Enneagramma Associazione Internazionale Studi Enneagramma

La nostra famiglia, lo sforzo, la volontà e il cambiamento.

HomePage Forum Forum ASS.I.S.E. La nostra famiglia, lo sforzo, la volontà e il cambiamento.

Questo argomento contiene 31 risposte, ha 1 partecipante, ed è stato aggiornato da  Eleonora 13 anni, 2 mesi fa.

Stai vedendo 15 articoli - dal 16 a 30 (di 32 totali)
  • Autore
    Articoli
  • #6163 Risposta

    Elisabetta

    Sicuramente la compresione del nostro vissuto attraverso le prime relazioni affettive è indispensabile e neccessaria se vogliamo essere consapevoli di atteggiamenti e limiti che non ci permettono di affrontare la realtà con equilibrio e serenità. Quello che credo però è che le nostre ferite e quei genitori fantasma, cioè quello stato passato nel quale la nostra memoria affettiva è rimasta ancorata, è difficile da debellare e dimenticare.Come non essere guidati da quelle esperienze quando ci rivolgiamo ai nostri cari ? Io credo di essere migliore rispetto a qualche anno fa ma a volte ho l’impressione che le pressioni di quel mondo “fantasma” ci spingano sovente in comportamenti errati. Sono certa Carla che tuo figlio riceverà tutto quel calore e quel contatto che a te è mancato e che non calpesterai il suo spazio vitale. Io ho sempre cercato di essere presente proprio per garantire quella guida amorevole che io non ho ricevuto, forse ora mi rendo conto di aver esagerato un pò ma credo sia tanto difficile modificare totalmente i condizionamenti che ci siamo costruiti nell’infanzia.

    #6164 Risposta

    Elisabetta

    Quello che dici Marina è giustissimo e “rompere la linearità” sembra indispensabile per uscirne fuori, ma come si raggiungono tali equilibri ? Il passato è lì e sembra immodificabile come un’ombra che scorgiamo ogni volta che lo sguardo si sposta indietro.

    #6165 Risposta

    Marina Pierini

    Carissima Elisabetta, posso risponderti quello che hanno risposto a me. I fantasmi appartengono al passato che non va affatto dimenticato. Il nostro passato va rielaborato, visto per quello che è, senza volerlo indorare ma nemmeno drammatizzare oltre e poi bisogna prendere quei genitori dai quali dovremmo essere riusciti a separarci, e portarli dentro di noi. Questa cosa significa molte cose assieme. Cose che sto elaborando e scoprendo via via che gli incontri vanno avanti. Capisco che questo duplice processo, non può avvenire, se non sappiamo essere onesti in una valutazione che non deve difenderli e nemmeno offenderli, dobbiamo portarli alla luce, e far si che le ombre svaniscano e che rimanga la realtà di quanto loro sono oggi dentro di noi. Noi siamo dei 4. Questo mi aiuta a capire che abbiamo percepito il loro comportamento in un certo modo. Questo io lo so e lo vedo. Capisco oggi quanto certe scelte mi abbiano poi fatta sentire tradita. E fin qui ci sono. Ho scoperto da poco che io sono mio padre. Che in me si è compiuto quello che lui non era e su cui ha agito tradendo la mia fiducia di bambina. Troppo difficile spiegarlo senza scendere nei dettagli. Posso soltanto dirti che il sentimento di gratitudine e umiltà che ho provato mi ha finalmente restituito la vera, reale, memoria di mio padre e non quella condizionata dalla mia passione. Non è il passato che dobbiamo modificare ma il nostro modo attuale di percepirlo e utilizzarlo. Ma forse dovrei spiegare, è che non voglio diventare pesante…

    #6166 Risposta

    Marina Pierini

    Carissima Carla, stai vivendo un’espeienza veramente delicata e difficile e ti ammiro francamente per il coraggio che hai. Adottare un bambino è facile magari solo ad immaginarlo, ma confrontarsi con qualcuno che non si fida, che è stato segnato dal dolore e dall’abbandono e che non ha ancora legami con noi non è facile, per niente. Posso regalarti un libro che si chiama “adozione consapevole”? Forse potrebbe darti qualche buon spunto di riflessione, spero di non essere invadente ma potrebbe piacerti…

    #6167 Risposta

    Marina Pierini

    p.s. tra l’altro mi è venuta in mente una cosa che non andrebbe sottovalutata. Argomentare e dare spazio al cognitivo è una delle fasi utili a stimolare la consapevolezza, ammesso che ve ne sia la volontà e che non si ceda solo alla seduzione del parlare di sè, ma senza l’esperienza emozionale di ciò che si comprende cognitivamente non credo si possa davvero modificare qualcosa ad un livello profondo…non pensate?

    #6168 Risposta

    Carla Basagni

    Care amiche, non sono d’accordo con Elisabetta quando dice che ciò che ci portiamo dietro dal passato è pressocché immodificabile o ha un peso che si fa sempre sentire qualsiasi cosa si faccia.
    Nel corso della vita la persona fa (o dovrebbe fare) un percorso spirituale in cui impara gradualmente a riconoscere e affrontare i propri limiti. In tal senso, secondo me, può essere di aiuto a qualcun altro che si trovi ad affontare un percorso “simile”. Ad esempio, credo che un buon terapeuta sia quello che ha imparato primaditutto a conoscere e affrontare i suoi personali limiti e quindi riesce a fornire un buon rispecchiamento e sostegno al paziente che gli presenta i propri problemi. Personalmente, mi vedo oggi molto diversa dalla bambina che ero e sono abbastanza contenta del cammino interiore fatto finora, anche se faticoso e pieno di difficoltà.
    Ti ringrazio, Marina, del suggerimento del libro. Noi mamme adottive ne leggiamo moltissimi, soprattutto prima dell’evento, direi. Poi si è talmente travolti dall’esperienza diretta di vita, che si può solo constatare l’abisso che separa la teoria, o il “cognitivo”, come tu dici, dall’esperienza delle emozioni vissute. Per me, l’unica comprensione profonda è solo quella “emozionale” come tu la definisci e non parlo solo di quest’ultima e fondamentale esperienza dell’adozione. Nella mia vita la comprensione profonda di ciò che mi circonda è sempre proceduta attraverso degli “insight” improvvisi, in cui “vedevo” aspetti che prima erano semplicemente nascosti alla mia vista.
    Per oggi, mi fermo qui. Un caro saluto ad entrambe.
    Carla

    #6169 Risposta

    Elisabetta

    Mi fa piacere sentire quanto sia possibile, con un lavoro intenso, riuscire a prendere in mano la nostra vita per esprimere completamente e liberamente le nostre potenzialità. Io ho fatto un percorso esperenziale relativo al rapporto con i genitori e devo dire che sicuramente è stato positivo nel senso che ho lascato andare tanto dolore, ma certo il lavoro su di noi non dovrebbe mai terminare e probabilmente sento di avere ancora tanto bisogno di impegnarmi per migliorare.

    #6170 Risposta

    Elisabetta

    Una cosa importante che stò imparando riguarda proprio la capacità di guradare al futuro con un sentimento di speranza, di positività, di apertura mentale e soprattutto di gratitudine verso la vita. Eppure mi sono accorta attraverso la tua testimonianza di essere tornata di nuovo nell’oscurità,lì niente sembra essere possibile.

    #6171 Risposta

    Marina Pierini

    Eli che intendi dire che sei tornata di nuovo nell’oscurità? E a quale testimonianza ti riferisci? Mi permetto di citare uno degli psicologi che ci seguono, rispondendo in senso generale, sia a te che a Carla, che l’inconscio è infinito. Vi sono stati di benessere che oggettivamente si conquistano con il lavoro su di noi, ma ad ogni velo caduto ve ne sono altri da far cadere. Il mondo dietro le quinte è imprevedibile. Diciamo che non possiamo arrivare alla fine di una scala se non saliamo i gradini uno alla volta, quando siamo pronti e siamo maturati verso determinate consapevolezze è facile che altro si muova dentro i nostri abissi e ci richiami al nuovo “ignoto” da scoprire. L’essere umano è movimento. Se rimaniamo statici è solo perchè noi lo vogliamo e questo non può che inaridirci alla lunga, almeno secondo me…

    #6172 Risposta

    Marina Pierini

    p.s. non so se sie era capito, ma il mio scopo era di farti notare che ogni volta che si riaprono i nostri abissi non è detto che sia un cattivo segno, un ritorno al passato, anzi, magari vuol dire che siamo pronti per un nuovo viaggio…che la porta si è riaperta e possiamo trovare ancora del nuovo…

    #6173 Risposta

    Marina Pierini

    In questi giorni pensavo allo spostamento di ruolo che ho avuto all’interno della mia famiglia, e mi sono chiesta al di là delle mie consapevolezze cognitive, che comportamento emozionale questa esperienza mi ha costretta ad assumere, mio malgrado. Ho scoperto che ogni qualvolta sento, che una persona adulta si relaziona a me in maniera “infantile” con richieste di accudimento ed attenzione che mi sembrano stonate per un adulto io mi irrito profondamente e meccanicamente. Mi prende una rabbia che a volte….scusate se lo dico….mi costringe a certi dolori di pancia e coliti varie. Quando non affronto quel malessere emozionale perchè mentalmente mi dico che quella tale persona non sta facendo nulla di male, quando non scarico la mia rabbia cristallizzata il mio corpo reagisce e anche male. Quello che meno tollero negli altri è il sentirmi obbligata emozionalmente ad aiutarli quando le richieste sono infantili. E’ come se emozionalmente io collegassi le richieste inaccettabili di cure dei miei familiari adulti, quando ero io a dover essere protetta, con ciò che accade in un tempo storico ormai lontano da quel contesto. Non so se riesco a spiegare bene cosa intendo con richieste infantili. Non è che mia mamma o altri fanno gne gne…è che sento che in loro vi è la pretesa non adulta di non affrontare un problema e risolverlo. Hanno preteso nel passato che fossimo noi ragazze a farci carico delle loro debolezze e delle loro immaturità. Quell’aspettarsi che sia tu a farlo per loro, anche se avviene oggi da parte di persone che non hanno relazione col mio passato, mi fa scattare dentro una rabbia che non mi ero spiegata mai, non lo capivo, mi irritavo senza mettere in connessione quella richiesta con la mia reazione….

    #6174 Risposta

    Carla Basagni

    Anch’io sono un po’ preoccupata per questo “ritorno all’oscurità” di cui parli, Elisabetta. Se sei incamminata su un percorso di comprensione e lavoro interiore questo, secondo me, è molto positivo e dovrebbe servire a farti stare meglio. A mio modo di vedere, la vita è interessante proprio perchè è una continua ricerca, una “scuola”, come dicono molti maestri spirituali, in cui non si finisce mai d’imparare.
    Mando un caro saluto a te e Marina,
    Carla

    #6175 Risposta

    Elisabetta

    Forse ho usato un termine troppo forte, per oscurità intendo un negativismo che mi ha accompagnato soprattutto in periodi passati e che oggi a sprazzi tiro fuori quando mi sento dire che niente andrà a buon fine o che niente è possibile. Ora mi sorregge una capacità di vedere la vita e gli accadimenti con una visuale diversa, di considerare tutti gli aspetti, anche positivi, che possiedo e che riesco ad apprezzare con maggiore consapevolezza rispetto al passato. Capisco bene anche te Marina quando dici che quelle forti reazioni emozionali sono dovute a ricordi o accadimenti passati che ti hanno lasciato una traccia. In effetti siamo un tutt’uno con il nostro passato, il nostro corpo che ha una potente memoria emozionale lo ripropone così come fa la nostra mente. Come hai affermato anche tu il segreto stà nel vedere e comprederne
    le motivazioni per rompere la meccanicità e recuperare la serenità. e .

    #6176 Risposta

    Antonio Barbato

    Uno scambio davvero interessante che, credo, dimostri come la situazione che abbiamo vissuto in un più o meno remoto nell’ambiente familiare, resti come un fantasma ben vivo nelle risposte odierne. Marina parlava, seguendo il credo delle terapie Sistemiche, soprattutto in termini di spostamento di ruolo all’interno degli ambienti familiari, ma, credo, che valga la pena di sottolineare come esista sempre una certa libertà nell’accettare o meno quel ruolo. Il punto centrale è che assumiamo un ruolo nella recita familiare se questo ci consente di poter ricevere in cambio accettazione e conferma. Come attori di una commedia preferiamo assumere un qualsiasi ruolo, non importa se drammatico, negativo, tragico o altro, piuttosto che restare senza sapere come caratterizzarci. Ovviamente, come sottolineava Carla, nulla è immutabile in un essere vivente (non importa se individuo o sistema) e tutto può cambiare ma è necessario un lavoro che va aldilà della semplice consapevolezza. Quando Atomo ribadiva gli snodi fondamentali che la hanno portata una contestatrice dell’autorità in quanto tale, dimostrava, ad esempio, di avere una buona consapevolezza della sua realtà interiore ma, ed è normale per tutti, non ha esaminato le premesse, sulle quali la sua posizione si è auto definita. In altre parole ha dato per definito la sua posizione descrivendo il suo stato interiore, ma non ha minimamente messo in discussione, beffardo paradosso, il fatto che lei è abituata a mettere in discussione per un qualche preciso motivo sul quale ha basato la sua caratterizzazione principale. Alla buona Eli consiglierei di empatizzare un po’ di più con la sensazione che ha provato da bambina, quando ha sentito non solo di aver perso il suo più grande sostegno, ma ha anche provato la naturale rabbia e paura conseguente all’abbandono. senza nessuno che la abbia aiutato ad esprimerle. Passare attraverso il triangolo centrale dell’enneagramma, sentire su di sè il morso della rabbia, della paura, della vergogna, capire che quello che è successo ha avuto il modo di definirmi senza darmi altra possibilità che la reazione, questa è la vera opposizione che possiamo e dobbiamo avere se vogliamo essere padroni un pò di più del nostro destino.

    #6177 Risposta

    Eleonora

    “Passare attraverso il triangolo centrale dell’enneagramma, sentire su di sè il morso della rabbia, della paura, della vergogna, capire che quello che è successo ha avuto il modo di definirmi senza darmi altra possibilità che la reazione, questa è la vera opposizione che possiamo e dobbiamo avere se vogliamo essere padroni un pò di più del nostro destino. ”
    Caro Antonio, mi ha molto colpita questa frase indirizzata ad elisabetta. ti va di chiarirmi meglio che cosa intendi per “vera opposizione”? opposizione nei confronti di chi o cosa…? sarebbe troppo tortuoso scrivere qui il perchè della mia domanda ma cmq, ha a che fare con un mio sentire passato e con modalità messe quasi completamente da parte in nome di una pacificazione interna e con la vita. grazie. un abbraccio.

Stai vedendo 15 articoli - dal 16 a 30 (di 32 totali)
Rispondi a: La nostra famiglia, lo sforzo, la volontà e il cambiamento.
Le tue informazioni: