HomePage › Forum › Forum ASS.I.S.E. › Le leggi psicologiche di Giacobbe
Questo argomento contiene 5 risposte, ha 1 partecipante, ed è stato aggiornato da Marina Mele 13 anni, 1 mese fa.
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Utente Ospite LiaCiao. Vorrei un commento a quelle che Giulio Cesare Giacobbe definisce le leggi psicologiche della crescita, io direi che le condivido.
1) Nessuno può pretendere di essere amato. 2) Nessuno può possedere nessuno. 3) Nessuno può far soffrire nessuno. Lia
Marina MeleLia. Vorrei darti il mio contributo ma potresti spiegare le premesse e il senso del tuo affermare? In linea generale però voglio dirti quanto segue:
1. nessuno può pretendere di essere amato…se anche lo pretendesse come fa ad arrivarci????
2. nessuno può possedere nessuno. ssolutamente d’accordo e guai pensarlo, mi pare “insano”.
3. nessuno può far soffrire nessuno. aggiungerei nessuno DEVE far soffrire nessuno….
ma era quello che volevi sentir affermare? Se mi aiutassi a capire le motivazioni magari se ne può discutere alla grande….qui gioca il senso del sano col morboso…della passione a vari livelli, della malattia mentale deviante, la generosità d’animo e la frustrazione delle mancate realizzazioni.
Ci aiuti? O almeno, mi aiuti?
Melinda
TeresaLia dò per ovvio che Giacobbe quando parla di crescita si riferisce a
quel percorso che scegliamo di fare da adulti e concordo con le sue affermazioni. E’ chiaro che da bambini non abbiamo la consapevolezza di dover essere amati, non ci rendiamo conto di voler possedere la mamma o il papà e non facciamo soffrire nessuno volutamente. Che ne pensi?
LiaHai ragione Melinda. mancano tutte le premesse. Dunque, Giacobbe ritiene che il percorso di crescita di un uomo va dal bambino all’adulto al genitore. Coè una persona cresciuta deve saper essere tutte e tre queste cose, con o senza figli, nelle situazioni opportune. Non so se conosci la …… . Ecco. Il bambino ha bisogno e chiede e si aspetta daglia altri. L’adulto è autosufficiente, autonomo e prende quello che gli serve. Il genitore è capace di cogliere i bisogni degli altri e quindi di dare. Una volta che si posseggono tutte e tre queste modalità, sostiene Giacobbe, e le si usa in modo opportuno e non nevrotico, si è pronti per un discorso di crescita spirituale e a questo punto diventano vere le trelegge di cui sopra. Non so se ho sintetizzato in modo chiaro. Ecco lui parla proprio del fatto che nessuno può farci del male( naturalmente non fisicamente, ma psicologicamente) in riferimento al fatto che ci prendiamo la responsabilità della nostra vita. Naturalmente questo non autorizza nessuno ad essere crudele, ma anche la crudeltà psicologica di una persona, se siamo “cresciuti” non divrebbe ferirci più di tanto. Io dico che può rattristarci a<lmeno, o no? Ciao Lia
Liaalmeno, o no? I puntini stanno per analisi transazionale, in quel momento mi sfuggiva la parola, ah la vecchiaia!!
Marina MeleCara Lia. Considero la AT (Analisi Transazionale) insieme a quella più recente di Roberto Assagioli (transpersonale), la via reale di crescita umana. Personalmente la conosco molto bene per una serie di ragioni che ora sono secondarie rispetto alla tua domanda che ora colgo in maniera più chiara per cercare di venire verso di te nel confronto. L’incontro e la miscela dei tre stati dell’io (bambino, adulto, genitore) così come definiti nella AT (poi anche li ci sono i vari “sottotipi”) sono e garantiscono l’equilibrio e l’armonia della persona nel corso della sua vita….SI potrebbe riassumere, stando sul tuo esempio, che il bambino ha più diritto a esprimer e bisogni in termini di aspettative, il genitore gestisce (termine “da grande”) il codice delle regole normative e l’adulto rappresenta il risultato con presa di coscienza, consapevolezza e responsabilità. Purtroppo non posso rimanere…..perdonami…uff. torno appena possibile sull’argomento, spero oggi stesso!
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