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Questo argomento contiene 16 risposte, ha 1 partecipante, ed è stato aggiornato da Eleonora 13 anni, 1 mese fa.
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Utente OspiteVi mando questo tema scritto da un adolescente. Penso ci sia molto da riflettere anche per noi.
TEMA
Pensando all’eta’ adulta, quali aspetti di essa mi attirano e quali aspetti mi rendono inquieto.
SVOLTO DA DAVIDE/RED89
A volte mi rinchiudo dentro me stesso e cerco di rimanere da solo; lo faccio per scoprire le mie paure, per vedere la cosa che mi spaventa di piu’; la testa e’ come se fosse vuota, si libera da ogni pensiero e dopo qualche secondo mi assalgono la mente le miei paure, il mio sangue bolle e il cuore mi batte con un ritmo fortissimo, come se sentissi dietro di me il rumore degli zoccoli di un branco di cavalli che corrono controvento.
L’angoscia mi paralizza il petto, quasi come se qualcuno mi volesse trattenere e spingermi con forza a pensare che , fra qualche anno, diventero’ un uomo, con l’animo di un bambino e il cuore di fragola, che non assomiglia neanche lontanamente ad un cuore maturo. Ed e’ per questo che ho paura, paura di crescere cosi’ in fretta da non poter dar tempo al mio tempo e, di conseguenza, non sopravvivere fuori da qui, da solo, nell’immensita’ del mondo; mi sento come se stessi nuotando tra le onde, nel mezzo dell’Oceano.
L’infanzia e la preadolescenza che ho vissuto non sempre sono state facili, ma ora ringrazio Dio per avermi fatto crescere sano e forte, e forse e’ grazie a tutte le mie malefatte e alle mie esperienze negative, che sono cresciuto cosi’ insicuro, ma senza di esse non sarei la persona che sono oggi, pero’ ora e’ tempo di voltare pagina, perche’ la vita va avanti, come uno spettacolo che non deve mai finire, anche se, prima o poi, per tutti scandira’ l’ultimo secondo.
Sono convinto, pero’, che il mio sara’ il piu’ lungo di tutta la vita, perche’ in quell’attimo tutti i miei ricordi affolleranno la mente e solo in quel momento saro’ felice di fremere nell’ultimo brivido.
E’ anche di questo che ho paura: lasciare che la mia fiamma si spenga prima di aver sentito il profumo dell’aria e di non aver provato quel brivido di freddo intenso che ti lascia l’ultimo atto di paura.
Immagino la mia vita fra dieci anni, anche se, per immaginarlo, mi pongo ancora mille domande, ma la mia mente ha scannerizzato un’immagine ben precisa di me: di una persona cupa e pallida, perennemente triste perche’ separata da quell’amore che credeva l’anima gemella, ma che si e’ rivelata solo una falsa interpretazione della vita, che non poteva avverarsi; ma a fianco a me vedo un pezzo del mio cuore, qualcuno con cui poter stare tutto il resto della vita, a cui dare il mio amore: una figlia, una parte di me per cui poter vivere.
Ma questo , insieme, mi spaventa, perche’ vedo me stesso giurare e urlare verso il cielo la volonta’ ferma di impegnarmi a superare i problemi di ogni giorno per il suo bene, ma so che dentro di me brucia la paura di non riuscire a sorreggere il mondo; pero’ io, che per la maggior parte della mia vita ho camminato su tappeti di sangue, prometto di farla stare sempre bene e di farla volare mezzo metro sopra il suolo.
Imploro il Signore di darmi la forza di crescere meglio e la forza di abbandonare la mia ingenuita’ e la tropppa fiducia che do agli altri, perche’ non posso piu’ permettermi di dare certi diritti a persone guidato dall’ingenuita’ e spinto a fare tutto il male possibile per avere successo; del resto anche il diavolo vuole il suo gioco in questo piccolo grande mondo.
Ma io ora so che non e’ cosi’ che funziona, perche’ la forza non mi manca e la buona volonta’ va via via aumentando, grazie alle persone che mi stanno accanto e che credono in me, le quali ringrazio e ringraziero’ per il resto della vita.
Ho avuto molto sostegno da esse, in particolare da una persona della mia famiglia: mia madre. l’idea di immaginare nella mia mente la vita senza di lei è un enigma, è come un buco nero. Lei è quasi sempre stata il mio punto di riferimento, ma se mi ritornano in mente le urla, i pianti che involontariamente ho procurato, mi viene voglia di esplodere. E’ come se se le mura attorno a me mi parlassero; riesco a sentirle: cercano di darmi forza e mi regalano una serie di brividi vitali. Sembra quasi un canto, un inno speciale per la mia vita, perchè ogni frase che sento è a contatto con lei.
Mia madre mi considera ancora il suo cucciolo che dorme di fianco a lei, la sua anima non trova pace all’idea che sono cresciuto e che prima o poi devo prendere la mia via; del resto anche’io sarei così, non so cosa proverei ad andare avanti senza una parte del mio cuore, ma non posso fare altrimenti. Devo prendere esempio dagli uccelini quando abbandonano il nido, perchè l’ora del mio volo sta arrivando; il mio volo verso l’infinito; ma devo resistere perchè il pericolo più lieve potrebbe essere imbattermi in un piccolo problema che può diventare un’atrocità per il resto della vita.
Provo tanta paura al solo pensiero di fare il primo passo verso l’età più adulta, dove niente mi verrà regalato da nessuno e dove alcune persone con l’anima incattivita sperano nei miei sbagli per accoltellarmi alle spalle. Nei giorni futuri di certo non splenderà sempre il sole, ma del resto non può piovere per sempre, però voglio sperare in momenti di gloria anche per me; una lacrima quindi per questo stato d’animo non deve essere una condanna a morte, ma un piccolo passo in avanti verso la fine del tunnel, dove a volte mi sembra di essere costretto a camminare.
Tra qualche anno avrò già incominciato la mia nuova vita; spero solo che io non debba più camminare su quei tappeti di sangue come una volta, anche se ormai al dolore ci sono abituato, ma non può andare avanti sempre così a causa di certe persone e certi fatti del mio passato; mi sono rimaste ancora le cicatrici, sia dentro che fuori di me; ma ora basta lasciarmi bloccare dal passato: devo cominciare a pensare al futuro, perchè la lancetta di quell’orologio non si ferma e continua a scandire il mio tempo; e non ne rimane mai abbastanza per sorridere guardando il mondo fuori dalla finestra, perchè sorridere davanti ai problemi vuol anche dire avere il coraggio di affrontarli; ma riguardo questo il tempo è sempre stato un accerrimo nemico.
Di tempo non se ne ha mai abbastanza, anche per quelli che vorrebbero vivere in eterno; ogni secondo, ogni minuto è impregnato profondamente da me, ma sono così intensi che neppure me ne accorgo e spesso non mi accorgo nemmeno del profumo dell’aria che respiro in quei momenti.
Ora il tempo stringe alle corde, sta iniziando il mio grande viaggio; sono da solo con me stesso e senza niente; ma spero che un giorno avrò il tempo di poter ripensare a come sono oggi, tornare indietro nel mio passato e scoprire se sarò lo stesso o se sarò cambiato.
Dopo quando guarderò in faccia il mio destino: spero di non impaurirmi ma di essere coraggioso e forte; e se la gente un giorno verrà a chiedermi quali saranno le mie ultime parole, risponderò….”Salvami Dio!”.
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Eleonoraavevo dimenticato di firmarmi.
Alice/StefaniaDopo aver letto questo tema è impossibile restare indifferenti e non riflettere. Ovviamente non so che infanzia abbia avuto Davide, ma le sue parole, fra la paura di crescere, di diventare adulto (paura comune a molti adolescenti) e la volontà di farcela comunque con forza, mi hanno colpito profondamente. Grazie per averci dato la possibilità di leggere quanto ha scritto Davide. Gli auguro di diventare adulto consapevole della propria forza e capacità di trarre insegnamento anche dai propri errori e di non smettere mai di sperare e di credere che la vita riservi anche delle gioie, perchè non esiste soltanto la cattiveria o le delusioni, ma esiste anche l’Amore. Alice.
TeclaPer me la lettura di questo tema è stata sconvolgente, mi ha fatto piangere e tremare. In un misto di comprensione, di angoscia e di speranza. Non riesco a scrivere altro.
EleonoraOltre a tutto il resto, quello che di questo tema mi ha molto colpita è la consapevolezza che Davide ha rispetto al passare del tempo e all’impossibilità che questo ritorni su se stesso per darci la possibilità di riscattarci e di vivere ciò che non abbiamo vissuto, o di fare quelle scelte che non sono mai state fatte e che hanno condizionato tutto il nostro futuro. Alla sua età, io non avevo questa percezione del tempo, anzi, al contrario, volevo che scorresse più veloce per diventare davvero adulta, pensavo che il tempo non sarebbe mai finito per fare quello che si vuole. Alla sua età vivevo ancora troppo nel passato e credevo ancora troppo alle fiabe e al lieto fine che arriva nonostante noi, quasi per giustizia divina. Davide mi ha fatto pensare a questo, a quanto poco presente io sia stata nella vita, a quell’età, e a come questo approccio alla vita abbia tolto potere a me stessa nel forgiare il mio futuro così come avrei voluto. Sono stata, fino ad un certo punto, più un oggetto nelle mani del caso che un soggetto che agisce in base ai propri desideri e ai propri sogni. Il tema di Davide aumenta i miei rimpianti per non aver saputo prendere la mia vita nelle mie mani e dirigerla là dove avrei voluto. Certo, con l’età della ragione (raggiunta molto tardi: a 30 anni vivevo ancora come a 15, con la testa piena di idee irreali), ho cercato di riparare per quello che mi è stato possibile, ma intanto, durante il percorso ero già rimasta intrappolata in tanti trabocchetti. E poi, il tempo… Davide ha paura di non avere tempo per il proprio tempo, oggi io sono certa di non poter dare tempo al mio tempo. baci a tutti. eleonora
TeresaSono commossa, quanta profondità, quanta sensibilità, intelligenza e consapevolezza. “Ogni secondo, ogni minuto è impregnato profondamente da me…”. Grazie Eleonora.
Marina MelePersonalmente mi ha spaventato molto leggere questo modo cinico di Davide di leggere se stesso. Cinico nel senso che leggo una lucidità in-sana per un giovane ragazzo. Leggo una fuga da se stesso per le cose del proprio essere nel mondo adesso verso un qualcosa che forse un giorno verrà e potrà riscattarlo….quanto sta male?Melinda
Alessia…E poi dicono che quell’età è la più spensierata!!!! Davide mi sorprende solo perchè ha voluto esprimere se stesso attraverso un tema, per il resto, lavorando molto con gli adolescenti penso che non sia affatto raro che i ragazzi a questa età vivano il tumulto interiore, il conflitto e la contraddizione tra il desiderio di vivere e quella di fermarsi ad un tempo infantile, protetti ed amati. L’immagine che spesso danno all’esterno, quella di bulletti vuoti ed insensibili è solo una maschera, funzionale a difendersi dall’ambiente esterno, percepito come pericoloso, ma anche dal proprio mondo interno, ancora così confuso ed instabile. Credo che l’adolescenza sia il periodo più difficile e determinante dell’intero ciclo di vita, per la costruzione dell’identità personale e per le basi di quella che definiamo età adulta, e spesso mi ritrovo a pensare che lasciamo troppo soli questi ragazzi, senza ascoltarli realmente e senza comprenderli veramente fino in fondo, in balia di tutti quei dubbi e quelle insicurezze, che, se solo ci ricordiamo noi alla loro età, possono davvero destabilizzare. Grazie Ele.
TeresaCinico Marina? Lucidità insana? Certo che sta male povero cocco, ma quanto ne è consapevole! Io lo sento molto in contatto con se stesso invece, altro che fuga. E poi, a quell’età, è un adolescente Marina…quante volte scappiamo noi adulti…non è da tutti sapersi guardare dentro, vedere quello che c’è, riconoscerlo e poterlo descrivere con tanta chiarezza. E’ un ragazzo che andrebbe ascoltato certo, mi auguro che qualcuno lo faccia. E’ un tuo alunno Eleonora? Ma farà strada nella vita, troppo sensibile e intelligente per poter essere diversamente. Spero vivamente che qualcuno ci parli. Ele che puoi fare?
EleonoraSono completamente d’accordo con quanto dici, Teresa. No, non è un mio alunno e non è neanche della mia zona, credo. Sono iscritta ad una mailing list di un sito: “Stazione Celeste” e qui l’ha inviata, probabilmente, l’insegnante di questo ragazzo. ciao
Marina MeleProbabilmente non ho usato un termine adatto. Dove dire “freddamente lucido” nel mettersi fuori da sè e guardarsi come un soggetto guarda un oggetto sospendendo il proprio “sentire”. Non parlavo di lui come persona ma di come lui per come si pone nello stato di osservazione di se stesso.Vi è uno scollamento. Non lo sentite? Non era affatto un giudizio alla persona, proprio per niente. Chissà perchè spesso quando si parla di una situazione anzichè di una persona capisco che il concetto non passa. Come se non si potesse guardare con obiettività ma stando da una parte, necessariamente….o dall’altra!…
TeresaMarina no, io leggendo la lettera di Davide mi sono emozionata, punto. Non mi sono data il tempo, nè mi è sembrato necessario guardare con obiettività. Ho sentito la sofferenza di questo ragazzo e anche la sua maturità. Io lo scollamento non lo sento. Non credo sia uscito fuori da sè, anzi lo sento dentro di sè. E poi lui parla in quanto persona, non sta raccontando qualcosa di un altro, che c’entra la situazione, sta parlando di sè stesso! Vabbè Meli punti di vista diversi, e meno male che ci sono, se no che confronto sarebbe tra noi? Baci.
TeclaConcordo assolutamente con Teresa, parola per parola.
Marina PieriniIo ho ritrovato molte delle modalita’ di riflessione e relazione col mondo che anche mio figlio ha. Comprendo quello che Marina intende dire. E’ un ragazzo molto “mentale” e mentre leggevo il tema mi ha fatto pensare ad un Sei. Sicuramente si conclude in maniera vibrante ed intensa, e io vorrei fargli sapere che c’e’ qualcuno che pensa che non avra’ bisogno di pronunciare quelle parole alla fine della sua vita….perche’ Dio ci ha gia’ salvati….e a questo ragazzo tocca “solo” l’arduo compito di vivere la vita che gli e’ stata donata…come a tutti noi….in ogni caso…gli auguro buona fortuna.
Antonio BarbatoSarò sgradevole, ma non sono convinto che l’autore della lettera sia un adolescente e il sito da cui è tratto non è una garanzia di controllo sui documenti inseriti.
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