Sirenella. Ti do ragione. Tu sei diretta, sei energica e forte e io credo sempre che è megli avere mille persone come te che persone che leggono, mai scrivono, poi magari si lamentano. Meglio uno scontro guardandosi negli occhi che coltelli alla schiena che arrivano da chi neppure si vede. Melinda
Cara Leo, facevo riferimento alla tua affermazione sui due diversi modi di “sentire” o “analizzare”, che, in verità, erano solo alternative visioni di una realtà. Sirenella non stava “analizzando” un sentimento, stava solo cercando di vedere con chiarezza anche dentro di sè. Vincere in una discussione non dà energia e normalmente rafforza solo la nostra tendenza alla competizione, ma, francamente, questa sensazione non la ho percepita. Come ci insegna la storia, i due uomini potevano discutere fino allo sfinimento ma nessuno dei due, anche se avesse convinto l’altro, avrebbe acquisito l’energia necessaria per uscire dalla prigione che li intrappolava.
Marina/Sirenella, se veramente mi sentissi rimproverato da te per il per il mio ritardato intervento e non sapessi che ne sei, soprattutto, dispiaciuta, vorrebbe dire che non più cogliere lo stato delle persone. Il compito di un Capitano è di indicare la rotta e di sapere quando è il caso di dire al Nostromo, che vuole torturare i prigionieri, “ma porta pazienza” (spero che i prodotti Fabbri mi consentano questa citazione tratta da un Carosello d’antan). Certe volte le discese nella casa di Asterione hanno il pregio di fare emergere lati di noi stessi che ci rifiutiamo sistematicamente di vedere (e questo è un assist).
Il ramoscello della pace, inoltre, come hai potuto forse intravvedere, è giusto che venisse porto quando la comprensione si era ben urtata con i moti più volatili della coscienza.