinda
SirenellaGrazie Marina…credo ci sia stata con te la dimostrazione piu’ vera (anche se magari privata) di quanto il mio discutere sempre tutto non mi porta mai alla distruzione dei rapporti, delle persone, del loro essere differenti. A me e’ stato insegnato che la mancanza di rispetto e’ insita nel gesto che annulla l’altro. Dibattere, discutere, spronare, stanare, ripetersi, insistere non sono secondo me le basi per il non rispetto. Solo della curiosita’ verso la vita, una curiosita’ che e’ attiva e reattiva, piuttosto che una curiosita’ fatta di passiva accettazione. Niente di grave, anche se e’ stressante a volte e lo capisco. Ma quello che vorrei dirti e’ che per me in questo momento e’ dura scrivere. Spesso lo faccio con le lacrime agli occhi, e il mio dolore non ha nulla a che fare con gli argomenti che trattiamo, quanto con un dispiacere che ho ricevuto nel dover accettare cose che per me erano e sono sbagliate. Questo ha scatenato una reazione a catena che non voglio condividere perche’ non e’ necessario, ma dentro di me cose non sono risolte e nemmeno accettate. Scrivo perche’ mi e’ stato chiesto di farlo. Mi e’ stato chiesto di non rinunciare a qualcosa che ha comunque valore. Mi dispiaccio che cio’ che mi si chiede di fare vale per me ma sembra non dover valere per chi ha dato valore al nostro esserci. Insomma si deve predicare come si razzola 🙂 …sono felice di sapere che mi dici bentornata, saro’ felice ogni volta che scriverai perche’ allevierai il mio dolore, darai un senso a quello che per me non ne aveva piu’, e saro’ io allora a poterti essere grata per un dono ricevuto. Ricambio il tuo abbraccio. Marina.
EleonoraAntonio, non ho ben capito a cosa ti riferisci di preciso riguardo a me. Nella tua storiella è chiaro che entrambi dicono un pezzo di verità. Però, quello che vorrei precisare è che proprio la negazione (almeno così mi è sembrato) di uno di questi pezzi mi ha indotto a dire la mia. L’importante è non negare nè l’esistenza del deserto nè quella delle stelle. Anche perchè, sebbene sia il “velo della luce”, sempre di un velo si tratta……sigh…:( bacioni. eleonora
EleonoraUn’altra cosa che vorrei dire e forse non vi piacerà è che io non ho affatto sentito questa discussione come amore. Se proprio la vogliamo vedere così, no problem ma per me, non si è trattato di questo, o perlomeno non in tutta la discussione. Voi 4 la chiamate passionalità (e dentro questo termine ci mettete di tutto e di più):); sicuramente su questo forum l’amore c’è stato molte volte ma nel caso specifico ho sentito anche tanto (oltre al velo della luce), il desiderio di avere potere sull’altro. E’ chiaro che non è stato intenzionale, e poi siamo umani e c’è anche questo: vincere in una discussione ci dà energia. Nonostante sia ben consapevole di questo, non mi sento di dire che sia stato uno scambio d’amore. ancora bacioni. eleonora
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