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Questo argomento contiene 21 risposte, ha 1 partecipante, ed è stato aggiornato da Antonio Barbato 13 anni, 1 mese fa.
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Antonio BarbatoUna bambola di sale viaggiò sulla terra per migliaia di miglia, finché giunse finalmente al mare. Rimase affascinata da quella strana massa in movimento, completamente diversa da tutto ciò che aveva visto in vita sua.
chiese la bambola di sale al mare. Il mare, sorridendo, rispose: . Così la bambola si inoltrò nel mare. E più camminava nel mare più si scioglieva, finchè rimase ben poco di lei. Prima che quell’ultimo pezzetto si sciogliesse, la bambola esclamò stupita: . (Anthony de Mello)
Teresa…:ma chi sei tu, così immenso e profondo?
…:Sono la tua anima piccola mia e sono qui per accoglierti e cullarti.
…:Dovè l’uscita?!!!!!!!!!!!!! 🙂
Antonio BarbatoChissà perché non mi sono venute alcune parole. La versione corretta è la seguente (grazie Terry per il tentativo di correzione): “Chi sei?”, chiese la bambola di sale al mare. Il mare sorridendo rispose: “Entra e vedrai”. Così la bambola si inoltrò nel mare. E più camminava nel mare più si scioglieva, finché rimase ben poco di lei. Prima che quell’ultimo pezzetto si sciogliesse, la bambola esclamò stupita: “Ora so chi sono”.
EleonoraIl problema è : “Prima dimmi chi sei, poi quando lo saprò dovrò capire se potrò fidarmi, e solo allora entrerò”. Lo so che questo è il limite e l’ostacolo ma purtroppo, è così. Un consiglio per superare questo ostacolo?
TeresaCaro Antonio il mio non era un tentativo di correzione, figuriamoci, mi ha solo divertito provare a dare parole alla bambola e al mare. Ho anche pensato fosse un gioco al quale avremmo potuto partecipare tutti. La mia sarà una banalità ,ma mi corrisponde. In fondo è vero che ho paura di andare in fondo alla mia anima. Ma mi pare di capire che è un pò la metafora della storia l’invito a lasciarsi andare al profondo di sè stessi. Ele mi ritrovo anche nelle tue paure. Intanto, la fiducia è tutt’altro che rassicurazione. E’ il salto nel vuoto con la certezza di saper volare che altro non è se non la consapevolezza che le nostre sono solo paure e che quindi non hanno consistenza, non sono la realtà. Nessuno potrà mai darci la certezza che saremo al sicuro. A me è servito anche abbandonarm alla paura, a smettere di combatterla, solo così si è ridata fino a quasi scomparire…a volte eh, mica sempre! Antonio, scusa, che significa che non ti sono venute le aparle? A cosa ti riferisci?
Un abbraccio a tutti. Teresa
Alice/StefaniaCaro Antonio, hai forse scritto la mia biografia???
Mi sento molto una bambola di sale…mi sento molto attratta dal mare…e non so rinunciare…e quindi entro e vedo…e, ahimè, mi sciolgo…Ciao a tutti. Un saluto particolare a te Capitano e a Eleonora.
Alice/Stefania
Raffaella Foggiagrazie la storia è bellissima. per quanto mi riguarda il mare è l’unico posto in cui mi consento di sciogliermi (sarà l’annullarsi in qualcosa di immenso che non ti fa pensare che sei anche tu qualcosai? il sogno dei Nove!) Non penso che tutti debbano sciogliersi nello stesso modo… ciao ciao Raffaella
Eleonorail mare mi piace molto, eppure, a volte, mentre me la godo beatamente a stare nell’acqua, all’improvviso vengo afferrata da una grande paura. Per non scappare via subito giro lo sguardo dalla parte della riva. Infatti, guardando quella immensità di fronte a me mi sembra che io venga risucchiata e fagocitata. E allora, il panico si impossessa di me e devo uscire dall’acqua.
TeclaNon è mica tanto facile entrare in quel mare.Lasciarsi andare e riconoscersi.L’ego della bambola resiste, essa in fondo al cuore sa che la sua essenza è essere mare ma si attacca alla sua forma che è essere sale.La bambola desidera sciogliersi ma ha paura. Ha paura che nel riconoscere la sua essenza possa perdere la sua forma,deve allentare le difese,rendersi estremamente vulnerabile e accettare di compiere un viaggio verso l’ignoto.Vi prego non mi raccontate che è facile.Io sto capendo che solo una cosa può motivare una persona a fare ciò. Questa cosa può avvenire solo quando finalmente si decide di abbandonarsi a Dio.Allora cessare la resistenza è possibile.Per tutta la vita sono stata convintamente agnostica ora non so più.
Maura Amelia Bonannopercepire, riconoscere l’essenza, “è” perdere la forma abituale, o meglio, cambiarla. Sono convinta che è molto più difficile pensare a sciogliersi nel mare, che il suo accadere. Soprattutto quando è l’ego a parlarne, ovvio che ne ha paura. Ma sta accadendo, mentre una parte di noi è tutta presa dal discuterne, e per quanto riguarda me anche a cercare di capire come funziona, sta accadendo, perché una parte di noi lo vuole, anche quando la nostra coscienza non lo riconosce. E’ una magia, non trovate anche voi?
EleonoraGrazie, Maura. E’ bellissimo sapere (ed io spero priorio sia così) che quel sale si sciolga nel mare pur non riconoscendolo perchè c’è una parte di noi che lo vuole davvero. Per me che ho sempre bisogno di capire il processo di ogni cosa, è davvero confortante che il tutto avvenga senza la necessità che io lo comprenda. Mi sento anche alleggerita dalla enorme responsabilità che sento di avere nei confronti della mia stessa capacità di capire e della mia crescita. Per me è come una “Grazia”. ele
TeclaCara Ele, quando hai parlato della grazia,hai proprio espresso ciò che sentivo. E’ proprio così,solo la Grazia prima può illuminarti e poi scioglierti, allora confusa e accolta in un amore assoluto, la mente cessa di resistere e si abbandona. Qualcosa dentro di noi permette che le cose accadano, e può accettare veramente, può persino cessare di domandarsi qual’è il senso, perchè non è più importante capire questo senso, ma realizzarlo compiendo una volontà che non è più dell’individuo ma che lo trascende. Solo così si può smettere di lottare, di resistere e di fare tanta fatica inutile. Molte volte, nel corso degli ultimi anni, mi sono sentita a un passo da tutto ciò, ma non sapevo da cosa. Voglio dire che mi sono resa conto che mi mancava una piccolissima cosa per sciogliere il tutto e per allontanare la mia perenne insoddisfazione, ma non riuscivo a capire di cosa si trattava. Continuavo a percepire questa sensazione di stare per afferrare qualcosa, qualcosa che mi avrebbe permesso di cambiare tutto, sapevo che era qualcosa di estremamente semplice, ma non sapevo di cosa si trattava. Forse ora lo so, e possa lasciare che accada, che accada al di là della mia volontà.
non so se qualcuno mi può capire, sembrano le farneticazioni di una pazza, tuttavia nelle parole di Eleonora, in quel dire che è confortante che tutto può avvenire senza la necessità di comprenderlo ,mi sono profondamente riconosciuta e perciò ho osato dire queste cose.
Maura AnkaaGrazie a te Eleonora, perché sembra che tu ti rispecchi in ciò che ho scritto e perché io mi rispecchio in ciò che hai scritto tu. E’ una sorta di “sapere” che è così, che funziona così, ma non un sapere della mente, un “sapere” di cui ci si può fidare, indiscusso e non analizzabile. Mau
EleonoraCara Tecla, conosco quella sensazione di cui parli. Anche a me è sembrato tante volte di stare lì lì per afferrare quel qualcosa di inspiegabile. Ed altrettante volte mi sono sentita così lontana di nuovo da questa possibilità. E’ meraviglioso sapere, così come dice Maura che si tratta di qualcosa di cui ci si può fidare, indiscusso e non analizzabile. baci. ele
LiaCiao. Teresa, la tua ultima domanda mi è piaciuta molto… ho riso e sto ancora sorridfendo: – Dov’è l’uscita? Lo chiederei anch’io…
Perdere il proprio ego… scoigliersi nel tutto… essere parte del tutto senza essere più io… E’ nà parola!!!
Io credo di essere ancora un’anima novella… ne ho di strada da fare! Ho appena cominciato a voler bene al mio ego… figurati se lo mollo!
Vi consiglio un libro divertente, ma interessante di Giulio Cesare Giacobbe “Alla ricerca delle coccole perdute” Lì in modo chiaro e divertente Giacobbe mostra come nessun percorso spirituale serio possa essere fatto senza un percorso di crescita umana qui sulla dura terra… e io sono ancora indietro… non tantissimo, ma tanto sì! Un bacio. Lia Minerva -
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