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L’angolo del libro.

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Questo argomento contiene 153 risposte, ha 1 partecipante, ed è stato aggiornato da  Raffaella Foggia 13 anni, 1 mese fa.

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  • #1832 Risposta

    Sirenella

    Eli…forse mi sono espressa male nel post precedente, perche’ io intendevo dire che alcuni atteggiamenti riconducibili sia al 4 sessuale, sia al 6 sessuale, mi convincono che Timoteo sia un 5 sessuale. Sembra che tu non riesca a percepire quanto “l’osservatore” sia forte in lui. Forse sbaglio, ma e’ possibile che la tua resistenza possa nascere dal problema che anche marina mele aveva? Cioe’, che Timoteo abbia delle caratteristiche che sono differenti dalle tue, e che tu tendi erroneamente a difendere un’immagine “piu’ pulita e controllata” del “tuo” modo di essere 5, negando che anche egli lo sia, ma in modo diverso? Ci sono caratteri universali tra i vari enneatipi, ma anche caratteri unici che appartengono alla nostra individualita’ e alla nostra storia personale, Timoteo (reale o immaginario che sia il personaggio) e’ una maschera che rappresenta un certo enneatipo, che con un certo vissuto reagisce in un certo modo. Questo non toglie nulla a tutti gli altri che hanno in comune con lui alcune caratteristiche ma anche nulla in comune sotto altri aspetti. E’ anche possibile che alcune “maschere” ci riflettano in piena faccia cose che di noi stessi neghiamo e non vogliamo vedere….chi puo’ mai dire perche’ resistiamo. Io vorrei che tu allora mi spiegassi perche’ secondo te NON e’ un 5. Lasciando perdere un’eventuale piu’ precisa attribuzione dell’enneatipo. Secondo me non e’ un 4 sessuale, anche se talvolta ne assume i comportamenti. Ma adesso non conta questo….ti va di ragionarci un attimo su, e dirmi perche’ NON e’…piuttosto che lasciarci distrarre da cio’ che potrebbe invece essere? Che ne dici?

    #1833 Risposta

    Elisabetta

    Mi rendo conto che muovermi parlando di tipi e non di come io vivo e sento le cose mi è più facile e congeniale. Scrivendo mi accorgo spesso di usare una forma impersonale …ci si sente…ci si protegge..si ha paura…tanto che, tempo fa, mi sono corretta ogni frase al presente indicativo. E’ un handicap che stò cercando di superare ma devo farlo a piccoli passi, senza quasi accorgermene, mi perdonerai se a volte non esprimo chiaramente le mie sensazioni. Comunque cercherò di dirti ciò che io sento così chiariamo i punti che forse non corrispondono a quello che io credo appartenere al tipo. Certe reazioni hanno lasciato in me stupore non perchè le giudico sconvenienti o poco apprezzabili, ma solo perchè non credevo fossero tipiche di un certo dipo di personalità, forse sbagliando. Io non reagisco con rabbia al dolore, anche se sento frustrazione e sofferenza li vivo interiormente, non potrei scaraventare una vetrine per terra, lo schianto del vetro sul pavimento mi terrorizza, in preda al dolore mi chiudo in me stessa e non trovo sollievo nemmeno a parlarne con altri. Anche nella scena iniziale, il desiderio improvviso di possedere fisicamente una persona, per di più sconosciuta, mi è completamente estraneo. Trovare poi il coraggio di fermare un aereo prossimo al decollo costringendo le hostess ad aprire i portelloni mi sembra quasi impossibile. Anche di fronte ad un impulso sento una forte spinta che mi trattiene, che frena continuamente le mie azioni, qui torniamo al controllo, un controllo che inibisce l’espressione delle emozioni che, anche quando sono coscienti, sono vissute con una paura irrazionale di non poterle contenere o gestire.

    #1834 Risposta

    Sirenella

    Ma Elisabetta….la storia non parla di te, parla di un’altra persona 🙂 allora io mi chiedo, secondo te un 5 sessuale non potrebbe in uno stato di cambiamento radicale come quello di Timoteo, agire come lui agisce? Io sono un 4 sessuale, eppure non ho nulla a che vedere con Shilok (si scrive cosi’??) il personaggio de “il mercante di venezia”. Insomma vorrei solo farti comprendere che non e’ di te che si parla. Tu non sei tutti i 5 del mondo e sopratutto mi sembra di capire che non sei un 5 sessuale. Tempo fa Antonio ci ha fatto vedere lo spezzone di un film che si chiama “sesso, bugie e videotape” in cui uno dei protagonisti e’ proprio un 5. Due personaggi se non ricordo male, in quel film evolvono, e tra i due c’e’ proprio il ragazzo di cui ti parlo. Ebbene c’e’ una scena in cui lui scaraventa via tutte le sue videocassette. Ha una crisi di nervi che lo spinge a distruggere qualcosa che per lui era di grande importanza, visto che i filmati gli servivano per vivere “attraverso” la vita altrui..le esperienze altrui. Scaraventava via tutto. Ti faccio quindi di nuovo la stessa domanda, dimenticando chi sei tu, sei davvero sicura sulla base di cio’ che hai studiato dei 5, che non potrebbero agire come fa lui? Nel libro Timoteo non nutre mai Italia. Lei nutre lui pero’. Non trova mai il suo aspetto struggente, la vede sempre per quello che e’. Timoteo osserva tutto, anche il rapporto tra sua moglie e sua figlia, osserva tutti con distacco e vedendoli senza veli, perfino se’ stesso, senza mai pieta’, sempre sotto la luce fredda della ragione. Eppure un 4 sessuale non potrebbe mai non vedere il bello dell’essere amato. Per quanto brutto e spennacchiato, un 4 proverebbe tenerezza struggente, avrebbe bisogno di amare la bellezza anche interiore di una creatura, la nutrirebbe, la proteggerebbe probabilmente, poi magari ne rivendicherebbe gelosamente il diritto ad un’amore esclusivo, ma Timoteo a Italia, non la nutre mai, non la vede mai bella, si vergogna di lei, si vergogna di se’ stesso, deve cedere alla disperazione rivedendola… per capire che la ama davvero. Insomma io vedo la forte vicinanza di Timoteo al 6 quando esprime i suoi dubbi e la sua paura sul “che fare”, eppure quando Timoteo agisce lo fa, sapendo dove e come, senza esitare anche con brutale intensita’. Ti amo come un lupo, le dice. E’ un’osservatore cinico, ironico talvolta, distaccato. Dichiara di non aver amato mai nessuno. Non sa donare nulla ad Italia perche’ semplicemente “non sa farlo”. E’ rabbioso, a scatti, sorride ai parenti e prende a calci il cane, non proietta su nessuno i suoi sensi di colpa pero’…come farebbe invece un 6 controfobico, se li tiene i suoi sensi di colpa, li guarda, ne prova vergogna e pena, li odia e odia Italia ma poi li accetta quando accetta di amarla suo malgrado. Vuole fondersi con lei. Al contempo non vuole darsi perche’ tutto questo lo terrorizza. Prova panico nel vedere il sangue disperdersi da un corpo. Esplode, e quando la vita gli toglie l’amore finalmente trovato, accetta con umilta’ quel dono che nonostante tutto gli lascia, quella nuova vita che lo rende umile. Ti cito un piccolo brano tratto dal libro sull’enneagramma scritto dalla Palmer, che a proposito dei sottotipi del 5 descrive quello sessuale cosi’: I 5 vivono il rapporto di coppia attraverso la fiducia. Il sottotipo sessuale ha piu’ fiducia nella comunicazione sessuale non verbale che in modalita’ di relazionarsi piu’ pubbliche, preferendo l’intensita’ di un legame segreto. Continua poi citando una testimonianza: la sessualita’ e’ stato l’aspetto piu’ libero della mia vita. Non sei costretto a parlare, nessun altro lo deve sapere, c’e’ intimita’ immediata (…). Insomma… Elisabetta…al di la’ di te…se non tutti siamo mercanti di venezia, o berlusconi, o blade runner, o timoteo….prendendo un attimo le distanze tu…che ne pensi? Un 5 sessuale per quello che ne sai come potrebbe comportarsi? Il desiderio di possedere qualcuno, nel disperato bisogno di comunicare, e’ possibile anche per un 5?

    #1835 Risposta

    Elisabetta

    Probabilmente io non sono un 5 e forse non posso capire l’intensità che un cinque sessuale può investire in un rapporto. Forse può accadere che attraverso l’intensità di un desiderio si possano superare le barriere che separano dalla vita. Timoteo è un grande osservatore, a volte troppo cinico, sprezzante, crudele e proprio questa sua freddezza nel fare resoconti reali e crudi della realtà ha suscitato in me dei dubbi. Quando ci si abitua ad osservare le persone dall’alto delle passioni e dei coinvolgimenti si riesce sempre ad essere obbiettivi e freddi nei giudizi ma poi, dall’altro lato della medaglia si vive nell’impossibilità di immergersi nella vita, di osare, di buttarsi in quella melma che Timoteo invece sembra vivere, a tratti, molto intensamente. La mia perplessità riguarda proprio questo aspetto, mi colpisce anche un pò la sua mancanza di tenerezza che secondo me appartiene molto al tipo 5 . Nonostante le mie perplessità Timoteo può essere un cinque sessuale, ed essendo per sua natura più intenso ed emozionale degli altri sottotipi riesce a vivere questa passione con tutto se stesso, buttandosi anima e corpo e lasciandosi coinvolgere dalla passione. Ti ringrazio per questo interessante scambio di opinioni Marina.

    #1836 Risposta

    Sirenella

    sono di volata Elisabetta…ma sento il piacere di dirti che scrivere assieme a te in questi giorni mi ha costretta a fare tutta una serie di osservazioni ed approfondimenti sia per cio’ che concerne i 5, sia per cio’ che concerne i 6. Alla fin fine poco importa cosa sia Timoteo….e’ sempre un bel viaggio che si fa nel mondo interiore di ciascuno di noi.

    #1837 Risposta

    Eleonora

    Molto interessante anche per me il vostro scambio di opinioni, Sire ed Eli. Mi avete “costretta” ad osservarmi ancora un po’ di più e da varie angolazioni. Grazie. Purtroppo, non posso parlare di Timoteo, non avendo letto il libro nè visto il film, tuttavia, vorrei dire che alcuni atteggiamenti, apparentemente, “non da 5”, li conosco benissimo per averli agiti e questo, a volte, sentendo o leggendo gli stereotipi classici del 5, mi facevano venire dei dubbi sull’essere, effettivamente, di questo tipo. Quando ho letto la prima volta di enneagramma mi sono immediatamente riconosciuta nel 5 perchè mi trovavo nel pieno di una lunghissima fase autoconservativa. Ero proprio chiusa nella torre d’avorio nella quale non facevo entrare quasi nessuno. Se avessi letto di enneagramma qualche anno prima non avrei faticato a riconoscermi nel 4. Sono un 5 sessuale e molte volte, non ho riconosciuto in me quella separazione dalle emozioni di cui si parla. Altre volte, invece, ne ho colto il meccanismo. Rimango convinta, per quanto mi riguarda che più che di separazione si tratta di “non-espressione”. O, perlomeno, la separazione, in me, non avviene costantemente e oggi sempre di meno. Per ritornare a Timoteo, posso solo dire che nella mia vita ci sono stati momenti in cui sono letteralmente esplosa: una volta, in un attacco d’ira ho sfasciato in 2 minuti la mia stanza, lasciando completamente di stucco la persona verso la quale era indirizzata la mia rabbia. Un’altra volta ho quasi scaraventato una mia amica 4 per le scale. Anche lei non si aspettava una simile reazione da me (anche se aveva fatto di tutto per provocarmela). In un’altra occasione mi sono data ad un inseguimento in macchina alla 007, correndo pericolosamente e lanciandomi davanti alla macchina della persona che intendevo bloccare con l’intento di riempirla di schiaffi davanti a tutti, cosa che ho fatto successivamente appena sono riuscita a stanarla. Questa persona era un mio ex (un TRE), il quale rimaneva sbalordito davanti a questi miei atteggiamenti. Una volta mi disse che era preoccupato per questi miei scatti perchè, secondo lui, non avrei esitato a prenderlo a schiaffi nemmeno davanti al suo primario (è un medico), ed aveva ragione. Io ho sempre temuto queste mie esplosioni e per questo motivo ho cercato sempre di tenerle a bada. Però, devo ammettere anche che sotto sotto mi piaceva anche molto arrivare a quegli estremi, perchè solo così arrivavo finalmente a scaricare tutta la rabbia accumulata. Spero di essere stata utile al dibattito. Un bacio. eleonora

    #1838 Risposta

    Elisabetta

    Il tuo intervento cara Ele, è stato il pezzo mancante del puzzle, ora è chiaro che un 5 sessuale è capace di esplosioni emotive e di reazioni liberatorie nelle quali riesce ad esprimere la rabbia e la frustrazione represse, anch’io credo che la freddezza emotiva del 5 non corrisponda ad una mancanza di sensibilità quanto ad un blocco del flusso emotivo, una contrazione che ne impedisce e ne inibisce la libera espressione. Io invece non riesco ad avere questo tipo di reazioni, a volte posso perdere le staffe ma solo con persone molto intime, con questo escludo amiche e parenti, persino con le mie sorelle non riesco ad esternare un mio disagio. Anche se ne ho motivo faccio scattare la molla della comprensione o se proprio non c’è niente da comprendere mi allontano, evito lo scontro isolando il probema. Anche io come te mi sono vista molto nel 5, ma forse non è così, l’aver vissuto quasi sola la mia giovinezza mi ha portato, come te, a chiudermi nella mia torre, ad osservare le persone per ore da una finestra e questa sensazione ha lasciato in me un’impronta ed un ricordo molto forti, sensazioni di solitudine che tornano vivide alla memoria, ma il confronto e la condivisione piano piano aiutano alla comprensione dei nostri meccanismi. Ancora più aiutano a non farci sentire soli.

    #1839 Risposta

    Eleonora

    Cara Eli, tra tutti i libri che ho letto sull’enneagramma, ho sempre preferito di gran lunga quello di Claudio Naranjo, proprio perchè credo che sia il più completo e che scende maggiormente nei dettagli e nelle sfumature del 5. Forse ci riesce perchè anche lui è un 5. Comunque, è un dato di fatto. In quello della Palmer, ad esempio, non mi riconosco quasi per niente. Mi sembra che lei parli solo del 5 autoconservativo. Naranjo, invece, parla sì di insensibilità del 5 ma, contemporaneamente, parla anche di ipersensibilità di questo tipo. Ed io so che è verissimo, visto che è stata proprio questa mia ipersensibilità a tenermi lontana dal mondo per molto tempo. Un bacione. eleonora

    #1840 Risposta

    Sirenella

    Eleonora sono d’accordo sul fatto che la Palmer sia abbastanza “sommaria” e un po’ pragmatica nella descrizione degli enneatipi. Penso che sia un libro da avere a portata di mano giusto per offrire un profumo di enneagramma a chi non lo conosce affatto, ma da solo non basta per niente. Mi hai fatta sbellicare dalle risate. Eleonora…io ho di te un’idea di donna cosi’ “ponderata” 🙂 anche fisicamente io ti immagino “ponderata”…se lo pronunci senti il tondo rassicurante e gommoso in bocca….e mentre dico Eleonora ponderata…ti vedo correre come una speedy gonzales impazzita che insegue un povero 3 che corca di mazzate!!! Non me ne voglia questo lord ma deve essersele proprio volute!!! Grazie per la tua testimonianza 🙂 veramente grazie…non piu’ “ponderata” Ele…dovro’ trovare un’altro aggettivo per te ahahahahaha baci…

    #1841 Risposta

    Elisabetta

    Nel libro di C. Naranjo viene infatti illustrato il tipo nella sua completezza, in modo magistrale egli è riuscito a rendere accessibile a tutti la comprensione della dualità e della scissione che questo tipo, pieno di contrasti, vive. Il distacco ed il blocco emotivo va a compensare l’ipersensibilità insostenibile, avvertita come pericolo per la propria sopravvivenza.

    #1842 Risposta

    Antonio Barbato

    Ho finito di leggere Non ti Muovere. L’ho letto piano, a piccoli brani, vincendo un senso di doloroso fastidio e reprimendo momenti di rabbia che mi avrebbero spinto, in altre circostanze, a seppellire il libro nella polvere delle mie librerie, per non riprenderlo. Ho letto le pagine, una dopo l’altra, facendo più di una volta uno sforzo di volontà, come quando si assume una medicina amarissima, perché quasi dopo ogni frase la mia bocca aveva sapore di fiele. Come se avessi inghiottito, ad ogni rigo, un serpente che mi mangiava il cuore o suturato una ferita col fil di ferro. Eppure, niente del libro, bello di una bellezza infinita e struggente pur nei suoi ovvi due finali, mi apparteneva. Nessuna storia della mia vita diretta od indiretta, nessun fatto da me vissuto, avevano nulla in comune con i protagonisti della storia. Ho dovuto ammettere a me stesso, a denti stretti, che il fulcro della mia iper reazione stava nella mia relazione psicologica col personaggio di Italia, il mio sdegno verso la profonda iniquità con la quale non le era stato data alcuna possibilità, verso l’ingiustizia radicale che il riuscire, per una volta nella sua vita, ad amare ed essere amata, la dovesse portare alla morte. Come mi era capitato in casi analoghi, come, ad esempio, mi è successo con i Miserabili a causa di Fantine o con i Malavoglia di Verga, la rabbia profonda che sentivo per questo (anche se so benissimo che nella vita reale a tanti altri è capitato un destino, se possibile, anche peggiore di quello di Italia), era un antidoto tanto potente da permettermi di distanziarmi dal libro come forma di sdegnosa condanna verso l’autore. In questo caso, invece, mi sono auto imposto di rassegnarmi all’impotenza e di farmi attraversare da tutte le sensazioni che la lettura mi suscitava, per cercare di capire meglio il gioco dei tre personaggi principali. Mi sembrava questo l’unico modo per concorrere in modo adeguato alla profondità del dialogo che si era svolto sul forum, il cui senso più profondo è stato ben espresso in un breve messaggio da Marina Pierini (Sirenella). Come insegnante di enneagramma, tuttavia, avrei preferito che, oltre all’indubbia partecipazione, ci fosse stato anche un appropriato uso degli strumenti di cui disponiamo, per cercare di comprendere anche le motivazioni sottostanti dei personaggi. Così sono stato molto sorpreso nel non sentire in nessun commento quanto il senso di Vergogna, per quella sua esperienza infantile sul camion e chissà per quante altre, riuscisse a chiudere la bocca ad Italia. Quanto il suo disperato bisogno interiore, il desiderio di non essere più abbandonata, di avere “qualcuno che ci facesse ridere e soffrire”, come cantava il solitario ed altrettanto disperato Luigi Tenco, la portasse ad accettare qualunque cosa.. Nessun commento sul Disorientamento di Italia, sull’incredibile, per la verità, per l’esattezza caratteriale, testata nel muro prima di andare ad abortire, seguita da una risata che, come nota acutamente Timoteo, gli mette più paura di qualsiasi pianto, perché è la decisione finale, irrimediabile, di chi sa che ha scelto fra due morti quale sarebbe stata la morte meno definitiva. Italia ci insegna che per chi ha avuto sempre fame di felicità anche alcune briciole cadute per errore, e quasi controvoglia, sembrano un bene così grande che vale la pena di morire per esse. Solo ricordando questo, solo sapendo l’Inferno che ha scelto di attraversare per giungere ad una sorta di quasi rassegnazione, possiamo comprendere l’auto condanna finale di Italia verso se stessa: “Meglio così. Sarei stata una cattiva madre”. Allo stesso modo ho letto nei messaggi un certo fastidio, una sorta di astio rappreso, per il personaggio di Elsa. Troppo fortunata, troppo capace apparentemente di auto proteggersi, di riuscire in quello che voleva per ispirare simpatia, o, ancor più, empatia. Eppure è una donna disperata, che quando arriva in ospedale è bassa, spettinata, vecchia, “un fagotto che trema”, come tutti noi di fronte al dolore, come la definisce con accuratezza Timoteo. Elsa si è accorta dei tormenti di Timoteo, della crisi del loro matrimonio, della sua inadeguatezza, ma non si rassegna a perderlo. E’ forse una colpa questa? No, perché sappiamo che per un Tre l’esperienza più lacerante è il Fallimento, il dover fare i conti con la tua incapacità, col fatto che c’è qualcuno che una persona che ami trova più attraente, più desiderabile, migliore di te e tu non sai trovare un modo per uscirne, ma sai solo che non puoi arrenderti, qualunque fatica o sforzo questo ti costi. Due parole, infine, su Timoteo, perché sarebbe troppo lungo spiegare il suo carattere in questo intervento. E’ uno dei migliori esempi di tipo Sei che abbia trovato in letteratura. L’unico altro modello, a cui fra l’altro è strettamente imparentato è quello di Raskolnikov, il protagonista di Delitto e Castigo. Nel suo caso il suo delitto è stato quello di aver perso una delle due persone che aveva veramente amato, e il suo castigo è quello di essere punito con la probabile perdita dell’altra. Buonanotte, il Capitano.

    #1843 Risposta

    Sirenella

    Caro Antonio, non abbiamo mai parlato approfonditamente di Italia, perche’ penso fossimo tutte abbastanza d’accordo nel percepirla come un 4…per cui catturate dai dubbi e le disquisizioni su Timoteo il resto e’ passato in secondo piano….ovviamente, anche se le modalita’ da Sei sono evidenti e fortissime in lui…non concordo con te 🙂 …rassegnati a far questioni con me di lana caprina…perche’ tra un 5 e un 6 non sempre c’e’ moltissima differenza, quando si ha a che fare con personaggi cosi’ forti….tu non hai visto il film, se non vado errata, anche se il libro e’ sufficiente a farsi un’idea precisa dei personaggi…in ogni caso…dopo tanto dire non te ne puoi uscire con due parole lapidarie su Timoteo e chiudere qui eh…..spiegaci qualcosina senno’ qui si va al manicomio…perche’ io (che pero’ ho visto prima il film e poi letto il libro) sono ancora convinta che Timoteo sia un 5 sessuale con una forte ala 6….sopratutto dopo la testimonianza di Eleonora e i suoi inseguimenti a mano armata 😉 ….su Capita’….riprenditi dalla fatica di sostenere Italia e dicci qualcosa di piu’…

    #1844 Risposta

    Antonio Barbato

    Hai ragione, cara Sirenella, non posso e non voglio uscirmene così a proposito della tipizzazione di Timoteo ed inoltre non è una questione di lana caprina, ma di capire bene il nucleo dominante del personaggio (Mi domando con grande curiosità a chi si sarà ispirata la Mazzantini nel crearlo). Solo che vi chiedo di essere un po’ pazienti, perchè io non ho il dono di scrivere rapidamente e con grazia come riuscite a fare voi ed ogni volta ci metto un bel po’ di tempo che, ovviamente, sottraggo ad altre cose (come,ad esempio, a scrivere l’articolo su Orgoglio e Pregiudizio o tradurre l’articolo di Andrea Isaacs per la prossima rivista). Oggi e domani sarò impegnato con un seminario e, forse, avrò libero solo le due sere, per cui, se ci riesco, comincerò ad abbozzare qualcosa. Un rapido indizio, però, sul perché Timoteo è un Sei e non un Cinque, lo voglio dare. Timoteo, ad un certo punto, fa qualcosa che un Cinque non farebbe mai, che è la negazione stessa del modo di stare al mondo di un Cinque, ma che per un Sei è un’attrazione fortissima. La sua esperienza notturna col barbone, la sua ricerca del contagio, del cupio dissolvi, descritta alle pagine 186 e 187 del libro, non è un tratto come un altro, ma è l’enorme attrazione/repulsione che un Sei, e solo un Sei, può provare per il diverso, il reietto, l’abominevole, che va affrontato e vinto per sentirsi, come dice lui, ancora vivo.

    #1845 Risposta

    Raffaella Foggia

    Ciao a tutti, come al solito me ne sto sempre un po’ lontana… poi però torno. Lo confesso, ho riletto il libro alla luce di tutti i vostri bellissimi commenti e interpretazioni e ho buttato giù qualche rigo. da un certo punto di vista penso che la Mazzantini si sia ispirata al marito (I ruoli di Castellitto sono sempre un po’ al limite tra qualcuno che ha paura di perdere quello che ha e qualcuno che pur di non soffrire si lancia nelle cose più disparate e disperate). Per quanto riguard ai personaggi, ed anche qui c’è una confessione: io non riesco a sopportare Italia, è più forte di me dalla prima volta che l’ho letto (devo dire tutto d’un fiato…) a quest’ultima in cui avevo voi che mi facevate compagnia, mi dà più fastidio di Timoteo, nonostante la sua – in alcuni casi – aberrazione. Ho avuto modo di parlarne con Antonio e sono d’accordo sul fatto che quello che disturba maggiormente del libro (che a proposito il film si può trovare da Blockbuster – ma quando sono andata io era in affitto) e che sembra che nessuno abbia una via di scampo… Per ora devo scappare, ciao a tutti Raffaella

    #1846 Risposta

    Marina Mele

    Si. Anch’io vorrei esprimere un mio disagio che ho cercato di far sentire ma non credo sia passato. Mi riferisco a quanto ha detto Antonio nel riferimento alla figura di Elsa. Io credo che non vi siano enneatipi di serie A ed enneatipi di serie B. A parte il fatto che talvolta mi esprimo male, devo ammettere, soprattutto con me stessa, che spesso mi sento in imbarazzo perchè sento che se si parla di certi enneatipi arrivano soprattutto critiche. A volte mi sembra (ma lo voglio esprimere come un mio disagio/problema) di esser dentro un gruppo nel quale sono “diversa” perchè parlo un’altra lingua. Devo anche ammettere che questo è uno dei motivi per cui faccio fatica a scrivere da un pò di tempo a questa parte….scusatemi. da tempo volkevo dirlo ma non riuscivo…sono più serena. Solo questo , nulla più. ciao. Melinda

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