La nostra famiglia, lo sforzo, la volontà e il cambiamento.

[Antonio Barbato]

Cara Leo, premesso che il mio precedente intervento aveva qualche carenza grammaticale, a causa del gioco del copia ed incolla per paura di perdere quello che avevo scritto, cerco di chiarire meglio quello che intendevo. L’ego si struttura come una reazione condizionata alla nostra crescita nel mondo reale ed emerge da quelli che vengono chiamati, abbastanza appropriatamente, sensi del sè. Questo impatto col reale è indispensabile ma, ovviamente, porta ad un conflitto fra le strutture infantili, che non posseggono il senso di realtà, e gli emergenti sensi del sè che, invece, ad esso si relazionano. La reazione universale a questo fenomeno, altrettanto universale, è lo sviluppo di uno schema maladattativo che si basa sul principio di opposizione. In altri termini, impariamo a definirci attraverso un processo di differenziazione che è ( soprattutto quando si vivono esperienze di rabbia, paura o vergogna)anche di opposizione. Paradossalmente, ci opponiamo ad una realtà che sentiamo minacci di farci provare quei sentimenti, perpetuandola eternamente dentro di noi con infinite difese che, nel frattempo, sono pure diventati inconsce per effetto dell’abitudine. Piuttosto che opporci alla realtà, cercando di manipolarla e di difendercene inutilmente, possiamo e dobbiamo credere che nessuno ci potrà liberare dal nostro stato di essere umani con una storia, se non noi stessi che quella storia abbiamo vissuto e costruito. Un abbraccio affettuoso anche a te, Anto.

[Eleonora]

grazie, Antonio. ora mi è chiaro il senso delle tue parole. buonanotte.

[Autore]

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