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Questo argomento contiene 153 risposte, ha 1 partecipante, ed è stato aggiornato da Raffaella Foggia 13 anni, 1 mese fa.
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TeclaA me la Gerini non mi è per niente sembrata un 6, le manca la strategia del 6, il senso del dubbio, l’ossessività tipica delle mille domande e risposte. Il sei cerca di prevedere e non è affatto vero che non guarda,anzi il 6 osserva moltissimo, soprattutto le intenzioni nascoste, magari è bloccato nell’agire… Per me è un 3. Mel ho una grande curiosità sincera di capire cosa ti fa amare un personaggio che sceglie ,come tu dici, di non sentire, di non uscire dalle sue regole e di rimanere lì dove deve stare…Ma poi chi lo dice dov’è che deve stare?Chi lo decide? Sono veramente motivata a capire perchè a me un atteggiamento del genere mi risulta assolutamente incomprensibile,algido, finto, mascherante… mi sembra che la vita non possa essere vissuta così..così non è proprio vita. Senza guardare, senza sentire, senza soffrire, nè combattere, nè disperarsi, nè confrontarsi. Senza immergersi nel dolore, senza voglia di calarsi nell’altro..lasciarsi scorrere intorno tutta quella disperazione e non riuscire a sentirla. Come si può…cosa rimane delle proprie esperienze senza questa passione? Posso capire il prendere le distanze, è assolutamente necessario per sopravvivere, ma per allontanarsi bisogna prima essere vicino.O no? Il personaggio di Castellitto, invece per me è bellissimo, la violenza che esprime è brutale e terribile, ma dietro c’è un disperato bisogno negato di amore , il suo è un percorso che non si esaurisce nell’aggressione ma ha bisogno di essa per liberarsi. Solo facendo esplodere quella rabbia repressa il personaggio può prendere contorni umani ed esprimersi attraverso un’intensità complessa e dolorosa ,ma alla fine consapevole. Perchè lui giunge a un’accettazione e auna consapevolezza, la moglie invece no, lei fa le sue cose, vive la sua vita, ma non incontra mai se stessa e non mette mai in discussione il suo modo di amare.
ElisabettaSono daccordo anch’io sul fatto che la Gerini sia un tre nel film ma la sua freddezza mi ha sconcertato. Io credo che abbia percepito ciò che stava accadendo, ha sentito il pericolo ma ha preferito restarne estranea manipolando l’attenzione del marito con un’improvvisa gravidanza che all’inizio del film non era assolutamente prevista ne da lei desiderata. Perchè ci si comporta così Tecla? Come dici tu, questa non è vita. Eppure ha raggiunto il suo scopo, con il suo silenzio e le sua maschera è riuscita a tenersi vicino un uomo lacerato da tormenti e sensi di colpa, che dopo 16 anni, attraverso il dolore provato per la figlia è riuscito a ripercorrere e superare.
Non avevo mai pensato Timoteo potesse essere un 5. Quello che hai scritto Sirenella mi ha colpito perchè in effetti la sua reazione esce dai suoi schemi, dal suo modo di essere e per tamponare i sensi di colpa all’inizio si convince che Italia sia una prostituta disposta forse ad andare con chiunque, ma continua comunque a tormentarsi sul quel comportamento che non avrebbe mai immaginato potesse appartenergli. Il grande conflitto di un 5 sta’ proprio nel desiderare intensamente ma non poter passare all’azione. Quando però per un motivo o per l’altro si oltrepassa il limite ci si butta nel vuoto, non si è in grado di gestire ciò che non si conosce ed ecco la sua violenza così insolita e brutale della quale egli stesso si spaventa.
ElisabettaTu Eleonora hai visto il film ? Che ne pensi del personaggio interpretato da Castellitto?
Marina MeleHo amato e stimato la Gerini perchè rappresenta una intelligenza integerrima e sottile. Certamente non mi riconosco e proprio per questo la ammiro. Lei riesce a rimanere proprio nella sua strategia sottile e ad andare avanti per la propria strada legata ai suoi interessi primari, dentro il suo codice di valori, soffrendo in silenzio ed elaborando un fermo e perseverante distacco dal quale trarre i propri vantaggi. Non si azzarda a seguire il marito. Non la trovo manipolativa ma determinata a non mandare all’aria il percorso che ha intrapreso da tempo. Non è veloce nelle sue percezioni (secondo me un tre lo sarebbe ben di più) non butta all’aria, non fa nulla se non rimanere ferma e fedele a se stessa. Lei ha il suo patto con se stessa prima di qualunque altra cosa e il resto del mondo viene dopo. Abbandona emotivamente il marito anche perchè sente che il marito va, dal suo punto di vista, alla deriva e lei non vuole farne parte. Cerca di tenerlo legato come sa e può fare, tramite il suo linguaggio borghese e in questo è esemplare, dal suo punto di vista (che attrice la Gerini). Spesso rimango affascinata dai personaggi nei quali non mi identifico…mi stimolano molto, cerco di imparare il loro linguaggio, osservo la loro coerenza. Per me la Gerini è un 6…..La sento 6 e vedo in lei proprio i tratti dei 6, compresi quelli fisici, di solito raffinati. Spero di aver risposto. Melinda
TeclaCara Melinda non pensavo certo che ti identificassi nel personaggio! Ma mi era sembrato di capire che tu ne avessi intuito degli aspetti psicologici che a me sfuggivano ed ero interessata a comprenderli. Ti sei spiegata molto bene anche se io non condivido l’ammirazione per questo modo di sentire anzi di non – sentire. Il personaggio della Gerini (molto ben interpretato) descrive una persona algida, superficiale e manipolativa.Come si può sposare l’amore con il perseverare nei propri interessi primari e perseguendo solo i propri vantaggi? Se lei non voleva seguire il marito ma solo continuare il suo percorso perchè lo lega con una gravidanza? Se vuole abbandonare il marito perchè lo tira dentro nel mondo condiviso dell’essere genitori? In realtà lei lo vuole possedere, senza comprenderlo e senza amarlo,lo vuole solo perchè fa parte delle sue certezze e forse dei suoi capricci. Se ritiene che lui vada alla deriva e lei non riesce ad accettarlo perchè non lo lascia andare? Comunque non penso che lui vada alla deriva, credo che lui attraverso un percorso doloroso e contraddittorio incontri se stesso, il suo bisogno d’ampore, di passione e di intensità emotiva. Nel mondo in cui vive fatto di successo superficiale , di benessere e di vuoto non c’è posto per la profondità dei sentimenti, l’incontro della sua vita lo immerge nella povertà anche culturale ,in un mondo altro che però è capace di amore, di sacrificio, di fisicità. Finalmente può entare in contatto con il mondo della sua infanzia e riscattare il dolore dell’abbandono del padre, infatti secondo me è quell’abbandono che fa sedimentare in lui la rabbia, è per rispondere a quel distacco che decide di avere successo nel suo lavoro tentando di compensare il dolore con una bella moglie, una bella casa, una vita fatta di frivolezza e povertà di rapporti umani. Queste sono state alcune delle sensazioni che mi ha lasciato il film, e molte altre più personali e intime. Il libro non l’ho ancora letto ma conto di farlo al più presto.
ElisabettaScusatemi se interrompo un attimo le vostre riflessioni sulla Gerini ma mi preme tornare a Timoteo perchè a mente fredda mi sembra impossibile possa essere un cinque. Credo sia un otto, dando un’occhiata al libro ho ricordato la realistica crudezza ed il cinismo dei suoi pensieri, il suo modo di descrivere Italia, così come appariva, nella sua squallida miseria. E’ stata lei che con la sua accettazione ed una grande capacità di amare al di là dell’apparenza l’ha guidato a percorrere un lungo viaggio interiore aiutandolo a trovare la via che infine lo ha ricongiunto a se stesso, ai sentimenti ed alla vita. Con la sua morte ha riscattato la sua povertà interiore e lo ha accompagnato anche quando la vita ha presentato di nuovo il conto con l’incidente della figlia. Italia se n’è andata in silenzio così come era entrata nella sua esistenza. Inquietante il suo sacrificio, non può trattarsi che di un rapporto tra un quattro ed un otto.
EleonoraMi dispiace Eli, ma non ho letto il libro nè visto il film. baci
Marina PieriniNon sono affatto d’accordo Elisabetta….scusami… 🙂 Timoteo dice continuamente di non aver mai amato nessuno in vita sua. E’ un uomo che valuta e vede Italia nella sua miseria e’ vero, ma la vede con la luce fredda di un cervello che tenta di analizzare tutto quanto, e cerca di difenderlo da quelle emozioni che all’improvviso esploderanno. Timoteo e’ secco, nelle sue esternazioni, non si vendica di nessuno…anzi si sente spesso in colpa nei confronti di tutti. Quando Italia abortisce lui cerca attraverso un’analisi mentale di prendere le distanze da lei, dal dolore che le ha causato e di cui e’ responsabile, dal dolore di quel figlio perduto che lui aveva poi desiderato, si aggrappa alla moglie e alla figlia in arrivo scartando in maniera logica e razionale altre soluzioni perche’ in fondo ha paura di mollare tutto e seguire il suo cuore. Non sa farlo, non lo ha mai fatto, e’ spaventato a morte. Quando pero’ vede Italia sotto la pioggia, tutto il suo lucido mondo crolla…..la segue, la ama, vuole fuggire con lei, abbandona tutto e tutti. Un otto non si sarebbe di certo creato tutti questi problemi. Avrebbe avuto moglie e amante, si sarebbe goduto il piacere fisico e non la vergogna di quel rapporto quasi animale, e non avrebbe mai provato sensi di colpa.
Marina PieriniScusate, per chi non lo sapesse il messaggio e’ mio, Sirenella.
Marina Pierini…scusate aggingo tra l’altro che un Otto si sarebbe goduto la bellezza e l’abbondanza della sua vita e della sua bella moglie, di tanto piu’ giovane di lui. Timoteo invece e’ infelice, osserva la moglie stessa sempre con un freddo distacco…osserva la sua pancetta di uomo cinquantenne, i suoi difetti, la sua eta’, il suo non averla mai amata…sempre come se avesse sotto il vetrino di un microscopio la consapevolezza di un’esistenza che lo vede spettatore quasi annoiato, talvolta divertito, ma mai coinvolto davvero….e nel libro molte di queste cose Timoteo le afferma chiaramente a mio avviso..Sirenella.
ElisabettaLe tue osservazioni sono giuste ma Timoteo, secondo me esplode spesso con una forza, un’irruenza che un cinque difficilmente riesce a manifestare. L’otto condivide con il cinque una freddezza legata alla difficoltà di vivere le emozioni ed i sentimenti ma si esprimono in modo diverso. In Timoteo c’è una difficoltà evidente a controllare la sua parte istintuale ed animale che eplode a volte con tale impeto da creare in lui, medico benestante e borghese, senso di colpa ed incomprensione verso se stesso. Ricorda la sua infanzia, la freddezza con la quale si divertiva, da bambino, a torturare le rane. La vita semplice di Italia, il suo mondo pieno di miseria e la sua capacità di amare lo portano a riflettere sulla sua esistenza e ripercorre il suo viaggio interiore solo quando il dolore lacerante per la figlia gli apre di nuovo l’animo, ma di nuovo chiede aiuto e perdono a lei che lo accompagna, tenendolo quasi per mano. E’ proprio l’impeto di Timoteo che rende il personaggio travolgente e anche passionale, non vedo il blocco emotivo di un cinque in lui. Quando, nel film, si accorge di perdere Italia una forza selvaggia si risveglia d’improvviso, se avesse potuto salvarla avrebbe distrutto tutto e tutti. Entra in sala operatoria seminando scompiglio e terrore e davanti alla sua morte, sentendosi impotente, scaraventa una vetrina in terra per placare tanta rabbia e frustrazione.Nessuno osa fiatare, nessuno di fronte a tanto impeto si permette di proferir parola.
Marina Pierinivedi eli, ho proprio delle divergenze di opinione circa il tuo modo di interpretare l’otto. Sono quindi un po’ in difficolta’. Innanzitutto Timoteo assisteva dal balcone alla scena degli amichetti che torturavano la rana, e nel film lui la seppellisce, ma non faceva ne’ desiderava fare alcun male a nessuno. Lui rimpiange di aver vissuto in come in carcere con la mamma perche’ trasferiti in un quartiere povero del quale la mamma si vergognava e che temeva (…senza contare l’abbandono del padre e la perdita affettiva traumatica di un bimbo che si chiude al mondo dell’amore). Quindi la vita sociale gli era negata. Dopodiche’ gli otto non sono insensibili. La mia esperienza con mio marito, mi dice che sono anzi, molto caldi e goderecci, diventano piuttosto “desensibilizzati” nel momento in cui decidono di ottenere qualcosa passando sul cadavere di qualcuno. Il che e’ diverso, perche’ a differenza dei cinque che sono molto lontani dalla loro sfera emozionale, gli otto la vita se la godono pienamente senza sensi di colpa. Timoteo e’ un cinque in piena rivoluzione cosmica….e’ ovvio che sia violento ed esplosivo….non e’ un cinque in stato di quiete, cosi’ come ci appare nelle sue memorie di infanzia, (perfino quando ride lo fa brevemente,seccamente, in maniera rigida e rapida, il suo corpo non si abbandona mai se non con Italia, e un otto proprio non ce lo vedo cosi’…) non vuole piu’quel gelo….esplode…si sveglia…e un uomo il cui cuore e’ al gelo, se esplode all’improvviso non chiede mica per favore o permesso?? Certo che scatafascia tutto quando lei gli sta morendo tra le braccia…e’ l’unica cosa per cui valga la pena vivere, lo ha scoperto poche ore prima, lo ha accettato e sta perdendo tutto….mi sembra insomma naturale che un cinque in uno stato di rivoluzione tale sia esplosivo…ma mi sa che andremo avanti in eterno senza altri pareri eheheheheh…
ElisabettaNon so cosa dire Marina, forse hai ragione tu quando dici che Timoteo è un cinque in evoluzione, un uomo che esplode alla vita improvvisamente. Certo la sua irruenza mi porta ad avere dei dubbi, come hai detto anche tu un otto è caldo e se vogliamo anche passionale nelle sue manifestazioni, si immerge con violenza e rabbia nel dolore più di quanto un cinque, disarmato ed inoffensivo, possa fare. L’aspetto vendicativo non emerge in questo contesto perchè egli, secondo me, possiede entrambe le donne, Italia con la sua rinuncia masochistica alla vita e all’amore e la moglie che con la sua silente ostinazione nel perseguire il suoi scopi che non parla per paura di perderlo. Non sono comunque certa che Timoteo sia un otto, i suoi sensi di colpa li ho vissuti anch’io, però di fronte ad una donna che si umilia, che ama senza difesa, donando se stessa fino alla morte chi non avrebbe sensi di colpa ? I personaggi sono, anche se in modi diversi, tutti e due estremamente vissuti ed intesi, e l’intensità cioè il contatto con le proprie pulsioni più profonde sono tipici di qiesti due tipi, cioè otto e quattro. Con questo non voglio dire che le tue osservazioni non siano giuste, quello che vorrei chiedere a che volesse aiutarci è un chiarimento sulle dinamiche che possono portare un cinque ad uscire dalla sua paura, qual’è insomma la spinta esplosiva? Un amore forte ed inteso può essere improvvisamente vissuto in tutta la sua pienezza?
SirenellaCara Elisabetta, comprendo benissimo le tue perplessita’, anche se io durante la lettura del libro ho riconosciuto molte delle caratteristiche di un 6 controfobico e di un 4 sessuale. Ci sono pero’ alcuni elementi secondo me fondamentali, che mi hanno convinta che la base, il centro del carattere di Timoteo sia nel 5. Ho supposto che la rivoluzione della sua vita lo abbia portato a cambiare istinto, se quindi, l’istinto dominante diventa quello sessuale ed e’ quello che lo porta a reagire a tutti gli eventi, mi spiego la violenza e la passione ma anche la paura, i dubbi se lasciare la moglie o Italia e tutto il resto. Un otto non avrebbe avuto dubbi, si sarebbe preso quello che voleva…perche’ scegliere, perche’ avere paura? Ma una cosa mi ha convinta piu’ di tutte. Il rapporto di Timoteo con il sangue. Quando lui opera, racconta che c’e’ quel momento di attesa, tra il bisturi che incide e il sangue che sgorga, che gli ha creato una sorta di fobia da studente. Una paura cosi’ forte da doverla superare con un atto altrettanto forte (tagliarsi con una lametta per vedere il proprio sangue sgorgare e sopravvivere all’evento). Questo scegliere la cura estrema al male estremo mi sa tanto di 6 controfobico, che quando viene spinto sulla punta dell’iceberg, pur di salvarsi sceglie la cura estrema e opposta. Ma e’ anche vero pero’, che per un 5 il sangue rappresenta la linfa vitale. L’energia essenziale di un corpo. Il timore di vederlo sgorgare secondo me risiede proprio nel disagio di “perdere la linfa essenziale del corpo”. Se un 5 trattiene ogni energia, a maggior ragione il sangue “disperso” e’ una visione terribile, tanto da spingerlo a risolvere la paura con un gesto altrettanto crudo, perche’ altrimenti non avrebbe potuto operare nessun paziente. Un otto, certamente ha una relazione diversa col sangue e con lo sporco in genere. L’otto dimostra a se’ stesso e agli altri la sua “forza” sempre e comunque. La perdita di sangue durante un intervento e’ indispensabile, perche’ un corpo si apre, il chirurgo combatte col male, il sangue cosi’ come il sudore o lo sporco e’ in qualche modo il trofeo della lotta, cio’ che esibisco per far capire che sono un combattente e non ho paura. Nessun guerriero rimane lindo e pinto no?? Quindi per un otto il sangue e’ necessario, fa parte dello scenario, e magari un chirurgo otto si sporca piu’ degli altri per esibire il senso della sua lotta e fatica. I cinque ed alcuni tipi di 4 invece hannoun rapporto un po’ particolare con le secrezioni corporee. Si “scansano” con un certo ribrezzo, tengono le distanze dal degrado. Timoteo fa altrettanto, pero’, e qui somiglia molto ad un 4 sessuale, quando poi nel pantano ci cade e prova il piacere dell’abbandono senza limiti si guarda dal di fuori, e’ ironico contro se’ stesso e contro la miseria di Italia. Tornando alla vetrina poi, mi veniva in mente che un otto ostacolato nella sua corsa furiosa per salvare la sua donna, non avrebbe rotto un mobile, avrebbe direttamentepreso a cazzotti gli uomini che lo ostacolavano. Timoteo non riesce a far male a nessuno, tranne che ad Italia, e lui commenta diverse volte questo suo atteggiamento, ne e’ consapevole ma non riesce a farne a meno. In ogni caso, mi farebbe piacere se qualcun altro riuscisse ad aiutarci 🙂 baci
ElisabettaLe osservazioni che hai fatto sul disagio provato da Timoteo alla vista del sangue sono giuste, da studente egli se ne allontana con una sensazione di paura, sentendosi quasi impotente alla vista di tanta linfa vitale che viene dispersa, elabora da solo questa esperienza per trovare infine il coragggio di affrontarla. Un altro aspetto, anche da te messo in luce, mi fa abbandonare la considerazione che Timoteo possa essere un otto e cioè il rapporto tormentato e vivo che egli dimostra avere con se stesso, con la sua interiorità. Con lucida sensibilità analizza ogni rapporto mettendo in evidenza i risvolti, le paure, la mediocrità e le insicurezze umane tanto da far vivere, nel suo lungo e spietato monologo interiore, ogni personaggio nella sua interezza e complessità. E’ spietato e cinico nelle sue considerazioni ma nello stesso tempo dimostra una profonda umanità nell’immergersi nei meandri oscuri ed intricati che governano la nostra anima.
Concordo con te nel vederlo come quattro sessuale, credo sia più giusto verso ciò che sento, cioè verso le sensazioni che la passionalità, a volte esplicita, del personaggio mi fa percepire. -
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