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L’angolo della musica

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Questo argomento contiene 33 risposte, ha 1 partecipante, ed è stato aggiornato da  Marina Pierini 13 anni, 1 mese fa.

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  • #2734 Risposta

    Eleonora

    Carissime e carissimi, visto che non me la posso “menare” con i Sette, me la meno con l’astrologia: Mozart è nato lo stesso giorno in cui sono nata io: 27 gennaio (giorno del genio); inoltre, una volta ho sognato di suonare perfettamente, al piano, una sua famosissima opera: sarò mica la sua reincarnazione? 🙂 Dopo la fine che mi ha fatto fare Salieri era quasi d’obbligo nascere Cinque! 😉 bacioni

    #2735 Risposta

    Eleonora

    P.S. Anche per me Vivaldi è un Sette. Anche le Quattro Stagioni potrebbero rappresentare l’imparmanenza: tutto scorre, nulla permane.

    #2736 Risposta

    Marina Pierini

    Eleonora….davvero sono sotto shock…questa immagine di te che svolazzi su di una tastiera bianca e nera, con una chioma magari blu cobalto, raffia impazzita che oscilla sul tuo cerebro….ma sei sicura che il 27 gennaio e’ la data di nascita dei geni??? Guarda che…ehm…se Salieri era un 4 qui mi sa che sei cascata in un nido di serpi 🙂 …al prossimo sogno possiamo almeno farci un duettino??? Io metto la parrucca raffia verde matese!

    #2737 Risposta

    Eleonora

    Ci sto, Sire; vengo io nel tuo sogno o tu nel mio? :)baci

    #2738 Risposta

    Sirenella

    Mi sa che nei miei sogni ti perdi Ele…troppo caos, troppa confusione, disordine, calore… 🙂 :-9 meglio mettermi la parrucca e saltare io nel tuo…se sbaglio mira a scanso di equivoci, faccio prima testamento pero’! Ma perche’ si chiama testa-mento???

    #2739 Risposta

    Antonio Barbato

    Sono rimasto colpito dalla seguente frase di Beethoven: “Cercate l’arte attraverso il dolore”, perché non credo che sia un Quattro. Qualcuno ha letto qualcosa della vita di Ludwig che ci possa aiutare a capire di che tipo era?

    #2740 Risposta

    Sirenella

    Io non so perche’ ma il solo ascoltare la sua musica mi fa pensare ad un Uno….ma sono solo sensazioni… 🙂 non ho argomentazioni se non il mio naso!

    #2741 Risposta

    Tecla

    Secondo te Antonio Ludwig che tipèo era?…
    Nato a Bonn Beethoven crebbe in un ambiente culturale e familiare tutt’altro che propizio. Il padre era musicista e alcolizzato capace solo di sperperare i pochi guadagni in grado di racimolare, e di spremere fino all’ossessione le capacità musicali di Ludwig, nella speranza di ricavarne un altro Mozart,tale era la sua ambizione da far risultare che avesse due anni in meno quando ad otto anni si esibì per la prima volta.
    Sua madre fu una donna dolce, modesta e premurosa. ma segnata da una salute cagionevole. Ebbe sette figli, quattro dei quali morti prematuramente.
    Ludwig si trova dunque ben presto gettato nell’arena della sopravvivenza, forte solo del proprio talento .
    A dodici anni, Beethoven pubblicò la sua prima opera.Ludwig a 14 anni è chiamato in qualità di organista, alla corte di Maximilian Franz, principe elettore di Colonia. Incontra così personaggi di spicco che lo introducono alla cultura illuministica
    In famiglia Ludwig finisce col sostituirsi al padre sostenendo il peso econmomico dei fratelli perché Johann, spesso ubriaco, è sempre meno capace di assumere di provvedere ai bisogni finanziari ed affettivi derlla famiglia. Il giovane si sentirà responsabile dei suoi due fratelli, ed egli assumerà questa responsabilità tutta la sua vita, talvolta fino all’ eccesso.
    Giunto a Vienna gli si schiudono le porte del successo,ma fu richiamato a Bonn a causa della malattia della madre. Con la madre muore l’unica persona della sua famiglia con la quale era riuscito a creare dei legami affettuosi. ritornato a Vienna, cinque anni dopo, prende delle lezioni con Haydn, poi con Albrechtsberger e Salieri. Stupisce e seduce Vienna per la sua virtuosità e le sue improvvisazioni al pianoforte.
    Gli incontri che Beethoven ha a Vienna sono numerosi. Tutti gli esponenti della vita musicale e dell’aristocrazia ammirano il giovane compositore. Questi melomani saranno i più grandi mecenati e sostenitori di Beethoven. Il “Gran Mogol” , come lo definirà Haydn, si arrabbierà regolarmente con gli uni e gli altri, salvo fare poi autocritica e porgere le scuse a tutti. Il suo talento e la sua bontà d’ animo scuseranno il suo comportamento eccessivo ed impulsivo. l’esecuzione della sua prima sinfonia sconcerta critici e pubblico che giudicano la sua musica incomprensibile, ostentata ed eccessiva.
    La sordità lo colpisce già in giovane età, causando crisi al limitare del suicidio e intensificando il suo orgoglioso distacco dal mondo, frutto non di banale disprezzo ma dell’umiliazione di non poter godere in modo semplice della compagnia altrui. Solo le passeggiate in campagna gli danno un po’ di pace ma col tempo, per comunicare con lui, gli amici dovranno rivolgergli le domande per iscritto, si crtearono così i famosi “quaderni di conversazione”. nel 1802, redige un testo celebre dove spiega la sua ribellione al dramma che vive: lui, un musicista, sta per diventare sordo! Ecco una fatalità alla quale non si augura di sopravvivere. Ma la musica è una passione più forte. Beethoven non si suiciderà, farà conoscere poco a poco il suo handicap crescente, ed si getterà nella composizione di opere grandiose.
    Beethoven scrive la terza sinfonia in omaggio di un grande uomo, Bonaparte. Quest’ uomo è considerato allora come il liberatore dei popoli, generato della Rivoluzione francese portatrice di speranza. Quando il Primo Console si dichiarerà Imperatore, Beethoven cancellerà rabbiosamente il nome di Bonaparte dalla dedica di questa sinfonia.
    La prima interpretazione pubblica della sinfonia Eroica si terrà il 7 aprile 1805, a Vienna.
    Negli anni seguenti, l’attività creatrice del compositore è intensa. Compone parecchie sinfonie, fra cui la Pastorale, l’ouverture Coriolano, la famosa bagatella “Per Elisa WoO 59. Ha alcuni allievi, ed anche delle allieve, che troveranno affascinante il rude maestro. Diventa inoltre suo allievo l’ arciduca Rodolfo, fratello dell’imperatore, il quale diverrà ben presto anche suo amico e ben presto uno dei suoi protettori.
    Nel 1809, Beethoven pensa a lasciare Vienna, seguendo l’ invito di Girolamo Bonaparte. La sua amica di sempre, il Contessa Anna Marie Erdödy, lo trattiene, con l’aiuto dei suoi più fedeli ammiratori: l’arciduca Rodolfo, il principe Lobkowitz ed il principe Kinsky. Questi ultimi si impegnano a versare a Beethoven una rendita annua di 4 000 fiorini, permettendogli di vivere senza alcuna costrizione finanziaria. L’unica condizione è che il compositore dovrà non lasciare Vienna. Beethoven accetta. Questa rendita farà di lui il primo compositore indipendente. Prima di questo contratto musicisti e compositori erano dei servitori in seno ad una casa di un ricco aristocratico, sia che si chiamassero Bach, Mozart od Haydn. Domestici senza nessun diritto più degli altri, ma con il dovere di comporre e di rappresentare musica. Nasce così una nuova era per la musica: il compositore è libero di scrivere quando vuole, ciò che vuole, su ordinazione oppure seguendo la propria ispirazione.
    Nel 1812, Beethoven segue delle cure termali Teplitz, e redige una ardente lettera all’ ” Immortale Amata “. Questa lettera, che fu ritrovata in un cassetto segreto, dopo la morte del musicista, assieme al testamento di Heiligenstadt, non ha tuttora finito di suscitare dibattiti, ricerche e supposizioni dei biografi del musicista. A turno, quasi tutte le sue amiche ed allieve sono state proposte come destinatarie di questa lettera, ma, a meno che non si trovi un nuovo documento, è molto probabile che l’ amore di Beethoven rimanga un segeto per sempre.In realtà l’amore, cercato fra le nobili (frequentatrici il suo ambiente abituale), non gli fu propizio.
    Alla fine del luglio 1812, Beethoven incontrerà Goethe, per iniziativa di Bettina Brentano. I due grandi uomini si ammirano ma non si comprendono. Il compositore trova il poeta – consigliare troppo servile, e questo ultimo disse che Beethoven è ” persona completamente indomabile “. Beethoven ammira Goethe, e metterà in musica parecchie sue poesie. Beethoven penserà sempre con rammarico di non essersi compreso con Goethe.
    Purtroppo, uno dei suoi protettori, il principe Lobkowitz, ebbe in quel periodo gravi difficoltà finanziarie, il Principe Kinski morì a causa di una caduta di cavallo ed i discendenti tentarono di disfarsi dell’obbligo finanziario contratto a favore di Beethoven. Sarà l’inizio di parecchi processi che il compositore intraprenderà, per salvaguardare la sua indipendenza finanziaria.
    Inventore geniale, probabile inventore del metronomo, Maelzel aveva incontrato già Beethoven e creato diversi apparecchi acustici per Beethoven, per aiutarlo nel suo udito sempre più debole: dai cornetti acustici, ad un sistema di ascolto collegato al pianoforte, ecc. Nel 1813, Beethoven compone ‘ La vittoria di Wellington’, opera realizzata per un strumento meccanico di Maelzel detto ” panharmonica ” (o ” panharmonicon “). Ma è soprattutto l’ invenzione del metronomo che farà evolvere la musica, e Beethoven, che ne ha subito afferrato l’ importanza, annoterà scrupolosamente il tempo metronomico sulle sue partiture affinché le sue opere siano interpretate secondo i suoi precisi desideri.
    L’Accademia del 1814 raggrupperà La Vittoria di Wellington, così come la settima e l’ ottava sinfonia. Il 1814 sarà anche l’ anno della riscrittura di Leonora in Fidelio, la sola opera lirica di Beethoven. Questa opera, così rivista, otterrà infine il successo del pubblico.
    Il Congresso di Vienna che, che si tenne in quella città lo stesso anno, sarà il momento di massima gloria e di riconoscimenti per Beethoven. Mentre Re ed Imperatori discutono i destini dell’ Europa, il compositore sarà invitato a suonare più volte davanti agli uomini più potenti del tempo, e di questo ne sarà fiero per tutta la vita.
    Il 15 novembre 1815, morì Kaspar Karl, il fratello di Beethoven. Lasciò una moglie che il compositore soprannominerà ‘ La regina della notte’ , parafrasando Il Flauto magico di Mozart, a causa della scarsa dirittura morale della vedova, così come un figlio, Karl, di solo 9 anni.
    La vita di Beethoven cambiò radicalmente, dal momento che suo fratello aveva scritto sul suo testamento “che la tutela di suo figlio fosse esercitata congiuntamente da sua moglie e da Ludwig, suo fratello”. Quest’ ultimo prenderà molto sul serio il suo ruolo, ma il celibe di 45 anni, sordo ed ammalato, troverà problemi insormontabili a capire il bene del bambino prima e del giovane poi. Questo triste periodo condizionerà gli anni seguenti della vita del compositore, sempre alle prese con problemi giudiziari per la tutela del minore. Ansioso di calore familiare, non trovò di meglio che estorcerlo forzosamente al nipote Karl, indotto addirittura al fortunatamente mancato suicidio dalle soffocanti attenzioni dello zio
    l’arciduca Rodolphe diviene cardinale e Beethoven comincia la composizione della MissaSolemnis opus 123. L’ opera non sarà pronta per la cerimonia cui era stata destinata, ma l’ occasione donò all’ umanità il capolavoro che conosciamo.
    Gioachino Rossini si recò a Vienna nel 1822, in un trionfale tour, ed incontrerà Beethoven. La barriera, imposta dalla lingua e la sordità di Beethoven, permetteranno solamente una breve visita. Il compositore viennese apprezzava molto poco l’opera italiana, che considerava frivola.
    La nona sinfonia sarà praticamente terminata nel 1823, lo stesso anno della Missa solemnis. Liszt, cheaveva allora 11 anni, incontrerà Beethoven. Egli si congratulerà calorosamente col piccolo virtuoso che, degli anni più tardi, trascriverà iteramente sinfonie e lieder di Beethoven per piano.
    Il 7 maggio 1824 sarà la data della prima interpretazione della nona sinfonia e, malgrado le difficoltà di esecuzione e soprattutto delle parti cantate, sarà un successo. Purtroppo senza ricadute finanziarie. I problemi finanziari continueranno a tormentare il compositore fino agli ultimi giorni della sua vita, sebbene, dopo la sua morte, verranno trovati alcuni titoli di credito, che Ludwig aveva custodito per il nipote.
    La grande stagione compositiva continuò ancora con i grandi ultimi quartetti per archi,Opere difficili per i contemporanei, ed ancora pregne di lati oscuri. Tuttavia la vena del maestro sembra inesauribile
    Nel dicembre 1826, ritornando a Vienna su di un carro scoperto, dopo che
    aveva avuto una ennesima lite con suo fratello, Beethoven prese una
    terribile infreddatura. La malattia complicherà la sua situazione di salute,
    già molto precaria.Il 26 marzo 1827 cede ai mali che lo tormentano da tempo (gotta, reumatismi, cirrosi epatica), alza il pugno al cielo, come vuole una famosa immagine romantica, e muore ,nel bel mezzo di un furioso temporale.di idropisia. Il caso volle che, al momento della sua morte fossero presenti presso il suo letto di morte solamente l’ odiata cognata, e il musicista Huettenbrenner, quasi un estraneo ma il suo funerale è fra i più colossali mai organizzati.
    Da lontano Franz Schubert osserva la scena . Morirà l’anno dopo, a soli 31 anni, pretendendo di essere accanto a Beethoven che considerava il suo nume tutelare.

    #2744 Risposta

    Antonio Barbato

    Cara Vesperina, sembrerebbe anche lui un Quattro o un Uno, ma so troppo poco della sua vita interiore per esprimermi con giudizio. Tu che ne pensi??

    #2745 Risposta

    Tecla

    A me sembrerebbe per certi aspetti un uno zelante e per altri un quattro tenacia.

    #2746 Risposta

    Eleonora

    Qualche informazione ancora su Beethoven: “…Da questa malattia (la sordità), che già indovinava inguaribile, non tanto il musicista si sentiva minacciato quanto l’uomo, per natura appassionato dei suoi simili e invece condannato alla solitudine (“nel suonare e nel comporre il mio male mi ostacola ben poco, ma moltissimo nei miei rapporti con la gente”). Tuttavia all’angoscia si contrappongono, in questi scritti, scatti di volontà positivi (“voglio, se è possibile, sfidare il destino, sebbene la mia vita conoscerà momenti in cui sarò la creatura più infelice di Dio”): ed esclusivamente di questi la sua musica renderà ragione. Nelle sue musiche, non è reperibile nessuna traccia delle delusioni sofferte da Beethoven nella sua ostinata ricerca d’una felicità coniugale. LA “FILOSOFIA” DI BEETHOVEN: Nella filosofia di Beethoven, la libertà è ad un tempo diritto e dovere: da un lato è possibilità di attingere direttamente i sentimenti posti nel cuore dell’uomo, rifiutando codici imposti, dall’altro è creazione di valori. Così la sua musica scopre zone dell’affettività che né la musica né le altre arti avevano mai esplorato, ma le scopre come elemento di una vicenda il cui esito è invariabilmente il bene. La musica di Beethoven è sempre conquista di un lieto fine, e l’eccezione fornita dalle sue rarissime conclusioni non liete è soltanto apparente: si veda per esempio l’ouverture alla tragedia di Collin su Coriolano, personaggio verso cui Beethoven nutre una pietà non diversa da quella di cui Dante circonda certi suoi personaggi, tuttavia dannati; Coriolano merita la sconfitta e Beethoven non può esaltarlo, anche se lo compiange. Quella gioia che Beethoven celebra in tutta la sua opera non è perciò edonismo né dono della buona sorte, ma premio di un impegno, e fine stesso dell’attività morale; è ciò che accosta l’uomo a Dio e lo affratella agli altri uomini. Il dolore per lui non è che un gradino di questo itinerario. L’idea dell’azione, che non esclude la contemplazione lirica ma la intende come un momento della sua dialettica, è dunque alla base di tutto Beethoven.
    Che ne dite, l’asse è sicuramente UNO-QUATTRO. Mi sembra, tuttavia, che ci sia una propensione per l’UNO. Ciao a tutti. eleonora

    #2747 Risposta

    Sirenella

    Allora mi sento autorizzata a “tifare” per l’uno. E’ troppo imperioso e severo, manca spesso della dolcezza “tragico – romantica” dei 4, la musica di Beethoven tiene svegli, si arrotola, sale dai piedi verso l’alto e poi ricollassa su se stessa. Anche se i temi sono positivi, come dice Eleonora, la musica secondo me trasmette una sensazione che talvolta lo sconfessa questo ottimismo. Io me ne sento oppressa e prigioniera e mai liberata, come invece mi accade quando ascolto Mozart. Non e’ musica che mette le ali, ma arena a terra, eleva per un attimo verso Dio come un viso che lo guarda e lo glorifica ma poi ci riporta alla nostra condizione di prigionia umana, e la musica ripiomba giu’ come se mancasse di quella leggerezza, di quella purezza spirituale, di quella fiducia che occorre per spiccare il volo verso il cielo. Ma e’ sempre solo il mio naso che parla….

    #2748 Risposta

    Sirenella

    …vorrei precisare che, visto che l’asse e’ Uno-Quattro, secondo me e’ un Uno perche’ sento la sua passionalita’ come fortemente viscerale, ma senza una reale convinzione di poter arrivare a Dio. Magari una passione espressa da un 4 viene fuori altrettanto imperiosa ma piu’ struggente, tesa ad emozionare, a commuovere, e a sperare.

    #2749 Risposta

    Sirenella

    …niente non ci riesco, temo, rileggendomi che si abbia la sensazione che penso che gli Uno non sperano. In realta’ mi muovo su un gioco sottilissimo di sensazioni…vi invito allora sopratutto a pensare alla differenza tra una passionalita’ viscerale ed una passionalita’ emozionale…

    #2750 Risposta

    Eleonora

    Infatti, Sire, a proposito di quello che affermi sulla sensazione di liberazione che dà la musica di Mozart, non è un caso che questi venga usato in musicoterapia al contrario di Beethoven. Comunque, io adoro Beethoven (soprattutto la Quinta sinfonia) proprio per quelle sensazioni che prima ti portano in alto e poi ricadono sulla prigionia della condizione umana. Un’altra musica che mi dà le stesse sensazioni è quella dei “Carmina Burana” di Karl Orff, ma solo il pezzo “O Fortuna”. Quando l’ascolto, così come la quinta di Beethoven mi sento venir meno dalla sua maestosità che mi evoca l’abisso interiore e la sofferenza della condizione umana. baci. eleonora

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