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Questo argomento contiene 35 risposte, ha 1 partecipante, ed è stato aggiornato da Sarah 13 anni, 1 mese fa.
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Antonio BarbatoIl desiderio di ricambiare quell’amore ti fa sentire piena, Tecla, mentre la dolorosa sensazione di non avere, invece, nessuno che ti faccia sentire così provoca una contrazione del cuore che respinge e chiude. Fidarsi fino in fondo…………questo è il vero problema, ma da che cosa questa sensazione di non poterlo fare dipende??? L’amore deve per forza essere così totalizzante per essere vissuto come tale, o questa posizione è una risposta tutta individuale di un bambino che cerca disperatamente di non sentirsi solo e perso?? Eppoi…. in che modo esso deve manifestarsi in concreto per farci dire che è proprio quella la forma di amore che volevamo???? Su questo Tecla ed amiche/amici del forum mi piacerebbe sentire la vostra esperienza e, più in generale, cercare come essa dipende in modo ineludibile dal proprio tipo di appartenenza.
StefaniaHo vissuto e vivo tuttora una sensazione di inaridimento del cuore, da quando fra le mie mani ho sentito spegnersi la vita di mia madre, dopo, tutto il resto è diventato gelo intorno a me. Niente aveva più lo stesso significato e il dolore è rimasto sepolto in un pianto mai esternato, dignitosamente represso e interiorizzato. Troppi avvenimenti dolorosi, uno dopo l’altro ti logorano e se hai la forza di sopravvivere devi per forza imparare a non identificarti nel dolore, solo così puoi ancora essere utile agli altri e a te stesso. Ma il percorso è altrettanto doloroso, tortuoso e difficile…e quando arrivi alla meta, allora ti sembra di non aver mai vissuto quegli episodi, di non avere radici, di non ricordare la sofferenza, ti sembra di non riuscire più a riconoscere l’amore e chi hai amato. La cosa più terribile è che ti sembra di non “sentire” più niente, e questo da una parte è una sensazione di grande sollievo e dall’altra di grande paura e di separazione da se stessi. Piano piano, cominci a comprendere che non ti sei inaridito e che sai ancora amare…stai soltanto prendendoti cura di te stesso, difendendoti, senza per questo amare di meno. Alice.
Antonio BarbatoSi, Campanellina è come tu hai descritto, ma il messaggio di Tecla, sul quale sono intervenuto, poneva l’accento su qualcosa di diverso è, a mio avviso, di profondamente significativo per un Quattro. Sarò assente fino a Domenica, ma mi piacerebbe leggere qualcosa perché è un tema che, ripeto, è a mio avviso decisivo per un Quattro!!
Antonio BarbatoRiporto il messaggio, che si può leggere anche più sopra, per renderlo più evidente a tutti. “Il desiderio di ricambiare quell’amore ti fa sentire piena, Tecla, mentre la dolorosa sensazione di non avere, invece, nessuno che ti faccia sentire così provoca una contrazione del cuore che respinge e chiude. Fidarsi fino in fondo…………questo è il vero problema, ma da che cosa questa sensazione di non poterlo fare dipende??? L’amore deve per forza essere così totalizzante per essere vissuto come tale, o questa posizione è una risposta tutta individuale di un bambino che cerca disperatamente di non sentirsi solo e perso?? Eppoi…. in che modo esso deve manifestarsi in concreto per farci dire che è proprio quella la forma di amore che volevamo???? Su questo Tecla ed amiche/amici del forum mi piacerebbe sentire la vostra esperienza e, più in generale, cercare come essa dipende in modo ineludibile dal proprio tipo di appartenenza. “
Utente OspiteCol tempo sai/col tempo tutto se ne va/non ricordi più il viso/non ricordi la voce/quando il cuore ormai tace/a che serve cercare ti lasci andare/e forse è meglio così/ Col tempo sai/col tempo tutto se ne va/l’altro che adoravi che cercavi nel buio/l’altro che indovinavi in un batter di ciglia/tra le frasi e le righe e il fondotinta/di promesse agghindate per uscire a ballare/col tempo sai tutto scompare./Col tempo sai/col tempo tutto se ne va/ogni cosa appassisce io mi scopro a frugare/in vetrine di morte quando il sabato sera/la tenerezza rimane senza compagnia.
Col tempo sai/col tempo tutto se ne va/l’altro a cui tu credevi anche a un colpo di tosse/l’altro che ricoprivi di gioielli e di vento/ed avresti impegnato anche l’anima al monte/per cui ti trascinavi alla pari di un cane/Col tempo sai tutto va bene.
Col tempo sai/col tempo tutto se ne va/non ricordi più il fuoco/non ricordi le voci della gente da poco/e il loro sussurrare/non ritardare copriti col freddo che fa./Col tempo sai/col tempo tutto se ne va/e ti senti il biancore di un cavallo sfiancato/in un letto straniero ti senti gelato/solitario ma in fondo in pace col mondo/e ti senti tradito dagli anni perduti/allora tu col tempo sai non ami più. FRANCO BATTIATO Album Le FLEURS 3
StefaniaCredo che non sia soltanto la mancanza di amore o di una persona da amare che ti porta ad inaridirti, ma una conseguenza di eventi che ti portano ad essere più distaccato e a volte freddo. Per un quattro è quasi impossibile vivere senza passione e quando questa passione muta e non si riesce più a riconoscerla nelle proprie viscere ci si sente inariditi dentro. Mi sono sentita a volte come un animale impagliato! A fatica ci si riconosce, o almeno per me è assai difficile, anche se so che questo nuovo atteggiamento nei confronti della vita mi rende più forte. Forse così ci si protegge, come ha scritto Tecla, o forse è un percorso obbligato o forse ci siamo impegnati ad essere così. E’ vero, le persone intorno non sembrano accorgersi di questo inaridimento, eppure a volte mi sento quasi indifferente a ciò che mi accade intorno. Credo che sia una forma di “saggezza”, in fondo, tutto sta nel trovare il giusto equilibrio. Un saluto. Alice.
Antonio BarbatoCara Stefy, credo che quello che tu hai descritto non è uno stato di inaridimento, ma uno di Sbandamento. Una posizione esistenziale nella quale hai ricevuto tanti urti dolorosi da non sapere più dove andare e, per evitare di poterti fare ulteriormente male, ti rifugi in una specie di apatia sentimentale difensiva. Anche quello che il nostro ospite ignoto ha descritto con le belle parole di Fleurs non è, a mio avviso, un inaridimento ma un trionfo della malinconia propria del Quattro. Per ben capire la differenza fra queste due posizioni bisogna sempre tener presente quello che è fondamentale per un Quattro: la speranza. L’inaridimento di un Quattro si può avere solo quando si è persa la speranza e, filtrando i sentimenti che continua a provare, lascia emergere solo quelli più negativi e distruttivi. E’ la posizione di Shylock quando è tradito ed abbandonato dalla figlia, della Cugina Bette di Balzac quando crede che il suo amore sia stato respinto per cinismo ed indifferenza. Io credo che il Quattro abbia due fondamentali nemici da combattere: la mancanza di fiducia nell’amore che gli altri provano per lui e la continua richiesta di attenzione ed ascolto. Fino a che la Speranza di poter trovare una risposta positiva a queste due istanze lo sorregge, un Quattro non si inaridisce mai davvero, ma in caso contrario la perdizione è proprio ad un passo.
Luce“(…) la mancanza di fiducia nell’amore che gli altri provano per lui e la continua richiesta di attenzione ed ascolto”. Questa notte mi sono svegliata cercando una risposta ad un mio stato emozionale. Sto vivendo una storia come ho sempre desiderato, con una persona che mi da le attenzioni continui di cui ho bisogno eppure….basta un attimo, qualcosa che non “arriva” come vorrei io e nasce l’inaridimento, l’assenza emozionale, la messa in discussione dei miei sentimenti. nella frase di cui sopra ho trovato la risposta alla mia domanda. credo di avere l’aspettativa della dimostrazione continua e sempre e questo mi allontana da ciò che la persona mi dona nel qui ed adesso. Ho un vissuto di aridità, quasi fossi stata tradita da una disattenzione ma….forse la risposta è proprio questa : mancanza di fiducia e continua richiesta di ascolto …tacita. E se cominciassi a esternare ciò di cui ho bisogno, potrebbe essere un antidoto al vissutto di aridità emozionale?
…grazie luce
TeresaLuce sembra tu stessi parlando di me. Uno ti può regalare anche la luna ma se è sbagliato il fiocco del pacco, quando lo apri la luna non la vedi proprio. E’ sfiancante questo atteggiamento. Io non ne posso veramente più, sono così stanca. Si, basta un nonnulla ed ecco che metto in discussione i sentimenti, che mi congelo, che non provo più nulla. La sfiducia nel poter essere amata è così radicata in me che veramente sto perdendo la speranza. Sto vivendo anch’io una storia con una persona che, con tutti i suoi difetti, ce la sta mettendo tutta per farmi felice…oh non lo sto facendo stancare con tutte le mie richieste continue? Mi sento una tiranna eppure nello stesso tempo credo di non avere torto, che le mie dimostranze e le mie richieste abbiano un senso e che quindi è lui che non capisce e non mi ama (!). Esternare ciò di cui hai bisogno Luce? Bè si, provaci, è sempre meglio che tenersi tutto dentro e sperare di essere come una palla di vetro nella quale l’altro può vedere e capire ed esaudire. A me ha funzionato e funziona fino a quando non vado praticamente in tilt e divento un fiume di richieste. Luce avrei bisogno della tua mail, me la manderesti tramite Antonio? Baci Teresa
Utente Ospite/Lo sveglioMah, sinceramente questo argomento per me è un po’ ostico. Come ho già esternato una volta al corso di enneagramma non avverto questo spasmodico bisogno di sentirmi amato quindi tutto il castello del “come deve amarmi l’altro per farmi sentire amato, come manifestare i miei bisogni, i miei desideri e così via” non è così forte. Sinceramente penso che non è detto che sia sempre e comunque necerrario qualcuno da amare e che ti ami. Se c’è si è fortunati ed io in questo momento lo sono ma quando si è soli, è opportuno spendere tante energie per trovare qualcuno da amare?
Secondo me il fatto che quando si è soli si ricerca disperatamente l’amore significa che qualcosa manca in noi e che lo ricerchiamo all’esterno, nell’oggetto potenziale del nostro amore (uomo o donna che sia). Ma il fatto stesso che manchi questo qualcosa in noi, che non ci fa essere autosufficienti dovrebbe farci pensare.
Io risposte sinceramente non ne ho diciamo che …………….sto ancora pensando……….nel mentre sono fortunato perchè ho una persona che mi ama e che amo, ma non attraverso questi labirinti di cui parlate nel modo di vivere quello che ho tra le mani i questo momento. Cerco di viverla minuto per minuto assaporando il bene ed inevitabilmente anche il male, ma la cosa va benissimo così e (come direbbe Vinicio – approposito un saluto -) mi garba assai.
Purtroppo non sono in grado di fare un’analisi oggettiva di quello che sono e forse come mi è stato detto ho castrato a monte la possibilità di lasciarmi amare ma non ne sono del tutto convinto. Il tema dell’amore, come avrete notato dall’analisi molto superficiale, è quello che mi accomuna di meno all’enneatipo 4 eppure sono proprio un 4 anche se il riconoscimento è stato duro. Lo Sveglio
Luceteresa..c.erto che ti do email..dimmi come fare
Antonio BarbatoUna belle sequenza di interventi non c’è che dire!! Parlando di un tema così profondamente inerente all’anima di un Quattro, occorre essere molto precisi nel pesare le parole ed i concetti, per cui mi scuso se potrò apparire “pesante” alle persone degli altri enneatipi, nello scrivere le mie considerazioni. In primo luogo voglio sottolineare che le sensazioni riferite da Luce e Teresa appaiono ancor più esasperate perché nel Quattro è attivo, sempre e comunque, il meccanismo di difesa della Drammatizzazione. Questa specifica funzione psichica rende estremamente cupo il clima emozionale interno e fa percepire un attimo di Insoddisfazione, una mancanza di risposta positiva ad una aspettativa, un momento di incomprensione, come una perdurante ed angosciante ricaduta nel malessere esistenziale, fino a giungere a vedere tutto in modo disperato. La sofferenza, allora, diventa ancora più acuta e spinge un Quattro a vedere solo quello che non va ed a perdere il contatto con la realtà oggettiva. Questo non è un inaridimento perché, in fondo, la speranza non si perde mai ed i sentimenti, anche se negativi, all’opposto travolgono ogni difesa opposta dalla ragione. I propri sentimenti sono messi in discussione solo perché il Quattro in questo stato non è più in grado di capire che cosa realmente desidera e sente solo quello che non va. Io definisco questo stato come un prevalere della Polarità dello Sbandamento, che è un termine tecnico e non una parola come un’altra, ed in questo stato non si riesce più a vedere con chiarezza. La stasi, la letargia, il ritirarsi nel conforto della natura, il considerare il dolore universale (Leopardi), sono gli unici mezzi che un Quattro può usare per cercare di far passare, con l’aiuto della distrazione e del distacco, il momento in cui la visione negativa della Fissazione predomina. Mi fermo qui per il momento, ma prometto di rispondere a breve anche allo Sveglio ed ad Alice/Campanellina. Fatemi sapere se tutto quello che ho scritto vi risuona. Il Capitano
Antonio BarbatoAggiungo alcune altre brevi considerazioni…………Un Quattro non apprezza molto quello che l’altra persona fa se non è veramente convinto che è stato fatto per lui/lei e non per un altro motivo. Ad esempio, un Quattro non crede che debba essere particolarmente contento se l’altro lo “accontenta”, non perché non è capace di apprezzare quello che è stato fatto, ma perchè, molto probabilmente ci vede un motivo utilitaristico o di rispetto di qualche norma o convenzione. Un Quattro non vuole cose preziose o irrangiungibili, vuole un amore totalitario!!! Vuole qualcosa che gli faccia percepire che l’altro è disposto per amor suo a sacrificare se stesso, a dargli quella parte più intima e vera dell’amore che non gli fu dato fin da bambino. Pwer tale motivo io dico che il Quattro è troppo “serio”, nel senso che vuole un impegno ed una costanza formidabili prima di potersi finalmente permettere di sentirsi amato. Debbo aggiungere qualcosa sulla posizione dello Sveglio e di Alice, ma lo farò solo dopo che ho sentito qualche commento su questo breve “proemio”. A revoir, debbo salpare le ancore. Il Capitano
TeresaSi si Antonio è così. Io non voglio essere accontentata, voglio la spontaneità, quello che sgorga dal cuore. Se l’altro fa qualcosa per accontentarmi e per dimostrarmi che mi vuole bene perchè sa che se non lo fa io mi risento, questo non mi sta bene. Sono risentita lo stesso e non sento assolutamente quello che mi viene dato. Per me ad esempio vale più un “non fumare tanto che ti fa male” detto col cuore che un gioiello. Lo so è un atteggiamento infantile, voglio il genitore che si preoccupa per me….e che devo fà?!!! Si io voglio impegno e costanza ma nello stesso tempo non sono disposta a dare altrettanto, almeno idealmente anche se nella pratica poi sono un tipo fedele. Pensare che sia per sempre da una parte mi rassicura dall’altra mi mette addosso l’ansia. Sono avvilita….
TeresaLuce per l’invio del tuo indirizzo…ma Antonio non ha la tua mail? In caso affermativo delegalo ad inviarmela per favore. Baci a tutti
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