HomePage › Forum › Forum ASS.I.S.E. › inaridirsi
Questo argomento contiene 35 risposte, ha 1 partecipante, ed è stato aggiornato da Sarah 13 anni, 1 mese fa.
-
AutoreArticoli
-
TeclaCapita a qualcuno di voi di avere la sensazione di sentirsi inariditi interiormente? Può succedere che questo avvenga senza che gli altri se ne accorgano? E’ possibile che se si esterna questa sensazione gli altri invece ti facciano notare che non è assolutamente vero, che ti forniscano mille esempi di empatia e sensibilità ,anzi addirittura ridono spiegandoti che magari c’è l’eccesso opposto all’inaridimento?E come mai allora uno sente questa sensazione?E perchè la sente pur continuando a commuoversi, a partecipare, a indignarsi? Come se tutto raggiungesse uno strato abbastanza profondo ma non così profondo come potrebbe, come in passsato è avvenuto?Perchè quando ci si sente così, e si è proprio convinti che è così, percorsi da un alito gelido di distanza, poi all’improvviso scoppia un maremoto interiore del tutto inaspettato? Sono tutti discorsi da 4 oppure accade anche agli altri enneatipi? Si può desiderare questa aridità che in un certo senso ci protegge lasciando assente qualche emozione e contemporaneamente sentirsene disperati e manchevoli di un pezzo di sè fondamentale come l’aria che respiriamo? Tutte queste sensazioni sono idee fasulle su di sè o sono gli altri che non sanno comprendere e pesare bene l’intensità delle nostre emozioni?
Marina MeleCara Tecla. Io so che il processo di inaridimento, per me, è in atto. E so quanto sto soffrendo di questo e per questo. Mai avrei voluto che ciò mi accadesse ma ora so che è inevitabile e sento che è nel percorso di oggi. Quello che non so è se questo processo è un raggelamento che avrà un limite e uno stop, non so fin dove arriverà…non so se dipende da chi ho di fronte.
Mi accorgo, talvolta, che mi scatta ancora quel giovane entusiasmo e poi…piano piano si spegne….ma so anche che le persone aride non mi piacciono e me ne sto liberando….quindi penso, semplicemente, che, finalmente io non vado più oltre un certo limite, che non mi spendo più oltre misura. Come so anche che non tutto dipende da me e mi incuriosisce, quanto ahimè mi delude profondamente, verificare quanto, talvolta, si spendono poco gli altri.
Gli altri non lo sentono molto perchè il calore da dentro forse è immutato ma, forse, è meglio indirizzato e veicolato…. però non ce l’ho chiaro perchè è in piena fase di esplorazione……checchè se ne dica sono convinta che l’età influisca parecchio ma posso sbagliare.
Io la sento questa emozione e mi commuovo….tanto e, forse, mi commuovo per questo ….per qualcosa che mi sta lasciando!…Lo sai si dice che più passano gli anni più ci si commuove perchè la vita corrode la tua forza ma è anche vero che magari ti commuovi per qualcosa che rievoca il passato che ti ha lasciato…oddio no, arriva la nostalgia! Aiuto!
TeclaNon so tu ma qualcosa di questa sensazione mi confonde.Se veramente c’è questo inaridimento non è una contraddizione soffrirne? se uno non prova nulla, come può soffrirne? Ma poi perchè uno si porta questa sensazione dentro? Io non capisco. Quando incontro le storie dei bambini che sono in terapia al Centro dove lavoro, io sento il giusto equilibrio nel distacco necessario all’aiuto e la partecipazione e l’empatia che serve ad accogliere. il mio cane mi intenerisce, amo la mia famiglia, sono curiosa e partecipe della vita degli altri.Quando leggo un libro mi emoziono,non parliamo della musica che addirittura è un anno che evito di ascoltare per non sentirmi sommergere dall’emotività eppure…eppure sento che qualcosa manca. Come se tutto ciò che mi circonda non sia abbastanza, se vedo il dolore nelle persone,lo sento ma penso sempre c’è un dolore ancora più grande da qualche altra parte.Io al contrario di te non sono mai delusa quando constato che gli altri si spendono poco. Non lo so perchè. Penso sempre, ma proprio sempre che se una cosa muove me non per questo deve muovere gli altri. Oppure le persone non sono nel momento giusto per spendersi in quella cosa per la quale io sento invece di dover esserci.oppure mettono in atto delle difese,ognuno ha dei propri equilibri.
SirenellaCara Tecla, io non so se la memoria di questa sensazione che anche io fino ad un certo punto della mia vita ho provato, puo’ assomigliare a qualcosa che provi anche tu oppure no. Posso semplicemente parlartene nella speranza che possa esserti utile in qualche modo. Mi hai fatto tornare alla mente alcuni periodi molto molto bui della mia vita, in cui pur sentendomi emozionalmente viva, qualcosa sotto la cenere mi dava l’impressione che tutto sommato non me ne importava delle cose, della vita, dell’amore e tutto il resto. Era una sorta di resa, che puo’ somigliare in qualche modo ad un certo atteggiamento dei Cinque. Poi ho dovuto scavare piu’ a fondo, e mi sono resa conto che quella resa in realta’ era rivendicazione mascherata. Almeno per me. Non potevo, in quel momento della mia vita riavere cio’ che mi era stato tolto, e mi difendevo dicendo che tutto sommato si prendessero pure tutto, chissenefrega. In realta’ era un mio modo forse un po’ infantile per “incapricciarmi” a mio stesso danno, imponendomi un disinteresse, un disinnamoramento doloroso nei confronti di cio’ che non potevo avere. Mi addolorava questa condizione, proprio perche’ in fondo era un distacco che mi imponevo nell’impossibilita’ di ottenere qualcosa. Se riesco a spiegarmi…potrei in qualche modo dire che si trattava di una “rivendicazione fredda” che faceva profondamente male, tanto quanto quella “calda” che mi caratterizza ormai da tempo quando invece esplodo, espando le mie sensazioni e i miei pensieri e tento di conquistare cio’ che ritengo giusto per me. Il mio era un atteggiamento infantile. Un modo comunque per essere insoddisfatta e smuovere gli altri che preoccupati si interessavano a questo mio dolore non dolore. E’ stata una fase, che ho superato per fortuna. Oggi qualche volta mi sento scoraggiata, mi sento sola in mezzo a coloro che mi circondano perche’ ho la sensazione che un pezzetto di quella gioia di quel calore che da’ il sentirsi ricambiati in un rapporto a due non ci sara’ mai per me. Sono momenti. Poi cerco di farmi coraggio, evidentemente la mia tenacia e’ piu’ forte della disperazione, e si ricomincia. Pensaci, spero comunque che qualcosa di quanto ti ho detto possa spigerti a fare riflessioni almeno nuove, non sempre le risposte sono cio’ di cui abbiamo bisogno, qualche volta il problema e’ che sbagliamo sistematicamente le domande. Trovare una risposta giusta quando anche la domanda e’ quella giusta e’ la chiave di svolta per ogni cambiamento….bacioni.
Marina MeleDici bene Tecla. E probabilmente sono io che sbaglio e se sbaglio, sbaglio da una vita. Sai quante volte non ho capito che separare me dagli altri fosse fondamentale. Quello che provo io non è quello che provano gli altri…..razionalmente sembra fin troppo facile comprenderlo eppure sul piano emozionale non era così. Oggi so che questa differenza esiste ed è profonda e, soprattutto, so che l’attenzione che metto io (a volte facendo più danni che altro) è la mia e non è paragonabile con altre…..sembra persino banale dirlo ma sentirlo autentico e netto, da dentro, è altra storia.
Non credo sia contradditorio soffrire del proprio inaridimento quando lo si è vissuto senza conoscerlo per un lungo tempo.
L’inaridimento, per me, rappresenta l’amarezza, altra “parolona” di questo mio nuovo tempo, del prendere coscienza di questo mutamento.
Ho sempre buttato il cuore oltre l’ostacolo “e poi si vede”, …..oggi non più,…il mio cuore sta al di qua dell’ostacolo, costi quel che costi!
Stasera sono a casa da sola, come la maggior parte del mio tempo da oltre un anno, sono triste, molto molto triste eppure non ho voglia di nessuno…paura? Mi rendo conto che nessuno, in questo momento potrebbe colmare questo vuoto……tutto questo ha un prezzo enorme…infatti ho deciso, forse finalmente, di investire su di me, su di me, su di me!………sto perdendo amici per questo…ma erano amici?
Anch’io sto ascoltando meno musica per lo stesso motivo (il mio medico dice che il mio pianto è la mia colite emotiva e credo abbia centrato in pieno)…….ma vedi, ora scrivo qui, poi forse leggo, studio e sto qui con le mie cose e in contatto con te e con altre persone di grande spessore che ho avuto la fortuna di scioprire qui in questo forum….che dirti?…..Cercherò di prendere meglio il tuo esempio e di soffrire meno del fatto che gli altri sono più bravi di me a curarsi di loro………….”non ti curar di loro, guarda e passa!”
TeclaSire c’è da riflettere molto su quello che hai scritto,ma non so se si tratta proprio dello stesso stato d’animo di cui parli tu. Lo dico perchè riflettendo su quello che hai scritto io mi sono ritrovata ,ma non nello stato presente. Voglio dire : la situazione che tu descrivi io l’ho provata in alcuni periodi molto giovane e l’ho riconosciuta in quello che dicevi.Invece sento che ora è profondamente diverso.Soprattutto per l’aspetto della rivendicazione.In quei periodi sentivo che mi veniva tolto qualcosa ingiustamente, ma per quanto ti possa sembrare assurdo ora non è così. Io dentro non sento di aver nulla da rivendicare, è la vita che è così,le cose succedono.Non sento rabbia per qualcosa che mi è stato sottratto, ma dolore,semplicemente. Di questo sono molto consapevole, perchè so che ho avuto molto dall’amore, dalla vita e anche da me stessa.Adolescente poteva essere facile lo sbandamento per una serie di motivi oggettivi e soggettivi.Invece ho costruito una vita densa di condivisione,ho messo ordine,equilibrio, armonia. Non ho nulla da rivendicare,ma solo la sensazione che tutto sia finito e questo mi fa sentire distante,anche se mi vergogno a dirlo, c’è una grossa parte di me che vorrebbe mettere la parola fine a tutto.,.fin quando dovrò stare quì,farò tutto quello che devo fare, perchè così deve essere,e non può essere altrimenti ma a volte non vedo l’ora che tutto finisca.non sono arrabbiata tranne che con me stessa perchè non riesco ad essere perfetta e serena come vorrei, come sarebbe giusto che fosse.
Franco IncandelaCara Tecla, nel mio passato, quando non avevo consapevolezza, mi succedeva di inaridirmi. Nel mio cammino di crescita ho capito poi che ciò avveniva perchè la mia autostima dipendeva dagli altri e non da me stesso. Spero la mia esperienza possa esserti utile. Ciao Franco
Marina MeleTranquilla Tecla……dovunque tu vada ci sarà un cellulare che squilla……ahahahahahahha!
Teclafranco, io non sento di dipendere dalla stima degli altri, però sento di dipendere dal loro amore. Non da quello che pensano di me, delle mie capacità,dal loro giudizio ma dal fatto che mi possano accogliere e volermi bene. Ma non dall’amore di chiunque ma solo di chi mi fido fino in fondo.secondo te è la stessa cosa? Forse sì.
Teclamel, dubito che dove vorrei andare squillino ancora i cellulari, ma non si può mai dire! io spero di no,però.
Marina MeleSai Franco, per me è l’esatto contrario. Interessante. Il mio livello di miglior autostima mi ha portato proprio a inaridirmi….vedi come è curioso ogni personale vissuto?
Tecla…….fidati! Quentin Tarantino poi magari ci fa sopra un bel film con la Truman e quegli altri ….cellulare che squilla …e tutto il resto.
Franco IncandelaCara Tecla, secondo me è la stessa cosa e mi riferisco sempre alla mia esperienza e cioè se ero amato, la mia autostima saliva, se non ero amato scendeva e di brutto. Ciao Franco
TeclaHai ragione, forse quando non ci sentiamo amati pensiamo di non meritarlo,in fondo è lastessa cosa…franco una volta ti ho sentito mettere in dubbio la tua appartenenza al tipo 4, sei ancora in ricerca?Dalle cose che dici ti percepisco come 4
Franco IncandelaCara Tecla, non sono un 4 però la sofferenza mi ha donato una certa profondità e intuizione. Sto completando la ricerca del mio vero enneatipo e poi ne parlerò qui nel forum spiegando anche come abbia potuto sbagliarmi. Ciao Franco
Marina MeleEntro con cautela in un discorso tenero e un pò intimo,…. ho un pò pensato se farlo ma poichè siamo in un forum, provo a metter da parte un rischioso e stupido personalismo e a dire alcune cose che spero siano di valore anche per voi e penso utili e, comunque, creino stimoli.
Capisco quello che dite ed è comprensibile …ma vi invito, seppur espresso in realtà male da me qui sopra, a provare a ribaltare il concetto.
L’auto-stima appunto, è un valore interno che va alimentato a titolo personale. Se l’autostima è alimentata o addirittura sentita secondo il nutrimento che arriva dall’esterno è evidentemente ballerina e poco stabile…..non si può neppure parlare di auto-stima ma forse di riconoscimento!
L’autostima ha a che fare con la tua interiorità. Ti autostimi se sei presente a te e non ti autostimi quando non sei presente a te…lavorare sulla creazione del valore della propria autostima significa lavorare verso e per il proprio sè. Si deve lavorare sui sensi di colpa a favore della autoresponsabilizzazione….ed è necessario tenere il contatto con quello che una emozione crea a se stessi e sentire cosa evoca, cosa porta e come si trasforma. Nei seminari di autostima proponiamo alcuni giochi che se accolti e presi nel reale della persona divertendola, porta degli iniziali buoni risultati che poi stimolano altre cose.
Spero di non aver disturbato e magari aver sollecitato diverse curiosità. -
AutoreArticoli