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La personalità e la diversità.

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Questo argomento contiene 4 risposte, ha 1 partecipante, ed è stato aggiornato da  un atomo 13 anni, 2 mesi fa.

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  • #660 Risposta

    Marina Pierini

    Carissmi, in questi giorni, per svariati motivi legati anche alle notizie di cronaca, mi sono chiesta se il non spaventarsi in maniera estrema e irrazionale di fronte alla diversità, appartiene a certi enneatipi piuttosto che ad altri, o se l’accoglienza e l’apertura ad altro è frutto di una capacità nata dalla maturazione e un percorso individuale, o forse entrambe le cose. Le persone di colore, gli extracomunitari, gli omosessuali “gli altri”, ancora oggi destano reazioni le più diverse e imprevedibili, comprese quelle esecrabili di violenza animalesca e ottusa. Devo ammettere che, passeggiando per le strade della mia città, qualche volta ho provato timore nell’incrociare persone o personaggi che mi sembravano temibili d’aspetto, ivi compresi rappresentanti di altre razze. Per contro, frequento una comunità in chiesa che ospita molti giovani extracomunitari e devo testimoniare che non hanno mai e poi mai generato problemi, anzi. Non sento di provare, onestamente, alcun sentimento discriminante nei confronti di persone che sono differenti da me, quali che siano i motivi del loro differenziarsi, fatta eccezione per coloro i quali, appunto, si comportano in maniera incivile ed inaccetabile e questo indipendentemente da colore, nazionalità e sesso. Devo anzi, riconoscere, che la diversità mi affascina, mi incuriosisce, mi rende ricca interiormente e mi aiuta a comprendere che vi sono persone con le quali difficilmente posso identificarmi per simpatizzare con loro, ma che pure hanno ragione e diritto di essere quali sono e possono offrirmi lo spunto per scavalcare i miei limiti. Tuttavia, ho osservato, sopratutto in alcuni enneatipi, delle reazioni di maggiore timore ed ostilità. La mia è un’osservazione superficiale, dunque non può essere considerata in alcun modo come un risultato in qualche modo attendibile, sopratutto perchè diventerebbe discriminante non voledolo. Questa domanda comunque mi assilla e mi piacerebbe ricevere testimonianze da parte vostra, non soltanto circa il vostro penisero personale, ma anche circa reazioni di persone da voi confrontate e osservate. La nostra enneatipologia mentale può generalmente renderci meno accoglienti e disponibili verso coloro i quali ci sembrano socialmente diversi? Vi andrebbe di rispondermi? A presto e grazie….

    #6036 Risposta

    un atomo

    Io credo che la paura della diversità altrui è paura della nostra stessa diversità, paura del nostro distinguerci. Dove ci allontaniamo dai binari della supposta norma sentiamo in agguato la paura dell’uomo nero che è dentro di noi. I limiti e le proibizioni che ci sono state date durante la crescita evocano inconsciamente scenari dove il deviare dalla norma conduce a ridestare i mostri che si agitano dentro di noi. E’ per non vedere quei mostri che dobbiamo proiettarli altrove, è per tenerli incatenati che mettiamo le catene a un diverso modo di essere, di pensare, di vivere. Più siamo straccioni più siamo schifati dalla cialtronaggine altrui e se viviamo per primi di espedienti troveremo sempre un rom che vive ancor più di noi di espedienti, giudicandolo ci assolviamo, allontanandolo ci tranquillizziamo potendo porre il male fuori da noi. La percezione della diversità ci rassicura , ci fa sentire giusti, ci paragona e ponendoci su un gradino più alto ci fa scansare l’angoscia di domandarci chi siamo, cosa facciamo, come viviamo. Non chiediamo più nulla a noi di noi stessi ma stigmatizziamo il nemico come ciò che è fuori. Il rifiuto della diversità è una strada che una volta intrapresa può non avere limiti, scatena un odio mortale e più allontaniamo la razza, la categoria più ci attacchiamo a supposti vizi altrui e più quegli stessi vizi ci attaccano e ci corrodono dal di dentro. E’ risaputo che le persone che maggiormente ostentano disprezzo per l’omosessualità sono omosessuali latenti o comunque persone con dubbi mal elaborati intorno alla propria identità sessuale. E’ in atto una repressione che trova sfogo nell’allontanare violentemente da sè il problema, il dubbio. La persona razzista è fondamentalmente una persona paranoica, che vive assediato dasi fantasmi delle proprie insicurezze. Sarebbe molto facile assolvere degli enneatipi ed accusarne altri. Sappiamo che ci sono ennea che rispondono alla paura ed altri alla vergogna quali migliori sentimenti atti a scatenare la paura del diverso? In realtà io credo che ogni essere umano è potenzialmente capace di razzismo, penso che dipenda unicamente dal livello di integrazione e di consapevolezza della persona. Però una cosa credo possa essere possibile e cioè che il modo di sentire e di esprimere sentimenti di rifiuto possa essere profondamente diverso in un enneatipo piuttosto che in un altro. Perchè come in ogni manifestazione umana è la passione a corrompere perciò un invidioso poco integrato odierà il suo dissimile con i meccanismi del paragone e nella dicotomia del giusto o ingiusto del tipo privano del lavoro a me per darlo a lui. Un 6 poco evoluto forse si sentirà minacciato nella sicurezza personale e perciò giustificato a prendere impronte digitali a bambini nascondendo tutta questa spazzatura sotto il tappeto e giustificandola con un inesistente patto sociale, dimenticando che i patti vengono stipulati da due contraenti e non imposti dall’egemonia di uno solo, unico ad avere diritto di parola. Un 5 avaro si sentirà deprivato del suo spazio vitale e invaso dal vicino. Un tre superfunzionale in smania di perfezione non esiterà a demolire ogni persona di colore che sia in grado di competere con lui ,con squisito garbo magari, e mai ponendo l’accento su un pregiudizio dichiarato. Della serie non è perchè è senegalese o perchè viene da una comunità di recupero, o perchè vive in una topaia, ma è perchè……è per qualcos altro insomma. Questo per dire che le forme di razzismo sono infinite, e perlomeno quante sono le passioni umane. Inutile parlare di un otto capobranco a caccia sul territorio e via dicendo. Più il livello di inconsapevolezza è alto e più si allontana il diverso. Gli stessi enneatipi al loro meglio esprimono tutt’altro. Ognuno di noi contiene tutto ,il problema sta nel dividere o nell’unire, sta nell’essere consapevoli e sereni degli opposti che albergano nel nostro cuore. Siamop oggettivamente parte maschile e parte femminile, abbiamo caratteri dominanti bianchi e recessivi neri. Più lo accettiamo e più siamo ricchi, e non ci attacchiamo alla casualità di ciò che prevale in noi. Il razzismo è sciocco, depressivo e opprimente. E’ una cappa nera nella mente , è soffocamento della vita perchè la vità è un tutto unico in una infinita varietà di forme. Se odio l’altro odio una parte di me. E’ una cosa triste e meschina perchè priva di vero conflitto , non agisce per dialettica ma per prepotenza.

    #6037 Risposta

    Marina Pierini

    Molto bello quello che scrivi. Sai cosa mi hai fatto tornare alla mente? Un film di N. Shyamalan il regista de “Il sesto senso”. Questo film che mi hai evocato si chiama “The Village” e nonostante sia sato poco considerato dalla critica, a me è sembrato un film molto intelligente che segnala il rapporto che noi abbiamo con le nostre paure, quelle individuali tanto quanto quelle sociali, quelle profonde, buie, sotterrate, che pur di non riconoscere e contattare come nostre proiettiamo sul male che viene “dal di fuori”, da un nemico comune, da un mammone. Mi sembra di averlo rivisto assieme a te al cineforum a via foria o ricordo male? Si tratta di una riflessione che possiamo ritrovare anche nel vangelo, quando Gesù parla dell’uomo posseduto da mille demoni che si aggira urlante ed isolato da tutti. Ebbene noi crediamo che mandando via il matto, il posseduto, il malefico, il diverso…possiamo rimanere salvi e incontaminati, come se tutto questo non ci riguardasse, come se la minoranza malvagia fosse creata apposta per noi per espiare col proprio sacrificio tutto il male che ancora alberga dentro ciascuno, quel male al quale mai e poi mai “noialtri” daremo del Tu e col quale non scederemo a patti (ovviamente illudendoci).

    #6038 Risposta

    Eleonora

    Non ho proprio nulla da aggiungere a ciò che scrivi, Atomo. concordo pienamente.

    #6039 Risposta

    un atomo

    Non ho visto il film , ma se posso lo farò.

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